
Nel proporsi quale vero interprete della filosofia hegeliana, Sebastiano Maturi (Amorosi, 16.01.1843 – Napoli, 05.02.1917)[1] è considerato, a buona ragione, il più autorevole tra i filosofi napoletani del suo tempo.
Discepolo della Ragione dalla parola incisiva di Bertrando Spaventa [e] dalla parola sempre immaginosa, ma sempre fissa nell’idea A. Vera[2], il Maturi fu apprezzato quale ‘profondo conoscitore di Hegel’[3], e maestro di molte generazioni di giovani meridionali[4]. Lontano da ogni tipo di provincialismo od assolutismo tout court, egli, «aveva natura di Sileno. Ma né sciatto né rozzo, era invece d’una eleganza che, pur di gusto impeccabile, era un’eleganza singolare.[…] Non smise mai le falde: (ovvero l’abito elegante o soprabito) con l’adozione a malincuore del tubino.[…] Ora, immaginate l’entrata d’un essere di così solenne gravità in un’aula dove trenta o quaranta adolescenti intelligentissimi, precocissimi, osservatori implacabili, occhi di rara freschezza, attendono […] come dei poveri diavoli che salgono la venerabile erma arce (ovvero rocca) della cattedra».[5]
Il Maturi visse in modo semplice, tra la sua gente, povera che fosse e per lo più senza educazione scolastica. Più spesso, si recava presso le rive dei fiumi Calore e Volturno e, con i piedi immersi nelle acque, rimaneva a lungo a meditare, a scrutare la natura che lo circondava. In tal luogo, detto anche ‘piccolo Mare’ ove le donne erano solite recarsi a lavare i panni, egli -tirati i pantaloni al ginocchio e levate le scarpe – si regalava attimi di refrigerio festivo, per fare due chiacchiere e stare lontano dalle mura del paese, ove l’acqua corrente fu sempre un bene prezioso (e veniva per lo più usata per dar da bere al bestiame). Per farla breve, se nel Maturi melanconia vi fu, essa trova risposta nel fatto che «l’anima [del filosofo] fu contenta ‘alle sole soddisfazioni che procura la conquista e la partecipazione del vero, […], sorda agli stimoli delle più legittime ambizioni di studioso’.
Nell’ideale del pensiero umano, ossia la esistenza assoluta di Dio (1881), il suo spirito da credente, “idillicamente innamorato del divino” seppe restare “sempre fanciullo, scevro d’ogni malizia, tutto assorto nella gioia e nel fervore della vita e del pensiero”. Egli attuò e compì in se stesso “il filosofico distacco dai sensi”, morendo alla massima parte di quegli interessi empirici che agitano gli uomini»,[6] poiché se in Hegel persiste il disprezzo per il mondo, esso va inteso come scoria vile o mallo, da cui sgusciare la noce prima, il nocciolo, poi.

Amante della verità[7] e della ricerca di Essa, Egli fu didatta di coloro che, come Augusto Guzzo[8] o Giuseppe Rensi[9], lo additarono a vero interlocutore dell’hegelismo napoletano.
Per tale motivo, Egli «non volle mai coltivare ex professo la storia della filosofia, e resistette sempre a chi – come il Cocchia – tentò di spingerlo su questa via».[10] In tal senso, va letta la sua posizione di isolamento nel clima della rinascita neoidealista del Novecento: un modo per tenersi lontano dal clima di revisionismo inaugurato dai discepoli Giovanni Gentile e Benedetto Croce.[11]
I carteggi e i ricordi del Gentile e di Croce, se da una parte esprimono lode e ammirazione per ‘il puro filosofo e credente’, colui che «tutto assorto nel problema del pensiero e dell’essere, nel problema di Dio, [poco si cura] delle scienze empiriche»[12], dall’altra confermano una sorta di trahison des clercs dei discepoli[13], scottante quanto quella dei suoi contemporanei. Più spesso i veri maestri – quelli a cui si attinge e ci si istruisce – vengono ricacciati nell’ombra, sino ad ignorarne il peso e la valenza teorica che gli spetterebbe.Inutile tacere la singolarità o la pignoleria propria delle opere del Maturi quali L’idea di Hegel (1891) e La filosofia e la metafisica (1894). Ma esse vanno prese tal quali sono, nel proprio archetipo collettivo[14] e nella totalità dei «segni di una mai smessa preoccupazione [da parte del filosofo] di chiarire il suo pensiero, oltre che della ferma volontà di difendere il diritto di una tradizione, che era il diritto stesso della filosofia dinanzi alle contaminazioni dei metodi delle scienze naturali, alla preclusione antimetafisica del neokantismo e alle tentazioni sempre più estese del filologismo nel campo della storiografia filosofica».[15]
In tal senso, con Introduzione alla filosofia (1913) lo Spirito fa del mondo esterno il sostegno e l’espansione di se stesso e – sebbene vive nel dissenso tra la natura e l’uomo stesso – esso chiama ad elevarsi alla contemplazione del bello.
Se si rende necessario trovare il giusto riposo nella filosofia – che libera l’uomo verso l’autocoscienza della verità universale impregnata dalle umane rappresentazioni; se bisogna prendere consapevolezza di tutte le determinazioni che produce la coscienza, allora si lascerà che tale impegno sia da fondamento alla costruzione della metafisica, che attraverso la ragione, sarà in grado di determinare il principio del tutto. In tal senso, la storia ha riconosciuto, al Maturi, la fedeltà di pensiero propria dell’hegelismo.
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NOTE:
[1] Di Francesco e Anna Calenda, il filosofo conseguì la laurea in giurisprudenza, […] il 22 dicembre 1866; nel 1869, non volendo dedicarsi alla professione di avvocato, concorse per la Magistratura e [2° su 120] ebbe la nomina di uditore giudiziario; ma preferì chiedere un’aspettativa, per non abbandonare Napoli e i suoi studi preferiti. Nello stesso 1869 usciva la prima pubblicazione filosofica del Maturi, [Soluzione del problema fondamentale della filosofia], che gli ottenne l’abilitazione ad insegnare filosofia nei licei. Nel febbraio del 1871 passò quindi per varie sedi: [Trapani], Chieti, Messina, Avellino [che raggiunse nel 1876 e dove venne accusato da mano anonima di insegnare una malsana filosofia]. Nel 1891, a Napoli, [su proposta di C. Cantoni], conseguì la libera docenza in filosofia hegeliana […] ed esercitò per qualche anno il suo apostolato di pensiero […]; rifiutata [la cattedra di pedagogia] a Bologna […] nell’ottobre 1875 [sposò in seconde nozze, Ernesta Sali, ispettrice scolastica – la prima moglie era deceduta a tre mesi dal matrimonio] e continuò il suo insegnamento liceale [presso il Liceo Umberto I di Napoli] fino al 1911 vive[ndo] poi, nella solitudine e nella meditazione, il resto dei suoi anni, finché finì, nel 1917, schiacciato da un tranvai (cf. M. Dal Pra, Il pensiero di Sebastiano Maturi, Fratelli Bocca Editori, Milano,1943, p. IV; cf. A. Guzzo – A. Plebe, Gli hegeliani d’Italia. Vera – Spaventa – Jaja – Maturi – Gentile, ed. Società Editrice Internazionale, Torino,1953, pp. XIII-IV; cf. A. Guzzo, Prefazione, in Pietro F. Quarta, Un terzo filone dell’Idealismo italiano: Da Sebastiano Maturi a Augusto Guzzo, ed. Milella, Lecce,1976, pp. 11-3; va citata una biografia pubblicata da P. Maturi, ovvero Id., Gli uomini illustri di Amorosi: il filosofo Sebastiano Maturi, in ASMV – Annuario dell’Associazione del Medio Volturno, Piedimonte Matese, CE, anno 2008).
[2] Cf. S. Maturi, L’idea di Hegel, ed. Morano, Napoli,1891, pag. 1; cf. A. Guzzo – A. Plebe, Gli hegeliani d’Italia. Vera – Spaventa – Jaja – Maturi – Gentile, op. cit., p. 101.
[3] Cf. A. Vigorelli, Lettere a Giuseppe Rensi (1898-1939), in Ronchetti L. – Vigorelli A., Fondo Giuseppe Rensi, ed. Cisalpino [per conto di Università degli Studi di Milano – Facoltà di Lettere e Filosofia], Milano, 1996, pp. 218-9.
[4] Cf. S. Maturi, Introduzione alla filosofia, ed. Laterza, Bari, 1913, p. V.
[5] Cf. S. Maturi, Bruno ed Hegel [a cura di A. Guzzo], ed. Vallecchi, Firenze,1926, pag. IX).
[6] Cf. M. Dal Pra, Il pensiero di Sebastiano Maturi, op. cit., p. V.
[7] Cf. A. Guzzo, Cinquant’anni d’esperienza idealistica in Italia, ed. Cedam, Padova, 1964, pp. 83ss.
[8] Cf. A. Guzzo, Sebastiano Maturi due anni dopo la sua morte in S. Maturi, Bruno ed Hegel, op. cit., pag. XLV; cf. A. Guzzo, Prefazione, in Pietro F. Quarta, Un terzo filone dell’Idealismo italiano: Da Sebastiano Maturi a Augusto Guzzo, op. cit., pag. 11.
[9] Il Rensi stesso avrà modo di consigliarsi con il Maturi – in un suo provvisorio approdo idealistico dal tono europeo – sui temi della natura, dell’esperienza religiosa e mistica, «che la fresca speculazione maturiana aveva saputo tenere al centro del proprio interesse» (cf. M. Dal Pra, Il pensiero di Sebastiano Maturi, op. cit., pp.VI – VII). Il carteggio tra i due (già in Cf. U. Segre, Il pensiero e la natura. Lettere inedite di Sebastiano Maturi, “Giornale Critico della Filosofia Italiana”, Napoli, 1927 vol. VIII pp. 305 – 314), è reperibile in una nuova accurata trascrizione e pubblicazione integrale nel già citato fondo Rensi.
[10] Cf. A. Guzzo, Sebastiano Maturi due anni dopo la sua morte in S. Maturi, Bruno ed Hegel, op. cit., pag. XIV.
[11] Cf. A. Guzzo, Prefazione, in Pietro F. Quarta, Un terzo filone dell’Idealismo italiano: Da Sebastiano Maturi a Augusto Guzzo, op. cit., pag. 12; vedi cf. Gentile Giovanni – Maturi Sebastiano Carteggio (1899 – 1917)[a cura di A. Schinaia], in Gentile Giovanni, Epistolario, Firenze, ed. Le Lettere, 1987, vol. X, pp.VIII-IX). Interessante – per tracciare una prima biografia giovanile di Croce e Gentile – il capitolo sulla ‘rinascita dell’idealismo’, in cf. Sergio Romano, Giovanni Gentile, la filosofia al potere, ed. Bompiani, Milano,1984 pp. 79-86.
[12] Cf. B. Croce, Notizie e Osservazioni, “La Critica”, Napoli, 1934, n. 32, p. 318.
[13] Nello stesso articolo, il Croce non manca di riportare aneddoti divertenti su un Maturi ormai avanti negli anni, e su quei vecchi filosofi «dai quali s’imparava quel che si poteva in fatto di filosofia, dai quali ci si distaccava […] nel modo d’intendere il rapporto tra la filosofia e l’effettivo e concreto e pieno conoscere, ma che rimangono […] nel loro puro amore del vero, esemplari» (cf. B. Croce, Notizie e Osservazioni, op. cit., p. 318) e i veri «padri misconosciuti dell’idealismo».
[14] Cf. C. G. Jung, Gli archetipi e l’inconscio collettivo [Opere vol. IX], ed. Bollati Boringhieri, Torino, 1997, p. 48.
[15] Cf. B. Croce – S. Maturi, Carteggio (1898 – 1915), [a cura di F. Rizzo], Soveria Mannelli (CZ), ed. Rubettino, 1999, pp. 9-10.13.
Antonella Selvaggio
Archeologa classica. Lavora presso l’Università del Salento.
Medico e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con riviste di carattere storico. Ha pubblicato una Vita di San Leucio, il libro: “Da Casale a Comune” e la Storia della Parrocchiale Santa Maria Assunta di San Salvatore Telesino. Ha partecipato all’Antologia “Dieci Medici Raccontano”, che ha ottenuto il “Premio Rufolo 2019”. Premio Olmo 2009 per il romanzo storico «L’ultima notte di Bedò», è anche autore di alcuni saggi sulla Storia della Medicina tra cui uno studio sulla Depressione dal titolo «Il potere misterioso della bile nera, breve storia della depressione da Ippocrate a Charlie Brown». Nel 2024 ha pubblicato “Fu la peste” e “Islam a Telesia” per ABE Editore Napoli. Fondatore e Direttore Editoriale della Casa Editrice Fioridizucca.


Laurea magistrale in Lettere. Docente a Prato. Ha approfondito gli eventi storici che portarono alla “Marcia della fame” del 1957 nei comuni del Valfortore sannita. Ha scritto il “Catasto Onciario della Terra di San Salvatore”.

Scrittore, poeta e divulgatore culturale. Medico di continuità assistenziale. Autore di diversi saggi storici e racconti. Ha partecipato all’antologia “Dieci Medici Raccontano”. Fondatore del Premio Nazionale Olmo che tutti gli anni si svolge in Raviscanina (Ce).
Dottore in Lettere. all’Università di Salerno, indirizzo “storico medievale”. Si è poi laureata in Scienze della Formazione primaria all’Ateneo di Campobasso. Studiosa della storia della sua città. Lettrice instancabile di autori italiani e stranieri, si occupa della formazione di piccoli lettori e poeti. È insegnante nella Scuola Primaria da quindici anni. Ha sperimentato innovative metodologie di approccio alla lettura utilizzando le nuove tecnologie che hanno portato alla pubblicazione di una ricerca dal titolo: TIC e DSA. Riflessioni ed esperienze sulle nuove frontiere della pedagogia speciale, Ed. EriksonLive. La storia locale e la ricerca accurata le ha permesso di pubblicare anche un Saggio in storia medievale sull’assetto urbano e riorganizzazione del territorio della Benevento nei sec. XI e XII. Animatore culturale, scrive poesie per fermare in foto-scritte, attimi di vita.
Lorenzo Piombo, medico psichiatra, dirigente del Dipartimento Salute Mentale della ASL di Benevento. Ricercatore e studioso di storia. Vive e opera a Morcone.
Avvocato. Patrocinante in Cassazione. Scrittore di Storia Locale. Opera a Guardia Sanframondi.
Architetto e docente. Appassionato cultore di Storia Locale in Cerreto Sannita, città in cui vive. Ha come campi di interesse gli insediamenti abitativi sanniti. Collabora con il Blog dell’Istituto Storico del Sannio di cui è socio fondatore. È autore del saggio “Cominium Ocritum e le forche caudine: una storia
Studioso del ‘700 napoletano e dell’epopea di Federico II ha approfondito in modo particolare le influenza arabe sull’architettura napoletana. Studioso di suffisso e di religioni orientali.
Medico del Lavoro. Regista teatrale. Giornalista pubblicista. Fondatore di “Byblos”, la biblioteca del Sannio. Scrittore e divulgatore della storia e dei personaggi del Sannio, ha pubblicato “A tavola nel Sannio”, una guida ai ristoranti della provincia di Benevento; “Dietro la Leggenda” (2016), una raccolta di racconti ispirati a fiabe e a leggende del Sannio. Nel 2017 ha pubblicato “Samnes”, un romanzo storico sull’epopea sannita. Ha curato la trascrizione del manoscritto e la stampa dei tre volumi delle “Memorie storiche di Cerreto Sannita per Arcidiacono Nicola Rotondi”. Nel 2019 ha pubblicato “Guida alla Valle Telesina e al Sannio”. Ha pubblicato “Il delitto del pozzo dei pazzi”, un medical-thriller ambientato nel primo ‘900 nell’ospedale degli Incurabili di Napoli. È autore della “Storia di Cerreto dalla preistoria alla seconda guerra mondiale (2022) e di “Fiabe e Favole in cerretese”, edito da Fioridizucca. (2023).
È nato e vive a Castelvenere. Già docente di materie letterarie nella scuola statale, ha pubblicato diverse raccolte di liriche, pagine di ricerca letteraria, studi relativi alla cultura popolare. È presente in antologie, dizionari bio-bibliografici e testi scolastici. Appassionato si storia e di tradizioni locali, è membro di associazioni culturali nazionali. I suoi versi hanno ricevuto giudizi positivi da parte della critica e in concorsi letterari si è classificato ai primi posti.
Architetto, libero professionista. Si occupa di progettazione architettonica, interior design e aspetti legati all’architettura del paesaggio. Dal 2021 è Consigliere dell’ordine degli Architetti della Provincia di Benevento. Ha partecipato a Mostre sul restauro architettonico e a numerose iniziative riguardanti la promozione territoriale.
Insegnante, vive a Caiazzo. È Presidente del’Associazione Storica del Caiatino.
Cultore di storia locale e delle tradizioni del suo paese. Autore del saggio “Notizie storiche ed urbanistiche di Cerreto antica” in cui ha ricostruito l’antico borgo distrutto dal terremoto del 1688.
Originario di Castelvenere. Già dipendente del Miur ora in pensione. Appassionato di Storia locale ed animatore di gruppi per la diffusione della lingua e delle tradizioni di Castelvenere.
Nato a Napoli e residente in Piedimonte Matese. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Napoli e successiva specializzazione in Chirurgia generale all’Università di Modena è stato aiuto chirurgo presso l’ospedale civile di Piedimonte Matese e, dal maggio 1990, primario del reparto di Pronto Soccorso. Attualmente è pensionato. Dal 1° giugno 1978 è socio corrispondente dell’Associazione Culturale Italo Ispanica “C. Colombo – Madrid”. Negli anni 1972-73, in collaborazione con altri, ha pubblicato alcuni articoli specialistici su riviste mediche. Cultore di storia e tradizioni locali ha pubblicato studi su vari Annuari e collane dell’Associazione Storica del Medio Volturno (sodalizio del quale oltre che socio è stato in passato anche componente del consiglio direttivo) ed in altre riviste e quotidiani regionali.
Musicista. Maestro di clarinetto ed orchestrale. Studioso di storia della filosofia e del ‘700 napoletano. Esperto simbolista e autore di testi esoterico/filosofici.
Nato a Telese Terme ma originario di Amorosi è stato allievo del filosofo Massimo Achille Bonfantini. Laureato in Semiotica e Filosofia del Linguaggio presso l’Università l’Orientale di Napoli. Dedica le sue ricerche prevalentemente allo studio della filosofia e della psicologia dell’inconscio, come dei nuovi percorsi conoscitivi applicati alle neuroscienze. Ha pubblicato Cento petali e una rosa. Semiosi di un romanzo storico (Natan, 2016), Filosofia hegeliana e religione. Osservazioni su Sebastiano Maturi (Natan, 2017) e, recentemente, il saggio dal titolo: Nel gioco di un’incerta reciprocità: Gregory Bateson e la teoria del “doppio legame” (Ediz. Del Faro, 2020).
Nato a Ponte, dove risiede. Dipendente del gruppo Ferrovie dello Stato. Cultore di storia locale con particolare attenzione al periodo medievale. Ha pubblicato “Ponte tra Cronaca e Storia”, “Domenico Ocone, quarant’anni di storia pontese…”, “Le Vie di Ponte tra Storia e Leggenda”. Collabora con varie associazioni culturali.
Farmacista. Dopo la laurea ha conseguito un master biennale e un corso di perfezionamento, approfondendo le conoscenze in ambito fitoterapico, micoterapico e nutraceutico, con la pubblicazione del lavoro di tesi sulla rivista di divulgazione scientifica di medicina naturale ‘Scienza Natura’ del Prof. Ivo Bianchi. Attivo nel sociale, è membro del Rotary Club Valle Telesina ed è amante dello sport e della natura. Innamorato del proprio territorio, ha iniziato a coltivare l’interesse per la storia locale.


Presidente dell’Associazione culturale “La Biblioteca del Sannio”, dottore di ricerca presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” con una tesi sulla metadatazione della cartografia storica. Giornalista e direttore di Canale Sassuolo. Già docente a contratto di Lingua e Cultura Spagnola e Global History, presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’ateneo vanvitelliano, è attualmente tutor di Storia Contemporanea e Storia dei Partiti e Movimenti politici.



Laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Dirigente amministrativa presso l’Università del Molise.
Dottore di ricerca in Ingegneria Elettronica ed informatica presso l’Università degli Studi di Napoli. Ha Svolto attività didattica presso l’Università Federico II. Vive a Telese.
Vive a Morcone. Presidente Italia Nostra Matese Alto Tammaro.
Maestro elementare, appassionato studioso e cultore di Storia Locale.
Biologo residente a Telese Terme. Cultore di storia locale con particolare riferimento alla storia del periodo sannitico. È autore del saggio “La Leonessa e il fenomeno luminoso nella grotta di Sant’Angelo” edito da Fioridizucca nel 2022.
Già sindaco di Caiazzo, dopo aver conseguito la maturità scientifica, rivolge il suo impegno politico alle battaglie del Partito Radicale, soprattutto nel campo della tutela dell’ambiente e in quello per una giustizia giusta. Nel 1980 viene eletto consigliere comunale a Caiazzo, città in cui vive, in rappresentanza della “nuova sinistra”. Nel 1982 aderisce alla Lega per l’Ambiente, promuovendo diverse iniziative per la tutela del fiume Volturno e per il recupero del patrimonio edilizio del centro storico di Caiazzo. Tra il 1987 e il 1994 è Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino. Nel 1994 viene eletto sindaco di Caiazzo con la lista civica “Rinascita Caiatina”. Rieletto nel 1998, si adopera per una crescita socio-economica della città; realizza un programma pluriennale, che viene selezionato anche da “Sviluppo Italia” SpA per la costituzione di un Laboratorio di sperimentazione per lo sviluppo locale. Presidente dell’Associazione “Città Paesaggio” dal 2003, è coordinatore del progetto “Per una Carta dei paesaggi dell’olio e dell’olivo”, realizzato d’intesa con l’Associazione nazionale “Città dell’Olio”. Nel 2007 aderisce a Slow Food, dedicandosi soprattutto alla salvaguardia delle piccole produzioni agricole. Ha pubblicato con le Edizioni 2000diciassette: La Memoria e L’Oblio, un saggio sull’eccidio di Caiazzo durante l’ultimo conflitto mondiale.
Giornalista Pubblicista. Esperto di Enologia, collabora a diversi siti web del settore. Collaboratore del blog lucianopignataro.it è responsabile dell’Ufficio Stampa del Sannio Consorzio Tutela Vini.
Dottore in Storia. Autore di un saggio storico, conseguente a ricerca d’archivio, sul suo Comune dal titolo: Faicchio 1920 – 1946 dall’avvento del Fascismo alla nascita della Repubblica, 2016.
Promotore culturale dell’area di Faicchio. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureato in Economia. È dirigente d’impresa a Milano nel settore delle borse valori e mercati finanziari. Ha scritto diversi articoli sulla stampa finanziaria nazionale, tra cui il Sole 24 Ore ed Investire. È appassionato di cultura locale, ha vinto il premio Prosa IX Premio letterario dell’Associazione Storica del Medio Volturno. Titolare delle strutture ricettive “Magie del Sannio” ha dato vita anche al “Piccolo Museo privato di Faicchio Magie del Sannio”.
Giornalista professionista. Scrittore di romanzi e direttore di diverse testate radio televisive. Fondatore del sito: Neifatti.it
Esperta di Comunicazione Istituzionale; in particolar modo di Social Media Policy e e di politiche agroalimentari legate all’economia di piccola scala per Slow Food, in Campania e Basilicata. Suoi contributi in ambito associativo sono legati a tradizioni e culture della terra e del territorio. Ha effettuato training in storiografia in Francia.
Infaticabile animatore culturale dell’area del Caiatino e del Casertano. Allievo del prof. Galasso. Fondatore di Gruppi culturali dediti alla divulgazione della storia del Territorio, attualmente responsabile di Procedimento Unità Operativa Biblioteca civica e Archivio Storico del Comune di Caiazzo.
Medico ed esperto di storia della gastronomia.
Medico di Emergenza territoriale residente in Puglianello. Ha collaborato all’opera Dieci Medici Raccontano.
Studioso della storia del Risorgimento e cultore del periodo Borbonico, ha recentemente collaborato con un suo scritto all’antologia biografica dedicata a Michele Ungaro. Ha in corso un saggio su Sanchez De Luna, un Vescovo del ‘700.
Medico specialista in oncologia e cure palliative è autore principalmente di pubblicazioni scientifiche di settore in lingua inglese ed italiana. È stato inoltre relatore
Sannita di origini e toscano d’adozione. Medico anestesista, ha coltivato con interesse e particolarmente studiato la “Terapia del dolore”. Di tale disciplina è stato per lunghi anni docente all’Università di Siena. Ha avuto anche esperienze di insegnamento all’estero (Bobigny Paris nord, Accademia Russa delle Scienze mediche, Accademia Lettone di Scienze odontoiatriche). Ufficiale medico dell’Esercito italiano, è appassionato di esoterismo, di cultura e tradizioni popolari. E’ autore di saggistica. Ha recentemente pubblicato saggio su “Massoneria, relazioni umane e comunicazione tecnologica” edito da Fioridizucca edizioni.
Dottore in Legge ed autore di ricerche di Storia Locale. Ha partecipato al progetto “Un museo a colori” avente il fine di far conoscere il museo di arte ceramica di Cerreto Sannita. Le mansioni svolte sono state quelle di guida museale e bibliotecaria, e redazione di progetti e lavori di gruppo con gli altri volontari. Ha scritto un saggio nella Antologia dedicata al bicentenario della nascita di Michele Ungaro, edita dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita.
Andrea Ciervo nato a Caserta il 12.10.1975. Presbitero dal 24 novembre 2012 già Laureato in Giurisprudenza alla Federico II, con una tesi di Diritto Ecclesiastico sui Risvolti dei Patti Lateranensi col prof. Mario Tedeschi…tirocinante poi presso Studio Notaro in via Mezzocannone di Napoli…consegue il Baccalaureato presso l’Aloysianum di Padova nel 2007 con una tesi sulla Religione in Immanuel Kant col prof. Secondo Bongiovanni. Si Laurea in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dell’ Italia Meridionale sezione san Tommaso nel 2012 sempre “Summa cum laude”
Dottore in Archeologia e Scienze Storiche, ha svolto diverse campagne di scavo alla necropoli del Cigno a Macchia Valfortore (CB), con l’Università degli studi di Napoli Federico II e alla necropoli di Crocifisso del tufo a Orvieto (TR), con il Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano e l’ Università dell’Arizona. È attuale vice Presidente della Pro Loco di Sant’Agata dei Goti (BN) dove svolge anche la funzione di OLP per il Servizio Civile Universale. È giornalista tirocinante presso la testata QuasiMezzogiorno. Sì è occupato di alcuni ambiti di archeologia della produzione del Sannio caudino. Attualmente s’interessa alle istituzioni sociali e militari del Medioevo. È vice Presidente dell’Istituto Storico Sannio Telesino.
Medico di Pronto Soccorso ed Emergenza Cultore di Storia Locale ha scritto il saggio: Telesia 1349 Peste e Terremoto edizioni duemiladicessette, 2016, Cartoline da Telese ed. Unione Filatelica Beneventana, 2009; Castelvenere Valdese insieme a P. Carlo Ed. Realtà Sannita, 2016; Officine Massoniche e Vendite Carbonare in Area Sannita insieme a F. Pace, edito dall’ASMV nel 2019. Ha scritto nell’Antologia sulla vita di Michele Ungaro edito dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita nel 2019.ha in corso di pubblicazione un libro di poesie. Dirige la collana di poesie della Casa Editrice FioriDiZucca. Presidente pro-tempore dell’Istituto Storico del Sannio Telesino. Premio Upupa 2017 e 2019 per gli studi di storia locale.