“La geometria possiede due grandi tesori: uno è il teorema di Pitagora; l’altro la divisione di una linea secondo il rapporto estremo e medio (sezione aurea). Possiamo paragonare il primo a una certa quantità d’oro, e definire il secondo una pietra preziosa” Keplero (1571-1630)
La sezione aurea è un numero Phi Φ (1,618…), una sorta di cugino del Pi greco Π (3,14), che deriva dalla proporzione geometrica scoperta dai pitagorici. Nel 300 a.C. Euclide, il noto matematico di Alessandria d’Egitto, descrisse per la prima volta il rapporto Φ (phi), chiamandolo proporzione estrema e media, chiamata poi divina proporzione e, nell’ottocento, sezione aurea.
Con una definizione più “colta”, la Sezione Aurea è un rapporto tra due grandezze disuguali a e b dove la maggiore a è medio proporzionale tra la minore b e la somma delle due a+b.
Matematicamente: il segmento totale c sta al segmento più lungo a come a sta al segmento più corto b. Ovvero c : a = a : b
Tale rapporto dà come risultato il numero irrazionale 1,618033… che prende il nome diPhi, prima lettera del nome greco del’immenso scultore e architetto Fidia (Φειδίας, Pheidías), attivo in Atene dal 470 a.C., che si servì della sezione aurea per progettare il Partenone nel V sec. a.C.
Ma non è il solo Partenone a godere di questo rapporto “armonicamente perfetto” che deve esistere tra lato maggiore e lato minore. Tale particolare numero ricorre con frequenza incredibile nella natura e nel cosmo, nell’architettura, nella scultura, nella musica ed appare come un simbolo dell’armonia dell’universo e ovunque si riconosca la bellezza che deriva dall’armonia delle proporzioni, una perfezione architettonica per avere un impianto regolato da leggi armoniche.
La mia meraviglia è aver constatato che il podio del nostro Tempio Sannitico, un patrimonio unico in Campania, soprattutto perchè inserito in un contesto di importanza “demoetnoantropologico, da tener presente nei programmi di valorizzazione”. ( MiBACT, Prot. SG/05/11/2020 0014724-P), quello che è, secondo me, ma non solo per me, bensì anche pei il Ministero della Cultura, un patrimonio unico nel mondo dei Sanniti, risponde perfettamente ai canoni della sezione aurea. Di fatto, il Tempio di Cerreto misura, alla base, m. 17,90 x 10,90, perfettamente corrispondente, con approssimazione insignificante visto che il nostro tempio è in parte sottoposto alla Chiesa, al rapporto ideale 1,62, come nel tempio di Vastogirardi, fratello gemello del nostro.
Ma c’è di più. Se nella Cerreto “città pensata” alziamo gli occhi al cielo, non sarà difficile notare in alcune finestre “originali”, un’armonia derivante, appunto, dal rispetto di detta proporzione. La sezione aurea crea infatti un’armonia tale da conferire più bellezza alle figure e il rettangolo aureo è considerato il più bello. L’occhio umano percepisce questa armonia e la riconosce portandolo a preferire immagini costruite su questa proporzione.
Un caso? Non credo. La ricerca della perfezione era insita nella cultura nostrana, contaminata sicuramente da quella greca a partire da quando eravamo Sanniti, come abbiamo visto col tempio cerretese di Ercole… pardon, di Flora.