Un omicidio premeditato per assicurarsi il controllo del paese è quanto accadde i primi di agosto del 1809 tra gli aristocratici Piscitelli e i borghesi Maturi.
Premessa
La prosa secca e scarna dei resoconti giudiziari dà adito al lettore di usare l’immaginazione per figurarsi scenari molteplici ed interrelati, in assenza di una più compiuta narrazione. Di ogni delitto necessariamente bisogna cercarne il movente e/o i moventi, perché la realtà, come insegnano i grandi storici, è sempre più complessa di quanto a prima vista possa apparire; specialmente in un paese, in cui l’odio, per cogenti momenti di tensione tra notabili, può trasformarsi in aperta ostilità. Nella società agricola, qual era quella di Amorosi nel primo decennio del XIX secolo e che tale sarebbe a lungo rimasta, si acuì in modo accentuato una frattura tra le due famiglie che detenevano il potere sia economico sia civile, cioè gli aristocratici Piscitelli e i borghesi Maturi. Usando gli strumenti della microstoria, applicando la lente d’ingrandimento dell’entomologo su quanto il cancelliere del tribunale di Santa Maria di Capua (l’odierna Santa Maria Capua Vetere) riportò in modo minuzioso, si può inferire un punto fondamentale, che rimanda non ad una faida rusticana, ma ad un omicidio premeditato, opportunamente pianificato per raggiungere l’obiettivo di un capillare controllo sul paese; ciò nel senso concreto, e gravido di conseguenze, che si elimina l’elemento che dà fastidio per arrivare ad una palingenesi che offra ampie praterie e nuove occasioni alla parte vincente. Un ramo della famiglia Maturi soccombette e per ragioni di prevaricazione fu sacrificato all’altare della conservazione e messo definitivamente nel dimenticatoio. Vale la pena di leggere le brevi note che seguono soltanto per farsi un’idea di cosa successe ad Amorosi nei primi giorni di agosto del 1809, durante il cosiddetto “Decennio Francese”. Per un subliminale suggerimento analogico, la rapida esposizione dei fatti ricorda il film “Per qualche dollaro in più” del regista Sergio Leone.
Avvenimenti
L’ex barone Vincenzo Piscitelli e il dottor fisico Gioacchino Maturi erano per diverse ragioni nemici di Domenico Maturi, loro compatriota. Seguentemente, Notar Vincenzo Giaquinto, per una cagione ingiusta, concepì anch’egli dell’odio contro l’arciprete Giuseppe Maturi, germano fratello di Domenico; e la [ingiusta] cagione medesima, che aveva rapporto col signor Angelo Piscitelli, fratello germano del detto ex barone, fu un nuovo alimento alla fiaccola della discordia, che ardeva già tra le due famiglie Piscitelli e Maturi. Era inoltre lo stesso Notar Giaquinto strettamente unito al medico Gioacchino Maturi per ragione d’ufficio, essendo Giaquinto tenente e Maturi capitano comandante della Guardia Civica nella comune patria. Questa loro qualità rendeva ad entrambi subordinato Giacinto Biondi, furiere della Guardia medesima, il quale inoltre era congiunto del Giaquinto. E poiché dopo l’organizzazione delle Legioni provinciali, li antichi civici continuavano a servire lo Stato insieme coi legionari, il nomato Filippo Colella, come sergente di questi ultimi, era parimente in certo modo subordinato agli ufficiali civici; aveva anch’egli una piccola società d’interessi col tenente Giaquinto; ed odiava Domenico Maturi, sebbene apparentemente si mostrasse suo amico. Difatti nel giorno 6 agosto del passato anno 1809 si svilupparono i seguenti avvenimenti.

Filippo Colella fece spargere la voce che i briganti fossero annidati in una selva vicina, quasi confinante con l’abitato di Amorosi, e ch’essi minacciassero di invadere il paese, ed uccidere lui tra gli altri. Dopo aver quindi messo in allarme i suoi creduli concittadini, andò nel vicino comune di [Castel] Campagnano a domandare il soccorso di quei cittadini civici per difendere sé stesso e la comune patria. Giunto in Amorosi ad un’ora di notte incirca, andò Colella a picchiare una porta segreta del palazzo dell’ex barone Piscitelli, che confina con la vicina campagna. Paolo Antonio Corsini, confidente dell’ex barone, era affacciato ad una finestra, che guardava quella porta. Filippo Colella fischiò, Corsini domandò chi mai fosse, e Colella rispose d’esser lui coi civici di Campagnano.
Corsini volò subito ad aprire detta porta, e Colella s’introdusse per la medesima, salì sopra l’appartamento dell’ex barone, dove ritrovò fra gli altri costui, e suo fratello Angelo Piscitelli. Ai civici di Campagnano fu subito apprestata una cena, e Filippo Colella si trattenne lungamente in segreta conferenza con essi fratelli Piscitelli. Ai civici stessi fece sentire dopo la cena che conveniva farsi dalla parte loro se i briganti avessero invaso il paese, ma né il giorno precedente si erano veduti dei briganti né mai più nel tempo successivo se ne videro nelle vicinanze di Amorosi. Domenico Maturi, avvertito che si macchinava contro di lui per farlo nuovamente arrestare, era andato in San Lorenzo Minore [San Lorenzello] ad implorare la protezione di quell’incaricato di polizia, Antonio Massone, ed a offrire il servizio suo personale tra i civici di Amorosi.
Antonio Massone, non colla qualità d’incaricato di Polizia, ma come uomo privato, scrisse a detto Gioacchino Maturi, pregandolo di accogliere sotto la sua protezione Domenico Maturi, il quale era contento di essere al suo fianco. Lo stesso signor Massone rispondeva sulla sua vita della schiettezza del pentimento di lui, conchiudendo con questa frase: “Bandite le idee vecchie. Bandite qualunque sospetto. Mettetevi da fratelli, e così avete compiaciuto me ed il signor Intendente. Io l’ho [Domenico Maturi] autorizzato a detenere le armi durante il bisogno”. Fu quella lettera consegnata da Massone allo stesso Domenico Maturi, perché l’esibisse a Gioacchino Maturi in Amorosi. Domenico Maturi, autorizzato a detenere le armi per sterminare i briganti, si provvide di una coccarda francese e ne ornò il cappello. Poco dopo fu veduto [Domenico Maturi] ancora ritornare sopra i suoi passi, e dirigersi verso la sua abitazione, ch’è sita sulla strada denominata Paribella, la quale mena alla campagna.
Dipoi Domenico Maturi era sulla piazza divertendosi con altri suoi compatrioti al giuoco delle carte, che dicesi del “Tressette”. Nell’aver veduto Gioacchino Maturi, gli manifestò amichevolmente di essere andato in sua casa per recargli una lettera del commissario di Polizia, signor Massone, e che ritrovatone chiuso il portone aveva supposto che dormisse. Gioacchino rispose che forse stava dormendo e che gli poteva consegnare la lettera. Gioacchino Maturi terminò così il suo discorso con Domenico Maturi. Vincenzo Giaquinto, Giacinto Biondi e Pasquale Ucci [che era di Puglianello, ma serviva tra i civici di Amorosi ed era compagno inseparabile di Filippo Colella], armati com’erano, si fermarono a pochi passi di distanza da loro. Filippo Colella si approssimò al sito medesimo, e quando credé il colpo più sicuro, scaricò il suo fucile sulla persona di detto infelice Domenico Maturi e lo privò al momento di vita. Era vicino a costui il suo figlio Nicola Maturi che, avendo veduto immerso il padre nel proprio sangue, si diede alla fuga. Filippo Colella gridò a Giacinto Biondi perché l’avesse ucciso, e Biondi non tardò a ferirlo mortalmente con un colpo del suo fucile. Nicola Maturi, così ferito, prono al suolo, si rivolse a Gioacchino Maturi e gli disse: “Don Gioacchino perché voi avete fatto questo? Che colpa ho io? Aiutatemi”. Ma Gioacchino Maturi, benché medico di professione, non volle dargli alcun soccorso. Nicola Maturi cessò anch’egli di vivere.
Vincenzo Giaquinto disse a Filippo Colella, che si tratteneva, armato di fucile, vicino al portone del palazzo: “Abbiamo fatto il padre ed il figlio; jammuncenne [andiamocene]“. Giaquinto chiamò due sue sorelle, che abitavano con lui nella medesima casa, ed insieme con esse, con Gioacchino Maturi, Filippo Colella, Giacinto Biondi e Pasquale Ucci, si avviò verso la campagna. Pervenuti tutti nella masseria di Colella, ad eccezione del solo Ucci che andò altrove, cenarono insieme la sera. La mattina seguente le due sorelle di Giaquinto se ne partirono per restituirsi in Amorosi. Gioacchino Maturi scrisse e spedì al giudice di pace del circondario un rapporto pieno di menzogne dirette principalmente a giustificare la loro unione armata e le operazioni di Filippo Colella e di Giacinto Biondi per gli omicidi commessi. Dopo di aver pranzato nella stessa unione partirono dalla masseria e, conducendo anche i civici di Campagnano, andarono in Amorosi. Colà, dopo il di loro arrivo, fu fatta da due periti la dissezione dei due cadaveri; ed eseguita tale operazione i civici suddetti furono congedati e ritornarono nella di loro patria.
Il Ministro della Polizia Generale ebbe notizia di tali delitti prima ancora che ne [gli] giungesse il rapporto del giudice di pace all’Intendente della Provincia. Ordinò [il Ministro] l’arresto degli incolpati. E quindi nello stesso mese di agosto furono imprigionati, e poi messi a disposizione della Corte Criminale, l’ex barone Vincenzo Piscitelli, il medico Gioacchino Maturi, notar Vincenzo Giaquinto, e Giacinto Biondi, [il quale, in seguito, morì nelle prigioni]; gli altri sono tuttora assenti. Risulta ancora a carico di Filippo Colella che il medesimo, incolpato di altri delitti, a circa le ore 21 del 5 novembre 1807 venne in briga di parole col suo compatriota Gennaro Russo, ed avendogli vibrato un colpo di fucile lo ferì mettendolo in pericolo di vita. Gennaro Russo n’è rimasto poi cieco. La Corte Criminale di Terra di Lavoro ha deciso e dichiarato che la presente causa è di competenza della Corte Speciale.
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Fonte:
Archivio di Stato di Caserta, «Decisioni della Gran Corte Criminale Ordinaria e Speciale di Terra di Lavoro», registro 7/2, «Decisioni di competenza della Corte Speciale», numero 29, Addì 26 ottobre 1810, in Santa Maria di Capua.
Antonella Selvaggio
Archeologa classica. Lavora presso l’Università del Salento.
Medico e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con riviste di carattere storico. Ha pubblicato una Vita di San Leucio, il libro: “Da Casale a Comune” e la Storia della Parrocchiale Santa Maria Assunta di San Salvatore Telesino. Ha partecipato all’Antologia “Dieci Medici Raccontano”, che ha ottenuto il “Premio Rufolo 2019”. Premio Olmo 2009 per il romanzo storico «L’ultima notte di Bedò», è anche autore di alcuni saggi sulla Storia della Medicina tra cui uno studio sulla Depressione dal titolo «Il potere misterioso della bile nera, breve storia della depressione da Ippocrate a Charlie Brown». Nel 2024 ha pubblicato “Fu la peste” e “Islam a Telesia” per ABE Editore Napoli. Fondatore e Direttore Editoriale della Casa Editrice Fioridizucca.


Laurea magistrale in Lettere. Docente a Prato. Ha approfondito gli eventi storici che portarono alla “Marcia della fame” del 1957 nei comuni del Valfortore sannita. Ha scritto il “Catasto Onciario della Terra di San Salvatore”.

Scrittore, poeta e divulgatore culturale. Medico di continuità assistenziale. Autore di diversi saggi storici e racconti. Ha partecipato all’antologia “Dieci Medici Raccontano”. Fondatore del Premio Nazionale Olmo che tutti gli anni si svolge in Raviscanina (Ce).
Dottore in Lettere. all’Università di Salerno, indirizzo “storico medievale”. Si è poi laureata in Scienze della Formazione primaria all’Ateneo di Campobasso. Studiosa della storia della sua città. Lettrice instancabile di autori italiani e stranieri, si occupa della formazione di piccoli lettori e poeti. È insegnante nella Scuola Primaria da quindici anni. Ha sperimentato innovative metodologie di approccio alla lettura utilizzando le nuove tecnologie che hanno portato alla pubblicazione di una ricerca dal titolo: TIC e DSA. Riflessioni ed esperienze sulle nuove frontiere della pedagogia speciale, Ed. EriksonLive. La storia locale e la ricerca accurata le ha permesso di pubblicare anche un Saggio in storia medievale sull’assetto urbano e riorganizzazione del territorio della Benevento nei sec. XI e XII. Animatore culturale, scrive poesie per fermare in foto-scritte, attimi di vita.
Lorenzo Piombo, medico psichiatra, dirigente del Dipartimento Salute Mentale della ASL di Benevento. Ricercatore e studioso di storia. Vive e opera a Morcone.
Avvocato. Patrocinante in Cassazione. Scrittore di Storia Locale. Opera a Guardia Sanframondi.
Architetto e docente. Appassionato cultore di Storia Locale in Cerreto Sannita, città in cui vive. Ha come campi di interesse gli insediamenti abitativi sanniti. Collabora con il Blog dell’Istituto Storico del Sannio di cui è socio fondatore. È autore del saggio “Cominium Ocritum e le forche caudine: una storia
Studioso del ‘700 napoletano e dell’epopea di Federico II ha approfondito in modo particolare le influenza arabe sull’architettura napoletana. Studioso di suffisso e di religioni orientali.
Medico del Lavoro. Regista teatrale. Giornalista pubblicista. Fondatore di “Byblos”, la biblioteca del Sannio. Scrittore e divulgatore della storia e dei personaggi del Sannio, ha pubblicato “A tavola nel Sannio”, una guida ai ristoranti della provincia di Benevento; “Dietro la Leggenda” (2016), una raccolta di racconti ispirati a fiabe e a leggende del Sannio. Nel 2017 ha pubblicato “Samnes”, un romanzo storico sull’epopea sannita. Ha curato la trascrizione del manoscritto e la stampa dei tre volumi delle “Memorie storiche di Cerreto Sannita per Arcidiacono Nicola Rotondi”. Nel 2019 ha pubblicato “Guida alla Valle Telesina e al Sannio”. Ha pubblicato “Il delitto del pozzo dei pazzi”, un medical-thriller ambientato nel primo ‘900 nell’ospedale degli Incurabili di Napoli. È autore della “Storia di Cerreto dalla preistoria alla seconda guerra mondiale (2022) e di “Fiabe e Favole in cerretese”, edito da Fioridizucca. (2023).
È nato e vive a Castelvenere. Già docente di materie letterarie nella scuola statale, ha pubblicato diverse raccolte di liriche, pagine di ricerca letteraria, studi relativi alla cultura popolare. È presente in antologie, dizionari bio-bibliografici e testi scolastici. Appassionato si storia e di tradizioni locali, è membro di associazioni culturali nazionali. I suoi versi hanno ricevuto giudizi positivi da parte della critica e in concorsi letterari si è classificato ai primi posti.
Architetto, libero professionista. Si occupa di progettazione architettonica, interior design e aspetti legati all’architettura del paesaggio. Dal 2021 è Consigliere dell’ordine degli Architetti della Provincia di Benevento. Ha partecipato a Mostre sul restauro architettonico e a numerose iniziative riguardanti la promozione territoriale.
Insegnante, vive a Caiazzo. È Presidente del’Associazione Storica del Caiatino.
Cultore di storia locale e delle tradizioni del suo paese. Autore del saggio “Notizie storiche ed urbanistiche di Cerreto antica” in cui ha ricostruito l’antico borgo distrutto dal terremoto del 1688.
Originario di Castelvenere. Già dipendente del Miur ora in pensione. Appassionato di Storia locale ed animatore di gruppi per la diffusione della lingua e delle tradizioni di Castelvenere.
Nato a Napoli e residente in Piedimonte Matese. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Napoli e successiva specializzazione in Chirurgia generale all’Università di Modena è stato aiuto chirurgo presso l’ospedale civile di Piedimonte Matese e, dal maggio 1990, primario del reparto di Pronto Soccorso. Attualmente è pensionato. Dal 1° giugno 1978 è socio corrispondente dell’Associazione Culturale Italo Ispanica “C. Colombo – Madrid”. Negli anni 1972-73, in collaborazione con altri, ha pubblicato alcuni articoli specialistici su riviste mediche. Cultore di storia e tradizioni locali ha pubblicato studi su vari Annuari e collane dell’Associazione Storica del Medio Volturno (sodalizio del quale oltre che socio è stato in passato anche componente del consiglio direttivo) ed in altre riviste e quotidiani regionali.
Musicista. Maestro di clarinetto ed orchestrale. Studioso di storia della filosofia e del ‘700 napoletano. Esperto simbolista e autore di testi esoterico/filosofici.
Nato a Telese Terme ma originario di Amorosi è stato allievo del filosofo Massimo Achille Bonfantini. Laureato in Semiotica e Filosofia del Linguaggio presso l’Università l’Orientale di Napoli. Dedica le sue ricerche prevalentemente allo studio della filosofia e della psicologia dell’inconscio, come dei nuovi percorsi conoscitivi applicati alle neuroscienze. Ha pubblicato Cento petali e una rosa. Semiosi di un romanzo storico (Natan, 2016), Filosofia hegeliana e religione. Osservazioni su Sebastiano Maturi (Natan, 2017) e, recentemente, il saggio dal titolo: Nel gioco di un’incerta reciprocità: Gregory Bateson e la teoria del “doppio legame” (Ediz. Del Faro, 2020).
Nato a Ponte, dove risiede. Dipendente del gruppo Ferrovie dello Stato. Cultore di storia locale con particolare attenzione al periodo medievale. Ha pubblicato “Ponte tra Cronaca e Storia”, “Domenico Ocone, quarant’anni di storia pontese…”, “Le Vie di Ponte tra Storia e Leggenda”. Collabora con varie associazioni culturali.
Farmacista. Dopo la laurea ha conseguito un master biennale e un corso di perfezionamento, approfondendo le conoscenze in ambito fitoterapico, micoterapico e nutraceutico, con la pubblicazione del lavoro di tesi sulla rivista di divulgazione scientifica di medicina naturale ‘Scienza Natura’ del Prof. Ivo Bianchi. Attivo nel sociale, è membro del Rotary Club Valle Telesina ed è amante dello sport e della natura. Innamorato del proprio territorio, ha iniziato a coltivare l’interesse per la storia locale.


Presidente dell’Associazione culturale “La Biblioteca del Sannio”, dottore di ricerca presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” con una tesi sulla metadatazione della cartografia storica. Giornalista e direttore di Canale Sassuolo. Già docente a contratto di Lingua e Cultura Spagnola e Global History, presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’ateneo vanvitelliano, è attualmente tutor di Storia Contemporanea e Storia dei Partiti e Movimenti politici.



Laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Dirigente amministrativa presso l’Università del Molise.
Dottore di ricerca in Ingegneria Elettronica ed informatica presso l’Università degli Studi di Napoli. Ha Svolto attività didattica presso l’Università Federico II. Vive a Telese.
Vive a Morcone. Presidente Italia Nostra Matese Alto Tammaro.
Maestro elementare, appassionato studioso e cultore di Storia Locale.
Biologo residente a Telese Terme. Cultore di storia locale con particolare riferimento alla storia del periodo sannitico. È autore del saggio “La Leonessa e il fenomeno luminoso nella grotta di Sant’Angelo” edito da Fioridizucca nel 2022.
Già sindaco di Caiazzo, dopo aver conseguito la maturità scientifica, rivolge il suo impegno politico alle battaglie del Partito Radicale, soprattutto nel campo della tutela dell’ambiente e in quello per una giustizia giusta. Nel 1980 viene eletto consigliere comunale a Caiazzo, città in cui vive, in rappresentanza della “nuova sinistra”. Nel 1982 aderisce alla Lega per l’Ambiente, promuovendo diverse iniziative per la tutela del fiume Volturno e per il recupero del patrimonio edilizio del centro storico di Caiazzo. Tra il 1987 e il 1994 è Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino. Nel 1994 viene eletto sindaco di Caiazzo con la lista civica “Rinascita Caiatina”. Rieletto nel 1998, si adopera per una crescita socio-economica della città; realizza un programma pluriennale, che viene selezionato anche da “Sviluppo Italia” SpA per la costituzione di un Laboratorio di sperimentazione per lo sviluppo locale. Presidente dell’Associazione “Città Paesaggio” dal 2003, è coordinatore del progetto “Per una Carta dei paesaggi dell’olio e dell’olivo”, realizzato d’intesa con l’Associazione nazionale “Città dell’Olio”. Nel 2007 aderisce a Slow Food, dedicandosi soprattutto alla salvaguardia delle piccole produzioni agricole. Ha pubblicato con le Edizioni 2000diciassette: La Memoria e L’Oblio, un saggio sull’eccidio di Caiazzo durante l’ultimo conflitto mondiale.
Giornalista Pubblicista. Esperto di Enologia, collabora a diversi siti web del settore. Collaboratore del blog lucianopignataro.it è responsabile dell’Ufficio Stampa del Sannio Consorzio Tutela Vini.
Dottore in Storia. Autore di un saggio storico, conseguente a ricerca d’archivio, sul suo Comune dal titolo: Faicchio 1920 – 1946 dall’avvento del Fascismo alla nascita della Repubblica, 2016.
Promotore culturale dell’area di Faicchio. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureato in Economia. È dirigente d’impresa a Milano nel settore delle borse valori e mercati finanziari. Ha scritto diversi articoli sulla stampa finanziaria nazionale, tra cui il Sole 24 Ore ed Investire. È appassionato di cultura locale, ha vinto il premio Prosa IX Premio letterario dell’Associazione Storica del Medio Volturno. Titolare delle strutture ricettive “Magie del Sannio” ha dato vita anche al “Piccolo Museo privato di Faicchio Magie del Sannio”.
Giornalista professionista. Scrittore di romanzi e direttore di diverse testate radio televisive. Fondatore del sito: Neifatti.it
Esperta di Comunicazione Istituzionale; in particolar modo di Social Media Policy e e di politiche agroalimentari legate all’economia di piccola scala per Slow Food, in Campania e Basilicata. Suoi contributi in ambito associativo sono legati a tradizioni e culture della terra e del territorio. Ha effettuato training in storiografia in Francia.
Infaticabile animatore culturale dell’area del Caiatino e del Casertano. Allievo del prof. Galasso. Fondatore di Gruppi culturali dediti alla divulgazione della storia del Territorio, attualmente responsabile di Procedimento Unità Operativa Biblioteca civica e Archivio Storico del Comune di Caiazzo.
Medico ed esperto di storia della gastronomia.
Medico di Emergenza territoriale residente in Puglianello. Ha collaborato all’opera Dieci Medici Raccontano.
Studioso della storia del Risorgimento e cultore del periodo Borbonico, ha recentemente collaborato con un suo scritto all’antologia biografica dedicata a Michele Ungaro. Ha in corso un saggio su Sanchez De Luna, un Vescovo del ‘700.
Medico specialista in oncologia e cure palliative è autore principalmente di pubblicazioni scientifiche di settore in lingua inglese ed italiana. È stato inoltre relatore
Sannita di origini e toscano d’adozione. Medico anestesista, ha coltivato con interesse e particolarmente studiato la “Terapia del dolore”. Di tale disciplina è stato per lunghi anni docente all’Università di Siena. Ha avuto anche esperienze di insegnamento all’estero (Bobigny Paris nord, Accademia Russa delle Scienze mediche, Accademia Lettone di Scienze odontoiatriche). Ufficiale medico dell’Esercito italiano, è appassionato di esoterismo, di cultura e tradizioni popolari. E’ autore di saggistica. Ha recentemente pubblicato saggio su “Massoneria, relazioni umane e comunicazione tecnologica” edito da Fioridizucca edizioni.
Dottore in Legge ed autore di ricerche di Storia Locale. Ha partecipato al progetto “Un museo a colori” avente il fine di far conoscere il museo di arte ceramica di Cerreto Sannita. Le mansioni svolte sono state quelle di guida museale e bibliotecaria, e redazione di progetti e lavori di gruppo con gli altri volontari. Ha scritto un saggio nella Antologia dedicata al bicentenario della nascita di Michele Ungaro, edita dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita.
Andrea Ciervo nato a Caserta il 12.10.1975. Presbitero dal 24 novembre 2012 già Laureato in Giurisprudenza alla Federico II, con una tesi di Diritto Ecclesiastico sui Risvolti dei Patti Lateranensi col prof. Mario Tedeschi…tirocinante poi presso Studio Notaro in via Mezzocannone di Napoli…consegue il Baccalaureato presso l’Aloysianum di Padova nel 2007 con una tesi sulla Religione in Immanuel Kant col prof. Secondo Bongiovanni. Si Laurea in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dell’ Italia Meridionale sezione san Tommaso nel 2012 sempre “Summa cum laude”
Dottore in Archeologia e Scienze Storiche, ha svolto diverse campagne di scavo alla necropoli del Cigno a Macchia Valfortore (CB), con l’Università degli studi di Napoli Federico II e alla necropoli di Crocifisso del tufo a Orvieto (TR), con il Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano e l’ Università dell’Arizona. È attuale vice Presidente della Pro Loco di Sant’Agata dei Goti (BN) dove svolge anche la funzione di OLP per il Servizio Civile Universale. È giornalista tirocinante presso la testata QuasiMezzogiorno. Sì è occupato di alcuni ambiti di archeologia della produzione del Sannio caudino. Attualmente s’interessa alle istituzioni sociali e militari del Medioevo. È vice Presidente dell’Istituto Storico Sannio Telesino.
Medico di Pronto Soccorso ed Emergenza Cultore di Storia Locale ha scritto il saggio: Telesia 1349 Peste e Terremoto edizioni duemiladicessette, 2016, Cartoline da Telese ed. Unione Filatelica Beneventana, 2009; Castelvenere Valdese insieme a P. Carlo Ed. Realtà Sannita, 2016; Officine Massoniche e Vendite Carbonare in Area Sannita insieme a F. Pace, edito dall’ASMV nel 2019. Ha scritto nell’Antologia sulla vita di Michele Ungaro edito dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita nel 2019.ha in corso di pubblicazione un libro di poesie. Dirige la collana di poesie della Casa Editrice FioriDiZucca. Presidente pro-tempore dell’Istituto Storico del Sannio Telesino. Premio Upupa 2017 e 2019 per gli studi di storia locale.