
Angelo Romano nato a Ponte il 22 aprile 1915 da Salvatore e da Teresa Meola.
Quando ero bambino Angelo frequentava casa nostra perché era amico di mio nonno. Durante le sue visite avevo avuto modo di ascoltare il racconto delle vicende da lui vissute durante la Seconda guerra mondiale. Come tutti i bambini fui particolarmente colpito e affascinato dal suo racconto. Poi com’è naturale che sia, crescendo e diradandosi sempre più le sue visite, il racconto fu archiviato in qualche remoto angolo della mia mente. A distanza di molti anni, quando il signor Angelo era già morto da tempo, mi capitò di vedere il bellissimo film “Il Mandolino del Capitano Corelli”, con Nicolas Cage e Penelope Cruz. Improvvisamente mi tornò alla mente il racconto del signor Angelo e mi colpì molto la similitudine tra le due storie.
Angelo Romano, il 25 aprile 1935, all’età di venti anni si arruolò volontario con la qualifica di artigliere. Il 3 luglio dello stesso anno fu promosso caporale.
Il I gennaio del 1937 rinunciò al grado di caporale per essere ammesso al corso per allievi sottufficiali, uscendone con il grado di sergente.
Il 2 agosto 1939 fu assegnato alla divisione “Acqui”, con il grado di sergente maggiore.
Nell’ottobre del 1940 Mussolini decise di invadere la Grecia anche per dimostrare e affermare l’autonomia decisionale dell’Italia fascista nei confronti dell’alleato tedesco.
L’esercito italiano, partendo dalle proprie basi in Albania, il 28 ottobre mosse verso la regione dell’Epiro in Grecia. L’offensiva, malamente pianificata, con forze numericamente insufficienti e scarsamente equipaggiate, si rivelò da subito un disastro. Le forze greche prima bloccarono l’offensiva nemica e poi, appoggiate dall’aviazione britannica, passarono al contrattacco respingendo l’esercito italiano oltre la frontiera e continuando ad avanzare in profondità in territorio albanese. La guerra si trascinò in una situazione di stallo fino all’aprile del 1941 quando l’esercito tedesco intervenne nei Balcani, e con un’azione fulminea, invase la Jugoslavia e la Grecia costringendole alla resa.
Intanto, tra il 6 e il 19 dicembre 1940 la divisione “Acqui” fu imbarcata a Brindisi per essere trasferita e schierata sul fronte greco-albanese.
Terminata la campagna di Grecia, l’intera divisione Acqui più alcuni reparti aggregati, per un totale di circa 13.000 uomini, fu dislocata, con compiti di presidio, nelle isole Ionie. In particolare, 11.500 soldati furono destinati a Cefalonia, 800 a Corfù, 400 a Zante e 70 ad Itaca.
A differenza dei soldati tedeschi, che erano malvisti, gli italiani, dopo un iniziale periodo di diffidenza, riuscirono a instaurare con la popolazione locale un rapporto di fiducia e di pacifica convivenza.
Angelo raccontava che nel suo caso riuscì a stabilire un buon rapporto con i greci perché essendo egli sergente maggiore addetto alla fureria e al magazzino, quando poteva, forniva loro le cose di cui avevano più bisogno, soprattutto medicinali.
Dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943, mentre le altre divisioni italiane dislocate in Grecia, abbandonate a sé stesse e senza ordini, si arresero ai tedeschi, la divisione “Acqui” decise di resistere. Il comandante, generale Antonio Gandin, inviò pressanti richieste di aiuto totalmente ignorate dallo Stato maggiore italiano che si trovava a Bari. L’unico a rispondere fu l’ammiraglio Galati, comandante della piazza di Brindisi, che dispose l’invio di due torpediniere con viveri e munizioni. Il comando alleato, avuta notizia della loro partenza ordinò perentoriamente di richiamare le navi che furono fatte rientrare.
Dopo diversi giorni di combattimento, esaurite le munizioni e senza nessun aiuto dagli alleati, il 21 settembre il comandante, generale Gandin, decise di arrendersi. I tedeschi, senza tener assolutamente conto della convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra, iniziarono il massacro dei soldati italiani, passato alla storia come “Eccidio di Cefalonia”.
Il 24 settembre gli ufficiali italiani, che erano rinchiusi nelle prigioni di Argostoli, furono portati nel cortile di una casetta (passata alla storia come “La casetta rossa”) e a gruppi di quattro-otto per volta furono fucilati. Le esecuzioni durarono l’intera mattinata fino a quando i tedeschi, stanchi di uccidere, concessero la grazia agli ultimi 36 ufficiali rimasti. La notte stessa obbligarono 17 marinai italiani prigionieri a portare i corpi fino al porto dove furono caricati su degli zatteroni e una volta al largo, furono buttati a mare dopo essere stati appesantiti con filo spinato e pietre. I marinai furono poi uccisi a loro volta per non lasciare testimoni.
Migliore sorte non ebbero le migliaia di soldati fatti prigionieri nelle isole greche. Il loro trasferimento verso la Germania si trasformò in un’ecatombe per i numerosi naufragi delle navi utilizzate per il loro trasporto.
Il piroscafo “Oria” partito da Rodi, il pomeriggio dell’11 febbraio 1944 con a bordo più di 4000 prigionieri italiani, durante la notte successiva, a causa di una violenta tempesta, affondò presso Capo Sounion. Degli oltre 4000 soldati italiani presenti a bordo se ne salvarono meno di 50.
La motonave “Sinfra”, salpò da Creta la sera del 19 ottobre 1943 con circa 3000 persone a bordo. La stessa notte fu attaccata da aerei alleati le cui bombe provocarono lo scoppio del carico di munizioni presente nella stiva e il successivo incendio della nave. Dei 2389 prigionieri italiani e greci presenti a bordo ne sopravvissero solo 539.
Il 23 settembre due cacciatorpediniere della marina inglese attaccarono e affondarono il piroscafo “Gaetano Donizetti” provocando la morte di circa 1800 prigionieri italiani. Il 28 settembre, dopo aver urtato una mina, sganciata da un aereo inglese, affondò il piroscafo tedesco “Ardena”, dei circa 840 soldati italiani a bordo ne morirono 720. La mattina del 10 ottobre 1943 la motonave “Mario Rosselli”, si trovava a Corfù dove aveva quasi terminato di imbarcare i circa 5500 soldati italiani che erano stati catturati dai tedeschi negli scontri dei giorni precedenti. Alle 7,15 fu attaccata da un aereo alleato il quale sganciò una bomba che cadde direttamente nella stiva, la successiva esplosione provocò morte di 1302 militari italiani.
Il 13 ottobre1943 la “Maria Amalia” fu attaccata da un sommergibile inglese nei pressi di Argostoli, dei circa 900 militari italiani a bordo se ne salvarono solo 361. L’8 febbraio 1944, presso la Baia di Souda (isola di Creta) il piroscafo tedesco “Petrella”, nonostante riportasse in evidenza, sulle fiancate, la sigla POW (Prisoners Of War) fu attaccato dal sommergibile inglese “Sportsman”. Degli oltre 3100 prigionieri italiani se ne salvarono solo circa 430.
L’otto settembre Angelo si trovava sull’isola di Cefalonia e quindi con i suoi commilitoni partecipò alla rivolta contro le truppe tedesche. Al momento della resa fu catturato e destinato a essere fucilato.

Angelo raccontava che al momento dell’esecuzione vide passare tra sé e il soldato che gli stava di lato un’ombra per cui istintivamente si spostò. Questo fece si che la raffica di mitra, sparata dai tedeschi, lo raggiungesse solo sul lato destro del corpo colpendolo al braccio, all’addome e alla gamba, facendolo cadere al suolo svenuto. Il colpo all’addome, che poteva essere quello letale, divenne miracolosamente innocuo perché egli portava a tracolla una borsetta di cuoio con una fibbia di metallo che in qualche modo attutì in parte il colpo. Nella piccola borsetta oltre a pochi effetti personali vi era anche una banconota greca che rimase intrisa del suo sangue e che ancora oggi è conservata dal figlio. Rimanendo sepolto sotto i corpi dei suoi sventurati commilitoni fu creduto morto, per cui il sodato incaricato di sparargli il colpo di grazia si limitò a sfilargli e rubargli l’orologio che aveva al polso. Successivamente, insieme ai corpi degli altri compagni, fu gettato in una fossa comune.
Nel frattempo, era iniziato a piovere per cui i tedeschi, terminato il loro compito si allontanarono. Fortunatamente i colpi non avevano raggiunto organi vitali, e quando i greci, incaricati della sepoltura, si avvicinarono, sentendo dei flebili lamenti, si accorsero che, seppure ferito gravemente, Angelo era ancora vivo e, avendolo riconosciuto, lo prelevarono e lo nascosero nella torre di un campanile. A questo punto entrò in scena una giovane donna del posto di nome Veneranda, figlia del medico del paese. Veneranda e il padre, a rischio della propria vita, nascosero Angelo nel solaio della loro casa e, con i pochi mezzi a disposizione, lo curarono, salvandogli la vita.
Come mi ha raccontato il figlio Salvatore, Veneranda s’innamorò perdutamente di Angelo al punto di chiedergli di sposarla. Angelo però le confessò che lui era già sposato e per rendere più credibile la cosa le mostrò la foto di un bambino che, in realtà, era il figlio di suo fratello Domenico.
Angelo rimase nascosto in casa di Veneranda, molto probabilmente, fino al 14 giugno 1944. Infatti, dal 15 giugno ricominciano le annotazioni sul suo foglio matricolare e da questa data risulta ricoverato presso un ospedale greco per le ferite riportate. Dimesso dall’ospedale in data 11 novembre, fu rimpatriato con una nave inglese e il 13 novembre sbarcato a Taranto.
Una volta in Italia rimase in contatto epistolare con Veneranda e la sua famiglia fino a quando, qualche anno dopo, non ricevendo più risposte alle sue lettere venne a sapere che la casa della sua salvatrice e parte del paese erano stati colpiti da un terremoto.
Angelo Romano a seguito delle gravi ferite riportate fu riconosciuto invalido di guerra e assunto dalle Ferrovie dello Stato, prestando servizio, fino alla pensione, presso l’ambulatorio medico della stazione di Benevento.

Nello scrivere questa storia mi sono avvalso, come detto, dei miei ricordi d’infanzia, che sono stati confermati e arricchiti, anche con delle foto, dal figlio di Angelo, Salvatore, che attualmente, dopo aver svolto la professione di medico, vive con la propria famiglia a Termoli.
Le notizie relative alla vita militare di Angelo, tratte dal suo foglio matricolare, mi sono state fornite dall’amico Carlo Guglielmucci che le ha riportate nel suo libro, di prossima pubblicazione, dal titolo “PRESENTE! Storia dei caduti pontesi nei due conflitti mondiali”.(P.S. Consiglio, a tutti quelli che ancora non lo hanno fatto, di vedere il film “Il mandolino del capitano Corelli”, vi assicuro che ne vale la pena).
Antonella Selvaggio
Archeologa classica. Lavora presso l’Università del Salento.
Medico e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con riviste di carattere storico. Ha pubblicato una Vita di San Leucio, il libro: “Da Casale a Comune” e la Storia della Parrocchiale Santa Maria Assunta di San Salvatore Telesino. Ha partecipato all’Antologia “Dieci Medici Raccontano”, che ha ottenuto il “Premio Rufolo 2019”. Premio Olmo 2009 per il romanzo storico «L’ultima notte di Bedò», è anche autore di alcuni saggi sulla Storia della Medicina tra cui uno studio sulla Depressione dal titolo «Il potere misterioso della bile nera, breve storia della depressione da Ippocrate a Charlie Brown». Nel 2024 ha pubblicato “Fu la peste” e “Islam a Telesia” per ABE Editore Napoli. Fondatore e Direttore Editoriale della Casa Editrice Fioridizucca.


Laurea magistrale in Lettere. Docente a Prato. Ha approfondito gli eventi storici che portarono alla “Marcia della fame” del 1957 nei comuni del Valfortore sannita. Ha scritto il “Catasto Onciario della Terra di San Salvatore”.

Scrittore, poeta e divulgatore culturale. Medico di continuità assistenziale. Autore di diversi saggi storici e racconti. Ha partecipato all’antologia “Dieci Medici Raccontano”. Fondatore del Premio Nazionale Olmo che tutti gli anni si svolge in Raviscanina (Ce).
Dottore in Lettere. all’Università di Salerno, indirizzo “storico medievale”. Si è poi laureata in Scienze della Formazione primaria all’Ateneo di Campobasso. Studiosa della storia della sua città. Lettrice instancabile di autori italiani e stranieri, si occupa della formazione di piccoli lettori e poeti. È insegnante nella Scuola Primaria da quindici anni. Ha sperimentato innovative metodologie di approccio alla lettura utilizzando le nuove tecnologie che hanno portato alla pubblicazione di una ricerca dal titolo: TIC e DSA. Riflessioni ed esperienze sulle nuove frontiere della pedagogia speciale, Ed. EriksonLive. La storia locale e la ricerca accurata le ha permesso di pubblicare anche un Saggio in storia medievale sull’assetto urbano e riorganizzazione del territorio della Benevento nei sec. XI e XII. Animatore culturale, scrive poesie per fermare in foto-scritte, attimi di vita.
Lorenzo Piombo, medico psichiatra, dirigente del Dipartimento Salute Mentale della ASL di Benevento. Ricercatore e studioso di storia. Vive e opera a Morcone.
Avvocato. Patrocinante in Cassazione. Scrittore di Storia Locale. Opera a Guardia Sanframondi.
Architetto e docente. Appassionato cultore di Storia Locale in Cerreto Sannita, città in cui vive. Ha come campi di interesse gli insediamenti abitativi sanniti. Collabora con il Blog dell’Istituto Storico del Sannio di cui è socio fondatore. È autore del saggio “Cominium Ocritum e le forche caudine: una storia
Studioso del ‘700 napoletano e dell’epopea di Federico II ha approfondito in modo particolare le influenza arabe sull’architettura napoletana. Studioso di suffisso e di religioni orientali.
Medico del Lavoro. Regista teatrale. Giornalista pubblicista. Fondatore di “Byblos”, la biblioteca del Sannio. Scrittore e divulgatore della storia e dei personaggi del Sannio, ha pubblicato “A tavola nel Sannio”, una guida ai ristoranti della provincia di Benevento; “Dietro la Leggenda” (2016), una raccolta di racconti ispirati a fiabe e a leggende del Sannio. Nel 2017 ha pubblicato “Samnes”, un romanzo storico sull’epopea sannita. Ha curato la trascrizione del manoscritto e la stampa dei tre volumi delle “Memorie storiche di Cerreto Sannita per Arcidiacono Nicola Rotondi”. Nel 2019 ha pubblicato “Guida alla Valle Telesina e al Sannio”. Ha pubblicato “Il delitto del pozzo dei pazzi”, un medical-thriller ambientato nel primo ‘900 nell’ospedale degli Incurabili di Napoli. È autore della “Storia di Cerreto dalla preistoria alla seconda guerra mondiale (2022) e di “Fiabe e Favole in cerretese”, edito da Fioridizucca. (2023).
È nato e vive a Castelvenere. Già docente di materie letterarie nella scuola statale, ha pubblicato diverse raccolte di liriche, pagine di ricerca letteraria, studi relativi alla cultura popolare. È presente in antologie, dizionari bio-bibliografici e testi scolastici. Appassionato si storia e di tradizioni locali, è membro di associazioni culturali nazionali. I suoi versi hanno ricevuto giudizi positivi da parte della critica e in concorsi letterari si è classificato ai primi posti.
Architetto, libero professionista. Si occupa di progettazione architettonica, interior design e aspetti legati all’architettura del paesaggio. Dal 2021 è Consigliere dell’ordine degli Architetti della Provincia di Benevento. Ha partecipato a Mostre sul restauro architettonico e a numerose iniziative riguardanti la promozione territoriale.
Insegnante, vive a Caiazzo. È Presidente del’Associazione Storica del Caiatino.
Cultore di storia locale e delle tradizioni del suo paese. Autore del saggio “Notizie storiche ed urbanistiche di Cerreto antica” in cui ha ricostruito l’antico borgo distrutto dal terremoto del 1688.
Originario di Castelvenere. Già dipendente del Miur ora in pensione. Appassionato di Storia locale ed animatore di gruppi per la diffusione della lingua e delle tradizioni di Castelvenere.
Nato a Napoli e residente in Piedimonte Matese. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Napoli e successiva specializzazione in Chirurgia generale all’Università di Modena è stato aiuto chirurgo presso l’ospedale civile di Piedimonte Matese e, dal maggio 1990, primario del reparto di Pronto Soccorso. Attualmente è pensionato. Dal 1° giugno 1978 è socio corrispondente dell’Associazione Culturale Italo Ispanica “C. Colombo – Madrid”. Negli anni 1972-73, in collaborazione con altri, ha pubblicato alcuni articoli specialistici su riviste mediche. Cultore di storia e tradizioni locali ha pubblicato studi su vari Annuari e collane dell’Associazione Storica del Medio Volturno (sodalizio del quale oltre che socio è stato in passato anche componente del consiglio direttivo) ed in altre riviste e quotidiani regionali.
Musicista. Maestro di clarinetto ed orchestrale. Studioso di storia della filosofia e del ‘700 napoletano. Esperto simbolista e autore di testi esoterico/filosofici.
Nato a Telese Terme ma originario di Amorosi è stato allievo del filosofo Massimo Achille Bonfantini. Laureato in Semiotica e Filosofia del Linguaggio presso l’Università l’Orientale di Napoli. Dedica le sue ricerche prevalentemente allo studio della filosofia e della psicologia dell’inconscio, come dei nuovi percorsi conoscitivi applicati alle neuroscienze. Ha pubblicato Cento petali e una rosa. Semiosi di un romanzo storico (Natan, 2016), Filosofia hegeliana e religione. Osservazioni su Sebastiano Maturi (Natan, 2017) e, recentemente, il saggio dal titolo: Nel gioco di un’incerta reciprocità: Gregory Bateson e la teoria del “doppio legame” (Ediz. Del Faro, 2020).
Nato a Ponte, dove risiede. Dipendente del gruppo Ferrovie dello Stato. Cultore di storia locale con particolare attenzione al periodo medievale. Ha pubblicato “Ponte tra Cronaca e Storia”, “Domenico Ocone, quarant’anni di storia pontese…”, “Le Vie di Ponte tra Storia e Leggenda”. Collabora con varie associazioni culturali.
Farmacista. Dopo la laurea ha conseguito un master biennale e un corso di perfezionamento, approfondendo le conoscenze in ambito fitoterapico, micoterapico e nutraceutico, con la pubblicazione del lavoro di tesi sulla rivista di divulgazione scientifica di medicina naturale ‘Scienza Natura’ del Prof. Ivo Bianchi. Attivo nel sociale, è membro del Rotary Club Valle Telesina ed è amante dello sport e della natura. Innamorato del proprio territorio, ha iniziato a coltivare l’interesse per la storia locale.


Presidente dell’Associazione culturale “La Biblioteca del Sannio”, dottore di ricerca presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” con una tesi sulla metadatazione della cartografia storica. Giornalista e direttore di Canale Sassuolo. Già docente a contratto di Lingua e Cultura Spagnola e Global History, presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’ateneo vanvitelliano, è attualmente tutor di Storia Contemporanea e Storia dei Partiti e Movimenti politici.



Laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Dirigente amministrativa presso l’Università del Molise.
Dottore di ricerca in Ingegneria Elettronica ed informatica presso l’Università degli Studi di Napoli. Ha Svolto attività didattica presso l’Università Federico II. Vive a Telese.
Vive a Morcone. Presidente Italia Nostra Matese Alto Tammaro.
Maestro elementare, appassionato studioso e cultore di Storia Locale.
Biologo residente a Telese Terme. Cultore di storia locale con particolare riferimento alla storia del periodo sannitico. È autore del saggio “La Leonessa e il fenomeno luminoso nella grotta di Sant’Angelo” edito da Fioridizucca nel 2022.
Già sindaco di Caiazzo, dopo aver conseguito la maturità scientifica, rivolge il suo impegno politico alle battaglie del Partito Radicale, soprattutto nel campo della tutela dell’ambiente e in quello per una giustizia giusta. Nel 1980 viene eletto consigliere comunale a Caiazzo, città in cui vive, in rappresentanza della “nuova sinistra”. Nel 1982 aderisce alla Lega per l’Ambiente, promuovendo diverse iniziative per la tutela del fiume Volturno e per il recupero del patrimonio edilizio del centro storico di Caiazzo. Tra il 1987 e il 1994 è Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino. Nel 1994 viene eletto sindaco di Caiazzo con la lista civica “Rinascita Caiatina”. Rieletto nel 1998, si adopera per una crescita socio-economica della città; realizza un programma pluriennale, che viene selezionato anche da “Sviluppo Italia” SpA per la costituzione di un Laboratorio di sperimentazione per lo sviluppo locale. Presidente dell’Associazione “Città Paesaggio” dal 2003, è coordinatore del progetto “Per una Carta dei paesaggi dell’olio e dell’olivo”, realizzato d’intesa con l’Associazione nazionale “Città dell’Olio”. Nel 2007 aderisce a Slow Food, dedicandosi soprattutto alla salvaguardia delle piccole produzioni agricole. Ha pubblicato con le Edizioni 2000diciassette: La Memoria e L’Oblio, un saggio sull’eccidio di Caiazzo durante l’ultimo conflitto mondiale.
Giornalista Pubblicista. Esperto di Enologia, collabora a diversi siti web del settore. Collaboratore del blog lucianopignataro.it è responsabile dell’Ufficio Stampa del Sannio Consorzio Tutela Vini.
Dottore in Storia. Autore di un saggio storico, conseguente a ricerca d’archivio, sul suo Comune dal titolo: Faicchio 1920 – 1946 dall’avvento del Fascismo alla nascita della Repubblica, 2016.
Promotore culturale dell’area di Faicchio. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureato in Economia. È dirigente d’impresa a Milano nel settore delle borse valori e mercati finanziari. Ha scritto diversi articoli sulla stampa finanziaria nazionale, tra cui il Sole 24 Ore ed Investire. È appassionato di cultura locale, ha vinto il premio Prosa IX Premio letterario dell’Associazione Storica del Medio Volturno. Titolare delle strutture ricettive “Magie del Sannio” ha dato vita anche al “Piccolo Museo privato di Faicchio Magie del Sannio”.
Giornalista professionista. Scrittore di romanzi e direttore di diverse testate radio televisive. Fondatore del sito: Neifatti.it
Esperta di Comunicazione Istituzionale; in particolar modo di Social Media Policy e e di politiche agroalimentari legate all’economia di piccola scala per Slow Food, in Campania e Basilicata. Suoi contributi in ambito associativo sono legati a tradizioni e culture della terra e del territorio. Ha effettuato training in storiografia in Francia.
Infaticabile animatore culturale dell’area del Caiatino e del Casertano. Allievo del prof. Galasso. Fondatore di Gruppi culturali dediti alla divulgazione della storia del Territorio, attualmente responsabile di Procedimento Unità Operativa Biblioteca civica e Archivio Storico del Comune di Caiazzo.
Medico ed esperto di storia della gastronomia.
Medico di Emergenza territoriale residente in Puglianello. Ha collaborato all’opera Dieci Medici Raccontano.
Studioso della storia del Risorgimento e cultore del periodo Borbonico, ha recentemente collaborato con un suo scritto all’antologia biografica dedicata a Michele Ungaro. Ha in corso un saggio su Sanchez De Luna, un Vescovo del ‘700.
Medico specialista in oncologia e cure palliative è autore principalmente di pubblicazioni scientifiche di settore in lingua inglese ed italiana. È stato inoltre relatore
Sannita di origini e toscano d’adozione. Medico anestesista, ha coltivato con interesse e particolarmente studiato la “Terapia del dolore”. Di tale disciplina è stato per lunghi anni docente all’Università di Siena. Ha avuto anche esperienze di insegnamento all’estero (Bobigny Paris nord, Accademia Russa delle Scienze mediche, Accademia Lettone di Scienze odontoiatriche). Ufficiale medico dell’Esercito italiano, è appassionato di esoterismo, di cultura e tradizioni popolari. E’ autore di saggistica. Ha recentemente pubblicato saggio su “Massoneria, relazioni umane e comunicazione tecnologica” edito da Fioridizucca edizioni.
Dottore in Legge ed autore di ricerche di Storia Locale. Ha partecipato al progetto “Un museo a colori” avente il fine di far conoscere il museo di arte ceramica di Cerreto Sannita. Le mansioni svolte sono state quelle di guida museale e bibliotecaria, e redazione di progetti e lavori di gruppo con gli altri volontari. Ha scritto un saggio nella Antologia dedicata al bicentenario della nascita di Michele Ungaro, edita dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita.
Andrea Ciervo nato a Caserta il 12.10.1975. Presbitero dal 24 novembre 2012 già Laureato in Giurisprudenza alla Federico II, con una tesi di Diritto Ecclesiastico sui Risvolti dei Patti Lateranensi col prof. Mario Tedeschi…tirocinante poi presso Studio Notaro in via Mezzocannone di Napoli…consegue il Baccalaureato presso l’Aloysianum di Padova nel 2007 con una tesi sulla Religione in Immanuel Kant col prof. Secondo Bongiovanni. Si Laurea in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dell’ Italia Meridionale sezione san Tommaso nel 2012 sempre “Summa cum laude”
Dottore in Archeologia e Scienze Storiche, ha svolto diverse campagne di scavo alla necropoli del Cigno a Macchia Valfortore (CB), con l’Università degli studi di Napoli Federico II e alla necropoli di Crocifisso del tufo a Orvieto (TR), con il Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano e l’ Università dell’Arizona. È attuale vice Presidente della Pro Loco di Sant’Agata dei Goti (BN) dove svolge anche la funzione di OLP per il Servizio Civile Universale. È giornalista tirocinante presso la testata QuasiMezzogiorno. Sì è occupato di alcuni ambiti di archeologia della produzione del Sannio caudino. Attualmente s’interessa alle istituzioni sociali e militari del Medioevo. È vice Presidente dell’Istituto Storico Sannio Telesino.
Medico di Pronto Soccorso ed Emergenza Cultore di Storia Locale ha scritto il saggio: Telesia 1349 Peste e Terremoto edizioni duemiladicessette, 2016, Cartoline da Telese ed. Unione Filatelica Beneventana, 2009; Castelvenere Valdese insieme a P. Carlo Ed. Realtà Sannita, 2016; Officine Massoniche e Vendite Carbonare in Area Sannita insieme a F. Pace, edito dall’ASMV nel 2019. Ha scritto nell’Antologia sulla vita di Michele Ungaro edito dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita nel 2019.ha in corso di pubblicazione un libro di poesie. Dirige la collana di poesie della Casa Editrice FioriDiZucca. Presidente pro-tempore dell’Istituto Storico del Sannio Telesino. Premio Upupa 2017 e 2019 per gli studi di storia locale.