
Sembra opportuno premettere che il rudere della torre edificata insieme al castello, nel Medioevo e sopra la roccia in localitĆ SantāAngiolillo, a Pietraroia in provincia di Benevento, ĆØ stato, fino ai primi anni Settanta del secolo passato, lāultimo, evidente testimone della locale vita civile, poi trasferita più a valle dal funesto terremoto del 1688. Al riguardo e in un precedente articolo, dopo aver accennato a casi nei quali la pietra e il marmo colorato hanno segnalato il paese montano nel toponimo, nellāarchitettura, nellāarte e nella scienza, avvalendomi di notizie e di immagini, in parte inedite, raccolte dal 1975 al ā79 e di recente, ho rilevato il modo in cui incisioni e sculture lapidee ricordano la carestia, la peste e il sisma del ā600, tre nefasti e molto noti avvenimenti;1Cfr. R. Di Lello, Pietraroia. Pietre che parlano di sventure (Nota preliminare) in āStoria di Pietraroiaā, Istituto Storico Sannio Telesino . it (11-11-2020)
A distanza di mesi, sono ritornato a Pietraroia e alle pietre e, via facendo, ho riletto quanto dāaltro rinvenuto, ragion per cui, dal momento che pure qualcuno del paese mi ha incitato a proseguire nella esposizione,2N. B., con email del 16-11-2020, ore 22.26.riporterò, non per lāesperto ĆØ ovvio, restanti notizie e immagini di pietre che parlano di storia.

Seguirò nei limiti del possibile, come al solito, lāordine cronologico e, al fine di rendermi più agevole il compito e non tediare il paziente lettore, dividerò lāargomento in due temi che atterranno, il primo, questo, allāaspetto civile e, il prossimo, Deo favente, a quello religioso. Adesso, allāinizio dello svolgimento, sāincontra la figura di un busto in pietra, scolpita e incorniciata, di cm. 40×60 ca., murata in unāabitazione di Via Aurora; la stupenda immagine presenta corona sul capo, acconciatura di capelli ed abito che fanno pensare a persona di rango elevato vissuta in tempi assai lontani.

A non molta distanza, sotto la grondaia di unāabitazione in Via Trieste, una composizione di tre elementi riporta due sculture simili su pietra, ciascuna raffigurante un volto fra raggi e, tra esse, la copia a rilievo di cinque fiori o frutti, in argilla; provengono ĆØ verosimile dalla Pietraroia medievale Rappresentano, forse, i volti di antiche divinitĆ o il sole e la luna, rispettivamente, guardando a sinistra e a destra, il primo con tratti più marcati, il secondo alquanto delicato; non ĆØ inverosimile che, quantunque ornamentali, avessero, insieme al terzo elemento, un significato apotropaico a favore e a protezione della fertilitĆ agreste.

Sculture vetuste stanno pure lontano dal paese, in localitĆ MĆ©tele; il toponimo deriverebbe dal latino singolare mĆ©delaossia rimedio, medicina, cura e perciò luogo di ricovero e terapia e, perchĆ© no?, lazzaretto nel corso di epidemie.3Cfr. R. Di Lello, Coronavirus Epidemie e singolari analogie, in āStoria della medicinaā, Istituto Storico Sannio Telesino. it (05-5-2020). Un arco, con fregi identici a quelli dei sottostanti due stipiti, presenta al centro, una pietra di colore diverso collocatavi, non ĆØ improbabile, in un successiva occasione; in essa quattro righi incisi nel 1740, alludono, pare, nel(la) ben feli(ce) etĆ del detto an(no) al regn(o) borbonico, a firma di D(on) Gio(vanni) Batti(sta) in Pie (traroia); da notare che il regno borbonico fu instaurato nel 1736, nel ā40 la regina diede alla luce una figlia, re Carlo volle recarsi a Bari ed offrire, per gratitudine, nella basilica di San Nicola, un ostensorio dāargento4V. Gleijeses, La storia di Napoli, Napoli, Del Giglio, 1987, p. 663. e il santo era, da tempo, il considerato patrono di Pietraroia.

Sopra un ingresso attiguo, parte sacra di possibile luogo dāassistenza sanitaria in passato, stanno sculture lapidee che, dallāalto in basso, rappresentano: una piccola croce su tondo a lato dāun davanzale, un volto con collaretto e con un fiore ai due lati, forse con finalitĆ scaramantica, una scritta in due righi, non chiara, ma attinente forse alla croce salvifica e la soglietta con croce tra due composizioni floreali.

Ancora in paese, stemmi lapidei, murati su facciate, rappresentano mediante scritte, figure e simboli, tra gli altri contrassegni riconosciuti di famiglie. Chiavi di volta e imposte elaborate,Ā costruiteĀ ex novoĀ o portate da luogo diverso e adattate sopra stipiti di ingressi, nella Pietraroia post terremoto 1688,5Ad esempio in Via IV Novembre edĀ in Via del Piave. Ref. N. Bello. anche seĀ mute, par che indichino pregresse rinunce e privazioni a cagione del sisma, ma cheĀ si volleĀ dar valore e significato alla vita da affrontare nelle nuove abitazioni.

E passiamo al secolo scorso. Dopo la prima guerra mondiale, una iniziativa dellāarciprete don Lorenzo De Carlo, parroco dal 1916 al ā62, portò, negli anni Venti, alla costruzione del monumento ai Caduti, in Piazza Vittoria; fu inaugurato il 24 luglio 1924 e lāanno dopo un singolare, cruento episodio ne segnò la storia; nel ā43 ebbe inizio la rovina e nel 1960 venne abbattuto.6Cfr. D. Falcigno, Storie di tutti i giorni, vecchi discorsi, Pietraroja, Pro Loco, 2007, pp. 3-4; Id., Don Lorenzo De Carlo un parroco di montagna, Comune di Pietraroja-Pro Loco Pietraroja, 2008, pp. 14-16. Per i particolari della solenne inaugurazione, cfr. lāopuscolo S.A., Ricordo dellāerezione ed inaugurazione del monumento ai Caduti diPietraroja, 26 Luglio 1924, Campobasso, Colitti, s.d., ma 1924, pp. 15-24. Il nuovo monumento ĆØ stato eretto nellāattigua localitĆ Giardinetti e inaugurato, con cerimonia solenne, nellāaprile del 2007.

Gli anni Trenta costituiscono periodo di notevole attinenza al tema, come dimostrano i testi di storia, le trasmissioni audiovisive e, per Pietraroia, anche i reperti seguenti. Ebbene, sulla lastra di cm. 18×37, parte della lapidea fontana pubblica in Via Trieste, angolo con Via Fontanelle, una frase, in cinque righi ognuno di mm. 40, rammenta che nellā anno IX del fascismo il complesso venne donato al comune dai figli di Tommaso Venditto, nel 1930.

Sopra la fontana, tra la statua di San Pio e lāedicola della Madonna, allāinizio e a sinistra del tratto di strada che, in salita, mena allā ingresso del paese, una lastra marmorea di cm 125×577Ref. G.C. Iamartino, email 16-12-2020., posta nel 1935, rammenta in otto righi lāenorme ingiustizia delle sanzioni adottate dalla SocietĆ delle Nazioni a carico dellāItalia, a causa della guerra del 1930-1935 contro lāEtiopia.8Cfr. pure D. Falcigno, Storia di tutti i giorni vecchi discorsi, Pro Loco Pietraroia-Comune Pietraroia, 2007, pp. 9-10.

Ho accennato, in principio, al marmo colorato di Pietraroia; di pregio e rinomato ĆØ stato pure quello bianco, come dimostra una vetusta cartolina illustrata, donatami con altre dallāerede del committente, la quale riproduce il panorama di Pietraroia, m.857s.m., un gruppo di giovanetti che crescono belli e forti a Pietraroia e, non poteva mancare, la meravigliosa cava del marmo bianco, esposto a Bruxelles, e premiato a Roma il 29 Aprile 1936.

E su lastra, ĆØ verosimile di quel marmo bianco, di cm. 85×150, murata e incorniciata con malta sulla facciata della chiesa parrocchiale, in alto, lāiscrizione di 21 righi rammenta che il 26 gennaio 1932 il principe Umberto di Savoia adorò in questo tempio il Re divino, che il 26 gennaio 1937, la luce illuminò elettricamente di Pietraroia le vie e le case, che nel 1937 lāarciprete Lorenzo De Carlo fece incidere e pose questa lapide; da notare che la foto n.1, dāepoca, la mostra al di sotto di un lampione elettrico, il primo, ĆØ probabile, in paese.

Trascorse quasi un quarto di secolo e una lastra fu posta sul deposito dellāacquedotto, in localitĆ Civita e ricorda ancora, in cinque righi, che lā Acquedotto di Pietraroia venne finanziato dalla Cassa Per Il Mezzogiorno nel 1961.

Per concludere, a lato di quel citato breve tratto di strada che, in salita, conduce allāingresso del paese, una lapide di marmo, incisa, ne segna il toponimo e induce chi vi giunge a conoscerne almeno qualcosa della storia. Singolare ĆØ che mentre la detta iscrizione ĆØ costituita anche da una J, altra in metallo, poco distante, sulla strada e quelle nelle immagini sopra riportate segnano, invece, una I; del nome e sulle varianti della vocale, comunque, giĆ qualcosa sāĆØ scritto.9Cfr. R. Di Lello, Santa Croce āin silva Sepiniā e Pietraroja, in un contratto del 1274, in āIl Sannio quotidianoā, Benevento, Pagine Sannite, V, 22 ottobre (2000) p. 11. Id., Pietraro?a. Le vicende di un toponimo, in āLa Voce del Titernoā, Cerreto Sannita, ComunitĆ Montana del Titerno, II, 10 (2006) pp. 10-12.

Tanto, per quanto concerne lāargomento, allo stato dellāindagine e nella speranza che altri, esperto ĆØ ovvio, legga lāarticolo, riveda le ipotesi e revisioni le eventuali inesattezze.
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[1]Ā Cfr. R. Di Lello,Ā Pietraroia. PietreĀ che parlano di sventureĀ (Nota preliminare)Ā in āStoria di Pietraroiaā, Istituto Storico Sannio Telesino . itĀ Ā (11-11-2020)Ā Ā
[2]Ā N. B., conĀ emailĀ del 16-11-2020, ore 22.26.Ā
[3]Ā Cfr. R. Di Lello,Ā Coronavirus Epidemie e singolari analogie, in āStoria della medicinaā, Istituto Storico Sannio Telesino. it (05-5-2020).Ā Ā
[4]Ā V. Gleijeses,Ā La storia di Napoli, Napoli, Del Giglio, 1987, p. 663.Ā
[5]Ā Ad esempio in Via IV Novembre edĀ in Via del Piave. Ref. N. Bello.Ā
[6]Ā Ā Cfr. D. Falcigno,Ā Storie di tutti i giorni, vecchi discorsi, Pietraroja, Pro Loco, 2007, pp. 3-4; Id.,Ā Don Lorenzo De Carlo un parroco di montagna, Comune di Pietraroja-Pro Loco Pietraroja, 2008, pp. 14-16. Per i particolari della solenne inaugurazione, cfr. lāopuscolo S.A.,Ā Ricordo dellāerezione ed inaugurazioneĀ del monumentoĀ ai Caduti diPietraroja,Ā 26 Luglio 1924, Campobasso, Colitti, s.d., ma 1924, pp. 15-24.Ā
[7]Ā Ref. G.C. Iamartino,Ā emailĀ 16-12-2020.Ā
[8]Ā Cfr. pure D. Falcigno,Ā Storia di tutti iĀ giorni vecchi discorsi, Pro Loco Pietraroia-Comune Pietraroia, 2007, pp. 9-10.Ā Ā
[9] Cfr. R. Di Lello,Ā Santa Croce āin silva Sepiniā e Pietraroja, in un contratto del 1274,Ā in āIl Sannio quotidianoā, Benevento, Pagine Sannite, V, 22 ottobre (2000) p. 11. Id.,Ā Pietraro?a. Le vicende di un toponimo, in āLa Voce del Titernoā, Cerreto Sannita, ComunitĆ Montana del Titerno, II, 10 (2006) pp. 10-12.Ā Ā