Nel gruppo Facebook “Storia di Cerreto” (fondato dal giovane cerretese Giuseppe De Nicola) si è spesso toccato l’argomento “Chiesa di S. Nicola”. I vari membri del gruppo hanno cercato di risalire al periodo in cui fu abbattuta la cappella, ripercorrendo i ricordi della loro infanzia.
Grazie ad un documento emerso recentemente è ora possibile ripercorrere la storia degli ultimi mesi di vita dell’antica chiesina, abbattuta per creare l’attuale piazza Vincenzo Mazzacane di Cerreto Sannita (la piazzetta della Scuola elementare).
L’edificazione di un immobile scolastico unico, proposta per la prima volta dal Sindaco Avv. Pasquale Ungaro nel secondo dopoguerra, rimase per diversi anni inattuata a causa delle esigue finanze comunali. Solo nella seconda metà del 1954, grazie ad una nuova legge che autorizzò la partecipazione dello Stato alle spese di costruzione di nuove scuole nel Mezzogiorno, si rianimò la questione. Fu valutata anche la realizzazione di nuovi plessi nelle contrade per sostituire i locali periodicamente presi in fitto dai vari contadini.
Nel 1959 l’Amministrazione comunale cerretese decise finalmente di accendere diversi mutui al fine di finanziare i cantieri delle varie scuole. Fu varato anche il progetto dell’edificio scolastico “urbano”, subito approvato dalla Giunta comunale il 14 novembre 1959 e dal Consiglio comunale dell’8 gennaio 1960. E così cominciarono i lavori dell’attuale Scuola elementare.
Nel 1963 fu approvata una variante all’erigendo edificio scolastico urbano, accendendo un nuovo mutuo per sopperire alle sopraggiunte esigenze. Fu probabilmente l’approvazione di questa variante a rendere ancora più urgente la risoluzione del “problema San Nicola”: la chiesina si trovava proprio davanti all’edificio scolastico e i due angusti vicoli situati ai lati della stessa non permettevano un agevole accesso ai mezzi edili.
Fu quindi interpellato il parroco di San Martino, il quale disse però che la chiesa non era più di proprietà della Collegiata essendo passata alla Curia diocesana. L’Ufficio amministrativo diocesano richiese pertanto il sopralluogo degli addetti dell’Ufficio Tecnico Erariale, al fine di valutare lo stabile. La perizia valutò la chiesa 800.000 lire (circa 9.200 euro) tenendo “conto sia dello scarso valore commerciale, sia dello stato di vetustà e di abbandono che delle condizioni statistiche (statiche) precarie”. L’Ufficio Amministrativo Diocesano, dapprima favorevole alla perizia erariale, cambiò all’improvviso idea pretendendo ben 2 milioni, più del doppio di quanto era stato valutato l’immobile!
Il Comune di Cerreto Sannita discusse la proposta nella seduta del 2 giugno 1963, con evidente disgusto e disapprovazione tanto che alcuni consiglieri valutarono l’apertura di una procedura di esproprio, al fine di prendere la chiesina con la forza. Il Consiglio discusse a lungo e pensò che un esproprio (con conseguente lite giudiziaria) avrebbe potuto far slittare l’abbattimento a lungo. Si decise pertanto di accettare, controvoglia, la proposta curiale.
E così, per 2 milioni di lire, fu abbattuta l’antica chiesetta di San Nicola, fondata nel 1708 da Giovan Angelo Rosato “ricco proprietari di armenti e commerciante di lana”. Prima dell’abbattimento il parroco di S. Martino salvò il dipinto che ornava l’altare maggiore e che è attualmente conservato nella sacrestia della Collegiata di San Martino di Cerreto Sannita.
Alcune strofe scritte dalla prof.ssa Elena Cofrancesco ricordano che nella chiesetta c’era un campanello capace di dare la voce ai bambini che avevano difficoltà a parlare:
Sant’ N’cola sc’téva a Bèr’,
ma pur’ a C’rrit’ à arr’vèt’.
C’ sc’ta na chiesarella
ca è picc’rella, ma tant’ bella.
I miracul’ i sèp’ fa
e a l’ criatur l’ fa parlà
(San Nicola stava a Bari/ma anche a Cerreto è arrivato./C’è una chiesetta/ che è piccola ma bella./I miracoli li sa fare / e ai bambini li fa parlare)