
Il 24 Novembre del 1721, dinanzi al notaio Marzio Antonio De Nigris, convennero il magnifico Biagio Cerino di San Giorgio la Molara ed il magnifico Nicola Palmieri di Faicchio per sciogliere la società della Spezieria di medicinali, costituita nel 1716. Le Spezierie di un tempo si distinguevano in Spezierie medicinali e Spezierie galeniche, a secondo che fossero state dirette dallo Speziale di medicina o dallo Speziale manuale, paragonabile, questo ultimo, ad un droghiere che aveva il compito di detenere nella propria spezieria e quindi dispensare successivamente solo i medicamenti semplici e non anche i composti, ottenuti dalla manipolazione e trasformazione dei semplici. La Farmacia chimica o Spezieria medicinale era l’arte che insegnava a preparare le medicine con separazione o esaltazione delle parti componenti i semplici che vi entrano; la Farmacia galenica o Spezieria manuale era l’arte che insegnava a preparare le medicine senza separazione o esaltazione alcuna delle parti componenti i semplici che vi entrano.
Il De Nigris, nativo Di Cerreto Sannita, esercitò la professione di notaio a Faicchio dal 1721 al 1726; durante la sua permanenza a Faicchio conobbe Cecilia di Martino, sorella dei celebri matematici Nicolò e Pietro, che sposò nel 1729.
Tornando alla società tra Palmieri e Cerino, il contratto prevedeva una serie di clausole tra cui la durata di sette anni della società; inoltre le spese e gli utili derivanti dalla gestione sarebbero stati divisi in parti uguali e al termine del contratto Palmieri sarebbe rientrato in possesso dello stabile ove era ubicata la spezieria, con tutto l’arredo. Sciolta, quindi, la società e rientrando ciascuno in possesso di quanto gli spettava, nello stesso giorno dello scioglimento, notar De Nigris redasse un altro atto con il quale il Palmieri cedeva in fitto al collega l’intera sua spezieria: fitto che avrebbe dovuto avere la durata di cinque anni, per un corrispettivo di 35 ducati annui. La spezieria era composta da due vani, uno dei quali adibito a laboratorio e poiché era fornita di vasi e utensili, della stigliatura e dei medicamenti sia semplici che composti, al Palmieri fruttava un ulteriore utile di 60 ducati annui.

A tale scopo, pertanto, fu eseguito l’inventario dei medicamenti semplici e composti con le corrispettive quantità e degli oggetti e utensili che corredavano la spezieria, arredata con mobili in stile barocco e rococò e decorata secondo i detti stili; le formule relative di tutti i medicamenti furono tratte dal Teatro Farmaceutico Dogmatico e Spagirico del dottor Giuseppe Donzelli, una sorta di Farmacopea ufficiale dell’epoca, ovvero una raccolta ufficiale dei nomi dei medicamenti, con i loro caratteri essenziali e con le più comuni formule d’uso.
Catalogando la lunga lista dei medicamenti semplici e composti che arredavano la spezieria Palmieri, risulta che buona parte di questi erano disposti secondo la forma farmaceutica data loro: polveri, droghe semplici, droghe composte, gomme, pillole, semi ecc. che, serbati nei rispettivi alberelli più o meno grandi, si susseguivano ordinatamente negli scaffali della stigliatura seguiti dalle carafe e carafine contenenti le varie forme liquide: acque, sciroppi, elisir, tinture, oli, spiriti, estratti, essenze.
Nel laboratorio, poi, accanto agli utensili obbligatori, trovavano posto medicamenti la cui quantità era notevole e che erano conservati negli alvari, negli alvaroni, nelle lancelle e nei giarroni.
L’inventario, quindi, prosegue con l’enumerare gli apparecchi e gli utensili di cui la spezieria doveva essere obbligatoriamente fornita e che, nelle moderne farmacie, purtroppo, sono del tutto o quasi scomparsi.
Di seguito un breve elenco di utensileria di cui la spezieria Palmieri era fornita:
Alvaroni e mezzi alvaroni (grossi vasi di ceramica);
Fusilli e mezzi fusilli in ceramica (corrispondenti ai moderni alberelli);
Marruffi (tegami di creta a fondo concavo adatto alla conservazione o digestione di droghe); Langelle (vaso di terracotta a bocca larga per contenere acqua o altri liquidi);
Carafe e carafini (riposte nei nicchi o palchetti dello scaffale dove erano riposti gli spiriti);
Vasetti di estratti e vasetti di pillole di nicchio;
Moscolaio (scaffale suddiviso in piccoli scomparti che conteneva vasetti e piccole caraffe);
Mortaio di bronzo piccolo, mezzano e grosso di rotola dieci (rotolo=unità di misura. A Napoli equivaleva a kg. 0,89);
Mortaio di pietra grosso con pestello in legno;
Bilancia con libbra ed altri pesi (A Napoli la libbra equivaleva a gr. 320);
Mestoli di ferro;
Calamaio di pietra;
Staenati piccoli, tappezzati (presumibilmente erano teli cerati per coprire le droghe messe a macerare nei tini o in altri grossi recipienti);
Alambicco a cappello di rame (apparecchio per distillare);
Setacci (stacci per polverizzare e separare le particelle più fini da quelle più grosse di una o più polveri);
Boffetta con tiratoie (cassettone con tiretti);
Storte mezzane (vasi di vetro per distillare con il collo ricurvato in se stesso);
Sargioli (coperte di lana);
Soppressa da erbe (pressa per estrarre i succhi dalle erbe);
Giarroni (grosse giare di ceramica);
Petitorio (libro che elencava i medicamenti obbligatori di cui la spezieria doveva essere obbligatoriamente provvista, nonché le domande che il protomedico faceva allo speziale durante l’ispezione);
Guida chimica
I medici operanti nel ‘700 seguivano ancora i vecchi dogmi risalenti a Galeno, padre della farmacia, di Ippocrate, di Avicenna. Sulla base di tali sistemi, la scienza medica dell’epoca ignorava il rapporto tra causa ed effetto e utilizzava i farmaci in modo empirico tenendo conto degli effetti ottenuti in precedenti casi e di conseguenza si diffuse l’uso di mescolare più farmaci, con la speranza che almeno uno dovesse dare il risultato sperato.
Si può, quindi, asserire che per buona parte del nuovo secolo, quello dell’ Illuminismo, continuò ad interpretare i fenomeni fisiologici e patologici sotto l’ispirazione di idee filosofiche e non su base moderna e scientifica, protesa ad ampliare e perfezionare il modello sperimentale.
Sulla base di questo modo di operare da parte dei clinici del tempo, possiamo confermare con certezza che nella spezieria Palmieri di Faicchio troviamo, come nel passato, che i rimedi per curare i diversi mali, erano di origine vegetale, animale e minerale, attribuendo ad essi virtù terapeutiche risolutive. Se per buona parte dei vegetali le proprietà terapeutiche erano valide, lo stesso non può dirsi per i derivati del regno animale e minerale che erano ampiamente utilizzati, causando spesso altri mali che, a loro volta, venivano curati con analoghi medicamenti, scatenando un susseguirsi di altri disturbi se non addirittura la morte.
I medici del tempo, indipendentemente dal malanno accusato dal paziente, seguivano un ‘protocollo’ consolidato e cioè quello di far venire fuori dal corpo, gradualmente, ciò che aveva procurato il disturbo e questo avveniva, come affermava il Fioravanti, per purgationi, tanto per vomito quanto per secesso. Se il caso non si risolveva, si procedeva agli stadi successivi e cioè alla evacuatione di sangue e sudore, ottenendo la purificazione del corpo.
Per quanto riguarda i rimedi, citiamo come esempio alcuni composti di origine minerale esistenti nella spezieria Palmieri: il sal sapientiae era una miscela definita vetriolo, costituita da zolfo, allume e ferro o rame o zinco ed acqua congelata; il sale di tartaro nitriolato, rimedio giovevole per lo stomaco a base di vetriolo e tartaro; fiore di sale armonico composto da fuliggine e limatura di ferro; polvere bianca di Cratonte, una miscela di minerali da pietre preziose; Lapis di Belzoar, costituito da antimonio, mercurio e salnitro e specifico a muovere il sudore e ostruzione del fegato; cerussa di antimonio a base di vetriolo, mercurio, sale, antimonio e salnitro per sudare e urinare.
La maggior parte di questi composti di origine minerale contenevano, dunque, mercurio e antimonio, elementi che causano danni irreversibili a carico di fegato e reni. Tra gli altri citiamo il topazio specifico per le emorroidi e le depressioni, lo zaffiro per la dissenteria, il rubino per le depressioni e le pestilenze, lo smeraldo come rinforzante della vista, neutralizzante il veleno di serpenti e per inibire le contrazioni uterine premature, facilitare il parto e frenare le emorragie uterine.
Le stesse considerazioni espresse sui medicamenti provenienti dal mondo minerale circa la dubbia efficacia terapeutica, valgono per i rimedi provenienti dal mondo animale che erano pericolosi il più delle volte o del tutto inefficaci.
Tra i medicamenti presenti nella spezieria Palmieri, citiamo il sangue di capro, fatto seccare e utilizzato per la pleurite associato al decotto di cardo, mentre con sassofrasso era valido per i calcoli; la polvere di corno di cervo era prescritta come blando diaforetico e come antiparassitario intestinale se assunto con acqua di ruta, dal potere antielmintico; sal lepre come rimedio per le coliche renali e costituita dalla polvere di lepre; la polvere di vipera secca utilizzata come antidoto contro i morsi di animali velenosi, comprese le vipere stesse; l’olio distillato e l’elisir di formiche che, raccolte e trattate con vino e cinnamomo, avevano uno spiccato potere afrodisiaco; l’empiastro di rane con mercurio, trattate preventivamente con vino e quindi, con varie droghe, grasso di maiale e vitello e poi aggiunti il litargirio contenente piombo ed altri eccipienti. L’empiastro ottenuto costituiva un medicamento antitumorale ed era un rimedio efficace contro la sifilide. Ben diverse sono le considerazioni che scaturiscono esaminando i medicamenti del regno vegetale, la cui assunzione e l’uso topico era preferibile all’uso della maggior parte dei medicamenti del mondo minerale e/o animale.
Tra i principali semplici e composti della nostra spezieria annoveriamo l’acqua ophtalmica; lo spirito di ginepro adoperato per le ulcere polmonari; china utilizzata contro la febbre; l’estratto cattolico per le sue virtù purgative; la scilla con la sua azione digitalica; semi di giusquiamo; olio di camomilla; olio di trementina assoluto o associato a fiori di iperico e zafferano usato come rubefacente o antitussivo se miscelato con piantagine e equiseto; balsamo del Perù adoperato come anticatarrale; polvere di licopodio per l’intertrigine dei bambini; l’elettuario citrino per confortare lo stomaco e rendere il fiato e la bocca di gradevole odore; manna, olio di semi di lino, cassia, cannella, liquirizia, the, rabarbaro, unguento canforato, radice e semi di peonia, cremortartaro, oppio da solo o in associazione per dolori moderati e severi, colchico come antigottoso, sciroppo di papavero come bechico e così via.
Per tutto il ‘700 e in parte del secolo successivo il testo di riferimento era il Teatro farmaceutico, dove gli elementi semplici e composti continuarono ad essere prescritti dai medici e detenuti dalle spezierie.
Si dovrà attendere qualche decennio del nuovo secolo per bandire definitivamente “l’assurdità delle meschine ricette, impinguate di una barbara molteplicità d’ingredienti, forse di opposte virtù”: così recitava Antonio Campana nella sua nuova Farmacopea nel 1892, che resta forse il miglior testo che precede la prima edizione della Farmacopea Ufficiale del 1934.
Nel testo, al Campana deve essere riconosciuto il merito di aver dato allo speziale la giusta responsabilità di operare come chimico e per aver riportato i relativi principi attivi delle droghe, che in quegli anni venivano scoperti. Epoca in cui viene dato il giusto valore alla chimica e alla sperimentazione scientifica.
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Bibliografia:
Renato Pescitelli – la Spezieria Palmieri di Faicchio;
A. Campana-Farmacopea del dott. Antonio Campana;
F. Capasso, G.Grandolini, N. Mascolo-Farmacognosia: farmaci naturali, loro preparazioni ed impiego terapeutico ;
F. Capasso, G. Grandolini-Fitofarmacia: impiego razionale delle droghe vegetali ;
G. Donzelli-Teatro farmaceutico dogmatico e spagirico;
M. L. Fioravanti-la cirurgia ;
Medicamenta-guida teorico pratica per sanitari ;
Neapolitanum petitorum ;
F. Pasquale e G. A. Pasquale – elementi di botanica ;
A. S. Roveri-diagnostica e terapia.
Antonella Selvaggio
Archeologa classica. Lavora presso l’Università del Salento.
Medico e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con riviste di carattere storico. Ha pubblicato una Vita di San Leucio, il libro: “Da Casale a Comune” e la Storia della Parrocchiale Santa Maria Assunta di San Salvatore Telesino. Ha partecipato all’Antologia “Dieci Medici Raccontano”, che ha ottenuto il “Premio Rufolo 2019”. Premio Olmo 2009 per il romanzo storico «L’ultima notte di Bedò», è anche autore di alcuni saggi sulla Storia della Medicina tra cui uno studio sulla Depressione dal titolo «Il potere misterioso della bile nera, breve storia della depressione da Ippocrate a Charlie Brown». Nel 2024 ha pubblicato “Fu la peste” e “Islam a Telesia” per ABE Editore Napoli. Fondatore e Direttore Editoriale della Casa Editrice Fioridizucca.


Laurea magistrale in Lettere. Docente a Prato. Ha approfondito gli eventi storici che portarono alla “Marcia della fame” del 1957 nei comuni del Valfortore sannita. Ha scritto il “Catasto Onciario della Terra di San Salvatore”.

Scrittore, poeta e divulgatore culturale. Medico di continuità assistenziale. Autore di diversi saggi storici e racconti. Ha partecipato all’antologia “Dieci Medici Raccontano”. Fondatore del Premio Nazionale Olmo che tutti gli anni si svolge in Raviscanina (Ce).
Dottore in Lettere. all’Università di Salerno, indirizzo “storico medievale”. Si è poi laureata in Scienze della Formazione primaria all’Ateneo di Campobasso. Studiosa della storia della sua città. Lettrice instancabile di autori italiani e stranieri, si occupa della formazione di piccoli lettori e poeti. È insegnante nella Scuola Primaria da quindici anni. Ha sperimentato innovative metodologie di approccio alla lettura utilizzando le nuove tecnologie che hanno portato alla pubblicazione di una ricerca dal titolo: TIC e DSA. Riflessioni ed esperienze sulle nuove frontiere della pedagogia speciale, Ed. EriksonLive. La storia locale e la ricerca accurata le ha permesso di pubblicare anche un Saggio in storia medievale sull’assetto urbano e riorganizzazione del territorio della Benevento nei sec. XI e XII. Animatore culturale, scrive poesie per fermare in foto-scritte, attimi di vita.
Lorenzo Piombo, medico psichiatra, dirigente del Dipartimento Salute Mentale della ASL di Benevento. Ricercatore e studioso di storia. Vive e opera a Morcone.
Avvocato. Patrocinante in Cassazione. Scrittore di Storia Locale. Opera a Guardia Sanframondi.
Architetto e docente. Appassionato cultore di Storia Locale in Cerreto Sannita, città in cui vive. Ha come campi di interesse gli insediamenti abitativi sanniti. Collabora con il Blog dell’Istituto Storico del Sannio di cui è socio fondatore. È autore del saggio “Cominium Ocritum e le forche caudine: una storia
Studioso del ‘700 napoletano e dell’epopea di Federico II ha approfondito in modo particolare le influenza arabe sull’architettura napoletana. Studioso di suffisso e di religioni orientali.
Medico del Lavoro. Regista teatrale. Giornalista pubblicista. Fondatore di “Byblos”, la biblioteca del Sannio. Scrittore e divulgatore della storia e dei personaggi del Sannio, ha pubblicato “A tavola nel Sannio”, una guida ai ristoranti della provincia di Benevento; “Dietro la Leggenda” (2016), una raccolta di racconti ispirati a fiabe e a leggende del Sannio. Nel 2017 ha pubblicato “Samnes”, un romanzo storico sull’epopea sannita. Ha curato la trascrizione del manoscritto e la stampa dei tre volumi delle “Memorie storiche di Cerreto Sannita per Arcidiacono Nicola Rotondi”. Nel 2019 ha pubblicato “Guida alla Valle Telesina e al Sannio”. Ha pubblicato “Il delitto del pozzo dei pazzi”, un medical-thriller ambientato nel primo ‘900 nell’ospedale degli Incurabili di Napoli. È autore della “Storia di Cerreto dalla preistoria alla seconda guerra mondiale (2022) e di “Fiabe e Favole in cerretese”, edito da Fioridizucca. (2023).
È nato e vive a Castelvenere. Già docente di materie letterarie nella scuola statale, ha pubblicato diverse raccolte di liriche, pagine di ricerca letteraria, studi relativi alla cultura popolare. È presente in antologie, dizionari bio-bibliografici e testi scolastici. Appassionato si storia e di tradizioni locali, è membro di associazioni culturali nazionali. I suoi versi hanno ricevuto giudizi positivi da parte della critica e in concorsi letterari si è classificato ai primi posti.
Architetto, libero professionista. Si occupa di progettazione architettonica, interior design e aspetti legati all’architettura del paesaggio. Dal 2021 è Consigliere dell’ordine degli Architetti della Provincia di Benevento. Ha partecipato a Mostre sul restauro architettonico e a numerose iniziative riguardanti la promozione territoriale.
Insegnante, vive a Caiazzo. È Presidente del’Associazione Storica del Caiatino.
Cultore di storia locale e delle tradizioni del suo paese. Autore del saggio “Notizie storiche ed urbanistiche di Cerreto antica” in cui ha ricostruito l’antico borgo distrutto dal terremoto del 1688.
Originario di Castelvenere. Già dipendente del Miur ora in pensione. Appassionato di Storia locale ed animatore di gruppi per la diffusione della lingua e delle tradizioni di Castelvenere.
Nato a Napoli e residente in Piedimonte Matese. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Napoli e successiva specializzazione in Chirurgia generale all’Università di Modena è stato aiuto chirurgo presso l’ospedale civile di Piedimonte Matese e, dal maggio 1990, primario del reparto di Pronto Soccorso. Attualmente è pensionato. Dal 1° giugno 1978 è socio corrispondente dell’Associazione Culturale Italo Ispanica “C. Colombo – Madrid”. Negli anni 1972-73, in collaborazione con altri, ha pubblicato alcuni articoli specialistici su riviste mediche. Cultore di storia e tradizioni locali ha pubblicato studi su vari Annuari e collane dell’Associazione Storica del Medio Volturno (sodalizio del quale oltre che socio è stato in passato anche componente del consiglio direttivo) ed in altre riviste e quotidiani regionali.
Musicista. Maestro di clarinetto ed orchestrale. Studioso di storia della filosofia e del ‘700 napoletano. Esperto simbolista e autore di testi esoterico/filosofici.
Nato a Telese Terme ma originario di Amorosi è stato allievo del filosofo Massimo Achille Bonfantini. Laureato in Semiotica e Filosofia del Linguaggio presso l’Università l’Orientale di Napoli. Dedica le sue ricerche prevalentemente allo studio della filosofia e della psicologia dell’inconscio, come dei nuovi percorsi conoscitivi applicati alle neuroscienze. Ha pubblicato Cento petali e una rosa. Semiosi di un romanzo storico (Natan, 2016), Filosofia hegeliana e religione. Osservazioni su Sebastiano Maturi (Natan, 2017) e, recentemente, il saggio dal titolo: Nel gioco di un’incerta reciprocità: Gregory Bateson e la teoria del “doppio legame” (Ediz. Del Faro, 2020).
Nato a Ponte, dove risiede. Dipendente del gruppo Ferrovie dello Stato. Cultore di storia locale con particolare attenzione al periodo medievale. Ha pubblicato “Ponte tra Cronaca e Storia”, “Domenico Ocone, quarant’anni di storia pontese…”, “Le Vie di Ponte tra Storia e Leggenda”. Collabora con varie associazioni culturali.
Farmacista. Dopo la laurea ha conseguito un master biennale e un corso di perfezionamento, approfondendo le conoscenze in ambito fitoterapico, micoterapico e nutraceutico, con la pubblicazione del lavoro di tesi sulla rivista di divulgazione scientifica di medicina naturale ‘Scienza Natura’ del Prof. Ivo Bianchi. Attivo nel sociale, è membro del Rotary Club Valle Telesina ed è amante dello sport e della natura. Innamorato del proprio territorio, ha iniziato a coltivare l’interesse per la storia locale.


Presidente dell’Associazione culturale “La Biblioteca del Sannio”, dottore di ricerca presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” con una tesi sulla metadatazione della cartografia storica. Giornalista e direttore di Canale Sassuolo. Già docente a contratto di Lingua e Cultura Spagnola e Global History, presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’ateneo vanvitelliano, è attualmente tutor di Storia Contemporanea e Storia dei Partiti e Movimenti politici.



Laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Dirigente amministrativa presso l’Università del Molise.
Dottore di ricerca in Ingegneria Elettronica ed informatica presso l’Università degli Studi di Napoli. Ha Svolto attività didattica presso l’Università Federico II. Vive a Telese.
Vive a Morcone. Presidente Italia Nostra Matese Alto Tammaro.
Maestro elementare, appassionato studioso e cultore di Storia Locale.
Biologo residente a Telese Terme. Cultore di storia locale con particolare riferimento alla storia del periodo sannitico. È autore del saggio “La Leonessa e il fenomeno luminoso nella grotta di Sant’Angelo” edito da Fioridizucca nel 2022.
Già sindaco di Caiazzo, dopo aver conseguito la maturità scientifica, rivolge il suo impegno politico alle battaglie del Partito Radicale, soprattutto nel campo della tutela dell’ambiente e in quello per una giustizia giusta. Nel 1980 viene eletto consigliere comunale a Caiazzo, città in cui vive, in rappresentanza della “nuova sinistra”. Nel 1982 aderisce alla Lega per l’Ambiente, promuovendo diverse iniziative per la tutela del fiume Volturno e per il recupero del patrimonio edilizio del centro storico di Caiazzo. Tra il 1987 e il 1994 è Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino. Nel 1994 viene eletto sindaco di Caiazzo con la lista civica “Rinascita Caiatina”. Rieletto nel 1998, si adopera per una crescita socio-economica della città; realizza un programma pluriennale, che viene selezionato anche da “Sviluppo Italia” SpA per la costituzione di un Laboratorio di sperimentazione per lo sviluppo locale. Presidente dell’Associazione “Città Paesaggio” dal 2003, è coordinatore del progetto “Per una Carta dei paesaggi dell’olio e dell’olivo”, realizzato d’intesa con l’Associazione nazionale “Città dell’Olio”. Nel 2007 aderisce a Slow Food, dedicandosi soprattutto alla salvaguardia delle piccole produzioni agricole. Ha pubblicato con le Edizioni 2000diciassette: La Memoria e L’Oblio, un saggio sull’eccidio di Caiazzo durante l’ultimo conflitto mondiale.
Giornalista Pubblicista. Esperto di Enologia, collabora a diversi siti web del settore. Collaboratore del blog lucianopignataro.it è responsabile dell’Ufficio Stampa del Sannio Consorzio Tutela Vini.
Dottore in Storia. Autore di un saggio storico, conseguente a ricerca d’archivio, sul suo Comune dal titolo: Faicchio 1920 – 1946 dall’avvento del Fascismo alla nascita della Repubblica, 2016.
Promotore culturale dell’area di Faicchio. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureato in Economia. È dirigente d’impresa a Milano nel settore delle borse valori e mercati finanziari. Ha scritto diversi articoli sulla stampa finanziaria nazionale, tra cui il Sole 24 Ore ed Investire. È appassionato di cultura locale, ha vinto il premio Prosa IX Premio letterario dell’Associazione Storica del Medio Volturno. Titolare delle strutture ricettive “Magie del Sannio” ha dato vita anche al “Piccolo Museo privato di Faicchio Magie del Sannio”.
Giornalista professionista. Scrittore di romanzi e direttore di diverse testate radio televisive. Fondatore del sito: Neifatti.it
Esperta di Comunicazione Istituzionale; in particolar modo di Social Media Policy e e di politiche agroalimentari legate all’economia di piccola scala per Slow Food, in Campania e Basilicata. Suoi contributi in ambito associativo sono legati a tradizioni e culture della terra e del territorio. Ha effettuato training in storiografia in Francia.
Infaticabile animatore culturale dell’area del Caiatino e del Casertano. Allievo del prof. Galasso. Fondatore di Gruppi culturali dediti alla divulgazione della storia del Territorio, attualmente responsabile di Procedimento Unità Operativa Biblioteca civica e Archivio Storico del Comune di Caiazzo.
Medico ed esperto di storia della gastronomia.
Medico di Emergenza territoriale residente in Puglianello. Ha collaborato all’opera Dieci Medici Raccontano.
Studioso della storia del Risorgimento e cultore del periodo Borbonico, ha recentemente collaborato con un suo scritto all’antologia biografica dedicata a Michele Ungaro. Ha in corso un saggio su Sanchez De Luna, un Vescovo del ‘700.
Medico specialista in oncologia e cure palliative è autore principalmente di pubblicazioni scientifiche di settore in lingua inglese ed italiana. È stato inoltre relatore
Sannita di origini e toscano d’adozione. Medico anestesista, ha coltivato con interesse e particolarmente studiato la “Terapia del dolore”. Di tale disciplina è stato per lunghi anni docente all’Università di Siena. Ha avuto anche esperienze di insegnamento all’estero (Bobigny Paris nord, Accademia Russa delle Scienze mediche, Accademia Lettone di Scienze odontoiatriche). Ufficiale medico dell’Esercito italiano, è appassionato di esoterismo, di cultura e tradizioni popolari. E’ autore di saggistica. Ha recentemente pubblicato saggio su “Massoneria, relazioni umane e comunicazione tecnologica” edito da Fioridizucca edizioni.
Dottore in Legge ed autore di ricerche di Storia Locale. Ha partecipato al progetto “Un museo a colori” avente il fine di far conoscere il museo di arte ceramica di Cerreto Sannita. Le mansioni svolte sono state quelle di guida museale e bibliotecaria, e redazione di progetti e lavori di gruppo con gli altri volontari. Ha scritto un saggio nella Antologia dedicata al bicentenario della nascita di Michele Ungaro, edita dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita.
Andrea Ciervo nato a Caserta il 12.10.1975. Presbitero dal 24 novembre 2012 già Laureato in Giurisprudenza alla Federico II, con una tesi di Diritto Ecclesiastico sui Risvolti dei Patti Lateranensi col prof. Mario Tedeschi…tirocinante poi presso Studio Notaro in via Mezzocannone di Napoli…consegue il Baccalaureato presso l’Aloysianum di Padova nel 2007 con una tesi sulla Religione in Immanuel Kant col prof. Secondo Bongiovanni. Si Laurea in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dell’ Italia Meridionale sezione san Tommaso nel 2012 sempre “Summa cum laude”
Dottore in Archeologia e Scienze Storiche, ha svolto diverse campagne di scavo alla necropoli del Cigno a Macchia Valfortore (CB), con l’Università degli studi di Napoli Federico II e alla necropoli di Crocifisso del tufo a Orvieto (TR), con il Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano e l’ Università dell’Arizona. È attuale vice Presidente della Pro Loco di Sant’Agata dei Goti (BN) dove svolge anche la funzione di OLP per il Servizio Civile Universale. È giornalista tirocinante presso la testata QuasiMezzogiorno. Sì è occupato di alcuni ambiti di archeologia della produzione del Sannio caudino. Attualmente s’interessa alle istituzioni sociali e militari del Medioevo. È vice Presidente dell’Istituto Storico Sannio Telesino.
Medico di Pronto Soccorso ed Emergenza Cultore di Storia Locale ha scritto il saggio: Telesia 1349 Peste e Terremoto edizioni duemiladicessette, 2016, Cartoline da Telese ed. Unione Filatelica Beneventana, 2009; Castelvenere Valdese insieme a P. Carlo Ed. Realtà Sannita, 2016; Officine Massoniche e Vendite Carbonare in Area Sannita insieme a F. Pace, edito dall’ASMV nel 2019. Ha scritto nell’Antologia sulla vita di Michele Ungaro edito dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita nel 2019.ha in corso di pubblicazione un libro di poesie. Dirige la collana di poesie della Casa Editrice FioriDiZucca. Presidente pro-tempore dell’Istituto Storico del Sannio Telesino. Premio Upupa 2017 e 2019 per gli studi di storia locale.