
Il 15 agosto 2022, in Pietraroia, paese montano in provincia di Benevento, il parroco, a termine della messa ha accennato all’intenzione di acquistare il così detto manto giornaliero cioè il mantello di tutti i giorni, ordinario, per la statua della Madonna Assunta. All’uscita dalla chiesa, alcuni hanno approvato l’iniziativa e qualche altro ha aggiunto che avrebbe voluto “saperne qualcosa in più sulla devozione in Pietraroja”. Altri, tempo dopo, m’ha inoltrato, mediante iPhone, richiesta di fornire “informazioni riguardanti la documentazione sul manto dell’Assunta e relative al culto fin da tempi remoti”. Al riguardo, perciò, e alla luce di memorie edite, inedite – e, aggiungo, da me tradotte in corsivo, se in latino – di qualche singolare illustrazione e di delucidazioni orali, le quali pure esprimono ossequio religioso, ho portato a termine la ricerca e svolto il tema, nei limiti del possibile.1Per l’autore della foto –rielaborata da R. Di Lello, a capo di titolo– cfr. nota 17. L’ iPhone, ritrasmessomi in data 18.9.2022, è di A.L.B.
Quale premessa m’è sembrato opportuno ricordare che l’Assunzione è, per la fede cattolica, l’ascesa di Maria Vergine in anima e corpo al Cielo. Già nell’anno 377, sant’Epifanio ne accennò, in seguito i riferimenti risultarono più frequenti ed espliciti, poi i fedeli hanno chiesto alla Santa Sede la dogmatica definizione di detta verità, finché, il 1 novembre 1950, papa Pio XII l’ha proclamata dogma. La festa dell’Assunzione o dell’Assunta è, forse, la più antica di quelle in onore della Madre Celeste; infatti si manifestò prima del V secolo e, diffusasi con rapidità, è ancora oggi, nel 15 di agosto, una delle ricorrenze che più colpiscono il sentimento popolare.2AA. VV., Grande Dizionario Enciclopedico, UTET, II, 1967, pp. 355-357. Nella diocesi di Telese-Cerreto, costituita da 15 paesi, se ne enumerano sette con chiesa dell’Assunta e, di esse, sei parrocchiali;3Cfr. Renato Pescitelli, Chiesa Telesina, Benevento, Auxiliatrix, 1977, passim. per giunta, in qualche zona, come in Guardia Sanframondi, l’iperdulia per la “Mamma Santa” è di origine leggendaria, motivate finalità ed espressioni uniche.4Cfr. Silvio Falato, La festa dell’Assunta a Guardia Sanframondi, pp. 199-208, contributo in Luigi R. Cielo, Iuvat castris montem qui dicitur Matese et magnum vestire Taburnum: Guardia, Torrecuso, Via Francigena, Napoli, Bagnoli Editore, 2020.
Ciò premesso, dirò quanto segue. A metà del XII secolo, nel Medioevo, Pietraroia, borgo montano –dal toponimo, forse, Percia Regia – stava con la chiesa dedicata a San Paolo alle falde di Civita, nell’attuale località Castello – e difesa, forse, da un fortilizio con cinta e palizzata. Se non che, distrutta, “è tradizione”, da incendio di orde nemiche, venne rifondata, “all’apice roccioso di un monte” – col verosimile toponimo Petra Rogia-Preta Rogia,– e con la chiesa, in Terra Vecchia, più a monte, dove rimarrà per cinque secoli5Cfr. Liberatore Manzella (1631-1707) pp. 104-106 e pass., in Domenico Varrone, a c.d., Memorie, Archivio Parrocchia Pietraroja, ms., XIX sec., pp., I, 99-109, 114. Per i toponimi, cfr., nell’ordine, Luigi Romolo Cielo, Opuscula, San Salvatore Telesino, ASVT, 2022, pp. 34, 56, 60; Errico Cuozzo –Jean-Marie Martin, Le pergamene di Santa Cristina di Sepino (1143-1403), Ecol Francaise De Rome, 1998, pp. 135-136. R. Di Lello, Pietraro?a. Le vicende di un toponimo, in “La voce del Titerno”, Cerreto Sannita, Comunità Montana Del Titerno, II, 10 (2006) pp. 12-13. e avrà, fino ad allora ed oltre, toponimi trascritti, via via, in più varianti.

Nel tratto di Medioevo, in quel mezzo millennio, non mancano prove di venerazione per la Madonna; lo dimostra “una campana” dedicata “con la seguente iscrizione cioè : “Assunta è Maria in Cielo, godono gli Angeli che mentre lodano, benedicono il Signore; e in ultimo per indicarsi l’epoca della fusione eranvi questi numeri IB52 che interpretati furono […] 1254” dal greco e dall’arabo,6Cfr. foto, da D. Varrone, a c.d., cit., p. 126. ma che, nell’integro testo latino, sembrano indicare l’anno 1352; lo strumento sacro, comunque, contribuiva coi rintocchi a mantenere vivo il pensiero per la Vergine e per l’edificio sacro intitolatole.
Nel corso dell’Evo Moderno, sempre in quei cinque secoli, emergono l’onore per l’Assunta e l’interesse per il tempio con il di Lei appellativo e circondato da vicine abitazioni: documenti d’allora danno notizia in merito a caratteristiche architettoniche ed operazioni di “ampliamento e restauro”, al diritto “dei presbiteri della detta chiesa di S. Maria Assunta” nella elezione dell’arciprete, alla conferma delle rendite di cappelle rurali “alla Chiesa Arcipretale di S. Maria dell’Assunta”, a 273 proprietà, a come si presentava “La chiesa Matrice” intorno a 1684,7D. Varrone, a c.d., pass. nonché alla nomina del “Parroco della Chiesa di S. Maria Assunta, il qual titolo surrogò di poi quello primitivo di S. Paolo dato alla Chiesa Curata” e ad un quadro “raffigurante l’Assunzione della Vergine […] costruito a forma di cuore” e posto al disopra d’una “statua della Madonna col Bambino in braccio”, a capo dell’altar maggiore.8Angelo Michele Iannacchino, Telesia sua diocesi e pastori, Benevento, d’Alessandro, 1900, p. 193 e R. Pescitelli, cit., pp. 171-174.

S’era prossimi all’ultima decade del mezzo millennio cui s’è fatto cenno, allorché un terribile evento funestò Pietraroia.L’arciprete Liberatore Manzella avendo vissuto momenti e conseguenze dell’ episodio ne scrisse in prosa e in versi, in italiano e in latino e tra l’altro narrò: “il terremoto, che fu a’5 di giugno 1688 ad hore 21 tanto forte, et terribile che buttò per terra tutta la Terra affatto,[…]in tempo ch’essendosi cantate le Vespere si cantava la Compieta parata[…] cascò quella sì bella et magnifica Chiesa […] cascò il Campanile quattro campane¸ due grosse , et due un poco più piccole, cascò parimente l’orologio”; narrò pure che il tempio “era a tutti gioia, / Et istupore a gente peregrina” né mancò di invocare “la deipara vergine Assunta”.9L. Manzella, cit., pp. 99-109, 114. Cfr. pure R. Di Lello, E la montagna di Pietraroia tremò, in “Rivista Storica del Sannio”, Napoli, Arte Tipografica, I, 2009, pp. 59-84.
Dopo il movimento tellurico, Pietraroja venne riedificata a valle, dove stava nella prima metà del Medioevo –e dove sta– e, a datare dalla prima metà degli anni Novanta 1691 o ’95 ed anche col riutilizzo di elementi architettonici della casa di Dio distrutta dal sisma,10Tanto risulta dalle date sull’architrave del portale, su una delle tre finestre del prospetto, sulla base degli stipiti di una delle due porte laterali e sulla penultima pietra del terzo gradino della scala che dà agli ingressi. la chiesa di San Paolo fu restaurata, ampliata, funse da parrocchiale11Cfr. L. Manzella, pass ; D. Varrone, pass; R. Pescitelli, pp. 176-178. e, dedicata alla “Deipara Vergine Assunta in Cielo”, v’ebbero luogo manifestazioni di riverenza in onore della Santa Madre.

Nella prima decade del ‘700, l’ edificio sacro era ormai della “Vergine, in Cielo Assunta” e il 17 maggio 1732, tutto il clero e il popolo elessero San Nicola, vescovo di Mira, Patrono Principale e Protettore Principale di Pietraroja.12Doc.ti in D. Varrone, p. 98 e relazione in Domenico Falcigno, Cronistoria delle campane e delle cappelle in Pietraroja, ivi, Comitato Civico e Pro Loco, 2010, p. 4. Tanto spiega il perché vi hanno trovato posto, in relative nicchie, la statua della Madonna, in alto, sulla parete centrale del coro, e quella di San Nicola, a capo d’altare, sulla parete di fondo, nella navata a latere evangeli.
Nel XIX secolo, tra le dimostrazioni di omaggio s’ebbero, così come nel ‘700 e per Santi e Madonne, “il fuoco” –pirotecnico– “nelle feste”, nonché “zambognari e tamborrieri per suonare nelle processioni”.13Registro rendite ed esiti, Anni 1782-1807, ms., pp. 91-94, in R. Di Lello, Ebrei in diocesi di Telese (Nota preliminare), “Annuario di storia cultura e varia umanità”, Associazione Storica Valle Telesina, 2016, pp. 87-94.

La campana medievale della quale s’è detto, lesionata nel 1827 venne rifusa l’anno dopo da Pietro Antonio Puliella da Sassinoro e “per memoria dell’antichità, fu premessa l’antica iscrizione alla nuova”.14D. Varrone, p. 126. Rifusa ancora dopo circa un quarantennio, vi si legge in alto, in tre righi circolari e in maiuscolo la “seguente iscrizione = Assunta è Maria in cielo godono gli angeli ecco la croce del Signore **Fusa nell’anno del Signore, IBSO che è 1254. Rifusa nell’anno del Signore 1828 fuggite parti avverse * e ancora una volta nel 1867. Dagli artefici Filippo e Gennaro Rossi della terra di Saviano*”; più in basso, al di sotto d’un fregio a punte, sta la raffigurazione a rilievo della Madre Celeste. Era la campana maggiore in uso ancora nel 1979.15R. Di Lello, sopralluogo e appunto ms., 30 luglio 1979.
Per il ‘900, s’è scritto di altre numerose prove d’ossequio: in generale, tra l’altro, si celebrarono “diverse feste religiose” e tra esse quella del 15 agosto; non mancarono per il tempio e per la Vergine, “diversi interventi finanziati sia da enti pubblici che da singoli cittadini” che, spronati, incoraggiati e invogliati “a porgere offerte, a far eseguire lavori a proprie spese, ad aumentare l’obolo domenicale”, corrisposero “in modo congruo e secondo le proprie sostanze”.16Cfr. Relazione del commissario prefettizio, 1937 e La chiesa madre “Santa Maria Assunta in Cielo”di Pietraroja, rispettivamente a c.d. Domenico Falcigno,”storie di tutti i giorni, vecchi discorsi”, Pietraroja, Pro Loco-Comune, 2006, pp. 14-18 e 2008, pp. 22-29. È stato rimarcato pure che “Il culto della Madonna era un tema particolarmente caro” a don Lorenzo De Carlo, parroco dal 1916 al 1962, tant’è vero che, oltretutto, nel caso specifico, si interessò al restauro della “Chiesa” che definiva “monumento di fede”, vi si fece fotografare, sull’ingresso, con giovani civili e sacerdoti, davanti l’effige in vestito da festa, la fotografò, compose e musicò l’inno “dedicato a Maria Santissima Assunta in Cielo” e, così come in altre occasioni da dopo la guerra, durante la festa rese possibile, per mezzo di un suo proiettore, la visione di film in Piazza della Libertà.17Per testo e foto, cfr. D. Falcigno, Don Lorenzo De Carlo, un parroco di montagna, Pietraroja, Comune – Pro Loco, 2008, pp. 6, 18, 20, 49, 61- 62. Per quanto attiene alla “festa del 15 luglio”, in non pochi mi hanno riferito che, giorni prima, la statua veniva trasferita dalla nicchia a lato dell’altare; in quella data, “vi erano messa cantata, processione con banda di musicanti, spari di fuoco e ritorno; di sera, con il contributo dei cittadini e dei mastri di festa, la gente assisteva al film, in Piazza della Libertà dove ognuno portava la propria sedia; dagli Anni ottanta, il film è stato sostituito da cantanti venuti da fuori, in Piazza Vittoria.”

Nel dettaglio, a mo’ d’esempio, va ricordato che il manto giornaliero, in panno azzurro e con fasce, ricami e scritti dorati, venne cucito “Ad iniziativa del comitato” dei devoti, nel “1930”, e donato alla “Assunta in Cielo”, come vi si legge, in maiuscolo, nei due angoli inferiori. Nel giugno del 1978, la signora Concetta Manzelli di Pietraroia, si recò, con la sarta Caterina Cusanelli, all’azienda Silvestri in Napoli, vi commissionò per conto proprio e di fedeli locali ed emigrati e il 10 settembre ricevette il “Manto in oro, dorato fino al disegno visto, arricchito giù con boccioli e qualche altra rosa, in giro merletto dorato. Tutto per L. 1.100.000.un milione e cento”;18Documento rinvenuto, nel dicembre 2022, da Paola Di Lello, in casa Manzelli. inoltre, il simulacro, portato altrove, fu rimesso a nuovo.19Martina Di Rubbo, tel. 24.9.2022, ore 16.30. Alquanto dopo, la signora Marianna Torrillo, di Pietraroia, assai devota ed emigrata con la famiglia negli Stati Uniti, in uno dei ritorni in paese acquistò la stoffa con cui la sarta Caterina confezionò il così detto vestito giornaliero,20Ref. Nicola Bello, 17.9.2022, ore 12.27. di tutti i giorni, ordinario.

Da notare è che l’atteggiamento della statua è simile a quello del rilievo sulla campana e che sul così detto manto per la processione, ovvero per la ricorrenza festiva, ancora si legge tra ricami dorati e in maiuscolo, nei due angoli inferiori: “Maria SS.” e “Assunta in Cielo”. E nel millennio in corso? Nel 2010, l’interessamento del comitato Civico Pietrarojese pro Campana e di altri Comitati Festa, nonché il contributo di fedeli emigrati e locali, hanno sostituito, con la nuova “Campana della Madonna”, la vecchia e irrecuperabile a causa di lesioni21D. Falcigno, 2010, pp. 4-7 e 14-19. e pertanto sistemata, da tempo e bene in vista, sul pavimento nella cappella della Madonna di Pompei, nella navata laterale.
Dieci giorni prima della festa del 15 agosto 2022, l’effige della Madre Celeste, rimossa dalla nicchia e vestita con il così detto “Abito per la processione”, ovvero della festa, è stata collocata a latere epistulae dell’altar maggiore e, sul medesimo lato, davanti la scala d’accesso al presbiterio, sono stati esposti il mantello vecchio, ormai in disuso e, alla base, uno scatolo con la scritta a stampa: ”Offerte Manto Giornaliero per Maria SS. Assunta in Cielo”. Dal 6 al 14 agosto, come al solito, recitati il Rosario e la Novena è stata detta la messa; il giorno 15, dopo la “messa cantata” la processione ha percorso strade e piazze dell’abitato tra suoni di banda e canti di fedeli, ha fatto sosta a Castello per i fuochi d’artificio ed è ritornata in chiesa; a sera non v’è stato alcun intrattenimento popolare in piazza, forse per evitare contagi a causa della pandemia in corso.

Giorni dopo la domenica successiva, la statua, al contrario del solito per lavori da eseguire nella Casa di Dio,22Ref. A.L. Bello. risultava non ancora collocata dentro la nicchia e in attesa del nuovo manto ordinario. Per concludere e riandando all’inizio, quanto fin qui ho scritto evidenzia che: un comune mantello di statua, ancorché di panno, può essere argomento di storia e indurre a parlarne; è “qualcosa di più”, relativa “al culto” della Madonna “fin da tempi remoti”, in Pietraroia; è l’augurio di buon esito per l’acquisto del “Manto Giornaliero” per l’Assunta.
Appendice (Tel. 08/3/2023) Tra il 27 febbraio e il 4 marzo u.s., la ditta di arredi sacri, Serpone, di Napoli, ha consegnato il manto commissionatole; domenica, 05/3/2022, durante la messa delle 10.30 e prima della benedizione finale, s’è proceduto, con canto corale, alla vestizione della statua. (da Anna Luisa Bello, tel. ed iPhone, 06/3/2023).
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Note:
1- Per l’autore della foto – rielaborata da R. Di Lello, a capo di titolo – cfr. nota 17. L’ iPhone, ritrasmessomi in data 18.9.2022, è di A.L.B.
2- AA. VV., Grande Dizionario Enciclopedico, UTET, II, 1967, pp. 355-357.
3- Cfr. Renato Pescitelli, Chiesa Telesina, Benevento, Auxiliatrix, 1977, passim.
4- Cfr. Silvio Falato, La festa dell’Assunta a Guardia Sanframondi, pp. 199-208, contributo in Luigi R. Cielo, Iuvatcastris montem qui dicitur Matese et magnum vestire Taburnum: Guardia, Torrecuso, Via Francigena, Napoli, Bagnoli Editore, 2020.
5- Cfr. Liberatore Manzella (1631-1707) pp. 104-106 e pass., in Domenico Varrone, a c.d., Memorie, Archivio Parrocchia Pietraroja, ms., XIX sec., pp., I, 99-109, 114. Per i toponimi, cfr., nell’ordine, Luigi Romolo Cielo, Opuscula, San Salvatore Telesino, ASVT, 2022, pp. 34, 56, 60; Errico Cuozzo –Jean-Marie Martin, Le pergamene di Santa Cristina di Sepino (1143-1403), Ecol Francaise De Rome, 1998, pp. 135-136. R. Di Lello, Pietraro?a. Le vicende di un toponimo, in “La voce del Titerno”, Cerreto Sannita, Comunità Montana Del Titerno, II, 10 (2006) pp. 12-13.
6- Cfr. foto, da D. Varrone, a c.d., cit., p. 126.
7- D. Varrone, a c.d., pass.
8– Angelo Michele Iannacchino, Telesia sua diocesi e pastori, Benevento, d’Alessandro, 1900, p. 193 e R. Pescitelli, cit., pp. 171-174.
9- L. Manzella, cit., pp. 99-109, 114. Cfr. pure R. Di Lello, E la montagna di Pietraroia tremò, in “Rivista Storica del Sannio”, Napoli, Arte Tipografica, I, 2009, pp. 59-84.
10- Tanto risulta dalle date sull’architrave del portale, su una delle tre finestre del prospetto, sulla base degli stipiti di una delle due porte laterali e sulla penultima pietra del terzo gradino della scala che dà agli ingressi.
11- Cfr. L. Manzella, pass ; D. Varrone, pass; R. Pescitelli, pp. 176-178.
12- Doc.ti in D. Varrone, p. 98 e relazione in Domenico Falcigno, Cronistoria delle campane e delle cappelle in Pietraroja, ivi, Comitato Civico e Pro Loco, 2010, p. 4.
13- Registro rendite ed esiti, Anni 1782-1807, ms., pp. 91-94, in R. Di Lello, Ebrei in diocesi di Telese (Nota preliminare), “Annuario di storia cultura e varia umanità”, Associazione Storica Valle Telesina, 2016, pp. 87-94.
14- D. Varrone, p. 126.
15- R. Di Lello, sopralluogo e appunto ms., 30 luglio 1979.
16- Cfr. Relazione del commissario prefettizio, 1937 e La chiesa madre “Santa Maria Assunta in Cielo”di Pietraroja, rispettivamente a c.d. Domenico Falcigno,”storie di tutti i giorni, vecchi discorsi”, Pietraroja, Pro Loco-Comune, 2006, pp. 14-18 e 2008, pp. 22-29.
17- Per testo e foto, cfr. D. Falcigno, Don Lorenzo De Carlo, un parroco di montagna, Pietraroja, Comune – Pro Loco, 2008, pp. 6, 18, 20, 49, 61- 62.
18- Documento rinvenuto, nel dicembre 2022, da Paola Di Lello, in casa Manzelli.
19- Martina Di Rubbo, tel. 24.9.2022, ore 16.30.
20- Ref. Nicola Bello, 17.9.2022, ore 12.27.
21- D. Falcigno, 2010, pp. 4-7 e 14-19.
22- Ref. A.L. Bello.
Antonella Selvaggio
Archeologa classica. Lavora presso l’Università del Salento.
Medico e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con riviste di carattere storico. Ha pubblicato una Vita di San Leucio, il libro: “Da Casale a Comune” e la Storia della Parrocchiale Santa Maria Assunta di San Salvatore Telesino. Ha partecipato all’Antologia “Dieci Medici Raccontano”, che ha ottenuto il “Premio Rufolo 2019”. Premio Olmo 2009 per il romanzo storico «L’ultima notte di Bedò», è anche autore di alcuni saggi sulla Storia della Medicina tra cui uno studio sulla Depressione dal titolo «Il potere misterioso della bile nera, breve storia della depressione da Ippocrate a Charlie Brown». Nel 2024 ha pubblicato “Fu la peste” e “Islam a Telesia” per ABE Editore Napoli. Fondatore e Direttore Editoriale della Casa Editrice Fioridizucca.


Laurea magistrale in Lettere. Docente a Prato. Ha approfondito gli eventi storici che portarono alla “Marcia della fame” del 1957 nei comuni del Valfortore sannita. Ha scritto il “Catasto Onciario della Terra di San Salvatore”.

Scrittore, poeta e divulgatore culturale. Medico di continuità assistenziale. Autore di diversi saggi storici e racconti. Ha partecipato all’antologia “Dieci Medici Raccontano”. Fondatore del Premio Nazionale Olmo che tutti gli anni si svolge in Raviscanina (Ce).
Dottore in Lettere. all’Università di Salerno, indirizzo “storico medievale”. Si è poi laureata in Scienze della Formazione primaria all’Ateneo di Campobasso. Studiosa della storia della sua città. Lettrice instancabile di autori italiani e stranieri, si occupa della formazione di piccoli lettori e poeti. È insegnante nella Scuola Primaria da quindici anni. Ha sperimentato innovative metodologie di approccio alla lettura utilizzando le nuove tecnologie che hanno portato alla pubblicazione di una ricerca dal titolo: TIC e DSA. Riflessioni ed esperienze sulle nuove frontiere della pedagogia speciale, Ed. EriksonLive. La storia locale e la ricerca accurata le ha permesso di pubblicare anche un Saggio in storia medievale sull’assetto urbano e riorganizzazione del territorio della Benevento nei sec. XI e XII. Animatore culturale, scrive poesie per fermare in foto-scritte, attimi di vita.
Lorenzo Piombo, medico psichiatra, dirigente del Dipartimento Salute Mentale della ASL di Benevento. Ricercatore e studioso di storia. Vive e opera a Morcone.
Avvocato. Patrocinante in Cassazione. Scrittore di Storia Locale. Opera a Guardia Sanframondi.
Architetto e docente. Appassionato cultore di Storia Locale in Cerreto Sannita, città in cui vive. Ha come campi di interesse gli insediamenti abitativi sanniti. Collabora con il Blog dell’Istituto Storico del Sannio di cui è socio fondatore. È autore del saggio “Cominium Ocritum e le forche caudine: una storia
Studioso del ‘700 napoletano e dell’epopea di Federico II ha approfondito in modo particolare le influenza arabe sull’architettura napoletana. Studioso di suffisso e di religioni orientali.
Medico del Lavoro. Regista teatrale. Giornalista pubblicista. Fondatore di “Byblos”, la biblioteca del Sannio. Scrittore e divulgatore della storia e dei personaggi del Sannio, ha pubblicato “A tavola nel Sannio”, una guida ai ristoranti della provincia di Benevento; “Dietro la Leggenda” (2016), una raccolta di racconti ispirati a fiabe e a leggende del Sannio. Nel 2017 ha pubblicato “Samnes”, un romanzo storico sull’epopea sannita. Ha curato la trascrizione del manoscritto e la stampa dei tre volumi delle “Memorie storiche di Cerreto Sannita per Arcidiacono Nicola Rotondi”. Nel 2019 ha pubblicato “Guida alla Valle Telesina e al Sannio”. Ha pubblicato “Il delitto del pozzo dei pazzi”, un medical-thriller ambientato nel primo ‘900 nell’ospedale degli Incurabili di Napoli. È autore della “Storia di Cerreto dalla preistoria alla seconda guerra mondiale (2022) e di “Fiabe e Favole in cerretese”, edito da Fioridizucca. (2023).
È nato e vive a Castelvenere. Già docente di materie letterarie nella scuola statale, ha pubblicato diverse raccolte di liriche, pagine di ricerca letteraria, studi relativi alla cultura popolare. È presente in antologie, dizionari bio-bibliografici e testi scolastici. Appassionato si storia e di tradizioni locali, è membro di associazioni culturali nazionali. I suoi versi hanno ricevuto giudizi positivi da parte della critica e in concorsi letterari si è classificato ai primi posti.
Architetto, libero professionista. Si occupa di progettazione architettonica, interior design e aspetti legati all’architettura del paesaggio. Dal 2021 è Consigliere dell’ordine degli Architetti della Provincia di Benevento. Ha partecipato a Mostre sul restauro architettonico e a numerose iniziative riguardanti la promozione territoriale.
Insegnante, vive a Caiazzo. È Presidente del’Associazione Storica del Caiatino.
Cultore di storia locale e delle tradizioni del suo paese. Autore del saggio “Notizie storiche ed urbanistiche di Cerreto antica” in cui ha ricostruito l’antico borgo distrutto dal terremoto del 1688.
Originario di Castelvenere. Già dipendente del Miur ora in pensione. Appassionato di Storia locale ed animatore di gruppi per la diffusione della lingua e delle tradizioni di Castelvenere.
Nato a Napoli e residente in Piedimonte Matese. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Napoli e successiva specializzazione in Chirurgia generale all’Università di Modena è stato aiuto chirurgo presso l’ospedale civile di Piedimonte Matese e, dal maggio 1990, primario del reparto di Pronto Soccorso. Attualmente è pensionato. Dal 1° giugno 1978 è socio corrispondente dell’Associazione Culturale Italo Ispanica “C. Colombo – Madrid”. Negli anni 1972-73, in collaborazione con altri, ha pubblicato alcuni articoli specialistici su riviste mediche. Cultore di storia e tradizioni locali ha pubblicato studi su vari Annuari e collane dell’Associazione Storica del Medio Volturno (sodalizio del quale oltre che socio è stato in passato anche componente del consiglio direttivo) ed in altre riviste e quotidiani regionali.
Musicista. Maestro di clarinetto ed orchestrale. Studioso di storia della filosofia e del ‘700 napoletano. Esperto simbolista e autore di testi esoterico/filosofici.
Nato a Telese Terme ma originario di Amorosi è stato allievo del filosofo Massimo Achille Bonfantini. Laureato in Semiotica e Filosofia del Linguaggio presso l’Università l’Orientale di Napoli. Dedica le sue ricerche prevalentemente allo studio della filosofia e della psicologia dell’inconscio, come dei nuovi percorsi conoscitivi applicati alle neuroscienze. Ha pubblicato Cento petali e una rosa. Semiosi di un romanzo storico (Natan, 2016), Filosofia hegeliana e religione. Osservazioni su Sebastiano Maturi (Natan, 2017) e, recentemente, il saggio dal titolo: Nel gioco di un’incerta reciprocità: Gregory Bateson e la teoria del “doppio legame” (Ediz. Del Faro, 2020).
Nato a Ponte, dove risiede. Dipendente del gruppo Ferrovie dello Stato. Cultore di storia locale con particolare attenzione al periodo medievale. Ha pubblicato “Ponte tra Cronaca e Storia”, “Domenico Ocone, quarant’anni di storia pontese…”, “Le Vie di Ponte tra Storia e Leggenda”. Collabora con varie associazioni culturali.
Farmacista. Dopo la laurea ha conseguito un master biennale e un corso di perfezionamento, approfondendo le conoscenze in ambito fitoterapico, micoterapico e nutraceutico, con la pubblicazione del lavoro di tesi sulla rivista di divulgazione scientifica di medicina naturale ‘Scienza Natura’ del Prof. Ivo Bianchi. Attivo nel sociale, è membro del Rotary Club Valle Telesina ed è amante dello sport e della natura. Innamorato del proprio territorio, ha iniziato a coltivare l’interesse per la storia locale.


Presidente dell’Associazione culturale “La Biblioteca del Sannio”, dottore di ricerca presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” con una tesi sulla metadatazione della cartografia storica. Giornalista e direttore di Canale Sassuolo. Già docente a contratto di Lingua e Cultura Spagnola e Global History, presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’ateneo vanvitelliano, è attualmente tutor di Storia Contemporanea e Storia dei Partiti e Movimenti politici.



Laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Dirigente amministrativa presso l’Università del Molise.
Dottore di ricerca in Ingegneria Elettronica ed informatica presso l’Università degli Studi di Napoli. Ha Svolto attività didattica presso l’Università Federico II. Vive a Telese.
Vive a Morcone. Presidente Italia Nostra Matese Alto Tammaro.
Maestro elementare, appassionato studioso e cultore di Storia Locale.
Biologo residente a Telese Terme. Cultore di storia locale con particolare riferimento alla storia del periodo sannitico. È autore del saggio “La Leonessa e il fenomeno luminoso nella grotta di Sant’Angelo” edito da Fioridizucca nel 2022.
Già sindaco di Caiazzo, dopo aver conseguito la maturità scientifica, rivolge il suo impegno politico alle battaglie del Partito Radicale, soprattutto nel campo della tutela dell’ambiente e in quello per una giustizia giusta. Nel 1980 viene eletto consigliere comunale a Caiazzo, città in cui vive, in rappresentanza della “nuova sinistra”. Nel 1982 aderisce alla Lega per l’Ambiente, promuovendo diverse iniziative per la tutela del fiume Volturno e per il recupero del patrimonio edilizio del centro storico di Caiazzo. Tra il 1987 e il 1994 è Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino. Nel 1994 viene eletto sindaco di Caiazzo con la lista civica “Rinascita Caiatina”. Rieletto nel 1998, si adopera per una crescita socio-economica della città; realizza un programma pluriennale, che viene selezionato anche da “Sviluppo Italia” SpA per la costituzione di un Laboratorio di sperimentazione per lo sviluppo locale. Presidente dell’Associazione “Città Paesaggio” dal 2003, è coordinatore del progetto “Per una Carta dei paesaggi dell’olio e dell’olivo”, realizzato d’intesa con l’Associazione nazionale “Città dell’Olio”. Nel 2007 aderisce a Slow Food, dedicandosi soprattutto alla salvaguardia delle piccole produzioni agricole. Ha pubblicato con le Edizioni 2000diciassette: La Memoria e L’Oblio, un saggio sull’eccidio di Caiazzo durante l’ultimo conflitto mondiale.
Giornalista Pubblicista. Esperto di Enologia, collabora a diversi siti web del settore. Collaboratore del blog lucianopignataro.it è responsabile dell’Ufficio Stampa del Sannio Consorzio Tutela Vini.
Dottore in Storia. Autore di un saggio storico, conseguente a ricerca d’archivio, sul suo Comune dal titolo: Faicchio 1920 – 1946 dall’avvento del Fascismo alla nascita della Repubblica, 2016.
Promotore culturale dell’area di Faicchio. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureato in Economia. È dirigente d’impresa a Milano nel settore delle borse valori e mercati finanziari. Ha scritto diversi articoli sulla stampa finanziaria nazionale, tra cui il Sole 24 Ore ed Investire. È appassionato di cultura locale, ha vinto il premio Prosa IX Premio letterario dell’Associazione Storica del Medio Volturno. Titolare delle strutture ricettive “Magie del Sannio” ha dato vita anche al “Piccolo Museo privato di Faicchio Magie del Sannio”.
Giornalista professionista. Scrittore di romanzi e direttore di diverse testate radio televisive. Fondatore del sito: Neifatti.it
Esperta di Comunicazione Istituzionale; in particolar modo di Social Media Policy e e di politiche agroalimentari legate all’economia di piccola scala per Slow Food, in Campania e Basilicata. Suoi contributi in ambito associativo sono legati a tradizioni e culture della terra e del territorio. Ha effettuato training in storiografia in Francia.
Infaticabile animatore culturale dell’area del Caiatino e del Casertano. Allievo del prof. Galasso. Fondatore di Gruppi culturali dediti alla divulgazione della storia del Territorio, attualmente responsabile di Procedimento Unità Operativa Biblioteca civica e Archivio Storico del Comune di Caiazzo.
Medico ed esperto di storia della gastronomia.
Medico di Emergenza territoriale residente in Puglianello. Ha collaborato all’opera Dieci Medici Raccontano.
Studioso della storia del Risorgimento e cultore del periodo Borbonico, ha recentemente collaborato con un suo scritto all’antologia biografica dedicata a Michele Ungaro. Ha in corso un saggio su Sanchez De Luna, un Vescovo del ‘700.
Medico specialista in oncologia e cure palliative è autore principalmente di pubblicazioni scientifiche di settore in lingua inglese ed italiana. È stato inoltre relatore
Sannita di origini e toscano d’adozione. Medico anestesista, ha coltivato con interesse e particolarmente studiato la “Terapia del dolore”. Di tale disciplina è stato per lunghi anni docente all’Università di Siena. Ha avuto anche esperienze di insegnamento all’estero (Bobigny Paris nord, Accademia Russa delle Scienze mediche, Accademia Lettone di Scienze odontoiatriche). Ufficiale medico dell’Esercito italiano, è appassionato di esoterismo, di cultura e tradizioni popolari. E’ autore di saggistica. Ha recentemente pubblicato saggio su “Massoneria, relazioni umane e comunicazione tecnologica” edito da Fioridizucca edizioni.
Dottore in Legge ed autore di ricerche di Storia Locale. Ha partecipato al progetto “Un museo a colori” avente il fine di far conoscere il museo di arte ceramica di Cerreto Sannita. Le mansioni svolte sono state quelle di guida museale e bibliotecaria, e redazione di progetti e lavori di gruppo con gli altri volontari. Ha scritto un saggio nella Antologia dedicata al bicentenario della nascita di Michele Ungaro, edita dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita.
Andrea Ciervo nato a Caserta il 12.10.1975. Presbitero dal 24 novembre 2012 già Laureato in Giurisprudenza alla Federico II, con una tesi di Diritto Ecclesiastico sui Risvolti dei Patti Lateranensi col prof. Mario Tedeschi…tirocinante poi presso Studio Notaro in via Mezzocannone di Napoli…consegue il Baccalaureato presso l’Aloysianum di Padova nel 2007 con una tesi sulla Religione in Immanuel Kant col prof. Secondo Bongiovanni. Si Laurea in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dell’ Italia Meridionale sezione san Tommaso nel 2012 sempre “Summa cum laude”
Dottore in Archeologia e Scienze Storiche, ha svolto diverse campagne di scavo alla necropoli del Cigno a Macchia Valfortore (CB), con l’Università degli studi di Napoli Federico II e alla necropoli di Crocifisso del tufo a Orvieto (TR), con il Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano e l’ Università dell’Arizona. È attuale vice Presidente della Pro Loco di Sant’Agata dei Goti (BN) dove svolge anche la funzione di OLP per il Servizio Civile Universale. È giornalista tirocinante presso la testata QuasiMezzogiorno. Sì è occupato di alcuni ambiti di archeologia della produzione del Sannio caudino. Attualmente s’interessa alle istituzioni sociali e militari del Medioevo. È vice Presidente dell’Istituto Storico Sannio Telesino.
Medico di Pronto Soccorso ed Emergenza Cultore di Storia Locale ha scritto il saggio: Telesia 1349 Peste e Terremoto edizioni duemiladicessette, 2016, Cartoline da Telese ed. Unione Filatelica Beneventana, 2009; Castelvenere Valdese insieme a P. Carlo Ed. Realtà Sannita, 2016; Officine Massoniche e Vendite Carbonare in Area Sannita insieme a F. Pace, edito dall’ASMV nel 2019. Ha scritto nell’Antologia sulla vita di Michele Ungaro edito dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita nel 2019.ha in corso di pubblicazione un libro di poesie. Dirige la collana di poesie della Casa Editrice FioriDiZucca. Presidente pro-tempore dell’Istituto Storico del Sannio Telesino. Premio Upupa 2017 e 2019 per gli studi di storia locale.