Nello svolgere il tema, dirò quanto ho appreso di Giovanni Beroaldo nell’indagine in corso sulle insegne che, dei vescovi telesini della metà del XVI secolo fino al 1577, non risultano presenti, a differenza delle successive, nel  palazzo episcopale di Cerreto Sannita. Al riguardo e così come per altri due presuli,1Cfr. R. Di Lello, Un “Vescovo di Cerreto” e i suoi stemmi, in “Storia-Cerreto Sannita”, Telese, Istituto Storico Sannio Telesino –ISST– ho consultato, in ordine cronologico, i testi degli autori, locali e no, qui di seguito menzionati.                                   

Crescenzo De Petrillis, di Pietraroia, sacerdote vissuto ben 124 anni, dal 1493 al 1617, ricordò, nel suo manoscritto, “Bernardo Siciliano” il prelato che, contemporaneo, lo aveva interessato di persona nominandolo arciprete; se non che, data l’età avanzata e come “un vecchio fungo” essendogli “mancata la memoria”, ne travisò il cognome, trattandosi, in realtà, di Giovanni Beroaldo, non Bernardo, ma siciliano in quanto palermitano. Rammentò di lui: «humo virtuoso et letteratissimo, e nell’arte oratoria espertissimo […] fu decorato di questo Vescovado. Governò dieci anni, residendo quasi continuamente in Faicchio, ed elassi, rinunciò questo Cappello; et fu integrato in quello di S. Agata. […] Da costui io indegno ricevei l’Archipresbiterato: sono ora settanta cinque anni, e più.[…]».2C. De Petrillis, in Memorie, copia del manoscritto, a c. d. Domenico Varrone, XIX secolo, Archivio Parrocchia di Pietraroia, pp. 119-121. R. Di Lello, La biografia di tredici vescovi telesini in una lettera di C. Petrillo, Piedimonte Matese, Associazione Storica del Medio Volturno, 1978.   

C. De Petrillis, copia in Memorie, cit.,  p. 120 (Foto R. Di Lello)

Va posto in rilievo, inoltre, che del De Petrillis, a quanto pare non trascurabile, faranno menzione pure, nel dettaglio e in generale,  il Rossi, il Rotondi e lo Iannacchino.3Cfr. Giovanni Rossi, Catalogo de’ vescovi di Telese, 1827, a c.d. Nicola Vigliotti, 2° ristampa, Puglianello, Media Press, 2008, pp. 123-124; Memorie storiche di Cerreto Sannita per Nicola Arcidiacono Rotondi, 1869, a c.d. Antonello Santagata, Telese, ISST, I, 2019, p. 108; Angelo Michele Iannacchino, Storia di Telesia. Sua diocesi e pastori, Benevento, D’Alessandro, 1900, pp. 261, 264-265.                                 

Ferdinando Ughelli, storico insigne, riferì, nella  sua opera enciclopedica Italia Sacra, volume VIII e capitolo “Telesini Episcopi”, che “Joannes Beroaldus Panormitannus” – qui volto dal latino – «a questa Diocesi promosso nel giorno 24 marzo 1548, per la sua rinomata erudizione in tutti gli studi letterari suscitò di se, presso tutti, una grande stima.[…]Fu trasferito poi nella diocesi di S. Agata, nell’anno 1556 […]».4Col. 371, n. 26 in “Telesini Episcopi”,  F. Ughelli, Italia Sacra, Venezia, Sebastiano Coleti, 1721, tomo VIII, coll. 367-374.  

Giovanni Rossi, di San Lorenzo Maggiore e sacerdote, Custode della Real Biblioteca Borbonica di Napoli, trattò di “Ioannes Beroaldus episcopus telesinus an.1548”, il quale “palermitano, fu versatissimo ne’solidi studij delle scienze sacre e profane, esercitatissimo nelle amene lettere, rinomatissimo per la sua vasta dottrina ed erudizione,[…] Venne indi traslocato alla Cattedra Vescovile di S. Agata (de’ Goti) nel dì 1. Ottobre 1556”.5G. Rossi, Catalogo de’ vescovi di Telese, 1827, a c.d. N. Vigliotti, cit., pp. 122-124.

Nicola Rotondi, di Cerreto Sannita e arcidiacono, annotò, nella cronotassi dei  presuli di Telese–Cerreto, che Giovanni Beroaldo di Palermo, da stimare illustrissimo per onestà ed eloquio, prese il posto del predecessore in data 1 marzo 1584 per decreto con sigillo del pontefice Paolo III, quindi,  per disposizione di papa Giulio III, passò in diocesi di S. Agata dei Goti il 1° ottobre del 1556.6 In Memorie storiche di Cerreto Sannita per Nicola Arcidiacono Rotondi, 1869, a c. d. A. Santagata, cit., pp. 98 e 103.

Cerreto Sannita, Salone Degli Stemmi, in G. Rossi, a c.d. N. Vigliotti, cit. (Foto Pierpaolo Masotta.)

Angelo Michele Iannacchino, di Sturno e “Vescovo di Telese o Cerreto” – promotore  della serie che, nel Salone Degli Stemmi, in Cerreto, riproduce a colori i blasoni  dal 1577–7Vid. Salvatore D’Onofrio e Nunzio Masotta, Documenti ed immagini, in G. Rossi, Catalogo de’ vescovi di Telese, 1827,  a c.d. N. Vigliotti, cit., pp. 225-333. circa, “il Siciliano Giovanni Beroaldo, Prelato emerito per pietà e dottrina”, precisò che  “chiese il trasloco” e, pertanto, fu “traslatato in S. Agata dei Goti a di 1° 0ttobre 1556″.8A.M. Iannacchino, Storia di Telesia. Sua diocesi e pastori, cit., pp. 261, 264-265.  

Renato Pescitelli, di Cerreto, professionista di scienza farmaceutica e storico, nella “Serie dei vescovi Telesini dal XV al XVIII secolo” con date e residenze ha incluso  il “Giovanni Beroaldo:1548-56. Faicchio”, al n. 14 in un elenco di altri 29 dal 1407 al 1693.9Cfr. R. Pescitelli, Chiesa Telesina, Benevento, Auxiliatrix, 1977, pp. VII-VIII.   

Venendo, adesso, all’emblema di mons. Beroaldo, cerretese, va detto che nei testi compulsati gli autori non l’hanno mostrato e non ne hanno fatto, quantomeno, cenno; da notare, però, che in quasi tutti ho letto un particolare orientativo: il Beroaldo era stato trasferito in diocesi di Sant’Agata de’ Goti; e allora?

Stemma di Giovanni Beroaldo. (Ferdinando Ughelli, 1721, VIII, 354, 36, cit.)

Spostata subito l’attenzione a Italia Sacra, ho notato che l’Ughelli, circa “S. Agathae Gothorum Episcopi”, accennò soltanto al  Beroaldo nella edizione del 1662,  invece ne palesò anche il blasone nella edizione del 1721 e vi aggiunse, a mo’ di didascalia, qui tradotta dal latino: “Giovanni Beroaldo, Palermitano, già prima Vescovo Telesino, a questa Diocesi è stato traslato il dì primo Ottobre 1556; vi è stato dieci anni e dopo aver partecipato al Concilio Tridentino, è morto nel 1566; giace sepolto nella Cattedrale”.  L’insegna, dirò molto  semplicemente, risulta costituita, in bianco e nero, da  mitra bende – sopra lo scudo a tre piani, il superiore con  tre fiori o gigli di Francia chiari nel gambo e nei petali, l’intermedio con stella nera ad otto punte, l’inferiore con fasce di onde.10Vid. F. Ughelli, Italia Sacra, Roma, Blasio Deversin e Zenobio Masotti,  MDCLXIL, tomo VIII, col 505, in 494-506, n, 36 e Id., ibid., Venezia, S. Coleti,  1721, tomo VIII, cit., col. 354, in 344-360, n.36. 

Avendo spinto  più oltre l’indagine, ho ricevuto, dall’archeologo Nicola Ciervo, una bella immagine del simbolo,11Per interessamento di Emilio Bove, ref. N. Ciervo per iPhone, 01/4/2023, 14:39; ringrazio entrambi. raccolto con altri nella Sala degli Stemmi nel Palazzo Vescovile di Sant’Agata dei Goti. L’emblema, a differenza di quello mostrato dall’Ughelli, è a colori e con galero e cordoni con sei nappe per lato e doraticroce astile dorata emersa sopra lo scudo, a tre piani, con tre gigli chiari nei petali e scuri nel gambostella chiara a cinque punte,  onde azzurredidascalia: GIOVANNI BEROALDO /1557- 1565

Insegna di Giovanni Beoaldo, Sant’Agata dei Goti,. (Foto Nicola Ciervo)

Oggi, dunque, se il blasone trovasse posto anche nel Palazzo Vescovile a Cerreto, verrebbe spontaneo esclamare – mi si passi il modo – : «Bentornato a casa !»; O già è a casa? A pensarci,  infatti,  il 30 settembre 1986 la diocesi di Telese-Cerreto  è stata unita a quella di S. Agata de’ Goti.12Ref. don Antonio Di Meo, tel. 3395693515, Cerreto S., 10/6/2021, ore 11:42. A ben pensare, comunquel’insegna potrebbe, con altre del XVI secolo, integrare  nel tipo – non si sa mai – la serie di quelle che già ci stanno. 

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[1] Cfr. R. Di Lello, Un “Vescovo di Cerreto” e i suoi stemmi, in “Storia-Cerreto Sannita”, Telese, Istituto Storico Sannio Telesino –ISST– (28-VI-2021). Id., Andrea Riccio Vescovo Telesino e lo stemma a colori, in “Storia-Cerreto Sannita, ISST (1 XI, 2021).  
[2] C. De Petrillis, in Memorie, copia del manoscritto, a c. d. Domenico Varrone, XIX secolo, Archivio Parrocchia di Pietraroia, pp. 119-121. R. Di Lello, La biografia di tredici vescovi telesini in una lettera di C. Petrillo, Piedimonte Matese, Associazione Storica del Medio Volturno, 1978. 
[3] Cfr. Giovanni Rossi, Catalogo de’ vescovi di Telese, 1827, a c.d. Nicola Vigliotti, 2° ristampa, Puglianello, Media Press, 2008, pp. 123-124; Memorie storiche di Cerreto Sannita per Nicola Arcidiacono Rotondi, 1869, a c.d. Antonello Santagata, Telese, ISST, I, 2019, p. 108; Angelo Michele Iannacchino, Storia di Telesia. Sua diocesi e pastori, Benevento, D’Alessandro, 1900, pp. 261, 264-265.
[4]  Col. 371, n. 26 in “Telesini Episcopi”,  F. Ughelli, Italia Sacra, Venezia, Sebastiano Coleti, 1721, tomo VIII, coll. 367-374.
[5] G. Rossi, Catalogo de’ vescovi di Telese, 1827, a c.d. N. Vigliotti, cit., pp. 122-124.
[6] In Memorie storiche di Cerreto Sannita per Nicola Arcidiacono Rotondi, 1869, a c. d. A. Santagata, cit., pp. 98 e 103.
[7] Vid. Salvatore D’Onofrio e Nunzio Masotta, Documenti ed immagini, in G. Rossi, Catalogo de’ vescovi di Telese, 1827,  a c.d. N. Vigliotti, cit., pp. 225-333. 
[8] A.M. Iannacchino, Storia di Telesia. Sua diocesi e pastori, cit., pp. 261, 264-265.
[9] Cfr. R. Pescitelli, Chiesa Telesina, Benevento, Auxiliatrix, 1977, pp. VII-VIII.
[10] Vid. F. Ughelli, Italia Sacra, Roma, Blasio Deversin e Zenobio Masotti,  MDCLXIL, tomo VIII, col 505, in 494-506, n, 36 e Id., ibid., Venezia, S. Coleti,  1721, tomo VIII, cit., col. 354, in 344-360, n.36.
[11] Per interessamento di Emilio Bove, ref. N. Ciervo per iPhone, 01/4/2023, 14:39; ringrazio entrambi.
[12] Ref. don Antonio Di Meo, tel. 3395693515, Cerreto S., 10/6/2021, ore 11:42. 


                        

                                                        


Rosario Di Lello

Rosario Di Lello è nato a Napoli il 9 dicembre 1936 ed è residente in Piedimonte Matese. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Napoli e successiva specializzazione in Chirurgia generale all’Università di Modena è stato aiuto chirurgo presso l’ospedale civile di Piedimonte Matese e, dal maggio 1990, primario del reparto di Pronto Soccorso. Attualmente è pensionato. Dal 1° giugno 1978 è socio corrispondente dell’Associazione Culturale Italo Ispanica “C. Colombo – Madrid”. Negli anni 1972-73, in collaborazione con altri, ha pubblicato alcuni articoli specialistici su riviste mediche. Cultore di storia e tradizioni locali ha pubblicato studi su vari Annuari e collane dell’Associazione Storica del Medio Volturno (sodalizio del quale oltre che socio è stato in passato anche componente del consiglio direttivo) ed in altre riviste e quotidiani regionali.