
Spesso, negli studi storiografici soprattutto se per la prima volta ci si accosta a un tema o un personaggio, si cade nellāerrore di sentirsene lo scopritore, volgendosi alla ricerca come ad un oggetto ignorato, trascurato e poco indagato. Nel nostro caso si tratterebbe di presentare un Nicola Di Martino1 In questo lavoro, riprendendo la dizione dei Catasti Onciari, useremo il nominativo Nicola Di Martino. Spesso, infatti, viene citato come Niccolò o Nicola Antonio De/Di Martino. āoscuroā e dimenticato, abbandonato da studiosi e ricercatori. Non ĆØ cosƬ. In realtĆ su Nicola si ĆØ giĆ scritto molto sia riguardo la sua biografia che per quanto concerne le sue opere, oggi interamente disponibili e accessibili a chiunque su Google Libri e su diverse piattaforme online.2Come detto, le opere di Nicola Di Martino sono disponibili su diverse piattaforme online e sono interamente disponibili: Permutationibus et combinationibus opusculum https://play.google.com/store/books/details/De_Permutationibus_Et_Combinatio nibus_Opusculum?id=Z-8N6s7UelgC&gl=US Elementa algebrae https://archive.org/details/bub_gb_IY56YVanRFoC
Elementa statices https://books.google.it/books?id=l5I5AAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it&sourc e=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false Logicae seu artis cogitandi institutiones https://books.google.it/books?id=njU75Uvn5- 0C&printsec=frontcover&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false
Elementa geometriae planae https://www.comune.morcone.bn.it/teca/teca/3/#page/5 Elementa sectionum conicarum https://gdz.sub.uni- goettingen.de/id/PPN591497719?tify=%7B%22view%22:%22info%22,%22pages%2 2:%5B1%5D%7D Nuovi Elementi di Geometria Piana https://archive.org/details/bub_gb_qVkcpmRIxLEC/page/n7/mode/2up Nuovi Elementi della geometria pratica https://archive.org/details/bub_gb_Hgf4uR9hmDAC/page/n9/mode/2up Nuovi Elementi della geometria cosƬ piana, come solid CosƬ anche quando la Storia Locale incrocia e banalizza la locuzione āuomini illustriā si corre il rischio di obliare lāidentitĆ di una comunitĆ per fare posto a una più comoda e semplicistica ripetizione storico- biografica che raramente offre nuovi spunti di riflessione e di ricerca squisitamente storica.
Di Nicola già il Genovesi, suo discepolo, ne tessé le lodi e ne riconobbe le qualità così come si impegnarono i suoi biografi a consacrarlo tra i protagonisti del movimento culturale settecentesco napoletano e, ancora oggi, la figura del Di Martino viene promossa e approfondita in diversi studi.3Per un approfondimento sulle opere e la vita di Nicola Di Martino:
F.S. Granata, Breve notizia della vita di Niccolò Di Martino, in Nuovi Elementi della teoria delle mine, Napoli, stamp. Battista, 1780
G.G. Origlia, Istoria dello studio di Napoli, Vol. II, Napoli, stamp. Di Simone, 1754
V. Ariani, Memorie della vita e degli scritti di Agostino Ariani, Napoli, stamp. Longobardo, 1778
A. Genovesi, Autobiografia e lettere, a cura di G. Savarese, Milano, Feltrinelli, 1962 F. Amodeo, Vita matematica napoletana, Napoli, ed. youcanprint, 1924
P. Anastasi, Dizionario Bibliografico degli italiani, Roma, Istituto della enciclopedia italiana, 1990
F. Palladino, N. Palladino, A. Mercurio, La corrispondenza epistolare tra Niccolò De Martino e Girolamo Settimo, Firenze, ed. Olshki, 2008
A 321 anni dalla nascita di Nicola e da quanto detto pocanzi ci sembra doveroso aggiungere un nuovo tassello alla ricerca offrendo in queste pagine oltre a una panoramica sulla vita e sulle opere di questo āillustre matematico del Regnoā anche unāanalisi delle inedite, e date per scomparse, āLezioni geometriche composte ad uso di Ferdinando IV nostro augustissimo regnanteā. Prima di raggiungere lāobiettivo finale di questo lavoro, dunque, partiremo dal narrare la vita di Nicola e nel farlo ricorreremo in particolare ad una voce āpaesanaā conservata in un piccolo opuscolo presente nella biblioteca provinciale e in qualche casa faicchiana, lāopera āCenni biografici di alcuni uomini illustri oriundi del villaggio di Faicchioā.4Giulio Porto, Cenni biografici di alcuni uomini illustri oriundi del villaggio di Faicchio (opera postuma data alla stampa da Mariano Piazza), Piedimonte dāAlife, Fratelli Bastone, 1875
Pubblicato nel 1875 per volontĆ di Mariano Piazza il testo contiene due opere distinte scritte rispettivamente dallāAbate Giulio Porto5 e da Don Michelangelo Carangelo. La prima, scritta nella prima metĆ del XIX secolo, contiene al suo interno le biografie di Giulio Porto, di Angelo Di Martino, Nicola Di Martino, Pietro Di Martino, Vincenzo Porto, Domenico Antonio Palmieri, Michele Nicolari. La seconda, scritta presumibilmente verso la fine del ā700 racchiude la vita dei tre fratelli Di Martino e di Michelangelo Nicolari, e venne ritrovata come annota lo stesso Piazza tra āle carte di Don Giulio Portoā.
La vita
Nicola Di Martino nacque a Faicchio, piccolo borgo in provincia di Benevento nel 1701. Terzogenito di Cesare e Agata Ferraro,5Giulio Porto, nato a Faicchio il 30 novembre 1795 era riconosciuto dai suoi contemporanei come uomo di cultura e punto di riferimento della comunitĆ . MorƬ il 6 settembre 1861 ucciso dagli uomini del brigante Del Greco. ābello di aspetto, giusto di statura, di animo ben formato, di cuore benefico e generosoā6Giulio Porto, op.cit, p.12 seguƬ i primi studi presso il seminario di Cerreto Sannita proseguendo la sua formazione a Napoli sotto la guida di Giacinto di Cristoforo e Agostino Ariani.
āFin dai suoi primi anni, quando era ancora un semplice discepolo, diede a conoscere che la natura avevalo donato a larga mano dei suoi doni; e mostravasi di un ingegno vivo, penetrante, e riflessivo; non muto, non loquace, ma pensoso, e serio ed occupato maisempre a meditare, per cui conciliavisi lāammirazione dei suoi discepoli, la benevolenza dei Maestri, la stima pubblica [..]ā.7Ibidem
L’ambiente culturale partenopeo, rinato durante il vicereame austriaco, offrƬ al giovane Nicola lāopportunitĆ di approfondire nuove teorie filosofiche e matematiche profuse dai maggiori pensatori europei. E soprattutto in queste ultime, riprendendo ancora le parole dellāAbate Giulio Porto, āfurono sƬ rapidi i progressi che fece in tale scienza che nel 1723, mentre contava appena ventidue anni, dietro concorso fu dichiarato sostituto dellāAriani nella cattedra di matematica, e lāImperatore Carlo VI con real decreto ne confermava la sceltaā.8Ivi, p.13 Alla nomina seguirono anni di profondo studio e impegno pedagogico accompagnati da un incessante attivitĆ editoriale che videro il Di Martino occupato nella stesura di trattati prima, e di vere e proprie opere manualistiche poi. Entrò a far parte dellāAccademia delle Scienze, fondata dal Galiani nel 1732 e nel 1740 in qualitĆ di legato partƬ a seguito del principe di San Nicandro in Spagna dove, āfu accolto con tale e tanta benevolenza da quei sovrani che Filippo V gli regalò una scatola di Agata cerchiata dāoro in cui si conservava ancora della vaniglia […] e la regina Elisabetta Farnese gli regalò parimenti una Croce di tartaruga con le punte dāargento e un Cristo di avorioā.9Ivi, p. 16
Ritornato a Napoli nel 1744, fu incaricato dal re Carlo III āProfessore primario dellāAccademia militare e degli ingegneri, non che revisore della stampa, ed esaminatore generale del Regnoā.10Ibidem Infine, nel 1761 venne nominato precettore per le matematiche di Ferdinando IV e, proprio in occasione di questo incarico, scrisse e dettò al futuro sovrano le āLezioni di Geometriaā.
Nicola morƬ lā8 dicembre del 1769 āamato dai buoni, compianto dai letterati, e ricordato con onore, affezione, e rispetto da coltivatori delle scienze. La sua pompa funebre rassomigliava a quella di un Grande, accompagnato da 400 discepoli, e con la differenza che quella dei Grandi ĆØ comandata dalle leggi e dalle convenienze sociali, mentre quella di Nicola Di Martino dāaffezione patita e dal rispettoā.11Ivi, p. 18
Le opere
Come accennato, lāattivitĆ editoriale del Di Martino può essere divisa in due periodi: il primo (1724-1740) comprende opere puramente āscientificheā mentre il secondo (1740-1768) ĆØ caratterizzato da scritti manualistici, diretti ai suoi giovani allievi. I primi trattati, infatti, dimostrano una larga e innovativa cultura scientifica, ottenuta soprattutto attraverso una lettura critica delle opere più recenti. Dalla questione del calcolo differenziale allāassimilazione delle teorie di Newton, Nicola si mostrò un divulgatore instancabile ed ĆØ con lui che sostanzialmente avvenne nel regno napoletano il passaggio dalla conoscenza del newtonianesimo alla sua prima assimilazione in campo accademico.12Pietro Anastasi, op. cit.
Nel 1724 pubblicò il suo primo lavoro Permutationibus et combinationibus opusculum in appendice al libro di Tacquet Arithmeticae Theoria et Praxis, mentre lāanno successivo diede alle stampe Elementa algebrae dove, oltre a ripercorrere lo sviluppo storico dello studio matematico, approfondƬ in particolare la questione del casus irresolutus esponendo la sua spiegazione sullāinapplicabilitĆ della formula di Cardano per la risoluzione di unāequazione di terzo grado.
Nel 1727 vide la luce lāopera Elementa Statices, nel 1728 uscƬ Logicae seu artis cogitandi institutiones e ancora, nel 1729 gli Elementa geometriae planae. Sei anni dopo pubblicò in 2 volumi gli Elementa sectionum conicarum opera che dedicò a Faustina Pignatelli, sua alunna. Nel 1737 venne ristampato Elementa Algebrae con lāaggiunta di un terzo volume dedicato alla geometria analitica.
Dal 1744 Nicola, di ritorno dalla Spagna, si impegnò invece nella realizzazione di veri e propri manuali dedicati non più ai rampolli dellāĆ©lite nobiliare ma, in particolare, agli studenti e ai militari. Sono proprio queste opere a offrirci il tratto più innovativo e originale del pensiero Di Martiniano, la trattazione cioĆØ chiara ed elementare di argomenti scientifici destinata non solo a ādemolireā la cultura ācartesianaā napoletana, ma a facilitare e a diffondere la comprensione di tematiche scientifico-matematiche.13Ivi E proprio in questa ottica vanno intese le seguenti opere, non a caso scritte in italiano: Nuovi Elementi di Geometria Piana pubblicata nel 1746, Nuovi Elementi della geometria pratica data alle stampe nel 1752, Nuovi Elementi della geometria cosƬ piana, come solida, con lāaggiunta di un breve trattato delle sezioni coniche uscita nel 1768.
Le Lezioni Geometriche
Il ritrovamento, o meglio, la curiositĆ intorno a questāopera nasce da lontano. Ho sentito parlare delle scomparse ālezioni del Reā fin da piccolo dalla voce di mio padre, appassionato di storia e instancabile āricercatoreā. Alle nostre perenni chiacchierate di āstoria patriaā non mancava mai un riferimento a questo testo misterioso dato da tutti, biografi e studiosi, come perduto. Solo Amodeo, nel suo lavoro Vita matematica napoletana, ne dimostra una conoscenza diretta, citando lāopera e indicando la sua presenza nella Biblioteca provinciale di Napoli.14F. Amedeo, op. cit., pp. 85-86 Se le lezioni erano comunemente ritenute perdute, come potevano essere conservate nella Biblioteca provinciale? E, soprattutto, erano ancora lƬ?
Inizio cosƬ una meticolosa ricerca tra le biblioteche regionali e nei diversi inventari, nella speranza di trovare qualche notizia in più o, perchĆ© no, lāopera stessa. Ed ecco spuntare nellāinventario della Biblioteca Nazionale di Napoli la catalogazione del manoscritto: ms.prov. 64.
Contattata la Biblioteca prendo accordi per una copia fotografica dellāopera che, in attesa di pubblicarla integralmente, illustreremo brevemente in queste pagine.
Il manoscritto misura 30 x 20 cm ed ĆØ costituito da 277 pagine, di cui 258 sono composte da 19 righe di scrittura, 9 presentano disegni geometrici corrispondenti alle diverse lezioni e, le ultime 10, sono caratterizzate da teoremi geometrici. Scritte da unāunica mano in lingua italiana su carta filigranata, lāopera fu composta nel 1761 quando Di Martino venne chiamato alla corte del re Carlo III per impartire lezioni di geometria al giovane Ferdinando IV. Conservate dal nipote di Nicola, Giuseppe Di Martino, dal frontespizio si evince lāintenzione di questāultimo di darle in stampa ma, per motivi ignoti, restarono inedite.
Probabilmente, lāimpossibilitĆ di trovare questāopera si deve alle sue diverse collocazioni nel tempo: entrata inizialmente nella collezione bibliotecaria del Real Officio Topografico restò patrimonio di questāultimo fino al 1873, anno in cui tutto il materiale ivi conservato confluƬ nella Biblioteca provinciale e da qui, nel 1924, Le Lezioni passarono alla Biblioteca Nazionale dove trovarono la loro collocazione definitiva.
Il contenuto della prima parte dellāopera ĆØ diviso in 15 capitoli, corrispondenti ognuno ad una diversa lezione di geometria elementare:
Lezione I – Dellāobbietto della geometria
Lezione II – Degli assiomi generali della geometria
Lezione III – Della linea retta e della linea circolare
Lezione IV – Dellāangolo e delle sue specie
Lezione V – Della perpendicolare e dellāobliqua, e degli angoli che formano
Lezione VI – Delle rette parallele, ò siano equidistanti
Lezione VII – Delle figure piane rettilinee
Lezione VIII – Delle proprietĆ comuni ad ogni triangolo
Lezione IX – Delle proprietĆ del triangolo equilatero, isoscele e scaleno
Lezione X – Della perfetta uguaglianza dĆØ triangoli
Lezione XI – Delle proprietĆ , cosƬ assoluti, come relative del parallelogramma
Lezione XII – Della misura delle figure piane rettilinee
Lezione XIII – Delle varie composizioni dĆØ rettangoli, e dĆØ quadrati Lezione XIV – Delle affezioni del triangolo rettangolo, ottusangolo ed acutangolo
Lezione XV – Della quadratura delle figure piane rettilinee
La seconda parte presenta 126 figure geometriche corrispondenti ad ogni argomento trattato mentre, nella terza parte, si trovano dieci diversi teoremi geometrici.
Insomma, Le Lezioni Geometriche, non presentano caratteristiche intrinseche notevoli se paragonate alle altre opere del Di Martino. La loro importanza risiede, più che nelle sue pagine, nellāalone di mistero che per oltre 260 anni le ha circondate e rese celebri. Non sappiamo quanto Nicola abbia influito sulla crescita del giovane Ferdinando, nĆ© tantomeno quanto questāultimo abbia apprezzato il meticoloso lavoro del suo Maestro. Al contempo, però, sappiamo di certo che la fama di questo matematico varcò i confini del Regno e, oggi come ieri, rappresenta un mirabile esempio di genialitĆ faicchiana.
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[1] In questo lavoro, riprendendo la dizione dei Catasti Onciari, useremo il nominativo Nicola Di Martino. Spesso, infatti, viene citato come Niccolò o Nicola Antonio De/Di Martino.
[2] Come detto, le opere di Nicola Di Martino sono disponibili su diverse piattaforme online e sono interamente disponibili: Permutationibus et combinationibus opusculum https://play.google.com/store/books/details/De_Permutationibus_Et_Combinatio nibus_Opusculum?id=Z-8N6s7UelgC&gl=US Elementa algebrae https://archive.org/details/bub_gb_IY56YVanRFoC
Elementa statices https://books.google.it/books?id=l5I5AAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it&sourc e=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false Logicae seu artis cogitandi institutiones https://books.google.it/books?id=njU75Uvn5- 0C&printsec=frontcover&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false
Elementa geometriae planae https://www.comune.morcone.bn.it/teca/teca/3/#page/5 Elementa sectionum conicarum https://gdz.sub.uni- goettingen.de/id/PPN591497719?tify=%7B%22view%22:%22info%22,%22pages%2 2:%5B1%5D%7D Nuovi Elementi di Geometria Piana https://archive.org/details/bub_gb_qVkcpmRIxLEC/page/n7/mode/2up Nuovi Elementi della geometria pratica https://archive.org/details/bub_gb_Hgf4uR9hmDAC/page/n9/mode/2up Nuovi Elementi della geometria cosƬ piana, come solida, con lāaggiunta di un breve trattato delle sezioni coniche https://archive.org/details/bub_gb_mSIgRDp7rGoC/mode/2up
[3] Per un approfondimento sulle opere e la vita di Nicola Di Martino: F.S. Granata, Breve notizia della vita di Niccolò Di Martino, in Nuovi Elementi della teoria delle mine, Napoli, stamp. Battista, 1780; G.G. Origlia, Istoria dello studio di Napoli, Vol. II, Napoli, stamp. Di Simone, 1754; V. Ariani, Memorie della vita e degli scritti di Agostino Ariani, Napoli, stamp. Longobardo, 1778; A. Genovesi, Autobiografia e lettere, a cura di G. Savarese, Milano, Feltrinelli, 1962 F. Amodeo, Vita matematica napoletana, Napoli, ed. youcanprint, 1924; P. Anastasi, Dizionario Bibliografico degli italiani, Roma, Istituto della enciclopedia italiana, 1990; F. Palladino, N. Palladino, A. Mercurio, La corrispondenza epistolare tra Niccolò De Martino e Girolamo Settimo, Firenze, ed. Olshki, 2008.
[4] Giulio Porto, Cenni biografici di alcuni uomini illustri oriundi del villaggio di Faicchio (opera postuma data alla stampa da Mariano Piazza), Piedimonte dāAlife, Fratelli Bastone, 1875
[5] Giulio Porto, nato a Faicchio il 30 novembre 1795 era riconosciuto dai suoi contemporanei come uomo di cultura e punto di riferimento della comunità . Morì il 6 settembre 1861 ucciso dagli uomini del brigante Del Greco.
[6] Nato probabilmente in Casa Pedone (nei pressi della chiesa di Santa Lucia), aveva altri tre fratelli e due sorelle: Giacomo, Angelo, Pietro, Cecilia e Patrizia. Il primo viveva a Faicchio e, sposato con Maria Marrocco, ebbe sette figli: Teresa, Angiola, Maddalena, Giuseppe, Angelo, Pietro e Cesare. Pietro e Angelo, anchāessi rinomati scienziati risiedevano, come Nicola, a Napoli. Cecilia sposò il cerretese Marzio De Negris mentre Patrizia non sposandosi, viveva con il fratello Giacomo. Catasti Onciari, Archivio Privato
[7] Giulio Porto, op.cit, p.12
[8] Ibidem
[9] Ivi, p. 13
[10] Ivi, p. 16
[11] Ibidem
[12] Ivi, p. 18
[13] Pietro Anastasi, op. cit.
[14] Ivi
[15] F. Amedeo, op. cit., pp. 85-86.