
È dell’anno 980 un diploma con il quale i principi longobardi di Benevento, Pandolfo I e Landolfo IV, per intercessione del conte Adelferio, concedono a Giovanni II, abate del monastero dei SS.Lupolo e Zosimo di Benevento la potestà di erigere, nelle terre monastiche ubicate nel locus di Ponte S. Anastasia, un borgo fortificato o castello in cui trasferire tutti i coloni di libera condizione residenti nelle medesime terre.1A. Ciaralli, V. De Donato, V. Matera (a cura di), Le più antiche carte del capitolo della cattedrale di Benevento (668-1200), Istituto Storico Italiano per il Medio Evo. Fonti per la storia dell’Italia medievale, Regesta Chartorum, n. 52, pp. 64-67; F. Ughelli, Italia sacra, tomo VIII, pp. 67-68.
La fortificazione fu realizzata, quasi sicuramente, già nell’ultimo ventennio del X secolo o al massimo nei primi anni dell’XI.
La denominazione di “Pons S. Anastasiae” traeva origine dal fatto che la costruzione era ubicata nelle vicinanze di una preesistente chiesa dedicata a S. Anastasia e ad un antico ponte romano con cui un ramo della via Latina oltrepassava il torrente Alenta.
Il primo signore, documentato, del castello di Ponte S. Anastasia, risulta essere il barone Baldovino il Normanno.2Chronica monasterii Casinensi, H. Hoffmann, M.G.H., SS., Hannover 1980, IV, 16, pp. 484-485.
Baldovino ebbe la fortuna di conoscere e forse, successivamente, anche di ospitare all’interno del territorio da lui posseduto anche un papa.
Il papa in questione è Urbano II eletto al soglio di San Pietro il 12 marzo 1088, successore del beneventano Vittore III, e ricordato per essere stato il papa che nel concilio di Melfi del 1089 bandì la prima crociata.
Urbano II, una volta eletto, aveva lanciato un secco ammonimento affermando che “non è giusto né canonico che alcuna chiesa possa soggiacere ad un laico”.3H. Hoffmann, Chronik und Urkunde in Montecassino, Quellen und Forschungen aus italienschen Archiven und Bibliotheken, 51, pp. 201-205.
E allora Baldovino, che all’interno dei suoi possedimenti aveva almeno sei chiese, a seguito di questo ammonimento, decise di rinunciare al loro possesso donandole al monastero di Montecassino.
Il primo incontro con papa Urbano II, in transito per Benevento e diretto al concilio di Melfi del 10-15 settembre 1089,4Annales Beneventani Monasterii Sanctae Sophiae, ed. O. Bertolini, in Bullettino dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, XLII, 1923, p. 148. avvenne alla presenza dell’arcivescovo Roffredo nell’episcopio di Benevento il 15 agosto, giorno dell’Assunta del medesimo anno.5L. Cielo, Il papa Urbano II nel principato di Capua tra viaggi, soste e poteri, in Il potere dell’arte nel Medioevo studi in onore di Michele D’Onofrio, p. 395.
In questa occasione venne stilato un documento con il quale Baldovino “habitator et dominus castelli quod nuncupatur Pons Sancte Anastasie in comitatu Telesino” prometteva di rinunciare alle sei chiese in favore di Montecassino. Solo successivamente la donazione viene confermata in un atto ufficiale redatto in Montecassino, da Leone, notaio del papa, “ex iussione et auctoritate” dello stesso.6L. Cielo, Per hanc cartulam offero. Una donazione di Baldovino di Ponte a Montecassino nel 1089, in Campania Sacra, XXXV, 1-2, 2004, pp. 121-124.
Il testo della donazione è riportato da Pietro Diacono, un monaco benedettino che scrive la cronaca di Montecassino dal 1075 al 11387Chronica monasterii Casinensi, ed. H. Hoffmann, M.G.H., SS., Hannover 1980, IV, 16, pp. 484-485. «Ai tempi di questo abate (Oderisio), Baldovino, padrone del castello chiamato Ponte di S. Anastasia nella contea di Telese, offrì al beato Benedetto la chiesa di S. Dionisio del suddetto castello di S. Anastasia che egli, ricevuta vecchia e molto piccola, rifece dalle fondamenta e ampliò dotandola di molti possedimenti e arricchendola di coloni e costruendo intorno delle abitazioni, fece dedicare solennemente dal reverendissimo arcivescovo di Benevento Roffredo, persuaso dal predetto papa Urbano, con terre coltivate a vigneti, e selve, con alberi da frutta e con cinque chiese antiche costruite nelle pertinenze e cioè : la chiesa della Santa Madre di Dio e Vergine Maria chiamata Ad Arvente, con tutte le sue pertinenze; la chiesa di S. Angelo, detta alla grotta, con tutte le sue pertinenze, la chiesa di San Barbato, con le proprie pertinenze, la chiesa di S. Giuliano costruita nel territorio di Castello Limate, detta ad pugnam, con le pertinenze; infine la chiesa di S. Erasmo entro i confini del castello di Ponte S. Anastasia, in località detta Ferrarisi, con sei mulini sul fiume Alento che scorre vicino al detto castello di Ponte S. Anastasia, con la peschiera nel fiume Calore, in località detta dicembre con la vigna e la selva vicine a Cerra Dominica».8Traduzione elaborata dal testo originale.
Qualche anno dopo, nel 1093, papa Urbano II, al ritorno da Troia, da dove era partito il 14 luglio9Ph. Jaffé, Regesta Pontificum Romanorum: ab condita ecclesia ad annum post Christum natum MCXCVIII, p. 671-672., transita per Ponte nel pomeriggio del 30 agosto10L. Cielo, Il papa Urbano II nel principato di Capua tra viaggi, soste e poteri, in Il potere dell’arte nel Medioevo, studi in onore di Michele D’Onofrio, p. 396dove, presumibilmente, pernotta ospite di Baldovino, per poi proseguire per Telese dove il giorno seguente (31 agosto) sarà ospite del monastero di San Salvatore. La sosta a Telese è testimoniata da una lettera del papa al vescovo di Grado che porta in calce “Data Telesie II. Kal. Septembr”.11W. Wilhelm, Papsturkunden in Florenz, in P. F. Kehr (a cura di), Papsturkunden in Italien. Reiseberichte zur Italia Pontificia (vol. 3), p. 215, n. 4.

Pochi anni dopo, nel giugno del 1134, il castello di Ponte si trova di nuovo al centro di una vicenda di più ampio respiro.
Il contesto è la lotta per la supremazia sul principato di Capua che vede coinvolti da una parte il re Ruggero II e dall’altra il conte Rainulfo e il suo alleato Roberto principe di Capua.
La lotta tra le due fazioni ebbe inizio nel 1127 quando Guglielmo, duca di Puglia, morì senza eredi diretti. Ruggero, conte di Sicilia, reclamò tutti i possedimenti degli Altavilla e il principato di Capua. Sbarcato sul continente si fece incoronare re a Salerno unendo di fatto il Meridione e la Sicilia. Tuttavia, questa unione venne osteggiata dal papa dell’epoca, Onorio II, che a Capua nel 1127 promosse una crociata contro Ruggero con a capo Roberto II di Capua e Rainulfo d’Alife, cognato del re per averne sposato la sorella Matilde.
La coalizione fallì miseramente e nell’agosto del 1128 il papa fu costretto a nominare, nella città di Benevento, Ruggero II duca di Puglia e conte di Sicilia.
Nel 1132 la lotta riprese quando Rainulfo, nominato duca di Puglia dall’imperatore Lotario e dal nuovo papa Innocenzo II, insieme al suo alleato Roberto II di Capua radunò un grosso esercito per muovere guerra a Ruggero.
I due eserciti si scontrarono nella battaglia di Scafati (24 luglio 1132) che terminò con una disastrosa sconfitta per Ruggero che si salvò a stento rifugiandosi a Salerno da dove il 19 ottobre si imbarcò per la Sicilia.
I suoi avversari non approfittarono di questa schiacciante vittoria per dargli il colpo di grazia. Ruggero riorganizzatosi prontamente riprese la lotta che fu lunga e cruenta e durò, tra alterne vicende, dal 1134 al 1139.
Il re Ruggero, penetrato nei possedimenti del conte Rainulfo li mise a ferro e fuoco e le popolazioni dovettero subire saccheggi e devastazioni.
Nel 1134 dopo la presa del Castello di Paduli, l’armata Normanna di re Ruggero, attraverso la via Traiana, che era una variante dell’Appia antica, giunge a Benevento, da qui si immette sulla via Latina e, dopo aver attraversato l’antico ponte romano sul torrente della Rubenta (oggi Reventa), giunge in vista del Castello di Ponte.
Queste vicende furono dettagliatamente raccontate dall’abate Alessandro da Telese nel cap. LXI della sua opera “De Rebus gestis Rogerii Siciliae regis”:
[…] presa dunque Nocera ed assegnatavi una guarnigione per la sua custodia, il re si dedicò di nuovo all’occupazione delle terre del conte Rainulfo. Quindi radunato l’esercito mosse per Paduli, successivamente si affrettò per conquistare il castello di nome Ponte, che un feudatario di nome Baldovino il Grande12Non vi è nessuna certezza che questo Baldovino sia lo stesso citato precedentemente. Si potrebbe ipotizzare, visto lo spazio temporale di quarantacinque anni che intercorre tra i due episodi (1089-1134), che questi sia un discendente del precedente. possedeva in nome del conte Rainulfo. I Pontesi vedendo da lontano l’immenso numero di gente d’armi ne restarono atterriti e come questi si avvicinarono, senza nessuna resistenza gli consentirono di entrare. Occupato Ponte, subito lo stesso giorno si affretta ad assalire la fortezza o il castello di nome Limata, il quale immediatamente occupato viene saccheggiato e alla fine è interamente distrutto da un incendio. Anche questo era infatti di un altro feudatario del predetto conte, il cui nome era Rodolfo di Bernia. 13Alessandro di Telese, Storia di Ruggero II, Thesaurus Rerum Beneventanarum. Traduzione di Raffaele Matarazzo, pag. 71.
Dopo questo episodio ci fu una temporanea riappacificazione tra il re Ruggero e suo cognato Rainulfo. Quest’ultimo che si trovava nei pressi di Dugenta, pressato dai suoi, invia un’ambasceria al re, promettendo di sottomettersi spontaneamente e chiedendo le condizioni per la pace.14Ibidem. La riconciliazione tra i due avviene alla fine di giugno 1134, subito dopo la presa dei castelli di Ponte e Limata.
È molto probabile e verosimile che l’incontro sia potuto avvenire nel castello di Ponte.15L. CIELO, L’abbazia normanna di San Salvatore de Telesia: stazione di ospitalità sulla Via Latina, in Annuario dell’Associazione Storica Valle Telesina. Infatti tra la presa dei castelli di Ponte e Limata e i negoziati non risulta che vi siano stati altri movimenti o spostamenti del re e del suo esercito. Considerando che il castello di Limata, come raccontato da Alessandro da Telese, era stato saccheggiato e interamente distrutto da un incendio, l’unico luogo in grado di ospitare le trattative era il castello di Ponte.

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[1] A. Ciaralli, V. De Donato, V. Matera (a cura di), Le più antiche carte del capitolo della cattedrale di Benevento (668-1200), Istituto Storico Italiano per il Medio Evo. Fonti per la storia dell’Italia medievale, Regesta Chartorum, n. 52, pp. 64-67; F. Ughelli, Italia sacra, tomo VIII, pp. 67-68.
[2] Chronica monasterii Casinensi, H. Hoffmann, M.G.H., SS., Hannover 1980, IV, 16, pp. 484-485.
[3] H. Hoffmann, Chronik und Urkunde in Montecassino, Quellen und Forschungen aus italienschen Archiven und Bibliotheken, 51, pp. 201-205.
[4] Annales Beneventani Monasterii Sanctae Sophiae, ed. O. Bertolini, in Bullettino dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, XLII, 1923, p. 148.
[5]L. Cielo, Il papa Urbano II nel principato di Capua tra viaggi, soste e poteri, in Il potere dell’arte nel Medioevo studi in onore di Michele D’Onofrio, p. 395.
[6] L. Cielo, Per hanc cartulam offero. Una donazione di Baldovino di Ponte a Montecassino nel 1089, in Campania Sacra, XXXV, 1-2, 2004, pp. 121-124.
[7] Chronica monasterii Casinensi, ed. H. Hoffmann, M.G.H., SS., Hannover 1980, IV, 16, pp. 484-485
[8] Traduzione elaborata dal testo originale.
[9] Ph. Jaffé, Regesta Pontificum Romanorum: ab condita ecclesia ad annum post Christum natum MCXCVIII, p. 671-672.
[10] L. Cielo, Il papa Urbano II nel principato di Capua tra viaggi, soste e poteri, in Il potere dell’arte nel Medioevo, studi in onore di Michele D’Onofrio, p. 396
[11] W. Wilhelm, Papsturkunden in Florenz, in P. F. Kehr (a cura di), Papsturkunden in Italien. Reiseberichte zur Italia Pontificia (vol. 3), p. 215, n. 4.
[12] Non vi è nessuna certezza che questo Baldovino sia lo stesso citato precedentemente. Si potrebbe ipotizzare, visto lo spazio temporale di quarantacinque anni che intercorre tra i due episodi (1089-1134), che questi sia un discendente del precedente.
[13]Alessandro Di Telese, Storia di Ruggero II, Thesaurus Rerum Beneventanarum. Traduzione di Raffaele Matarazzo, p. 71.
[14] Ibidem.
[15] L. Cielo, L’abbazia normanna di San Salvatore de Telesia: stazione di ospitalità sulla Via Latina, in Annuario dell’Associazione Storica Valle Telesina.
Antonella Selvaggio
Archeologa classica. Lavora presso l’Università del Salento.
Medico e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con riviste di carattere storico. Ha pubblicato una Vita di San Leucio, il libro: “Da Casale a Comune” e la Storia della Parrocchiale Santa Maria Assunta di San Salvatore Telesino. Ha partecipato all’Antologia “Dieci Medici Raccontano”, che ha ottenuto il “Premio Rufolo 2019”. Premio Olmo 2009 per il romanzo storico «L’ultima notte di Bedò», è anche autore di alcuni saggi sulla Storia della Medicina tra cui uno studio sulla Depressione dal titolo «Il potere misterioso della bile nera, breve storia della depressione da Ippocrate a Charlie Brown». Nel 2024 ha pubblicato “Fu la peste” e “Islam a Telesia” per ABE Editore Napoli. Fondatore e Direttore Editoriale della Casa Editrice Fioridizucca.


Laurea magistrale in Lettere. Docente a Prato. Ha approfondito gli eventi storici che portarono alla “Marcia della fame” del 1957 nei comuni del Valfortore sannita. Ha scritto il “Catasto Onciario della Terra di San Salvatore”.

Scrittore, poeta e divulgatore culturale. Medico di continuità assistenziale. Autore di diversi saggi storici e racconti. Ha partecipato all’antologia “Dieci Medici Raccontano”. Fondatore del Premio Nazionale Olmo che tutti gli anni si svolge in Raviscanina (Ce).
Dottore in Lettere. all’Università di Salerno, indirizzo “storico medievale”. Si è poi laureata in Scienze della Formazione primaria all’Ateneo di Campobasso. Studiosa della storia della sua città. Lettrice instancabile di autori italiani e stranieri, si occupa della formazione di piccoli lettori e poeti. È insegnante nella Scuola Primaria da quindici anni. Ha sperimentato innovative metodologie di approccio alla lettura utilizzando le nuove tecnologie che hanno portato alla pubblicazione di una ricerca dal titolo: TIC e DSA. Riflessioni ed esperienze sulle nuove frontiere della pedagogia speciale, Ed. EriksonLive. La storia locale e la ricerca accurata le ha permesso di pubblicare anche un Saggio in storia medievale sull’assetto urbano e riorganizzazione del territorio della Benevento nei sec. XI e XII. Animatore culturale, scrive poesie per fermare in foto-scritte, attimi di vita.
Lorenzo Piombo, medico psichiatra, dirigente del Dipartimento Salute Mentale della ASL di Benevento. Ricercatore e studioso di storia. Vive e opera a Morcone.
Avvocato. Patrocinante in Cassazione. Scrittore di Storia Locale. Opera a Guardia Sanframondi.
Architetto e docente. Appassionato cultore di Storia Locale in Cerreto Sannita, città in cui vive. Ha come campi di interesse gli insediamenti abitativi sanniti. Collabora con il Blog dell’Istituto Storico del Sannio di cui è socio fondatore. È autore del saggio “Cominium Ocritum e le forche caudine: una storia
Studioso del ‘700 napoletano e dell’epopea di Federico II ha approfondito in modo particolare le influenza arabe sull’architettura napoletana. Studioso di suffisso e di religioni orientali.
Medico del Lavoro. Regista teatrale. Giornalista pubblicista. Fondatore di “Byblos”, la biblioteca del Sannio. Scrittore e divulgatore della storia e dei personaggi del Sannio, ha pubblicato “A tavola nel Sannio”, una guida ai ristoranti della provincia di Benevento; “Dietro la Leggenda” (2016), una raccolta di racconti ispirati a fiabe e a leggende del Sannio. Nel 2017 ha pubblicato “Samnes”, un romanzo storico sull’epopea sannita. Ha curato la trascrizione del manoscritto e la stampa dei tre volumi delle “Memorie storiche di Cerreto Sannita per Arcidiacono Nicola Rotondi”. Nel 2019 ha pubblicato “Guida alla Valle Telesina e al Sannio”. Ha pubblicato “Il delitto del pozzo dei pazzi”, un medical-thriller ambientato nel primo ‘900 nell’ospedale degli Incurabili di Napoli. È autore della “Storia di Cerreto dalla preistoria alla seconda guerra mondiale (2022) e di “Fiabe e Favole in cerretese”, edito da Fioridizucca. (2023).
È nato e vive a Castelvenere. Già docente di materie letterarie nella scuola statale, ha pubblicato diverse raccolte di liriche, pagine di ricerca letteraria, studi relativi alla cultura popolare. È presente in antologie, dizionari bio-bibliografici e testi scolastici. Appassionato si storia e di tradizioni locali, è membro di associazioni culturali nazionali. I suoi versi hanno ricevuto giudizi positivi da parte della critica e in concorsi letterari si è classificato ai primi posti.
Architetto, libero professionista. Si occupa di progettazione architettonica, interior design e aspetti legati all’architettura del paesaggio. Dal 2021 è Consigliere dell’ordine degli Architetti della Provincia di Benevento. Ha partecipato a Mostre sul restauro architettonico e a numerose iniziative riguardanti la promozione territoriale.
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Cultore di storia locale e delle tradizioni del suo paese. Autore del saggio “Notizie storiche ed urbanistiche di Cerreto antica” in cui ha ricostruito l’antico borgo distrutto dal terremoto del 1688.
Originario di Castelvenere. Già dipendente del Miur ora in pensione. Appassionato di Storia locale ed animatore di gruppi per la diffusione della lingua e delle tradizioni di Castelvenere.
Nato a Napoli e residente in Piedimonte Matese. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Napoli e successiva specializzazione in Chirurgia generale all’Università di Modena è stato aiuto chirurgo presso l’ospedale civile di Piedimonte Matese e, dal maggio 1990, primario del reparto di Pronto Soccorso. Attualmente è pensionato. Dal 1° giugno 1978 è socio corrispondente dell’Associazione Culturale Italo Ispanica “C. Colombo – Madrid”. Negli anni 1972-73, in collaborazione con altri, ha pubblicato alcuni articoli specialistici su riviste mediche. Cultore di storia e tradizioni locali ha pubblicato studi su vari Annuari e collane dell’Associazione Storica del Medio Volturno (sodalizio del quale oltre che socio è stato in passato anche componente del consiglio direttivo) ed in altre riviste e quotidiani regionali.
Musicista. Maestro di clarinetto ed orchestrale. Studioso di storia della filosofia e del ‘700 napoletano. Esperto simbolista e autore di testi esoterico/filosofici.
Nato a Telese Terme ma originario di Amorosi è stato allievo del filosofo Massimo Achille Bonfantini. Laureato in Semiotica e Filosofia del Linguaggio presso l’Università l’Orientale di Napoli. Dedica le sue ricerche prevalentemente allo studio della filosofia e della psicologia dell’inconscio, come dei nuovi percorsi conoscitivi applicati alle neuroscienze. Ha pubblicato Cento petali e una rosa. Semiosi di un romanzo storico (Natan, 2016), Filosofia hegeliana e religione. Osservazioni su Sebastiano Maturi (Natan, 2017) e, recentemente, il saggio dal titolo: Nel gioco di un’incerta reciprocità: Gregory Bateson e la teoria del “doppio legame” (Ediz. Del Faro, 2020).
Nato a Ponte, dove risiede. Dipendente del gruppo Ferrovie dello Stato. Cultore di storia locale con particolare attenzione al periodo medievale. Ha pubblicato “Ponte tra Cronaca e Storia”, “Domenico Ocone, quarant’anni di storia pontese…”, “Le Vie di Ponte tra Storia e Leggenda”. Collabora con varie associazioni culturali.
Farmacista. Dopo la laurea ha conseguito un master biennale e un corso di perfezionamento, approfondendo le conoscenze in ambito fitoterapico, micoterapico e nutraceutico, con la pubblicazione del lavoro di tesi sulla rivista di divulgazione scientifica di medicina naturale ‘Scienza Natura’ del Prof. Ivo Bianchi. Attivo nel sociale, è membro del Rotary Club Valle Telesina ed è amante dello sport e della natura. Innamorato del proprio territorio, ha iniziato a coltivare l’interesse per la storia locale.


Presidente dell’Associazione culturale “La Biblioteca del Sannio”, dottore di ricerca presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” con una tesi sulla metadatazione della cartografia storica. Giornalista e direttore di Canale Sassuolo. Già docente a contratto di Lingua e Cultura Spagnola e Global History, presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’ateneo vanvitelliano, è attualmente tutor di Storia Contemporanea e Storia dei Partiti e Movimenti politici.



Laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Dirigente amministrativa presso l’Università del Molise.
Dottore di ricerca in Ingegneria Elettronica ed informatica presso l’Università degli Studi di Napoli. Ha Svolto attività didattica presso l’Università Federico II. Vive a Telese.
Vive a Morcone. Presidente Italia Nostra Matese Alto Tammaro.
Maestro elementare, appassionato studioso e cultore di Storia Locale.
Biologo residente a Telese Terme. Cultore di storia locale con particolare riferimento alla storia del periodo sannitico. È autore del saggio “La Leonessa e il fenomeno luminoso nella grotta di Sant’Angelo” edito da Fioridizucca nel 2022.
Già sindaco di Caiazzo, dopo aver conseguito la maturità scientifica, rivolge il suo impegno politico alle battaglie del Partito Radicale, soprattutto nel campo della tutela dell’ambiente e in quello per una giustizia giusta. Nel 1980 viene eletto consigliere comunale a Caiazzo, città in cui vive, in rappresentanza della “nuova sinistra”. Nel 1982 aderisce alla Lega per l’Ambiente, promuovendo diverse iniziative per la tutela del fiume Volturno e per il recupero del patrimonio edilizio del centro storico di Caiazzo. Tra il 1987 e il 1994 è Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino. Nel 1994 viene eletto sindaco di Caiazzo con la lista civica “Rinascita Caiatina”. Rieletto nel 1998, si adopera per una crescita socio-economica della città; realizza un programma pluriennale, che viene selezionato anche da “Sviluppo Italia” SpA per la costituzione di un Laboratorio di sperimentazione per lo sviluppo locale. Presidente dell’Associazione “Città Paesaggio” dal 2003, è coordinatore del progetto “Per una Carta dei paesaggi dell’olio e dell’olivo”, realizzato d’intesa con l’Associazione nazionale “Città dell’Olio”. Nel 2007 aderisce a Slow Food, dedicandosi soprattutto alla salvaguardia delle piccole produzioni agricole. Ha pubblicato con le Edizioni 2000diciassette: La Memoria e L’Oblio, un saggio sull’eccidio di Caiazzo durante l’ultimo conflitto mondiale.
Giornalista Pubblicista. Esperto di Enologia, collabora a diversi siti web del settore. Collaboratore del blog lucianopignataro.it è responsabile dell’Ufficio Stampa del Sannio Consorzio Tutela Vini.
Dottore in Storia. Autore di un saggio storico, conseguente a ricerca d’archivio, sul suo Comune dal titolo: Faicchio 1920 – 1946 dall’avvento del Fascismo alla nascita della Repubblica, 2016.
Promotore culturale dell’area di Faicchio. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureato in Economia. È dirigente d’impresa a Milano nel settore delle borse valori e mercati finanziari. Ha scritto diversi articoli sulla stampa finanziaria nazionale, tra cui il Sole 24 Ore ed Investire. È appassionato di cultura locale, ha vinto il premio Prosa IX Premio letterario dell’Associazione Storica del Medio Volturno. Titolare delle strutture ricettive “Magie del Sannio” ha dato vita anche al “Piccolo Museo privato di Faicchio Magie del Sannio”.
Giornalista professionista. Scrittore di romanzi e direttore di diverse testate radio televisive. Fondatore del sito: Neifatti.it
Esperta di Comunicazione Istituzionale; in particolar modo di Social Media Policy e e di politiche agroalimentari legate all’economia di piccola scala per Slow Food, in Campania e Basilicata. Suoi contributi in ambito associativo sono legati a tradizioni e culture della terra e del territorio. Ha effettuato training in storiografia in Francia.
Infaticabile animatore culturale dell’area del Caiatino e del Casertano. Allievo del prof. Galasso. Fondatore di Gruppi culturali dediti alla divulgazione della storia del Territorio, attualmente responsabile di Procedimento Unità Operativa Biblioteca civica e Archivio Storico del Comune di Caiazzo.
Medico ed esperto di storia della gastronomia.
Medico di Emergenza territoriale residente in Puglianello. Ha collaborato all’opera Dieci Medici Raccontano.
Studioso della storia del Risorgimento e cultore del periodo Borbonico, ha recentemente collaborato con un suo scritto all’antologia biografica dedicata a Michele Ungaro. Ha in corso un saggio su Sanchez De Luna, un Vescovo del ‘700.
Medico specialista in oncologia e cure palliative è autore principalmente di pubblicazioni scientifiche di settore in lingua inglese ed italiana. È stato inoltre relatore
Sannita di origini e toscano d’adozione. Medico anestesista, ha coltivato con interesse e particolarmente studiato la “Terapia del dolore”. Di tale disciplina è stato per lunghi anni docente all’Università di Siena. Ha avuto anche esperienze di insegnamento all’estero (Bobigny Paris nord, Accademia Russa delle Scienze mediche, Accademia Lettone di Scienze odontoiatriche). Ufficiale medico dell’Esercito italiano, è appassionato di esoterismo, di cultura e tradizioni popolari. E’ autore di saggistica. Ha recentemente pubblicato saggio su “Massoneria, relazioni umane e comunicazione tecnologica” edito da Fioridizucca edizioni.
Dottore in Legge ed autore di ricerche di Storia Locale. Ha partecipato al progetto “Un museo a colori” avente il fine di far conoscere il museo di arte ceramica di Cerreto Sannita. Le mansioni svolte sono state quelle di guida museale e bibliotecaria, e redazione di progetti e lavori di gruppo con gli altri volontari. Ha scritto un saggio nella Antologia dedicata al bicentenario della nascita di Michele Ungaro, edita dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita.
Andrea Ciervo nato a Caserta il 12.10.1975. Presbitero dal 24 novembre 2012 già Laureato in Giurisprudenza alla Federico II, con una tesi di Diritto Ecclesiastico sui Risvolti dei Patti Lateranensi col prof. Mario Tedeschi…tirocinante poi presso Studio Notaro in via Mezzocannone di Napoli…consegue il Baccalaureato presso l’Aloysianum di Padova nel 2007 con una tesi sulla Religione in Immanuel Kant col prof. Secondo Bongiovanni. Si Laurea in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dell’ Italia Meridionale sezione san Tommaso nel 2012 sempre “Summa cum laude”
Dottore in Archeologia e Scienze Storiche, ha svolto diverse campagne di scavo alla necropoli del Cigno a Macchia Valfortore (CB), con l’Università degli studi di Napoli Federico II e alla necropoli di Crocifisso del tufo a Orvieto (TR), con il Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano e l’ Università dell’Arizona. È attuale vice Presidente della Pro Loco di Sant’Agata dei Goti (BN) dove svolge anche la funzione di OLP per il Servizio Civile Universale. È giornalista tirocinante presso la testata QuasiMezzogiorno. Sì è occupato di alcuni ambiti di archeologia della produzione del Sannio caudino. Attualmente s’interessa alle istituzioni sociali e militari del Medioevo. È vice Presidente dell’Istituto Storico Sannio Telesino.
Medico di Pronto Soccorso ed Emergenza Cultore di Storia Locale ha scritto il saggio: Telesia 1349 Peste e Terremoto edizioni duemiladicessette, 2016, Cartoline da Telese ed. Unione Filatelica Beneventana, 2009; Castelvenere Valdese insieme a P. Carlo Ed. Realtà Sannita, 2016; Officine Massoniche e Vendite Carbonare in Area Sannita insieme a F. Pace, edito dall’ASMV nel 2019. Ha scritto nell’Antologia sulla vita di Michele Ungaro edito dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita nel 2019.ha in corso di pubblicazione un libro di poesie. Dirige la collana di poesie della Casa Editrice FioriDiZucca. Presidente pro-tempore dell’Istituto Storico del Sannio Telesino. Premio Upupa 2017 e 2019 per gli studi di storia locale.