
Murus erant montes1Properzio: Elegie, IV, 4.⦠CosƬ E. T. Salmon cita Properzio, nella sua descrizione delle architetture difensive dei Sanniti2Salmon 1985: p. 140.. Architetture che, nonostante la frequenza e lāintensitĆ dei conflitti bellici con Roma, resistono ancora e rappresentano, probabilmente, la testimonianza materiale più visiva e longeva di questo popolo3Ibid.. Citare Properzio, tuttavia, ĆØ utile per sottolineare anche un altro aspetto: lo sfruttamento militare delle difese naturali del territorio. Difese che caratterizzavano, e caratterizzano ancora, il Sannio nella sua totalitĆ . Non ĆØ un caso, infatti, che lo studio più importante sulle fortificazioni sannitiche, ad opera di S. P. Oakley, si intitoli āThe Hill-forts of the Samnitesā4Archeological monographs of the british school at Rome, 1995, 10. (Le colline fortificate dei Sanniti). Titolo che sta ad evidenziare la quasi inscindibile importanza semantica dei termini āHillā (collina), a rappresentanza dellāelemento naturale, e āfortsā (forti, fortezze) a rappresentanza dellāelemento antropico. Per quanto riguarda la tecnica edilizia, essa era estremamente semplice: le mura erano realizzate in opus poligonale, sfruttando grossi blocchi di pietra calcarea, in genere poco rifiniti, facilmente reperibili nel territorio vicino.5Tagliamonte 1996: p. 172.

Questa indagine riguarda, in particolare, una fortificazione identificata presso Saticula (SantāAgata deā Goti, BN), rinvenuta durante gli scavi preventivi6Allāepoca il territorio gravitava nellāambito della Soprintendenza delle Province di Salerno, Avellino e Benevento. del 19937La SNAM presentò istanza per ottenere il nulla osta al progetto di potenziamento del metanodotto algerino lā11 ottobre 1993.. Inserita nella zona del Sannio definito Caudino, lāinsediamento di Saticula si collocava sul pianoro tufaceo posto lungo la riva destra del fiume Isclero, che le garantiva quindi, una naturale difesa sul versante orientale e quello meridionale8Fariello 1998: p. 107.. Emerge proprio in questo contesto la suddetta cinta muraria, in una precisa ed efficace posizione strategica che permetteva un adeguato controllo della Valle Caudina ad occidente e di quella Telesina ad oriente9Ibid..

Tale struttura difensiva, rinvenuta presso localitĆ Cotugni (della frazione di Faggiano)10Johannowsky 1998: p. 139., permetteva, data la particolare collocazione strategica che la rendeva praticamente inattaccabile su tre lati, il controllo della gola dellāIsclero, e quindi della via di accesso verso la piana caudina che portava a Caudium11De Vito, Di Maio 1998: p. 135.. Il tratto di mura indagato non supera gli 8 metri di lunghezza, con una larghezza massima pari a 4 metri e 60 cm; a ciò ĆØ associato un fossato adiacente che rende, nel complesso, la struttura lunga circa 10 metri.12Ibid.

La complessa stratigrafia sottolinea un tipo di struttura costituita da un accostamento di blocchi di tufo grigio campano, incastrati fra loro a secco, addossati in parte alla parete ricavata nel banco ghiaioso e in parte sistemati a facciavista sullāaggere.13Ibid. Il nucleo centrale della fortificazione risulta costituito da aggregati eterogenei di terra mista a scaglie di tufo ma, a destare particolare interesse, sono le unitĆ stratigrafiche che evidenziano la presenza di un contrafforte improvvisato, composto con terra compatta mista a ciottoli fluviali e soprattutto a frammenti ceramici14Ibid.. Questa U.S. (7), ĆØ caratterizzata appunto, dallāabbondanza di ceramica acroma e a vernice nera, cronologicamente collocabile verso la seconda metĆ del IV sec. a.C.15De Vito, Di Maio 1998: p. 136. Questo dato ĆØ di incredibile importanza in quanto ci manifesta unāimprovvisa esigenza difensiva dei Saticulani dovuta, con ogni probabilitĆ , alle Guerre Sannitiche, quindi prima della deduzione della colonia romana nel 313 a.C.16Ibid.

Inoltre, al primo contrafforte citato, ne fu aggiunto un secondo, realizzato con la medesima tecnica e con frammenti fittili databili tra la seconda metĆ del III sec. a.C. e lāinizio del II sec. a.C.17Ibid. Ć probabile che i resti della fortificazione fossero ancora visibili in etĆ imperiale, data la cospicua presenza di ceramica sigillata (italica e a africana) presente negli strati di abbandono.18Ibid. La scoperta di un altro fossato protettivo, a circa 150 metri ad est, farebbe ipotizzare la presenza di un vero e proprio sistema di fossati concentrici, posti a difesa dellāintero terrazzo dellāinsediamento sannitico.

La scoperta delle fortificazioni, insieme allāincredibile e longeva area sepolcrale con i suoi ricchi e vari corredi, mettono in risalto lāimportanza economica di Saticula, anche se analogamente ad altri centri del Sannio, essa era in origine un insediamento sparso che una volta fortificato, durante le Guerre Sannitiche, assunse anche importanza strategica.19Johannowsky 1998: p. 139.

In Conclusione, bisogna parlare di unāulteriore fortificazione rinvenuta nel territorio di Melizzano, sul colle Torello, costituita da una cortina con la fondazione in grandi blocchi non squadrati di calcare, su cui poggiava un elevato in blocchi di tufo.20Ibid. Struttura che, dalle informazioni cronologiche rilevate dalle ceramiche a vernice nera, ebbe vita breve (non oltre il IV secolo a.C.), e probabilmente la sua distruzione devāessere attribuita ai Romani, ancora nellāambito delle Guerre Sannitiche, forse contemporaneamente alla conquista di Saticula. Sarebbe molto interessante indagare questāarea per stabilire se tale struttura sia dāinfluenza di questo centro o della non meno importante Telesia.21Ibid.

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[1] Properzio: Elegie, IV, 4.
[2] SalmonĀ 1985: p. 140.
[3] Ibid.
[4] Archeological monographs of the british school at Rome, 1995, 10.
[5] TagliamonteĀ 1996: p. 172.
[6] Allāepoca il territorio gravitava nellāambito della Soprintendenza delle Province di Salerno, Avellino e Benevento.
[7] La SNAM presentò istanza per ottenere il nulla osta al progetto di potenziamento del metanodotto algerino lā11 ottobre 1993.
[8] FarielloĀ 1998: p. 107.
[9] Ibid.
[10] JohannowskyĀ 1998: p. 139.
[11] De Vito, Di MaioĀ 1998: p. 135.
[12] Ibid.
[13] Ibid.
[14] Ibid.
[15] De Vito, Di MaioĀ 1998: p. 136.
[16] Ibid.
[17] Ibid.
[18] Ibid.
[19] JohannowskyĀ 1998: p. 139
[20] Ibid.
[21] Ibid.
Bibliografia:
De Vito, Di Maio 1998: M.T. De Vito, G. Maio, La fortificazione, in La Campania antica, dal Pleistocene allāetĆ romana, Napoli 1998, pp. 135-138.
Fariello 1998: M. Fariello, SantāAgata dei Goti (Benevento). Lāantica Saticula, in La Campania antica, dal Pleistocene allāetĆ romana, Napoli 1998, pp. 107-102.
Johannowsky 1998: W. Johannowsky, Saticula: note storiche e topografiche, in La Campania antica, dal Pleistocene all’etĆ romana, Napoli, 1988, pp. 139-143.
Oakley 1995: S. P. Oakley: The Hill-forts of the Samnites, British School at Rome London 1995
Salmon 1985: E. T. Salmon, Il Sannio e i Sanniti, trad it., Torino 1985.