Quali sono le opportunità di sviluppo per un’area interna del nostro paese fatta di borghi e piccoli centri? E se questo territorio fosse anche una zona montana? Rendiamo il quesito più difficile e aggiungiamo anche che si tratta di un territorio del sud.
Quasi ci sembra di sentirle le risposte più comuni a una domanda come questa:
– Ampliamo i collegamenti con i più vicini centri industrializzati della zona costiera –
– Puntiamo tutto sull’industria del turismo –
Oppure sulla base di strategie già sperimentate lo scorso secolo:
– Incoraggiamo grandi attori dell’industria a investire in quest’area con agevolazioni economiche – .

È opinione condivisa infatti che favorire lo sviluppo di un luogo decentrato vuol dire fare di quest’ultimo il “dormitorio” del più popolato capoluogo in pianura. Un’altra idea diffusa è quella di fare delle zone più appartate del paese la periferia delle storiche aree industriali.
La soluzione al quesito è la seguente: lo sviluppo di un’area montuosa e interna del Mezzogiorno si fonda sul rafforzamento di attività economiche diversificate. Queste attività devono essere nate spontaneamente sul territorio e devono riflettere la sua unicità.

La montagna e i territori del sud nell’immaginario comune
Il Sannio di oggi, cioè quel luogo del nostro paese che è stato la terra dei Sanniti 2700 anni fa corrisponde al territorio sopra descritto. Questa zona ha pagato lo scorso secolo le ragioni geopolitiche di un Mezzogiorno rimasto indietro. Il Sannio dei giorni nostri sconta anche una visione stereotipata della montagna e dei borghi meridionali. Le opinioni radicate infatti contribuiscono a penalizzare la ripresa di questi luoghi considerati le caratteristiche località di vacanza. Queste aree sono inoltre reputate zone difficili da vivere nel quotidiano, inadatte allo sviluppo di un sistema produttivo autonomo. Progresso sociale e alta qualità della vita sono storicamente associati alla vita nella metropoli.

Mutamenti economici e specificità territoriali
Dalla fine del secolo scorso a oggi tuttavia numerosi cambiamenti in ambito economico e culturale hanno però di fatto indebolito il mito della metropoli:

È diventato urgente il contrasto al cambiamento climatico.
Si è diffusa la consapevolezza che crescita economica non vuol dire sempre sviluppo.
Chi è emigrato ha compreso che vivere in una grande città presenta dei limiti.
È nato un welfare per il recupero dei divari territoriali fondato sulla specificità geografica e ambientale.

Fondamenti per una rinascita
Oggi nel territorio sannita, le imprese agricole, manifatturiere e di servizi costituiscono una realtà importante ma ancora fragile. Questa realtà andrebbe rafforzata. Bisogna considerare infatti che nell’Italia intera le piccole e medie imprese rappresentano il fondamento dell’economia.
Per valorizzare il Sannio di oggi occorrerebbe inoltre mettere al centro la cultura della lentezza e di una dimensione più umana della vita. Quest’ultimo aspetto dovrebbe costituire una risorsa per lo sviluppo anziché un elemento di debolezza.
La sicurezza, l’innovazione, la valorizzazione dell’individuo come essere umano e come componente di una comunità sono e devono essere i punti di partenza per assottigliare i divari territoriali.

Nuove opportunità per il territorio sannita

Tra i primi obiettivi per una strategia di sviluppo del Sannio dunque bisognerebbe considerare:

Tutela del territorio
Tutela della cultura e del sapere tecnico.
Sostegno alle attività economiche che sono espressione della storia e della cultura di questo luogo.
Superamento della carenza o della inadeguatezza infrastrutturale

Il Sannio di oggi: agricoltura
La vocazione agricola del Sannio andrebbe potenziata e resa competitiva incoraggiando la cooperazione. Utili in tal senso potrebbero essere programmi di supporto rivolti a cooperative e consorzi. Gli agricoltori uniti tra loro possiedono tra l’altro la capacità di proteggere la qualità dei prodotti, di spingere per la sempre maggior tutela dell’IGP e della produzione tipica.
Utile alle aziende risulterebbe inoltre la capacità di osservare le esperienze sviluppate altrove come quella dei modelli ibridi di impresa. Questi ultimi, ad esempio, si fondano sulla capacità di dialogo fra aziende, amministrazioni locali e istituzioni. Ciò può contribuire a rafforzare un settore come quello agricolo nel Sannio di oggi. Questa soluzione stesso tempo aiuterebbe a consolidare i servizi sul territorio.
Esempi di ibrido sono i percorsi turistici all’interno delle imprese agricole e in generale la connessione fra agricoltura e turismo. Un altro esempio di flessibilità fondata sul dialogo fra aziende e realtà locali è la connessione fra agricoltura e servizi di assistenza alla persona. L’agricoltura sociale, del resto, nata in Olanda sul finire degli anni Novanta, conosce oggi numerosi esempi anche in Italia.

Sostegno alla persona
Riguardo ai servizi, accanto a quelli erogati dalle pubbliche istituzioni bisognerebbe riflettere sulle potenzialità del cosiddetto “welfare dal basso”. Con questa espressione intendono quei piani di tutela nati dalla collaborazione fra i comuni e le realtà locali. Per entità del territorio si intendono tutti quei soggetti che partecipano alla sua vita economica. Dunque le imprese, le istituzioni e le associazioni no profit. Tra gli esempi di quanto descritto proprio nella regione Campania è presente il caso di Piaggine Borgo Sociale.
Abbiamo alle spalle un periodo difficile, l’emergenza sanitaria ha contribuito ad erodere ulteriormente un tessuto economico di per sé delicato. Gli anni critici hanno tuttavia messo in luce le possibilità offerte dalle tecnologie informatiche come quella di lavorare o fare rete a distanza.

Fra le misure più urgenti per la ripresa economica del Sannio, dunque, dovrebbe esserci il sostegno alle imprese danneggiate dal periodo appena trascorso.
Oltre a ciò occorrerebbe impegnarsi a continuare ciò che si stava delineando in campo economico prima dell’arresto forzato.

La costituzione di nuove imprese andrebbe dunque incoraggiata, utili a tale scopo potrebbero risultare i rimborsi economici per le start-up da poco fondate. Ugualmente importanti potrebbero rivelarsi possibili bandi per le imprese che investono in innovazione, energie rinnovabili, località di alta quota.

Storia, cultura e settore dei servizi
La tutela del sapere nel territorio sannita è senz’altro legato alla valorizzazione delle espressioni culturali sviluppate nel passato e nel presente. Il patrimonio di conoscenze andrebbe protetto anche attraverso la valorizzazione dell’artigianato, del patrimonio archeologico.
Elementi di progresso per il Sannio di oggi sono la presenza dell’Università e dell’Ente Geopaleontologico di Pietraroja. L’Università del Sannio è stata istituita nel 1998, la fondazione dell’Ente Geopaleontologico nel 2017. Quest’ultimo è preposto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio geologico e paleontologico di uno dei maggiori siti italiani. Il geosito di Pietraroja è costituito dal parco e dal museo di geologia e paleontologia Paleolab.

Le infrastrutture
Fermare lo spopolamento del territorio sannita richiederebbe tra le varie misure quella di garantire in tutte le sue aree la presenza completa delle scuole secondarie.
Interventi irrinunciabili, per il Sannio inoltre, dovrebbero essere rappresentati dalla banda larga e dai collegamenti. Nel campo delle infrastrutture si intravedono per quest’area segnali molto positivi. La prima grande opportunità infatti è costituita dal progetto di raddoppio della strada statale 372 Telesina. Il secondo vantaggio invece è rappresentato dalla realizzazione dall’alta velocità Napoli Bari.
Un altro importante cambiamento corrisponderà alla messa in opera della diga di Campolattaro che assicurerà autonomia idrica al territorio. Quest’intervento programmato da vari decenni sembra finalmente prossimo all’attuazione.
Occasione imperdibile per il Sannio di oggi è certamente il PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato in via definitiva dal governo lo scorso giugno.

Poi il legame dei sanniti al loro territorio
La pandemia, la paura del contagio, i continui decreti: un flusso infinito di cose e di eventi ci ha imposto la distanza. Così, due mani tese come a volersi prendere, senza mai toccarsi, sono diventate simbolo di questo periodo duro e lontano.
Eppure in questa corsa al “non toccarci mai”, come spesso accade, ci ha pensato la vita e la natura a darci le risposte giuste. Svuotate le città e in compenso ripopolate le campagne, lo smart working prima e l’impossibilità di viaggiare hanno concesso a tutti la possibilità non solo di guardare ma di osservare la bellezza del nostro territorio. Questo periodo ci ha donato la riscoperta dell’alimentare sotto casa, della farmacia di fiducia e poi ancora la possibilità di guardare il paesaggio, riassaporare il sapore di un’aria pulita, di guardare al verde e scorgere nei metri lontani decine e decine di possibilità.

…E la voglia di ricostruire
Nel tempo abbiamo sottovalutato le possibilità di questi territori dimenticati, come spesso accade in Italia, alzare i tacchi e andare via a volte è sembrata l’unica via d’uscita. In realtà in questi luoghi le possibilità sono infinite, se non altro per una politica che si fa quasi come volontariato e con un confronto diretto ed immediato, ossia la necessità intrinseca nell’essere umano di associarsi e creare comunità.
È questa un’occasione di riscatto per il Sannio di oggi, per la sua cultura e i suoi monumenti, per i paesaggi incantevoli, per l’agricoltura di qualità, per le specialità enogastronomiche e soprattutto per le sue bellezze immerse nei borghi. Le eccellenze dell’artigianato e le suggestive tradizioni tutte da scoprire, devono attrarre il pubblico e creare nuove opportunità.


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Antonio Di Santo

L’Avvocato Di Santo nutre da sempre un grande interesse per la materia del diritto penale, che lo porta a dedicarsi ad essa con particolare impegno e motivazione. Svolge una puntuale attività di aggiornamento, per seguire l’avvicendamento di norme e orientamenti giurisprudenziali, e tratta una causa penale dando grande importanza allo studio del caso e alla predisposizione della migliore strategia di difesa.