
Quando non esistevano le commissioni per la Toponomastica, l’identificazione di un luogo avveniva in modo semplice e non burocratico. Semplicemente e generalmente si identificava un luogo da una caratteristica topografica, da un particolare che restava più impresso nella mente della gente e che, lentamente, passava ad identificare quel luogo perché diverso dall’altro. Questi nomi, che vengono fuori da un particolare predominante in loco, e che ne facilita il riconoscimento, sono detti: toponimi, dal greco tòpos, “luogo”, e ònoma, “nome”. Così Cerreto deriva da un luogo ricco di Cerri, Piedimonte un paese ai piedi del monte etc.
A volte, per evitare confusione con altri siti identificati con lo stesso toponimo, al nome principale si è aggiunto una ulteriore caratteristica.
Così a Cerreto si è aggiunto Sannita: un luogo ricco di Cerri in territorio sannita, ovvero Guidi, dal nome dei Conti Guidi, la potente famiglia feudale che dominò la cittadina Toscana, o Cerreto Laziale.
L’ integrazione con una sorta di “cognome” ha origini lontane se a Cominium, dal termine osco Comni , un toponimo presente in tutta l’area osco-sabellica dell’Italia antica che così indicava le località in cui ogni Touta sannita aveva un proprio luogo di assemblea, fu necessario aggiungere il termine Ocritum: tra i monti. Evidentemente c’erano altre località in Pianura che venivano identificate col toponimo Cominium, come quella esistente nella valle di Comino, a ridosso dell’Appennino abruzzese e del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ovvero la Cominium molisana.
Lo stesso processo è avvenuto con Forca, un toponimo che deriva dal latino “furcula”, l’osso biforcuto presente negli uccelli, per identificare una “valle profonda, una gola, un valico fra due monti a forma di V.” Si è passati cosi da un generico “Forca”, un toponimo molto presente in Italia, a: Forca d’Acero (valico tra gli Aceri), Forca Caruso, al tempo dei Romani chiamata Furca Ferrata, Forca Canapine, Forche (perché erano più gole!) Caudine, etc.
Questa premessa è necessaria per rendere più semplice il discorso che mi accingo a fare, come è indispensabile un’altra considerazione che vede protagonisti i Romani e la loro arte di essere abili combattenti ed intelligenti copiatori. Perché chi è intelligente, non fa semplicemente copia/incolla, ma cerca di migliorare ciò che ha appreso senza grande fatica intellettiva.
Nel verso 156 del secondo libro delle Epistole, Orazio, il grande poeta di Venosa, che qualcuno ha osato definire “superficiale” perché, pur essendosi fermato a dormire nei luoghi ove una “invenzione d’autore” ha collocato, incredibilmente, le Forche Caudine, non ne avrebbe parlato, scrisse una frase fondamentale per capire la politica di Roma: ”Graecia capta ferum victorem cepit: «la Grecia, conquistata, conquistò il selvaggio vincitore».
Roma, dunque, conquistò la Grecia con le armi, ma questa, a sua volta, conquistò Roma con le proprie conoscenze tecniche ed artistiche. La locuzione sancisce quindi il primato della cultura sul mero potere militare, ed i Romani lo capirono bene.
Prova schiacciante è il principio dell’arco, dai greci studiato solo teoricamente, dai romani applicato concretamente per le loro costruzioni in quella che fu la prima, autentica rivoluzione tecnica della storia. Bellezza tecnica ed artistica che si fondono in un insigne monumento che, seppur sicuramente oggetto di lavori nel corso dei secoli, come chiaramente mostra anche una superficiale lettura della struttura muraria, fa ancora bella mostra di sé lungo le gole del Titerno: il ponte di Annibale, così chiamato perchè costruito dai romani nei pressi del punto ove il condottiero cartaginese avrebbe guadato il fiume.
La grande capacità romana di appropriarsi della cultura e della tecnica singolarmente elaborata nei territori conquistati per restituire sia l’una che l’altra sotto l’unificante etichetta della “romanità”, non si limitò al solo mondo Greco, e la loro tecnica costruttiva esaltò, quasi fino alla esasperazione, i modelli architettonici già conosciuti con una proliferazione impressionante di opere. In Italia e…all’estero. Ed un grande contributo sembra proprio che sia stato dato anche dai Sanniti, esperti costruttori di muri e barriere difensive che li fece dannare per avere il sopravvento. Parlo delle alture trincerate, un sistema difensivo che, inizialmente, apparve assurdo ai romani: dei muri che non avevano nulla alle spalle. Un misto tra quelli che oggi chiamiamo “terrazzamenti” e corsa ad ostacoli. Sembra proprio che molti suggerimenti presenti nell’area italica, soprattutto sul gruppo montuoso del Matese, terra di confine e di aspri scontri, anche se praticamente ignorati dal mondo culturale ufficiale, furono compresi, sviluppati ed adottati da Roma. Questo lo deduco da alcune riflessioni nate così, quasi per caso, passeggiando su quel versante del Matese che si affaccia sulla pianura campana con Monte Acero, Monte Cigno e Monte Coppe. Una “Barriera Naturale” che pur dividendo due mondi molto diversi tra loro: i pastori-guerrieri Pentri sui monti, i colti commercianti Caudini sulla pianura Campana, si rivela “crocevia di culture” e mostra le preziose testimonianze lasciate dall’uomo nel corso dei secoli.
Gli strani muri di Monte Cigno.
Superata questa barriera naturale, si raggiunge una località particolare nel nome e nelle presenze “aliene ed inspiegabili” alla luce delle conoscenze odierne: Vallantico. Un altopiano ricco di pascoli, di segmenti di muri e di acqua. Tanti rigagnoli che poi confluiscono nel torrente più…famoso: Vallantico. Un nome che tanta gente trasforma in Vallantica, perché più “logico”: trattasi di una Valle antica. Ma non è così. Sulle antiche mappe, infatti, si legge proprio “Vallantico”, un toponimo che deriva dall’unione di due nomi: vallum : vallo, palizzata, bastione, trincea, baluardo, difesa, riparo, e antiquum: passato, vecchio, di un tempo.



Lo spettacolo che si presenta agli occhi attenti di chi non frequenta i luoghi solo avendo come fine la ricerca di prati erbosi e ricchi di acqua per le pecore, ovvero i funghi Virni, non può non portare con la mente in Gran Bretagna. E il sospetto che i romani abbiano appreso qualcosa pure dai Sanniti diventa più di una ipotesi.
La Gran Bretagna è una delle mete di viaggio più ambite dai turisti europei. Ma nonostante questo, sono pochi gli esploratori che si spingono sino al confine settentrionale. Nei fatti tutto ciò è un vero peccato, poiché qui un tempo uomini addestrati con una ferrea disciplina militare costruirono la più imponente fortificazione dell’Europa antica: il Vallo di Adriano, una grande muraglia edificata dai legionari romani nel II secolo d.C.

Un muro continuo, non segmentato come a Vallantico, realizzato evidentemente per indicare il confine dell’Impero Romano nell’estremo Nord e che serviva come difesa dalle invasioni dei Pitti, l’antico popolo che abitava l’attuale Scozia. Condizioni topografiche diverse avevano portato a soluzioni diverse: nel Sannio i muri servivano per difendere i confini del proprio territorio e creare ostacoli al suo interno per proteggere i vari “vici”.
“Alture trincerate”, le chiamò Mommsen nel II volume della sua Storia di Roma: “Durante la campagna del 277 a.C. si andò guerreggiando nel Sannio, dove una volta i Romani assalendo, alla spensierata, delle alture trincerate ebbero a soffrire gravi perdite”.

“Tenendo presente che l’arma etnica dei Sanniti, la famosa sannia, era un’arma da lancio, appare sensato supporre che le murazioni poligonali sannite, tanto frequenti e per molti versi assurde, non siano mai state delle fortezze e neppure delle fortificazioni in senso stretto, cioè opere difensive destinate a proteggere i più deboli rendendoli meno vulnerabili. Molto verosimilmente, invece, furono delle piattaforme di tiro, infrastrutture squisitamente offensive…Il loro raggio offensivo e quindi il famoso dominio, tuttavia non superò mai il centinaio di metri dalla verticale del proprio ciglio.” (Flavio Russo- Indagini sulle Forche Caudine).
Il Vallum Adriani, invece, questa incredibile costruzione, (ma forse più incredibile è il sistema adottato dai Sanniti!) oltre a essere un’opera mastodontica, non aveva solo lo scopo di difendere l’impero, ma desiderava anche disegnarne il confine. Infatti, per la prima volta nella storia tutti i cittadini avevano una sorta di passaporto e pagavano le tasse.

Fu quindi, il Vallum, anche una vera e propria marchiatura del territorio conquistato, volle soprattutto significare una definitiva ed irreversibile trasformazione dello stesso, lo spostamento del polo di riferimento dominante che ovviamente diviene anche il nuovo polo di manipolazione della cultura. É così che a Roma si consolida la mentalità popolare, abilmente sollecitata dalla classe politica al potere, della Roma “caput mundi“.
In Roma si sintetizzarono tutte le nuove esperienze provenienti dalle singole zone conquistate, anche del nostro Sannio, e da essa ripartono indicazioni operative che altro non sono se non la sintesi generalizzabile del mondo allora conosciuto.
Antonella Selvaggio
Archeologa classica. Lavora presso l’Università del Salento.
Medico e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con riviste di carattere storico. Ha pubblicato una Vita di San Leucio, il libro: “Da Casale a Comune” e la Storia della Parrocchiale Santa Maria Assunta di San Salvatore Telesino. Ha partecipato all’Antologia “Dieci Medici Raccontano”, che ha ottenuto il “Premio Rufolo 2019”. Premio Olmo 2009 per il romanzo storico «L’ultima notte di Bedò», è anche autore di alcuni saggi sulla Storia della Medicina tra cui uno studio sulla Depressione dal titolo «Il potere misterioso della bile nera, breve storia della depressione da Ippocrate a Charlie Brown». Nel 2024 ha pubblicato “Fu la peste” e “Islam a Telesia” per ABE Editore Napoli. Fondatore e Direttore Editoriale della Casa Editrice Fioridizucca.


Laurea magistrale in Lettere. Docente a Prato. Ha approfondito gli eventi storici che portarono alla “Marcia della fame” del 1957 nei comuni del Valfortore sannita. Ha scritto il “Catasto Onciario della Terra di San Salvatore”.

Scrittore, poeta e divulgatore culturale. Medico di continuità assistenziale. Autore di diversi saggi storici e racconti. Ha partecipato all’antologia “Dieci Medici Raccontano”. Fondatore del Premio Nazionale Olmo che tutti gli anni si svolge in Raviscanina (Ce).
Dottore in Lettere. all’Università di Salerno, indirizzo “storico medievale”. Si è poi laureata in Scienze della Formazione primaria all’Ateneo di Campobasso. Studiosa della storia della sua città. Lettrice instancabile di autori italiani e stranieri, si occupa della formazione di piccoli lettori e poeti. È insegnante nella Scuola Primaria da quindici anni. Ha sperimentato innovative metodologie di approccio alla lettura utilizzando le nuove tecnologie che hanno portato alla pubblicazione di una ricerca dal titolo: TIC e DSA. Riflessioni ed esperienze sulle nuove frontiere della pedagogia speciale, Ed. EriksonLive. La storia locale e la ricerca accurata le ha permesso di pubblicare anche un Saggio in storia medievale sull’assetto urbano e riorganizzazione del territorio della Benevento nei sec. XI e XII. Animatore culturale, scrive poesie per fermare in foto-scritte, attimi di vita.
Lorenzo Piombo, medico psichiatra, dirigente del Dipartimento Salute Mentale della ASL di Benevento. Ricercatore e studioso di storia. Vive e opera a Morcone.
Avvocato. Patrocinante in Cassazione. Scrittore di Storia Locale. Opera a Guardia Sanframondi.
Architetto e docente. Appassionato cultore di Storia Locale in Cerreto Sannita, città in cui vive. Ha come campi di interesse gli insediamenti abitativi sanniti. Collabora con il Blog dell’Istituto Storico del Sannio di cui è socio fondatore. È autore del saggio “Cominium Ocritum e le forche caudine: una storia
Studioso del ‘700 napoletano e dell’epopea di Federico II ha approfondito in modo particolare le influenza arabe sull’architettura napoletana. Studioso di suffisso e di religioni orientali.
Medico del Lavoro. Regista teatrale. Giornalista pubblicista. Fondatore di “Byblos”, la biblioteca del Sannio. Scrittore e divulgatore della storia e dei personaggi del Sannio, ha pubblicato “A tavola nel Sannio”, una guida ai ristoranti della provincia di Benevento; “Dietro la Leggenda” (2016), una raccolta di racconti ispirati a fiabe e a leggende del Sannio. Nel 2017 ha pubblicato “Samnes”, un romanzo storico sull’epopea sannita. Ha curato la trascrizione del manoscritto e la stampa dei tre volumi delle “Memorie storiche di Cerreto Sannita per Arcidiacono Nicola Rotondi”. Nel 2019 ha pubblicato “Guida alla Valle Telesina e al Sannio”. Ha pubblicato “Il delitto del pozzo dei pazzi”, un medical-thriller ambientato nel primo ‘900 nell’ospedale degli Incurabili di Napoli. È autore della “Storia di Cerreto dalla preistoria alla seconda guerra mondiale (2022) e di “Fiabe e Favole in cerretese”, edito da Fioridizucca. (2023).
È nato e vive a Castelvenere. Già docente di materie letterarie nella scuola statale, ha pubblicato diverse raccolte di liriche, pagine di ricerca letteraria, studi relativi alla cultura popolare. È presente in antologie, dizionari bio-bibliografici e testi scolastici. Appassionato si storia e di tradizioni locali, è membro di associazioni culturali nazionali. I suoi versi hanno ricevuto giudizi positivi da parte della critica e in concorsi letterari si è classificato ai primi posti.
Architetto, libero professionista. Si occupa di progettazione architettonica, interior design e aspetti legati all’architettura del paesaggio. Dal 2021 è Consigliere dell’ordine degli Architetti della Provincia di Benevento. Ha partecipato a Mostre sul restauro architettonico e a numerose iniziative riguardanti la promozione territoriale.
Insegnante, vive a Caiazzo. È Presidente del’Associazione Storica del Caiatino.
Cultore di storia locale e delle tradizioni del suo paese. Autore del saggio “Notizie storiche ed urbanistiche di Cerreto antica” in cui ha ricostruito l’antico borgo distrutto dal terremoto del 1688.
Originario di Castelvenere. Già dipendente del Miur ora in pensione. Appassionato di Storia locale ed animatore di gruppi per la diffusione della lingua e delle tradizioni di Castelvenere.
Nato a Napoli e residente in Piedimonte Matese. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Napoli e successiva specializzazione in Chirurgia generale all’Università di Modena è stato aiuto chirurgo presso l’ospedale civile di Piedimonte Matese e, dal maggio 1990, primario del reparto di Pronto Soccorso. Attualmente è pensionato. Dal 1° giugno 1978 è socio corrispondente dell’Associazione Culturale Italo Ispanica “C. Colombo – Madrid”. Negli anni 1972-73, in collaborazione con altri, ha pubblicato alcuni articoli specialistici su riviste mediche. Cultore di storia e tradizioni locali ha pubblicato studi su vari Annuari e collane dell’Associazione Storica del Medio Volturno (sodalizio del quale oltre che socio è stato in passato anche componente del consiglio direttivo) ed in altre riviste e quotidiani regionali.
Musicista. Maestro di clarinetto ed orchestrale. Studioso di storia della filosofia e del ‘700 napoletano. Esperto simbolista e autore di testi esoterico/filosofici.
Nato a Telese Terme ma originario di Amorosi è stato allievo del filosofo Massimo Achille Bonfantini. Laureato in Semiotica e Filosofia del Linguaggio presso l’Università l’Orientale di Napoli. Dedica le sue ricerche prevalentemente allo studio della filosofia e della psicologia dell’inconscio, come dei nuovi percorsi conoscitivi applicati alle neuroscienze. Ha pubblicato Cento petali e una rosa. Semiosi di un romanzo storico (Natan, 2016), Filosofia hegeliana e religione. Osservazioni su Sebastiano Maturi (Natan, 2017) e, recentemente, il saggio dal titolo: Nel gioco di un’incerta reciprocità: Gregory Bateson e la teoria del “doppio legame” (Ediz. Del Faro, 2020).
Nato a Ponte, dove risiede. Dipendente del gruppo Ferrovie dello Stato. Cultore di storia locale con particolare attenzione al periodo medievale. Ha pubblicato “Ponte tra Cronaca e Storia”, “Domenico Ocone, quarant’anni di storia pontese…”, “Le Vie di Ponte tra Storia e Leggenda”. Collabora con varie associazioni culturali.
Farmacista. Dopo la laurea ha conseguito un master biennale e un corso di perfezionamento, approfondendo le conoscenze in ambito fitoterapico, micoterapico e nutraceutico, con la pubblicazione del lavoro di tesi sulla rivista di divulgazione scientifica di medicina naturale ‘Scienza Natura’ del Prof. Ivo Bianchi. Attivo nel sociale, è membro del Rotary Club Valle Telesina ed è amante dello sport e della natura. Innamorato del proprio territorio, ha iniziato a coltivare l’interesse per la storia locale.


Presidente dell’Associazione culturale “La Biblioteca del Sannio”, dottore di ricerca presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” con una tesi sulla metadatazione della cartografia storica. Giornalista e direttore di Canale Sassuolo. Già docente a contratto di Lingua e Cultura Spagnola e Global History, presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’ateneo vanvitelliano, è attualmente tutor di Storia Contemporanea e Storia dei Partiti e Movimenti politici.



Laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Dirigente amministrativa presso l’Università del Molise.
Dottore di ricerca in Ingegneria Elettronica ed informatica presso l’Università degli Studi di Napoli. Ha Svolto attività didattica presso l’Università Federico II. Vive a Telese.
Vive a Morcone. Presidente Italia Nostra Matese Alto Tammaro.
Maestro elementare, appassionato studioso e cultore di Storia Locale.
Biologo residente a Telese Terme. Cultore di storia locale con particolare riferimento alla storia del periodo sannitico. È autore del saggio “La Leonessa e il fenomeno luminoso nella grotta di Sant’Angelo” edito da Fioridizucca nel 2022.
Già sindaco di Caiazzo, dopo aver conseguito la maturità scientifica, rivolge il suo impegno politico alle battaglie del Partito Radicale, soprattutto nel campo della tutela dell’ambiente e in quello per una giustizia giusta. Nel 1980 viene eletto consigliere comunale a Caiazzo, città in cui vive, in rappresentanza della “nuova sinistra”. Nel 1982 aderisce alla Lega per l’Ambiente, promuovendo diverse iniziative per la tutela del fiume Volturno e per il recupero del patrimonio edilizio del centro storico di Caiazzo. Tra il 1987 e il 1994 è Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino. Nel 1994 viene eletto sindaco di Caiazzo con la lista civica “Rinascita Caiatina”. Rieletto nel 1998, si adopera per una crescita socio-economica della città; realizza un programma pluriennale, che viene selezionato anche da “Sviluppo Italia” SpA per la costituzione di un Laboratorio di sperimentazione per lo sviluppo locale. Presidente dell’Associazione “Città Paesaggio” dal 2003, è coordinatore del progetto “Per una Carta dei paesaggi dell’olio e dell’olivo”, realizzato d’intesa con l’Associazione nazionale “Città dell’Olio”. Nel 2007 aderisce a Slow Food, dedicandosi soprattutto alla salvaguardia delle piccole produzioni agricole. Ha pubblicato con le Edizioni 2000diciassette: La Memoria e L’Oblio, un saggio sull’eccidio di Caiazzo durante l’ultimo conflitto mondiale.
Giornalista Pubblicista. Esperto di Enologia, collabora a diversi siti web del settore. Collaboratore del blog lucianopignataro.it è responsabile dell’Ufficio Stampa del Sannio Consorzio Tutela Vini.
Dottore in Storia. Autore di un saggio storico, conseguente a ricerca d’archivio, sul suo Comune dal titolo: Faicchio 1920 – 1946 dall’avvento del Fascismo alla nascita della Repubblica, 2016.
Promotore culturale dell’area di Faicchio. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureato in Economia. È dirigente d’impresa a Milano nel settore delle borse valori e mercati finanziari. Ha scritto diversi articoli sulla stampa finanziaria nazionale, tra cui il Sole 24 Ore ed Investire. È appassionato di cultura locale, ha vinto il premio Prosa IX Premio letterario dell’Associazione Storica del Medio Volturno. Titolare delle strutture ricettive “Magie del Sannio” ha dato vita anche al “Piccolo Museo privato di Faicchio Magie del Sannio”.
Giornalista professionista. Scrittore di romanzi e direttore di diverse testate radio televisive. Fondatore del sito: Neifatti.it
Esperta di Comunicazione Istituzionale; in particolar modo di Social Media Policy e e di politiche agroalimentari legate all’economia di piccola scala per Slow Food, in Campania e Basilicata. Suoi contributi in ambito associativo sono legati a tradizioni e culture della terra e del territorio. Ha effettuato training in storiografia in Francia.
Infaticabile animatore culturale dell’area del Caiatino e del Casertano. Allievo del prof. Galasso. Fondatore di Gruppi culturali dediti alla divulgazione della storia del Territorio, attualmente responsabile di Procedimento Unità Operativa Biblioteca civica e Archivio Storico del Comune di Caiazzo.
Medico ed esperto di storia della gastronomia.
Medico di Emergenza territoriale residente in Puglianello. Ha collaborato all’opera Dieci Medici Raccontano.
Studioso della storia del Risorgimento e cultore del periodo Borbonico, ha recentemente collaborato con un suo scritto all’antologia biografica dedicata a Michele Ungaro. Ha in corso un saggio su Sanchez De Luna, un Vescovo del ‘700.
Medico specialista in oncologia e cure palliative è autore principalmente di pubblicazioni scientifiche di settore in lingua inglese ed italiana. È stato inoltre relatore
Sannita di origini e toscano d’adozione. Medico anestesista, ha coltivato con interesse e particolarmente studiato la “Terapia del dolore”. Di tale disciplina è stato per lunghi anni docente all’Università di Siena. Ha avuto anche esperienze di insegnamento all’estero (Bobigny Paris nord, Accademia Russa delle Scienze mediche, Accademia Lettone di Scienze odontoiatriche). Ufficiale medico dell’Esercito italiano, è appassionato di esoterismo, di cultura e tradizioni popolari. E’ autore di saggistica. Ha recentemente pubblicato saggio su “Massoneria, relazioni umane e comunicazione tecnologica” edito da Fioridizucca edizioni.
Dottore in Legge ed autore di ricerche di Storia Locale. Ha partecipato al progetto “Un museo a colori” avente il fine di far conoscere il museo di arte ceramica di Cerreto Sannita. Le mansioni svolte sono state quelle di guida museale e bibliotecaria, e redazione di progetti e lavori di gruppo con gli altri volontari. Ha scritto un saggio nella Antologia dedicata al bicentenario della nascita di Michele Ungaro, edita dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita.
Andrea Ciervo nato a Caserta il 12.10.1975. Presbitero dal 24 novembre 2012 già Laureato in Giurisprudenza alla Federico II, con una tesi di Diritto Ecclesiastico sui Risvolti dei Patti Lateranensi col prof. Mario Tedeschi…tirocinante poi presso Studio Notaro in via Mezzocannone di Napoli…consegue il Baccalaureato presso l’Aloysianum di Padova nel 2007 con una tesi sulla Religione in Immanuel Kant col prof. Secondo Bongiovanni. Si Laurea in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dell’ Italia Meridionale sezione san Tommaso nel 2012 sempre “Summa cum laude”
Dottore in Archeologia e Scienze Storiche, ha svolto diverse campagne di scavo alla necropoli del Cigno a Macchia Valfortore (CB), con l’Università degli studi di Napoli Federico II e alla necropoli di Crocifisso del tufo a Orvieto (TR), con il Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano e l’ Università dell’Arizona. È attuale vice Presidente della Pro Loco di Sant’Agata dei Goti (BN) dove svolge anche la funzione di OLP per il Servizio Civile Universale. È giornalista tirocinante presso la testata QuasiMezzogiorno. Sì è occupato di alcuni ambiti di archeologia della produzione del Sannio caudino. Attualmente s’interessa alle istituzioni sociali e militari del Medioevo. È vice Presidente dell’Istituto Storico Sannio Telesino.
Medico di Pronto Soccorso ed Emergenza Cultore di Storia Locale ha scritto il saggio: Telesia 1349 Peste e Terremoto edizioni duemiladicessette, 2016, Cartoline da Telese ed. Unione Filatelica Beneventana, 2009; Castelvenere Valdese insieme a P. Carlo Ed. Realtà Sannita, 2016; Officine Massoniche e Vendite Carbonare in Area Sannita insieme a F. Pace, edito dall’ASMV nel 2019. Ha scritto nell’Antologia sulla vita di Michele Ungaro edito dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita nel 2019.ha in corso di pubblicazione un libro di poesie. Dirige la collana di poesie della Casa Editrice FioriDiZucca. Presidente pro-tempore dell’Istituto Storico del Sannio Telesino. Premio Upupa 2017 e 2019 per gli studi di storia locale.