
Il Grande Mistero dell’Opera di grandissimo pregio composta da 57 fogli di carta pergamena, vergati in lingua latina e greca, il Pantheon è tra manoscritti più rari, preziosi e misteriosi del 1800. L’opera, denominata dal D’Ayala Pantheon, ma il cui titolo originale attribuito dall’autore anonimo è Apoteosi dei patrioti, inizia con un proemio in latino a cui fa seguito una tavola di novantasette nominativi.
Alla fine dell’Ottocento un docente privato di Lettere, Alberto Agresti, socio dell’Accademia Pontaniana, scrisse nella sua memoria:
“La fortuna ha fatto venire nella mie mani un’opera inedita scritta nel 1799 e lungamente ricercata e desiderata, perché di essa alcuni antichi e moderni avevano detto un gran bene, come di lavoro classico nella forma e nel concetto, e che intendeva a celebrare le più illustri vittime di quell’anno memorando. Nei primi del passato ottobre (1899) venne in casa mia il signor Attanasio Palmieri da Faicchio, sollecito scopritore di autografi e di monete antiche e mi presentò un manoscritto dicendomi: – Di questo, che già mio per regolare contratto, diviene ora nostro, io vi esorto a curare la traduzione del latino e dei passaggi greci ed a fare l’illustrazione; per questo io vi darò opuscoli rari e notizie venute a noi per tradizione costante, e di tutte farete voi giudizio. – Com’ebbi a leggere il frontespizio, fui lieto di vedermi fra le mani il Pantheon, un’opera che si stimava non che smarrita, perduta, la celebre Apoteosi dei Grandi che dilessero la patria. E lunghe, pazienti, costanti fatiche aveva durate il mio amico per porsi in sulle tracce dell’opera originale. Si era bucinato per parecchi decenni che il Pantheon fosse stato sottratto, per un largo compenso, dagli archivi della polizia borboniana; e vi era chi ricordava di aver udito a narrare di una perquisizione fatta in casa dell’Autore dell’opera, la quale era sfuggita alla diligente visita, perché avvolta presso un letto in una grande cuffia di donna.
Accettai l’incarico, serbai per me la illustrazione. Mentre si lavorava, essendosi già per un giornale cittadino annunziata la scoperta dell’opera, una illustre famiglia napoletana mandò a bella posta in Faicchio il suo segretario per l’acquisto del manoscritto. Poco dopo il prof. Vittorio Spinazzola dal Museo di San Martino scriveva al signor Attanasio in data 13 ottobre: – Il nome di chi fu l’Autore del Pantheon è stato sinora ignoto. È un’opera opportunissima la pubblicazione di quella inedita Apoteosi dei Martiri, e questo museo non mancherà di acquistarla per la sua biblioteca.
Andò anche un signore in Faicchio dicendosi mandato da uno straniero, di cui non poteva rivelare il nome; gli chiese la pronta consegna del manoscritto senza alcuna condizione per la pubblicazione; ad ottener questo egli aveva avuta commissione di pagar qualunque prezzo gli fosse domandato. Forse si voleva l’autografo per le Feste francesi per Il Trionfo della Repubblica.
Come si riporta in Abstract Mariano D’Ayala e il Pantheon dei Martiri del 1799, a cura di A. Orefice, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici : “Per conoscere l’autore del Pantheon io non ho bisogno di cominciare dallo studio dell’opera. Per le notizie raccolte e vagliate io sono in grado di affermare che l’Autore ne fu Domenico Antonio Palmieri da Faicchio. Nella valle tra Montacero e Monterbano è Faicchio in provincia di Benevento (non Antonio Jerocades come sostenne Mariano D’Ayala).
Gli abitanti di quella valle sono d’ingegno pronto e vivace; hanno spirito epigrammatico; alcune facezie sono tramandate per generazioni. In così fatto paese nacque Domenicantonio Palmieri il 4 agosto 1745.
Studiò come tutti i suoi compaesani nel Seminario di Cerreto, dove era meraviglioso il progresso che tutti i discepoli facevano nel latino e nel greco. Venuto a Napoli studiò coi Gesuiti, fu poi discepoli di Antonio Genovesi e, laureatosi in legge, andò subito governatore in Gioia, e poi in Avella, in Bovino e da ultimo in Andria nella quale città fu ammirato dai nobili e dal vescovo.
A cominciare del 1799 si ritirò a vita privata. Al ritorno di Re Ferdinando fu colto da terrore; temeva forte di essere accusato presso il re perché aveva troppo aperto il suo animo inchinevole alle novità repubblicane. Prese un singolare partito, si finse scimunito,e si ritirò nel bellissimo convento degli Alcantarini restandovi alcuni mesi, durante i quali dettò il Pantheon,a cui non appose il suo nome e che tenne sempre gelosamente nascosto.
Nei febbrili momenti del concepimento dell’opera continuavano nel Regno i supplizi; e quando nello scrittore si faceva più viva la paura , il suo male si faceva più grave, ed egli si fingeva pazzo addirittura. Morì il 16 giugno del 1818.
Il Pantheon ha un bellissimo frontespizio in greco e in latino, che voi ammirerete riprodotto in fototipia. Nella seconda pagina sono alcune parole di Orfeo . Segue il bellissimo Prodromus, nei cui periodi latini, dove son pure brani opportunissimi di Orazio, di Giovenale, di Catullo, di Omero e di Ovidio, subito si pare, non che l’erudizione dell’autore, tutto l’altero carattere repubblicano.
L’A. flagella a sangue i Regi e i Calabresi e i Siculi venuti con loro. Flagellandoli e dileggiandoli, si vale della sua peregrina erudizione e di giuochi di parole, i quali ricordano il fare epigrammatico, che l’A: aveva da fanciullo. Ha disdegno per tutto ciò che sente di plebe, e vuole ascoltatori degli di sé.
Quelle grandi anime di patrioti, che volevano governi popolari, era esse per le prime atterrite nel vedersi intorno differente popolo da quello che avevan sognato.
Non potendo adunque l’A. dare a sé ed agli amici politici altro conforto, prende l’idea dalla Mole ercolanese, e innalza alle più illustri vittime un Pantheon. Alla fine del Prodromo egli si infutura col pensiero e immagina l’Accademia ercolanense, i cui membri erano allora dispersi, che, risorta con più felici auspici, compia e perfezioni quello scritto, che egli componeva nel segreto del suo dolore.
È vero, o illustri colleghi, se l’opera di cui vi do notizia fosse stata nota alcun tempo fa, il più bel monumento ai martiri del 1799 sarebbe stato quello condotto sul Diagramma, cioè sul modello che è esposto in alcune pagine, e del quale ecco le linee generali:
- PANTHEON: sulla porta una greca iscrizione dettata da Euripide, e fra gli emblemi il nostro cavallo con una scritta, che sembra pur mo fatta, ed è di Tibullo; alla parete, che di dentro alla porta è imminente, son parole di Esiodo.
- APOTHEOSIS: una mole quadrata a tre ordini , ed ecco statue allegoriche e l’albero sacro; e qui Virgilio, Orfeo, Orazio, Seneca, quasi fattisi contemporanei, dicono co’ loro versi cose, che niuno epigrafista moderno saprebbe così altamente significare.
- CENOTAPHIA: (Vanno sino alla 58.ma pagina). Prima di cominciare il giro in cui son disposti, ecco un marmo, su cui per tutte le vittime Virgilio ha dettato versi, come a presentarli per gruppi al visitatore.
Ogni eroe ha poi il suo cenotafio; ogni sarcofago ha inciso il nome, ed ha una Statua, la più appropriata al carattere del Martire; il conciso elogio di ciascuno è dato o in greco o in latino; gli autori latini che sono concorsi a questo pietoso ufficio, sono 14; gli autori greci son 10.
E qui è davvero la più grande prova del sapere del Faicchiano. Bisogna averli letti, riletti, sentiti tutti codesti classici per farne quel largo uso che egli ne fa. Trovare in un poema, in una storia, in un’ode, in un’elegia, in una scena tragica o comica, in un coro, in un idillio, in una satira, in un frammento poco noto l’iscrizione più concisa e più significativa per ciascuno, è cosa che desta un vero stupore.”
I primi tre martiri citati, Emmanuele De Deo, Vincenzo Galiani e Vincenzo Vitaliani sono i giustiziati della congiura giacobina del 1794. I fratelli Ascanio e Clemente Filomarino ed il generale tedesco Giuseppe Writz aprono la lunga lista dei giustiziati del ’99, pur se costoro furono uccisi i primi per mano dei lazzari all’alba della Repubblica Napoletana nel gennaio del 1799, mentre il generale Writz cadde nella battaglia di Vigliena il 13 giugno, il giorno che i sanfedisti riuscirono ad entrare in Napoli ed a costringere i repubblicani alla resa.
Seguono, ma non tutti in ordine cronologico di esecuzione, i giustiziati di Napoli nelle pubbliche piazze, alcuni caduti in battaglia, altri giustiziati a Procida nel giugno del 1799.
La presenza di alcuni nomi aggiunti alla fine dell’opera, Bernardino Rulli, Vincenzo Porto e Giuseppe Maria Capece Zurlo, personaggi illustri che patirono certamente la reazione borbonica, ma che non furono però condannati a morte, rende chiaro l’intento celebrativo dell’autore insito nel titolo stesso dell’opera, Apoteosi dei patrioti, e dunque celebrazione non solo dei giustiziati, ma di tutti i patrioti, o comunque dei più noti protagonisti della rivoluzione del 1799.

Chi era Domenico Antonio Palmieri? Nacque a Faicchio (Benevento) il 4 agosto 1745. Compì i suoi studi nel seminario di Cerreto Sannita e nel collegio Gesuitico di Napoli. Conseguita la laurea in diritto civile e canonico, esercitò l’ufficio di governatore in Gioia del Colle, Avella, Bovino ed Andria. La spietata reazione che tenne dietro alla fine della Repubblica Napoletana del 1799, lo depresse profondamente e, ritenendosi compromesso, chiese asilo ai frati Alcantarini che lo accolsero nel loro convento eretto alle falde del monte Erbano. Scrisse un trattato, il Focione, a dimostrazione degli immensi mali della guerra e dei benefici della pace, e molte poesie quasi tutte perdute. Secondo Alberto Agresti l’opera maggiore del Palmieri fu il Pantheon, scritto durante il ritiro presso i monaci Alcantarini. Morì a Faicchio il 16 giugno 1818.
Gli studi più autorevoli ed approfonditi su questa vicenda del Pantheon spettano alla studiosa Prof.ssa Antonella Oreficie. Nel panorama della cultura napoletana, Antonella Orefice (Napoli, 18.09.1967) si inserisce nella saggistica storica di stampo crociano filo-risorgimentale. Scrittrice e dottore in Filosofia all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, dal 1995 si occupa di studi di ricerca storica relativi al XVIII sec. napoletano e, particolarmente, alla Repubblica del 1799, pubblicando diverse monografie su fatti e protagonisti dell’epoca.
Note e Fonti:
Abstract da: Mariano D’Ayala e il Pantheon dei Martiri del 1799, a cura di A. Orefice, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Mariano D’Ayala, Vite degli italiani benemeriti della libertà e della Patria, Napoli, 1999.
Agresti, Di un’opera inedita che celebra i martiri del 1799, in Atti dell’Accademia Pontaniana, V.XXIX, Memoria 9, 1899, pp.1-12
Antonella Selvaggio
Archeologa classica. Lavora presso l’Università del Salento.
Medico e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con riviste di carattere storico. Ha pubblicato una Vita di San Leucio, il libro: “Da Casale a Comune” e la Storia della Parrocchiale Santa Maria Assunta di San Salvatore Telesino. Ha partecipato all’Antologia “Dieci Medici Raccontano”, che ha ottenuto il “Premio Rufolo 2019”. Premio Olmo 2009 per il romanzo storico «L’ultima notte di Bedò», è anche autore di alcuni saggi sulla Storia della Medicina tra cui uno studio sulla Depressione dal titolo «Il potere misterioso della bile nera, breve storia della depressione da Ippocrate a Charlie Brown». Nel 2024 ha pubblicato “Fu la peste” e “Islam a Telesia” per ABE Editore Napoli. Fondatore e Direttore Editoriale della Casa Editrice Fioridizucca.


Laurea magistrale in Lettere. Docente a Prato. Ha approfondito gli eventi storici che portarono alla “Marcia della fame” del 1957 nei comuni del Valfortore sannita. Ha scritto il “Catasto Onciario della Terra di San Salvatore”.

Scrittore, poeta e divulgatore culturale. Medico di continuità assistenziale. Autore di diversi saggi storici e racconti. Ha partecipato all’antologia “Dieci Medici Raccontano”. Fondatore del Premio Nazionale Olmo che tutti gli anni si svolge in Raviscanina (Ce).
Dottore in Lettere. all’Università di Salerno, indirizzo “storico medievale”. Si è poi laureata in Scienze della Formazione primaria all’Ateneo di Campobasso. Studiosa della storia della sua città. Lettrice instancabile di autori italiani e stranieri, si occupa della formazione di piccoli lettori e poeti. È insegnante nella Scuola Primaria da quindici anni. Ha sperimentato innovative metodologie di approccio alla lettura utilizzando le nuove tecnologie che hanno portato alla pubblicazione di una ricerca dal titolo: TIC e DSA. Riflessioni ed esperienze sulle nuove frontiere della pedagogia speciale, Ed. EriksonLive. La storia locale e la ricerca accurata le ha permesso di pubblicare anche un Saggio in storia medievale sull’assetto urbano e riorganizzazione del territorio della Benevento nei sec. XI e XII. Animatore culturale, scrive poesie per fermare in foto-scritte, attimi di vita.
Lorenzo Piombo, medico psichiatra, dirigente del Dipartimento Salute Mentale della ASL di Benevento. Ricercatore e studioso di storia. Vive e opera a Morcone.
Avvocato. Patrocinante in Cassazione. Scrittore di Storia Locale. Opera a Guardia Sanframondi.
Architetto e docente. Appassionato cultore di Storia Locale in Cerreto Sannita, città in cui vive. Ha come campi di interesse gli insediamenti abitativi sanniti. Collabora con il Blog dell’Istituto Storico del Sannio di cui è socio fondatore. È autore del saggio “Cominium Ocritum e le forche caudine: una storia
Studioso del ‘700 napoletano e dell’epopea di Federico II ha approfondito in modo particolare le influenza arabe sull’architettura napoletana. Studioso di suffisso e di religioni orientali.
Medico del Lavoro. Regista teatrale. Giornalista pubblicista. Fondatore di “Byblos”, la biblioteca del Sannio. Scrittore e divulgatore della storia e dei personaggi del Sannio, ha pubblicato “A tavola nel Sannio”, una guida ai ristoranti della provincia di Benevento; “Dietro la Leggenda” (2016), una raccolta di racconti ispirati a fiabe e a leggende del Sannio. Nel 2017 ha pubblicato “Samnes”, un romanzo storico sull’epopea sannita. Ha curato la trascrizione del manoscritto e la stampa dei tre volumi delle “Memorie storiche di Cerreto Sannita per Arcidiacono Nicola Rotondi”. Nel 2019 ha pubblicato “Guida alla Valle Telesina e al Sannio”. Ha pubblicato “Il delitto del pozzo dei pazzi”, un medical-thriller ambientato nel primo ‘900 nell’ospedale degli Incurabili di Napoli. È autore della “Storia di Cerreto dalla preistoria alla seconda guerra mondiale (2022) e di “Fiabe e Favole in cerretese”, edito da Fioridizucca. (2023).
È nato e vive a Castelvenere. Già docente di materie letterarie nella scuola statale, ha pubblicato diverse raccolte di liriche, pagine di ricerca letteraria, studi relativi alla cultura popolare. È presente in antologie, dizionari bio-bibliografici e testi scolastici. Appassionato si storia e di tradizioni locali, è membro di associazioni culturali nazionali. I suoi versi hanno ricevuto giudizi positivi da parte della critica e in concorsi letterari si è classificato ai primi posti.
Architetto, libero professionista. Si occupa di progettazione architettonica, interior design e aspetti legati all’architettura del paesaggio. Dal 2021 è Consigliere dell’ordine degli Architetti della Provincia di Benevento. Ha partecipato a Mostre sul restauro architettonico e a numerose iniziative riguardanti la promozione territoriale.
Insegnante, vive a Caiazzo. È Presidente del’Associazione Storica del Caiatino.
Cultore di storia locale e delle tradizioni del suo paese. Autore del saggio “Notizie storiche ed urbanistiche di Cerreto antica” in cui ha ricostruito l’antico borgo distrutto dal terremoto del 1688.
Originario di Castelvenere. Già dipendente del Miur ora in pensione. Appassionato di Storia locale ed animatore di gruppi per la diffusione della lingua e delle tradizioni di Castelvenere.
Nato a Napoli e residente in Piedimonte Matese. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Napoli e successiva specializzazione in Chirurgia generale all’Università di Modena è stato aiuto chirurgo presso l’ospedale civile di Piedimonte Matese e, dal maggio 1990, primario del reparto di Pronto Soccorso. Attualmente è pensionato. Dal 1° giugno 1978 è socio corrispondente dell’Associazione Culturale Italo Ispanica “C. Colombo – Madrid”. Negli anni 1972-73, in collaborazione con altri, ha pubblicato alcuni articoli specialistici su riviste mediche. Cultore di storia e tradizioni locali ha pubblicato studi su vari Annuari e collane dell’Associazione Storica del Medio Volturno (sodalizio del quale oltre che socio è stato in passato anche componente del consiglio direttivo) ed in altre riviste e quotidiani regionali.
Musicista. Maestro di clarinetto ed orchestrale. Studioso di storia della filosofia e del ‘700 napoletano. Esperto simbolista e autore di testi esoterico/filosofici.
Nato a Telese Terme ma originario di Amorosi è stato allievo del filosofo Massimo Achille Bonfantini. Laureato in Semiotica e Filosofia del Linguaggio presso l’Università l’Orientale di Napoli. Dedica le sue ricerche prevalentemente allo studio della filosofia e della psicologia dell’inconscio, come dei nuovi percorsi conoscitivi applicati alle neuroscienze. Ha pubblicato Cento petali e una rosa. Semiosi di un romanzo storico (Natan, 2016), Filosofia hegeliana e religione. Osservazioni su Sebastiano Maturi (Natan, 2017) e, recentemente, il saggio dal titolo: Nel gioco di un’incerta reciprocità: Gregory Bateson e la teoria del “doppio legame” (Ediz. Del Faro, 2020).
Nato a Ponte, dove risiede. Dipendente del gruppo Ferrovie dello Stato. Cultore di storia locale con particolare attenzione al periodo medievale. Ha pubblicato “Ponte tra Cronaca e Storia”, “Domenico Ocone, quarant’anni di storia pontese…”, “Le Vie di Ponte tra Storia e Leggenda”. Collabora con varie associazioni culturali.
Farmacista. Dopo la laurea ha conseguito un master biennale e un corso di perfezionamento, approfondendo le conoscenze in ambito fitoterapico, micoterapico e nutraceutico, con la pubblicazione del lavoro di tesi sulla rivista di divulgazione scientifica di medicina naturale ‘Scienza Natura’ del Prof. Ivo Bianchi. Attivo nel sociale, è membro del Rotary Club Valle Telesina ed è amante dello sport e della natura. Innamorato del proprio territorio, ha iniziato a coltivare l’interesse per la storia locale.


Presidente dell’Associazione culturale “La Biblioteca del Sannio”, dottore di ricerca presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” con una tesi sulla metadatazione della cartografia storica. Giornalista e direttore di Canale Sassuolo. Già docente a contratto di Lingua e Cultura Spagnola e Global History, presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’ateneo vanvitelliano, è attualmente tutor di Storia Contemporanea e Storia dei Partiti e Movimenti politici.



Laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Dirigente amministrativa presso l’Università del Molise.
Dottore di ricerca in Ingegneria Elettronica ed informatica presso l’Università degli Studi di Napoli. Ha Svolto attività didattica presso l’Università Federico II. Vive a Telese.
Vive a Morcone. Presidente Italia Nostra Matese Alto Tammaro.
Maestro elementare, appassionato studioso e cultore di Storia Locale.
Biologo residente a Telese Terme. Cultore di storia locale con particolare riferimento alla storia del periodo sannitico. È autore del saggio “La Leonessa e il fenomeno luminoso nella grotta di Sant’Angelo” edito da Fioridizucca nel 2022.
Già sindaco di Caiazzo, dopo aver conseguito la maturità scientifica, rivolge il suo impegno politico alle battaglie del Partito Radicale, soprattutto nel campo della tutela dell’ambiente e in quello per una giustizia giusta. Nel 1980 viene eletto consigliere comunale a Caiazzo, città in cui vive, in rappresentanza della “nuova sinistra”. Nel 1982 aderisce alla Lega per l’Ambiente, promuovendo diverse iniziative per la tutela del fiume Volturno e per il recupero del patrimonio edilizio del centro storico di Caiazzo. Tra il 1987 e il 1994 è Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino. Nel 1994 viene eletto sindaco di Caiazzo con la lista civica “Rinascita Caiatina”. Rieletto nel 1998, si adopera per una crescita socio-economica della città; realizza un programma pluriennale, che viene selezionato anche da “Sviluppo Italia” SpA per la costituzione di un Laboratorio di sperimentazione per lo sviluppo locale. Presidente dell’Associazione “Città Paesaggio” dal 2003, è coordinatore del progetto “Per una Carta dei paesaggi dell’olio e dell’olivo”, realizzato d’intesa con l’Associazione nazionale “Città dell’Olio”. Nel 2007 aderisce a Slow Food, dedicandosi soprattutto alla salvaguardia delle piccole produzioni agricole. Ha pubblicato con le Edizioni 2000diciassette: La Memoria e L’Oblio, un saggio sull’eccidio di Caiazzo durante l’ultimo conflitto mondiale.
Giornalista Pubblicista. Esperto di Enologia, collabora a diversi siti web del settore. Collaboratore del blog lucianopignataro.it è responsabile dell’Ufficio Stampa del Sannio Consorzio Tutela Vini.
Dottore in Storia. Autore di un saggio storico, conseguente a ricerca d’archivio, sul suo Comune dal titolo: Faicchio 1920 – 1946 dall’avvento del Fascismo alla nascita della Repubblica, 2016.
Promotore culturale dell’area di Faicchio. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureato in Economia. È dirigente d’impresa a Milano nel settore delle borse valori e mercati finanziari. Ha scritto diversi articoli sulla stampa finanziaria nazionale, tra cui il Sole 24 Ore ed Investire. È appassionato di cultura locale, ha vinto il premio Prosa IX Premio letterario dell’Associazione Storica del Medio Volturno. Titolare delle strutture ricettive “Magie del Sannio” ha dato vita anche al “Piccolo Museo privato di Faicchio Magie del Sannio”.
Giornalista professionista. Scrittore di romanzi e direttore di diverse testate radio televisive. Fondatore del sito: Neifatti.it
Esperta di Comunicazione Istituzionale; in particolar modo di Social Media Policy e e di politiche agroalimentari legate all’economia di piccola scala per Slow Food, in Campania e Basilicata. Suoi contributi in ambito associativo sono legati a tradizioni e culture della terra e del territorio. Ha effettuato training in storiografia in Francia.
Infaticabile animatore culturale dell’area del Caiatino e del Casertano. Allievo del prof. Galasso. Fondatore di Gruppi culturali dediti alla divulgazione della storia del Territorio, attualmente responsabile di Procedimento Unità Operativa Biblioteca civica e Archivio Storico del Comune di Caiazzo.
Medico ed esperto di storia della gastronomia.
Medico di Emergenza territoriale residente in Puglianello. Ha collaborato all’opera Dieci Medici Raccontano.
Studioso della storia del Risorgimento e cultore del periodo Borbonico, ha recentemente collaborato con un suo scritto all’antologia biografica dedicata a Michele Ungaro. Ha in corso un saggio su Sanchez De Luna, un Vescovo del ‘700.
Medico specialista in oncologia e cure palliative è autore principalmente di pubblicazioni scientifiche di settore in lingua inglese ed italiana. È stato inoltre relatore
Sannita di origini e toscano d’adozione. Medico anestesista, ha coltivato con interesse e particolarmente studiato la “Terapia del dolore”. Di tale disciplina è stato per lunghi anni docente all’Università di Siena. Ha avuto anche esperienze di insegnamento all’estero (Bobigny Paris nord, Accademia Russa delle Scienze mediche, Accademia Lettone di Scienze odontoiatriche). Ufficiale medico dell’Esercito italiano, è appassionato di esoterismo, di cultura e tradizioni popolari. E’ autore di saggistica. Ha recentemente pubblicato saggio su “Massoneria, relazioni umane e comunicazione tecnologica” edito da Fioridizucca edizioni.
Dottore in Legge ed autore di ricerche di Storia Locale. Ha partecipato al progetto “Un museo a colori” avente il fine di far conoscere il museo di arte ceramica di Cerreto Sannita. Le mansioni svolte sono state quelle di guida museale e bibliotecaria, e redazione di progetti e lavori di gruppo con gli altri volontari. Ha scritto un saggio nella Antologia dedicata al bicentenario della nascita di Michele Ungaro, edita dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita.
Andrea Ciervo nato a Caserta il 12.10.1975. Presbitero dal 24 novembre 2012 già Laureato in Giurisprudenza alla Federico II, con una tesi di Diritto Ecclesiastico sui Risvolti dei Patti Lateranensi col prof. Mario Tedeschi…tirocinante poi presso Studio Notaro in via Mezzocannone di Napoli…consegue il Baccalaureato presso l’Aloysianum di Padova nel 2007 con una tesi sulla Religione in Immanuel Kant col prof. Secondo Bongiovanni. Si Laurea in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dell’ Italia Meridionale sezione san Tommaso nel 2012 sempre “Summa cum laude”
Dottore in Archeologia e Scienze Storiche, ha svolto diverse campagne di scavo alla necropoli del Cigno a Macchia Valfortore (CB), con l’Università degli studi di Napoli Federico II e alla necropoli di Crocifisso del tufo a Orvieto (TR), con il Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano e l’ Università dell’Arizona. È attuale vice Presidente della Pro Loco di Sant’Agata dei Goti (BN) dove svolge anche la funzione di OLP per il Servizio Civile Universale. È giornalista tirocinante presso la testata QuasiMezzogiorno. Sì è occupato di alcuni ambiti di archeologia della produzione del Sannio caudino. Attualmente s’interessa alle istituzioni sociali e militari del Medioevo. È vice Presidente dell’Istituto Storico Sannio Telesino.
Medico di Pronto Soccorso ed Emergenza Cultore di Storia Locale ha scritto il saggio: Telesia 1349 Peste e Terremoto edizioni duemiladicessette, 2016, Cartoline da Telese ed. Unione Filatelica Beneventana, 2009; Castelvenere Valdese insieme a P. Carlo Ed. Realtà Sannita, 2016; Officine Massoniche e Vendite Carbonare in Area Sannita insieme a F. Pace, edito dall’ASMV nel 2019. Ha scritto nell’Antologia sulla vita di Michele Ungaro edito dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita nel 2019.ha in corso di pubblicazione un libro di poesie. Dirige la collana di poesie della Casa Editrice FioriDiZucca. Presidente pro-tempore dell’Istituto Storico del Sannio Telesino. Premio Upupa 2017 e 2019 per gli studi di storia locale.