Il 28 Novembre di quest’anno il suo 200° compleanno. Quest’anno a Marzo già il 100° anniversario della morte di Pasquale Martignetti, il beneventano con cui corrispondeva.

Conferenze internazionali, mostre, visite guidate: le circostanze pandemiche hanno causato l’annullamento o l’adattamento a modalità online di diverse iniziative in programma in vari Paesi del mondo per il 200° anniversario della nascita di Friedrich Engels. Tra gli appuntamenti che hanno aperto l’anno engelsiano, ha fatto in tempo a tenersi dal 19 al 21 Febbraio il congresso all’Università di Wuppertal, la città natale di Engels. Qui dal 2014, nei luoghi della sua infanzia, è possibile incontrare una statua alta 3,85 metri che lo ritrae, opera dello scultore Zeng Chenggang, è stata donata dalla Repubblica Popolare Cinese.

In Italia, mentre è stata annullata la conferenza che si sarebbe dovuta tenere il 28 Novembre a Benevento, quella in programma all’Università di Catania si svolgerà online il 14 e 15 Dicembre. Quanto al numero delle pubblicazioni dedicate negli ultimi mesi ad Engels ci si sarebbe potuti aspettare un maggiore sforzo editoriale di studiosi e case editrici italiane, alla luce del rapporto privilegiato che ebbe con il nostro Paese. Appartenente a una importante famiglia imprenditoriale e religiosa della Renania Settentrionale-Vestfalia, poi critico della religione, attivista politico nel movimento operaio, produttivo teorico e specialista non accademico di relazioni sociali, Engels fu dal 1871 segretario corrispondente per l’Italia nel Consiglio generale dell’Associazione internazionale degli operai, conosceva bene la lingua italiana e nemmeno il dialetto lombardo gli rimase oscuro. Ha messo tre volte piede in Italia: nel 1841 soggiornò per circa due mesi e mezzo in Lombardia, fu a Milano e Lecco, ma passò anche per Chiavenna, visitò brevemente Brescia, Parma, Genova. Poi nel 1849 per non più di una decina di giorni a Torino e Genova per raggiungere profugo dalla Svizzera la più sicura Inghilterra, infine una visita fuggevole a Como nel 1865, uno, forse due giorni. Di questi viaggi racconta Gian Mario Bravo in un libro del 1992 riguardo a Marx ed Engels in Italia.

Nel Centro e nel Suditalia il sodale di Karl Marx non è mai stato, o almeno non personalmente. Per posta sì: sue lettere arrivavano a Roma e Napoli, città dalle quali scriveva Antonio Labriola; a Napoli aveva contatto anche con il barlettano Carlo Cafiero, invece a Benevento il suo interlocutore era il traduttore per vocazione Pasquale Martignetti. La primissima lettera del socialista beneventano ad Engels è in francese e porta la data del 12 Giugno 1883, quando Martignetti esprimendogli ammirazione inviò la traduzione in italiano dal francese dell’opera «Socialisme utopique et socialisme scientifique», per ottenerne una revisione e l’autorizzazione dell‘autore ai fini della pubblicazione. La risposta positiva arrivò presto, il 19 giugno, per Martignetti inaspettatamente in lingua italiana, e avrebbe significato l’inizio di un sentito scambio di lettere, scritte quando in italiano quando in tedesco, durato fino al 1895, l’anno della morte di Engels. Da una parte il sollecito traduttore ed entusiasta socialista di una città di provincia interloquiva con l’allora più autorevole riferimento del movimento comunista internazionale qual era Engels e svolgeva un ruolo fondamentale nella propagazione delle sue opere in Italia; inoltre gli chiedeva frequentemente aiuto e consigli in molte occasioni. D’altra parte Engels esprimeva gratitudine e apprezzamento per le traduzioni e con «pazienza rivoluzionaria» esprimeva vicinanza, forniva consigli concreti e si adoperava per contribuire a migliorare le condizioni di vita di questo suo interlocutore, stretto tra disavventure giudiziarie e problemi economici.

Karl Marx – Friedrich Engels

Quest’anno a Marzo è caduto il centenario della morte di Pasquale Martignetti. La concomitanza di due ricorrenze così significative induce a ricordare quanto sia preziosa la consultazione di questo carteggio non solo da parte di un pubblico di specialisti, anzi proprio da parte di non specialisti. La lettura di testi di uno scambio epistolare di questo tipo permette di guardare da vicino la dimensione personale della politica di un periodo storico precedente e rende la storia da serie slegata di eventi, come spesso finisce con l‘essere presentata, di nuovo quello che veramente è, cioè vita di individui che si trovano in determinati rapporti sociali, e che su quei rapporti sociali possono agire in certi modi e in forme organizzate. Dal 1964 abbiamo a disposizione in italiano quasi tutte le lettere scambiate tra Engels e Martignetti, nel volume curato da Del Bo che raccoglie la corrispondenza di Engels e Marx con italiani. Per di più ora è possibile consultare digitalmente e gratuitamente sul sito dell‘Istituto internazionale di storia sociale di Amsterdam (IISH/IISG) le scannerizzazioni delle lettere originali. In cambio di non poca pazienza per orientarsi nell’archivio digitale e di qualche fatica nel decifrare la grafia dei due nostri, si riceve una certa euforia che incita a ricercare oltre.

Finché studiosi del settore e divulgatori retribuiti e volontari non troveranno nuove occasioni per mostrare nelle scuole, o in esposizioni e conferenze, queste emozionanti e istruttive lettere, quale può essere un modo più praticabile per commemorare allo stesso tempo Martignetti ed Engels? Per esempio andarsi a leggere il primo testo engelsiano tradotto da Martignetti, facilmente reperibile sul web col titolo «L’evoluzione del socialismo dall’utopia alla scienza». Qualora parti del testo risultassero ostiche ci si può sempre confrontare con amici e compagni, per ora magari a telefono o per videochat.

Parte iniziale della lettera del 25.06.1883 di Pasquale Martignetti a Friedrich Engels, International Institute of Social History (IISH/IISG), Karl Marx / Friedrich Engels Papers, ARCH00860, inventory number L_3715-3794:



Alessandro Cardinale

Vive tra l'Italia e la Germania, si occupa di insegnamento dell'italiano come lingua straniera e di traduzione. Ha conseguito la laurea in filosofia presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II". Il suo campo di ricerca è incentrato sulla ricezione del Capitale. È fellow dell'«Institut fur kritische Theorie» di Berlino (InkriT) e attivista di "Ariano in Movimento", associazione fondata nel 2004 ad Ariano Irpino (AV) da Giovanni Maraia (1950-2016). Collabora con recensioni alle riviste "Materialismo storico" e "Das Argument".