
Stradine, sterrati, viottoli, antichi borghi, piccoli valichi e pianure caratterizzano il nostro territorio, quel territorio solcato dal fiume Volturno i cui confini storicamente si incastrano tra “Terra di Lavoro” ed il Sannio Pentro dove, a far da baluardo al Nord è l’Appennino del Matese, con le sue vette amene e impervie che dividono le terre del Molise da quelle campane.
Terre che per millenni sono state attraversate da viandanti e pellegrini diretti alla terra santa, lungo percorsi che spesso mutavano al mutare delle condizioni meteorologiche oppure per la presenza di saccheggiatori lungo il percorso o anche per rendere ossequio a questa o quella sacra grotta micaelica.
A questo tema è stata dedicata la conviviale del 27 ottobre 2022, con una relazione incentrata su quella via Francigena che ha la sua origine in Inghilterra a Canterbury e conduce a Roma, dove si innesta la via Francigena del Sud che attraversa il Lazio, la Campania, la Basilicata per giungere a Santa Maria di Leuca in Puglia.
La Via Francigena, nella sua visione unitaria, è stata una via di comunicazione che ha contribuito all’unità culturale dell’Europa nel Medioevo. Oggi questa via rappresenta un ponte tra le culture dell’Europa anglosassone e dell’Europa latina. In tal senso, il percorso di pellegrinaggio è diventato metafora di un viaggio alla riscoperta delle radici dell’Europa, poiché permette di incontrare e comprendere le diverse culture che costituiscono la nostra identità comune.
Date queste premesse, mi preme aprire qualche breve parentesi sulla genesi e sulle caratteristiche storiche e toponomastiche della Via Francigena, ormai divenuta famosa nel mondo, alla stregua del percorso di Santiago de Compestela; un percorso non solo più strettamente di fede, come anticipato, ma di cultura, storia e conoscenza socio-antropologica dei territori coinvolti, anche in chiave strettamente laica e in linea con lo spirito europeo di pace e comunione tra i popoli.
Correva l’anno 990 d.c. quando l’Arcivescovo Sigerico si recò a Roma partendo da Canterbury per ricevere il Pallio dalle mani del Papa Giovanni XV.

Tale paramento liturgico era inizialmente riservato soltanto al vescovo di Roma, solo successivamente i papi lo concessero ad alcuni vescovi e arcivescovi. In epoca più tarda il pallio divenne prerogativa degli arcivescovi metropoliti, come simbolo della giurisdizione in comunione con la Santa Sede. Al ritorno da Roma l’arcivescovo inglese riportò le 79 tappe del suo itinerario verso Canterbury, annotandole in un diario. Non è che quella percorsa fosse l’unica via per giungere a Roma tuttavia, all’indomani della caduta dell’impero Romano, le principali strade consolari andarono in disuso per svariate ragioni e furono sostituite da una serie di vie secondarie che si intersecavo di volta in volta fino a giungere a Roma. Quando si dice: “tutte le Strade portano a Roma” non a caso, si fa riferimento alla questione che nel Medioevo erano chiamate vie romee le strade che i pellegrini percorrevano nella penisola italiana, che era interessata da una fitta rete di tracciati viari diretti a Roma.
Quella di Gerico, tuttavia, fu la prima ad essere annotata e per tale ragione riconosciuta dal Consiglio d’Europa come itinerario culturale nel 1994 e come Grande Itinerario culturale 2004 e alla quale si affiancarono molte varianti gestite da enti territoriali o associazioni di volontari.
L’intero percorso pedonale si aggira intorno ai 1800 chilometri in 78 tappe e interessa i territori di Gran Bretagna, Francia, Svizzera e Italia, di cui 1000 chilometri da percorrere sul territorio italiano, precisamente dal Gran San Bernardo a Roma in 44 tappe.
Per dare un’idea dei tempi di percorrenza, le statiche ufficiali stimano una media di 24 km al giorno, pertanto per un pellegrino diretto da Canterbury a Roma impiega dai 75 agli 85 giorni.
Veniamo ora alla Francigena del (nel) Sud, che a differenza di quella che ricalca il percorso di Sigerico, nasce sulla base di valutazioni attente che hanno coinvolto tutte le regioni interessate attraverso tavoli tecnici, seminari e convegni. Tale itinerario ha trovato ufficiale riconoscimento in sede europea con ratifica dal Consiglio d’Europa nel novembre del 2020.

La Via Francigena del Sud inizia da Piazza S.Pietro a Roma e termina a Santa Maria di Leuca, nel punto in cui si incontrano il Mar Adriatico ed il Mar Ionio. Ci troviamo dinanzi ad un fascio di strade, generato da un asse centrale costituito dal sistema viario romano, che muta a seconda dei contesti temporali e geografici. Un percorso di sintesi più che una vera e propria via, utilizzata dalle genti dell’Europa settentrionale per raggiungere prima Roma e poi i porti di imbarco della Terra Santa.
Le Regioni attraversate (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia) si sono coordinate e hanno provveduto a geolocalizzare il tracciato, 930 chilometri con 45 tappe, dallo splendore del Parco dell’Appia Antica all’orizzonte cristallino del mare di Leuca, attraverso i suggestivi scenari del nostro Appennino campano. Nell’identificare il percorso sono state privilegiati i territori delle aree interne, che si caratterizzano prevalentemente per la presenza di piccoli borghi, dove la pianura lascia il passo prima ad aree collinari e poi a quelle montane.
Il tratto campano è un percorso di circa 200 km e che coinvolge ben 26 comuni delle provincie di Caserta, Benevento e Avellino e vengono di seguito riportate :
- 12 Tappa – Da Minturno a Sessa Aurunca 24,2 km
- 13 Tappa – Da Sessa Aurunca a Teano 15,4 km
- 14 Tappa – Da Teano a Statigliano 22,1 km
- 15 Tappa – Da Statigliano a Alife 17,2 km
- 16 Tappa – Da Alife a Faicchio 19,3 km
- 17 Tappa – Da Faicchio a Telese Terme 12,5 km
- 18 Tappa – Da Telese Terme a Vitulano 19,1 km
- 19 Tappa – Da Vitulano a Benevento 17,2 km
- 20 Tappa – Da Benevento a Buonalbergo 23,8 km
- 21 Tappa – Da Buonalbergo a Celle San Vito 31,7 km
Proprio su questa direttrice che attraversa anche il nostro territorio spesso notiamo, per strade e stradine, pellegrini in cammino provenienti da ogni parte del mondo e di ogni credo religioso. Piacevole intrattenersi a parlare con loro, piacevole è l’intercambio culturale che spesso si crea anche nelle nostre aree interne, generalmente più isolate e meno congestionate rispetto a quelle metropolitane.
Qui, dove il tempo scorre più lentamente, il pellegrino ha modo di godere di un paesaggio caratterizzato da ubertosi uliveti, reperti archeologici di epoca sannita, romana, longobarda e bizantina e, attraversando la fertile pianura alifana solcata dal fiume Volturno, prosegue verso il Sannio beneventano con i suoi fitti, geometrici e rinomati vigneti.
Tali aree interne a ridosso dell’Appennino, si caratterizzano per essere ancora ancora poco conosciute rispetto alle più blasonate tappe piemontesi e toscane, ma sicuramente godono di grandi potenzialità per il turismo culturale, naturalistico, emozionale ed enogastronomico. Castelli appollaiati lungo il percorso di epoca medievale fanno da sentinella alla verdeggiante pianura; terre di antica vocazione micaelica con le caratteristiche grotte di Raviscanina – Sant’Angelo d’Alife, Gioia Sannitica e Faicchio, risalenti circa all’anno mille, che ancora conservano in buono stato gli affreschi del tempo e che proprio nel periodo medievale rappresentavano tappe importanti per i pellegrini diretti a Monte Sant’Angelo sul Gargano e poi, proseguendo, verso la terra Santa.
Il Sannio matesino, area interna e rurale della Campania, adagiata alle pendici dell’appenino del Matese fino a ricomprendere le sue vette più alte e i suoi comuni montani come San Gregorio Matese, Letino, Valle Agricola e Gallo Matese, ancora oggi preserva nel proprio DNA quegli usi e costumi antichi di sannita memoria.
Un territorio meritevole di essere esplorato, approfondito e studiato. Il suo inserimento nel percorso della Francigena del Sud, sicuramente rappresenta una grande opportunità per dar luce e lustro a queste peculiari terre.
Il Pellegrinaggio e l’anima del pellegrino? Penso siano al meglio sintetizzate nella dichiarazione del Consiglio Europeo quando ciò fu scritto:
“Possa la fede che ha ispirato i pellegrini nel corso della storia, unendoli in un’aspirazione comune e trascendendo le differenze e gli interessi nazionali, ispirare oggigiorno, noi, e in particolare i giovani, a percorrere queste rotte per costruire un società fondata sulla tolleranza, il rispetto per gli altri, libertà e solidarietà.”
Antonella Selvaggio
Archeologa classica. Lavora presso l’Università del Salento.
Medico e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con riviste di carattere storico. Ha pubblicato una Vita di San Leucio, il libro: “Da Casale a Comune” e la Storia della Parrocchiale Santa Maria Assunta di San Salvatore Telesino. Ha partecipato all’Antologia “Dieci Medici Raccontano”, che ha ottenuto il “Premio Rufolo 2019”. Premio Olmo 2009 per il romanzo storico «L’ultima notte di Bedò», è anche autore di alcuni saggi sulla Storia della Medicina tra cui uno studio sulla Depressione dal titolo «Il potere misterioso della bile nera, breve storia della depressione da Ippocrate a Charlie Brown». Nel 2024 ha pubblicato “Fu la peste” e “Islam a Telesia” per ABE Editore Napoli. Fondatore e Direttore Editoriale della Casa Editrice Fioridizucca.


Laurea magistrale in Lettere. Docente a Prato. Ha approfondito gli eventi storici che portarono alla “Marcia della fame” del 1957 nei comuni del Valfortore sannita. Ha scritto il “Catasto Onciario della Terra di San Salvatore”.

Scrittore, poeta e divulgatore culturale. Medico di continuità assistenziale. Autore di diversi saggi storici e racconti. Ha partecipato all’antologia “Dieci Medici Raccontano”. Fondatore del Premio Nazionale Olmo che tutti gli anni si svolge in Raviscanina (Ce).
Dottore in Lettere. all’Università di Salerno, indirizzo “storico medievale”. Si è poi laureata in Scienze della Formazione primaria all’Ateneo di Campobasso. Studiosa della storia della sua città. Lettrice instancabile di autori italiani e stranieri, si occupa della formazione di piccoli lettori e poeti. È insegnante nella Scuola Primaria da quindici anni. Ha sperimentato innovative metodologie di approccio alla lettura utilizzando le nuove tecnologie che hanno portato alla pubblicazione di una ricerca dal titolo: TIC e DSA. Riflessioni ed esperienze sulle nuove frontiere della pedagogia speciale, Ed. EriksonLive. La storia locale e la ricerca accurata le ha permesso di pubblicare anche un Saggio in storia medievale sull’assetto urbano e riorganizzazione del territorio della Benevento nei sec. XI e XII. Animatore culturale, scrive poesie per fermare in foto-scritte, attimi di vita.
Lorenzo Piombo, medico psichiatra, dirigente del Dipartimento Salute Mentale della ASL di Benevento. Ricercatore e studioso di storia. Vive e opera a Morcone.
Avvocato. Patrocinante in Cassazione. Scrittore di Storia Locale. Opera a Guardia Sanframondi.
Architetto e docente. Appassionato cultore di Storia Locale in Cerreto Sannita, città in cui vive. Ha come campi di interesse gli insediamenti abitativi sanniti. Collabora con il Blog dell’Istituto Storico del Sannio di cui è socio fondatore. È autore del saggio “Cominium Ocritum e le forche caudine: una storia
Studioso del ‘700 napoletano e dell’epopea di Federico II ha approfondito in modo particolare le influenza arabe sull’architettura napoletana. Studioso di suffisso e di religioni orientali.
Medico del Lavoro. Regista teatrale. Giornalista pubblicista. Fondatore di “Byblos”, la biblioteca del Sannio. Scrittore e divulgatore della storia e dei personaggi del Sannio, ha pubblicato “A tavola nel Sannio”, una guida ai ristoranti della provincia di Benevento; “Dietro la Leggenda” (2016), una raccolta di racconti ispirati a fiabe e a leggende del Sannio. Nel 2017 ha pubblicato “Samnes”, un romanzo storico sull’epopea sannita. Ha curato la trascrizione del manoscritto e la stampa dei tre volumi delle “Memorie storiche di Cerreto Sannita per Arcidiacono Nicola Rotondi”. Nel 2019 ha pubblicato “Guida alla Valle Telesina e al Sannio”. Ha pubblicato “Il delitto del pozzo dei pazzi”, un medical-thriller ambientato nel primo ‘900 nell’ospedale degli Incurabili di Napoli. È autore della “Storia di Cerreto dalla preistoria alla seconda guerra mondiale (2022) e di “Fiabe e Favole in cerretese”, edito da Fioridizucca. (2023).
È nato e vive a Castelvenere. Già docente di materie letterarie nella scuola statale, ha pubblicato diverse raccolte di liriche, pagine di ricerca letteraria, studi relativi alla cultura popolare. È presente in antologie, dizionari bio-bibliografici e testi scolastici. Appassionato si storia e di tradizioni locali, è membro di associazioni culturali nazionali. I suoi versi hanno ricevuto giudizi positivi da parte della critica e in concorsi letterari si è classificato ai primi posti.
Architetto, libero professionista. Si occupa di progettazione architettonica, interior design e aspetti legati all’architettura del paesaggio. Dal 2021 è Consigliere dell’ordine degli Architetti della Provincia di Benevento. Ha partecipato a Mostre sul restauro architettonico e a numerose iniziative riguardanti la promozione territoriale.
Insegnante, vive a Caiazzo. È Presidente del’Associazione Storica del Caiatino.
Cultore di storia locale e delle tradizioni del suo paese. Autore del saggio “Notizie storiche ed urbanistiche di Cerreto antica” in cui ha ricostruito l’antico borgo distrutto dal terremoto del 1688.
Originario di Castelvenere. Già dipendente del Miur ora in pensione. Appassionato di Storia locale ed animatore di gruppi per la diffusione della lingua e delle tradizioni di Castelvenere.
Nato a Napoli e residente in Piedimonte Matese. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Napoli e successiva specializzazione in Chirurgia generale all’Università di Modena è stato aiuto chirurgo presso l’ospedale civile di Piedimonte Matese e, dal maggio 1990, primario del reparto di Pronto Soccorso. Attualmente è pensionato. Dal 1° giugno 1978 è socio corrispondente dell’Associazione Culturale Italo Ispanica “C. Colombo – Madrid”. Negli anni 1972-73, in collaborazione con altri, ha pubblicato alcuni articoli specialistici su riviste mediche. Cultore di storia e tradizioni locali ha pubblicato studi su vari Annuari e collane dell’Associazione Storica del Medio Volturno (sodalizio del quale oltre che socio è stato in passato anche componente del consiglio direttivo) ed in altre riviste e quotidiani regionali.
Musicista. Maestro di clarinetto ed orchestrale. Studioso di storia della filosofia e del ‘700 napoletano. Esperto simbolista e autore di testi esoterico/filosofici.
Nato a Telese Terme ma originario di Amorosi è stato allievo del filosofo Massimo Achille Bonfantini. Laureato in Semiotica e Filosofia del Linguaggio presso l’Università l’Orientale di Napoli. Dedica le sue ricerche prevalentemente allo studio della filosofia e della psicologia dell’inconscio, come dei nuovi percorsi conoscitivi applicati alle neuroscienze. Ha pubblicato Cento petali e una rosa. Semiosi di un romanzo storico (Natan, 2016), Filosofia hegeliana e religione. Osservazioni su Sebastiano Maturi (Natan, 2017) e, recentemente, il saggio dal titolo: Nel gioco di un’incerta reciprocità: Gregory Bateson e la teoria del “doppio legame” (Ediz. Del Faro, 2020).
Nato a Ponte, dove risiede. Dipendente del gruppo Ferrovie dello Stato. Cultore di storia locale con particolare attenzione al periodo medievale. Ha pubblicato “Ponte tra Cronaca e Storia”, “Domenico Ocone, quarant’anni di storia pontese…”, “Le Vie di Ponte tra Storia e Leggenda”. Collabora con varie associazioni culturali.
Farmacista. Dopo la laurea ha conseguito un master biennale e un corso di perfezionamento, approfondendo le conoscenze in ambito fitoterapico, micoterapico e nutraceutico, con la pubblicazione del lavoro di tesi sulla rivista di divulgazione scientifica di medicina naturale ‘Scienza Natura’ del Prof. Ivo Bianchi. Attivo nel sociale, è membro del Rotary Club Valle Telesina ed è amante dello sport e della natura. Innamorato del proprio territorio, ha iniziato a coltivare l’interesse per la storia locale.


Presidente dell’Associazione culturale “La Biblioteca del Sannio”, dottore di ricerca presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” con una tesi sulla metadatazione della cartografia storica. Giornalista e direttore di Canale Sassuolo. Già docente a contratto di Lingua e Cultura Spagnola e Global History, presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’ateneo vanvitelliano, è attualmente tutor di Storia Contemporanea e Storia dei Partiti e Movimenti politici.



Laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Dirigente amministrativa presso l’Università del Molise.
Dottore di ricerca in Ingegneria Elettronica ed informatica presso l’Università degli Studi di Napoli. Ha Svolto attività didattica presso l’Università Federico II. Vive a Telese.
Vive a Morcone. Presidente Italia Nostra Matese Alto Tammaro.
Maestro elementare, appassionato studioso e cultore di Storia Locale.
Biologo residente a Telese Terme. Cultore di storia locale con particolare riferimento alla storia del periodo sannitico. È autore del saggio “La Leonessa e il fenomeno luminoso nella grotta di Sant’Angelo” edito da Fioridizucca nel 2022.
Già sindaco di Caiazzo, dopo aver conseguito la maturità scientifica, rivolge il suo impegno politico alle battaglie del Partito Radicale, soprattutto nel campo della tutela dell’ambiente e in quello per una giustizia giusta. Nel 1980 viene eletto consigliere comunale a Caiazzo, città in cui vive, in rappresentanza della “nuova sinistra”. Nel 1982 aderisce alla Lega per l’Ambiente, promuovendo diverse iniziative per la tutela del fiume Volturno e per il recupero del patrimonio edilizio del centro storico di Caiazzo. Tra il 1987 e il 1994 è Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino. Nel 1994 viene eletto sindaco di Caiazzo con la lista civica “Rinascita Caiatina”. Rieletto nel 1998, si adopera per una crescita socio-economica della città; realizza un programma pluriennale, che viene selezionato anche da “Sviluppo Italia” SpA per la costituzione di un Laboratorio di sperimentazione per lo sviluppo locale. Presidente dell’Associazione “Città Paesaggio” dal 2003, è coordinatore del progetto “Per una Carta dei paesaggi dell’olio e dell’olivo”, realizzato d’intesa con l’Associazione nazionale “Città dell’Olio”. Nel 2007 aderisce a Slow Food, dedicandosi soprattutto alla salvaguardia delle piccole produzioni agricole. Ha pubblicato con le Edizioni 2000diciassette: La Memoria e L’Oblio, un saggio sull’eccidio di Caiazzo durante l’ultimo conflitto mondiale.
Giornalista Pubblicista. Esperto di Enologia, collabora a diversi siti web del settore. Collaboratore del blog lucianopignataro.it è responsabile dell’Ufficio Stampa del Sannio Consorzio Tutela Vini.
Dottore in Storia. Autore di un saggio storico, conseguente a ricerca d’archivio, sul suo Comune dal titolo: Faicchio 1920 – 1946 dall’avvento del Fascismo alla nascita della Repubblica, 2016.
Promotore culturale dell’area di Faicchio. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureato in Economia. È dirigente d’impresa a Milano nel settore delle borse valori e mercati finanziari. Ha scritto diversi articoli sulla stampa finanziaria nazionale, tra cui il Sole 24 Ore ed Investire. È appassionato di cultura locale, ha vinto il premio Prosa IX Premio letterario dell’Associazione Storica del Medio Volturno. Titolare delle strutture ricettive “Magie del Sannio” ha dato vita anche al “Piccolo Museo privato di Faicchio Magie del Sannio”.
Giornalista professionista. Scrittore di romanzi e direttore di diverse testate radio televisive. Fondatore del sito: Neifatti.it
Esperta di Comunicazione Istituzionale; in particolar modo di Social Media Policy e e di politiche agroalimentari legate all’economia di piccola scala per Slow Food, in Campania e Basilicata. Suoi contributi in ambito associativo sono legati a tradizioni e culture della terra e del territorio. Ha effettuato training in storiografia in Francia.
Infaticabile animatore culturale dell’area del Caiatino e del Casertano. Allievo del prof. Galasso. Fondatore di Gruppi culturali dediti alla divulgazione della storia del Territorio, attualmente responsabile di Procedimento Unità Operativa Biblioteca civica e Archivio Storico del Comune di Caiazzo.
Medico ed esperto di storia della gastronomia.
Medico di Emergenza territoriale residente in Puglianello. Ha collaborato all’opera Dieci Medici Raccontano.
Studioso della storia del Risorgimento e cultore del periodo Borbonico, ha recentemente collaborato con un suo scritto all’antologia biografica dedicata a Michele Ungaro. Ha in corso un saggio su Sanchez De Luna, un Vescovo del ‘700.
Medico specialista in oncologia e cure palliative è autore principalmente di pubblicazioni scientifiche di settore in lingua inglese ed italiana. È stato inoltre relatore
Sannita di origini e toscano d’adozione. Medico anestesista, ha coltivato con interesse e particolarmente studiato la “Terapia del dolore”. Di tale disciplina è stato per lunghi anni docente all’Università di Siena. Ha avuto anche esperienze di insegnamento all’estero (Bobigny Paris nord, Accademia Russa delle Scienze mediche, Accademia Lettone di Scienze odontoiatriche). Ufficiale medico dell’Esercito italiano, è appassionato di esoterismo, di cultura e tradizioni popolari. E’ autore di saggistica. Ha recentemente pubblicato saggio su “Massoneria, relazioni umane e comunicazione tecnologica” edito da Fioridizucca edizioni.
Dottore in Legge ed autore di ricerche di Storia Locale. Ha partecipato al progetto “Un museo a colori” avente il fine di far conoscere il museo di arte ceramica di Cerreto Sannita. Le mansioni svolte sono state quelle di guida museale e bibliotecaria, e redazione di progetti e lavori di gruppo con gli altri volontari. Ha scritto un saggio nella Antologia dedicata al bicentenario della nascita di Michele Ungaro, edita dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita.
Andrea Ciervo nato a Caserta il 12.10.1975. Presbitero dal 24 novembre 2012 già Laureato in Giurisprudenza alla Federico II, con una tesi di Diritto Ecclesiastico sui Risvolti dei Patti Lateranensi col prof. Mario Tedeschi…tirocinante poi presso Studio Notaro in via Mezzocannone di Napoli…consegue il Baccalaureato presso l’Aloysianum di Padova nel 2007 con una tesi sulla Religione in Immanuel Kant col prof. Secondo Bongiovanni. Si Laurea in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dell’ Italia Meridionale sezione san Tommaso nel 2012 sempre “Summa cum laude”
Dottore in Archeologia e Scienze Storiche, ha svolto diverse campagne di scavo alla necropoli del Cigno a Macchia Valfortore (CB), con l’Università degli studi di Napoli Federico II e alla necropoli di Crocifisso del tufo a Orvieto (TR), con il Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano e l’ Università dell’Arizona. È attuale vice Presidente della Pro Loco di Sant’Agata dei Goti (BN) dove svolge anche la funzione di OLP per il Servizio Civile Universale. È giornalista tirocinante presso la testata QuasiMezzogiorno. Sì è occupato di alcuni ambiti di archeologia della produzione del Sannio caudino. Attualmente s’interessa alle istituzioni sociali e militari del Medioevo. È vice Presidente dell’Istituto Storico Sannio Telesino.
Medico di Pronto Soccorso ed Emergenza Cultore di Storia Locale ha scritto il saggio: Telesia 1349 Peste e Terremoto edizioni duemiladicessette, 2016, Cartoline da Telese ed. Unione Filatelica Beneventana, 2009; Castelvenere Valdese insieme a P. Carlo Ed. Realtà Sannita, 2016; Officine Massoniche e Vendite Carbonare in Area Sannita insieme a F. Pace, edito dall’ASMV nel 2019. Ha scritto nell’Antologia sulla vita di Michele Ungaro edito dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita nel 2019.ha in corso di pubblicazione un libro di poesie. Dirige la collana di poesie della Casa Editrice FioriDiZucca. Presidente pro-tempore dell’Istituto Storico del Sannio Telesino. Premio Upupa 2017 e 2019 per gli studi di storia locale.