
Prima di tutto ringrazio, per la indispensabile e la preziosa collaborazione tecnica nello svolgimento del tema, Maria Cristina e Paola Manzelli.
Rammento, quindi, che in un mio precedente, lontano articolo trattai dell’argomento medicina dedotto da pietre in Alife.1Cfr. R. Di Lello, Le pietre di Alife parlano anche di medicina antica, in “Il Matese”, Piedimonte Matese, Comunità Montana, VII, 6 (1994) pp. 10-11. Di Pietraroia nessuna componente è, forse, più rappresentativa della pietra: da essa, tanto per citare qualche esempio, deriva il medievale se non antico toponimo più volte modificato e pietre ci parlano di scienza, quelle del parco geo paleontologico, di architettura e di arte, quelle colorate che hanno impreziosito lo scalone d’ingresso nella Reggia di Caserta.
Pietre ci parlano anche di storia e qui di seguito, appunto, riporto in sintesi quanto ho appreso da una indagine sull’argomento in oggetto suggeritomi da alcune; le notai nel 1975 in paese, sul prospetto della chiesa parrocchiale e di una abitazione privata, le registrai con altre, in un quaderno e sono state riprese in immagini fotografiche ancora una volta nel settembre del 2020.
Ebbene, Pietraroia (BN) in regione Campania, dalla sola frequentazione del territorio, alle rifondazioni dei nuovi centri abitati, ai giorni nostri, è stata protagonista di una interessante storia più che millenaria nella quale il detto edificio sacro, costruito nell’alto Medioevo,2Cfr. Archivio Parrocchia di Pietraroia, Memorie, 1688-1908, ms. a c.d. D. Varrone, pp. 105-106, 115-116, 125. fu riutilizzato come parrocchiale dopo il terremoto del 1688, uno degli avvenimenti più tragici che, in quel secolo, funestarono il paese; ma procediamo con ordine.
Sopra la base lapidea dello stipite destro di una delle due porte laterali d’ingresso, quella del medesimo lato, risulta inciso, agevole alla lettura per chi entra nel tempio: “FVLACAR:1648”, Fu la car(estia nell’anno) 1648.

La mancanza di prodotti alimentari sarà stato un fatto drammatico, oltretutto perché venne consegnato in quel modo indelebile alla memoria e perché verificatosi in un paese di montagna, con una popolazione in crescita costante e ad economia agro-pastorale3Cfr. Memorie, cit., pp. 109-110. L. Giustiniani, Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli,Napoli, Manfredi, VII, 1804, pp. 200-201. non sempre florida e abbondante, ma di sopravvivenza per la maggior parte degli abitanti; comunque, la collocazione della frase sull’ultimo stipite induce a ipotizzare che, quasi a scongiuro, si sia voluto segnare e per di più incancellabile sopra una pietra di luogo di culto, il limite all’annotare altri flagelli in quello e nei secoli a venire. Senonché, qualche tempo dopo e sulla base lapidea dello stipite controlaterale, venne inciso: “FULAPESTAE 1656”, a ricordo della terribile epidemia di quell’anno.

Insorta a Napoli in primavera-estate, la funesta malattia infettiva a rapida diffusione desolò, tranne la provincia di Lecce, tutte le altre del Regno. In Terra di Lavoro maltrattò, con particolare accanimento, il Cerretano. La gente si votava ai santi e a terapie empiriche e magiche; ricorreva alla così detta pillola del tribus ovvero alla prevenzione: “Cede cito longique abi serusque reverte”, cioè: parti subito e vai lontano e ritorna tardi”.4Cfr. S. De Renzi, Napoli nell’anno 1656, Napoli, 1867-1968, pp. 82.83. D. Franco, Cerreto Sannita ai margini della rivolta di Masaniello, in “Samnium”, Benevento, XLII, (1969) 1-2, p. 11. Anche a Pietraroia, la gente usò la detta pillola ma, di solito, come scongiuro contro il morbo5Cfr. R. Di Lello, Coronavirus, epidemie e singolari analogie in “Storia della medicina”, Istituto Storico Sannio Telesino, 05-5-2020. e non con gli effetti sperati; il numero delle famiglie risultò dimezzato, se si considerano le 119 registrate nel 1648 e le 69 del 1669.6Cfr. Memorie, cit., pp. 109-110 e Raccolta fotog. R D L, Piedimonte Matese, Nuova situatione de pagamenti fiscali[…] dal primo di Gennaro 1669, Napoli, Regia Stampa di Egidio Longo, 1670, p. 21. Cfr. pure L. Giustiniani, cit.
Evento catastrofico che coinvolse Pietraroia, sempre in quel secolo, fu anche il sisma del 5 giugno 1688. A differenza dei due precedenti, memorie se ne trovano in fonti e letteratura e si conoscono i danni ingenti e il numero elevato delle vittime;7Cfr. R. Di Lello …E la montagna di Pietraroia tremò. Aspetti di una catastrofe annunciata, in “Rivista storica del Sannio”, Napoli, Arte Tipografica, I, 2009, pp. 59-84. tuttavia, al riguardo non risulta nessuna specifica incisione che, su pietra, dati il terremoto.
Nell’indagine ho invece rinvenuto sempre sulla facciata della chiesa e preso in considerazione tre altre iscrizioni di non poca importanza in merito. Procedendo dall’alto verso il basso e cronologicamente, una, incisa sulla soglietta, spaccata, dell’artistica finestra al di sopra di quanto rimane del rosone, dice, volta dal latino: «IL NOME DEL SIGNORE INVOCATE. D(ON) (G)IO(VANN)I (G)IAC(OM)O / BELLO, ARCIPR(ETE), DI COSTRUIRE OR / DINO’ NELL’ANNO DEL SIGNORE 1625».

È probabile che autore delle prime due sia stato, così come della terza, il detto don Giovanni Giacomo Bello, parroco di Pietraroia dal 1609 al 16568Memorie, cit., p. 115. e non più quando il movimento tellurico interessò il paese. Altra, la data 1691 o ’95, incisa sembra sopra un 1569, rimane sull’architrave del portale.

La data 1769 sta intagliata sull’ultimo gradino d’accesso all’edificio di culto.

Ma v’è dell’altro: sempre in paese e sul frontespizio di casa Pastore, in via Torino, n. 11, si notano uno stemma araldico e più in basso un complesso scultoreo voluti, è probabile, da un qualche abitante autorevole, forse un ecclesiastico. Lo stemma, in pietra, è segnato BELLUS, cognome in latino del committente. La lastra lapidea, oltremodo singolare, presenta in alto un rigo inciso con sei segni punteggiati in parte e la data 1608, una sottostante maschera scolpita e, alla base, un rigo di 13 segni, il tutto a finalità apotropaica.9E. T. Salmon, Il Sannio e i Sanniti, Torino, Einaudi, 1983, p. 144. Cfr. AA.VV., Sannio Pentri e Frentani dal VI al I sec a. C., Roma, De Luca, 1980, fig. pp. 157-158, 164, 207, 283?

E qui, pare non superfluo rammentare che Maschere e segni di scongiuro sono stati abituali, già dal III millennio a. C., presso Sumeri, Assiri, Babilonesi, Greci e Romani; per quanto ci riguarda più da vicino, anche i Sanniti tracciarono segni grafici su pietra e utilizzarono teste impressionanti di Gorgoni apotropaiche; la tradizione è stata attuale ancora nell’Evo Moderno come dimostrano, ad esempio, la lastra lapidea alla quale s’è fatto riferimento e il mostruoso volto in legno, ma da ritenere elemento decorativo, posto sul portale d’un edificio diocesano costruito, in Cerreto, dopo il terremoto del 1688.
Per concludere, ritornando al tema, gli elementi citati nel testo rimandano a quel sisma, seppure in modo indiretto e in tempi successivi, perché? I primi tre, così come gli ultimi due e altri registrati e fotografati, ma non esposti, provengono dal paese distrutto; non solo: i primi tre, insieme al quarto e al quinto, confermano che la chiesa, “diruta” nel 1596,10Memorie, cit., pp. 109 e 111. venne restaurata e adibita a parrocchiale dal 1688, ampliata11Cfr. R. Pescitelli, Chiesa Telesina, Benevento, Auxiliatrix, 1977, p. 178 e nt. 28. nel 1691-‘95 e completata nel 1761, per la nuova Pietraroia, rinata a cagione del terremoto.
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[1] Cfr. R. Di Lello, Le pietre di Alife parlano anche di medicina antica, in “Il Matese”, Piedimonte Matese, Comunità Montana, VII, 6 (1994) pp. 10-11.
[2] Cfr. Archivio Parrocchia di Pietraroia, Memorie, 1688-1908, ms. a c.d. D. Varrone, pp. 105-106, 115-116, 125.
[3] Cfr. Memorie, cit., pp. 109-110. L. Giustiniani, Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli, Napoli, Manfredi, VII, 1804, pp. 200-201.
[4] Cfr. S. De Renzi, Napoli nell’anno 1656, Napoli, 1867-1968, pp. 82.83. D. Franco, Cerreto Sannita ai margini della rivolta di Masaniello, in “Samnium”, Benevento, XLII, (1969) 1-2, p. 11.
[5] Cfr. R. Di Lello, Coronavirus, epidemie e singolari analogie in “Storia della medicina”, Istituto Storico Sannio Telesino, 05-5-2020.
[6] Cfr. Memorie, cit., pp. 109-110 e Raccolta fotog. R D L, Piedimonte Matese, Nuova situatione de pagamenti fiscali[…] dal primo di Gennaro 1669, Napoli, Regia Stampa di Egidio Longo, 1670, p. 21. Cfr. pure L. Giustiniani, cit.
[7] Cfr. R. Di Lello …E la montagna di Pietraroia tremò. Aspetti di una catastrofe annunciata, in “Rivista storica del Sannio”, Napoli, Arte Tipografica, I, 2009, pp. 59-84.
[8] Memorie, cit., p. 115.
[9] E. T. Salmon, Il Sannio e i Sanniti, Torino, Einaudi, 1983, p. 144. Cfr. AA.VV., Sannio Pentri e Frentani dal VI al I sec a. C., Roma, De Luca, 1980, fig. pp. 157-158, 164, 207, 283?
[10] Memorie, cit., pp. 109 e 111.
[11] Cfr. R. Pescitelli, Chiesa Telesina, Benevento, Auxiliatrix, 1977, p. 178 e nt. 28.
Antonella Selvaggio
Archeologa classica. Lavora presso l’Università del Salento.
Medico e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con riviste di carattere storico. Ha pubblicato una Vita di San Leucio, il libro: “Da Casale a Comune” e la Storia della Parrocchiale Santa Maria Assunta di San Salvatore Telesino. Ha partecipato all’Antologia “Dieci Medici Raccontano”, che ha ottenuto il “Premio Rufolo 2019”. Premio Olmo 2009 per il romanzo storico «L’ultima notte di Bedò», è anche autore di alcuni saggi sulla Storia della Medicina tra cui uno studio sulla Depressione dal titolo «Il potere misterioso della bile nera, breve storia della depressione da Ippocrate a Charlie Brown». Nel 2024 ha pubblicato “Fu la peste” e “Islam a Telesia” per ABE Editore Napoli. Fondatore e Direttore Editoriale della Casa Editrice Fioridizucca.


Laurea magistrale in Lettere. Docente a Prato. Ha approfondito gli eventi storici che portarono alla “Marcia della fame” del 1957 nei comuni del Valfortore sannita. Ha scritto il “Catasto Onciario della Terra di San Salvatore”.

Scrittore, poeta e divulgatore culturale. Medico di continuità assistenziale. Autore di diversi saggi storici e racconti. Ha partecipato all’antologia “Dieci Medici Raccontano”. Fondatore del Premio Nazionale Olmo che tutti gli anni si svolge in Raviscanina (Ce).
Dottore in Lettere. all’Università di Salerno, indirizzo “storico medievale”. Si è poi laureata in Scienze della Formazione primaria all’Ateneo di Campobasso. Studiosa della storia della sua città. Lettrice instancabile di autori italiani e stranieri, si occupa della formazione di piccoli lettori e poeti. È insegnante nella Scuola Primaria da quindici anni. Ha sperimentato innovative metodologie di approccio alla lettura utilizzando le nuove tecnologie che hanno portato alla pubblicazione di una ricerca dal titolo: TIC e DSA. Riflessioni ed esperienze sulle nuove frontiere della pedagogia speciale, Ed. EriksonLive. La storia locale e la ricerca accurata le ha permesso di pubblicare anche un Saggio in storia medievale sull’assetto urbano e riorganizzazione del territorio della Benevento nei sec. XI e XII. Animatore culturale, scrive poesie per fermare in foto-scritte, attimi di vita.
Lorenzo Piombo, medico psichiatra, dirigente del Dipartimento Salute Mentale della ASL di Benevento. Ricercatore e studioso di storia. Vive e opera a Morcone.
Avvocato. Patrocinante in Cassazione. Scrittore di Storia Locale. Opera a Guardia Sanframondi.
Architetto e docente. Appassionato cultore di Storia Locale in Cerreto Sannita, città in cui vive. Ha come campi di interesse gli insediamenti abitativi sanniti. Collabora con il Blog dell’Istituto Storico del Sannio di cui è socio fondatore. È autore del saggio “Cominium Ocritum e le forche caudine: una storia
Studioso del ‘700 napoletano e dell’epopea di Federico II ha approfondito in modo particolare le influenza arabe sull’architettura napoletana. Studioso di suffisso e di religioni orientali.
Medico del Lavoro. Regista teatrale. Giornalista pubblicista. Fondatore di “Byblos”, la biblioteca del Sannio. Scrittore e divulgatore della storia e dei personaggi del Sannio, ha pubblicato “A tavola nel Sannio”, una guida ai ristoranti della provincia di Benevento; “Dietro la Leggenda” (2016), una raccolta di racconti ispirati a fiabe e a leggende del Sannio. Nel 2017 ha pubblicato “Samnes”, un romanzo storico sull’epopea sannita. Ha curato la trascrizione del manoscritto e la stampa dei tre volumi delle “Memorie storiche di Cerreto Sannita per Arcidiacono Nicola Rotondi”. Nel 2019 ha pubblicato “Guida alla Valle Telesina e al Sannio”. Ha pubblicato “Il delitto del pozzo dei pazzi”, un medical-thriller ambientato nel primo ‘900 nell’ospedale degli Incurabili di Napoli. È autore della “Storia di Cerreto dalla preistoria alla seconda guerra mondiale (2022) e di “Fiabe e Favole in cerretese”, edito da Fioridizucca. (2023).
È nato e vive a Castelvenere. Già docente di materie letterarie nella scuola statale, ha pubblicato diverse raccolte di liriche, pagine di ricerca letteraria, studi relativi alla cultura popolare. È presente in antologie, dizionari bio-bibliografici e testi scolastici. Appassionato si storia e di tradizioni locali, è membro di associazioni culturali nazionali. I suoi versi hanno ricevuto giudizi positivi da parte della critica e in concorsi letterari si è classificato ai primi posti.
Architetto, libero professionista. Si occupa di progettazione architettonica, interior design e aspetti legati all’architettura del paesaggio. Dal 2021 è Consigliere dell’ordine degli Architetti della Provincia di Benevento. Ha partecipato a Mostre sul restauro architettonico e a numerose iniziative riguardanti la promozione territoriale.
Insegnante, vive a Caiazzo. È Presidente del’Associazione Storica del Caiatino.
Cultore di storia locale e delle tradizioni del suo paese. Autore del saggio “Notizie storiche ed urbanistiche di Cerreto antica” in cui ha ricostruito l’antico borgo distrutto dal terremoto del 1688.
Originario di Castelvenere. Già dipendente del Miur ora in pensione. Appassionato di Storia locale ed animatore di gruppi per la diffusione della lingua e delle tradizioni di Castelvenere.
Nato a Napoli e residente in Piedimonte Matese. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Napoli e successiva specializzazione in Chirurgia generale all’Università di Modena è stato aiuto chirurgo presso l’ospedale civile di Piedimonte Matese e, dal maggio 1990, primario del reparto di Pronto Soccorso. Attualmente è pensionato. Dal 1° giugno 1978 è socio corrispondente dell’Associazione Culturale Italo Ispanica “C. Colombo – Madrid”. Negli anni 1972-73, in collaborazione con altri, ha pubblicato alcuni articoli specialistici su riviste mediche. Cultore di storia e tradizioni locali ha pubblicato studi su vari Annuari e collane dell’Associazione Storica del Medio Volturno (sodalizio del quale oltre che socio è stato in passato anche componente del consiglio direttivo) ed in altre riviste e quotidiani regionali.
Musicista. Maestro di clarinetto ed orchestrale. Studioso di storia della filosofia e del ‘700 napoletano. Esperto simbolista e autore di testi esoterico/filosofici.
Nato a Telese Terme ma originario di Amorosi è stato allievo del filosofo Massimo Achille Bonfantini. Laureato in Semiotica e Filosofia del Linguaggio presso l’Università l’Orientale di Napoli. Dedica le sue ricerche prevalentemente allo studio della filosofia e della psicologia dell’inconscio, come dei nuovi percorsi conoscitivi applicati alle neuroscienze. Ha pubblicato Cento petali e una rosa. Semiosi di un romanzo storico (Natan, 2016), Filosofia hegeliana e religione. Osservazioni su Sebastiano Maturi (Natan, 2017) e, recentemente, il saggio dal titolo: Nel gioco di un’incerta reciprocità: Gregory Bateson e la teoria del “doppio legame” (Ediz. Del Faro, 2020).
Nato a Ponte, dove risiede. Dipendente del gruppo Ferrovie dello Stato. Cultore di storia locale con particolare attenzione al periodo medievale. Ha pubblicato “Ponte tra Cronaca e Storia”, “Domenico Ocone, quarant’anni di storia pontese…”, “Le Vie di Ponte tra Storia e Leggenda”. Collabora con varie associazioni culturali.
Farmacista. Dopo la laurea ha conseguito un master biennale e un corso di perfezionamento, approfondendo le conoscenze in ambito fitoterapico, micoterapico e nutraceutico, con la pubblicazione del lavoro di tesi sulla rivista di divulgazione scientifica di medicina naturale ‘Scienza Natura’ del Prof. Ivo Bianchi. Attivo nel sociale, è membro del Rotary Club Valle Telesina ed è amante dello sport e della natura. Innamorato del proprio territorio, ha iniziato a coltivare l’interesse per la storia locale.


Presidente dell’Associazione culturale “La Biblioteca del Sannio”, dottore di ricerca presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” con una tesi sulla metadatazione della cartografia storica. Giornalista e direttore di Canale Sassuolo. Già docente a contratto di Lingua e Cultura Spagnola e Global History, presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’ateneo vanvitelliano, è attualmente tutor di Storia Contemporanea e Storia dei Partiti e Movimenti politici.



Laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Dirigente amministrativa presso l’Università del Molise.
Dottore di ricerca in Ingegneria Elettronica ed informatica presso l’Università degli Studi di Napoli. Ha Svolto attività didattica presso l’Università Federico II. Vive a Telese.
Vive a Morcone. Presidente Italia Nostra Matese Alto Tammaro.
Maestro elementare, appassionato studioso e cultore di Storia Locale.
Biologo residente a Telese Terme. Cultore di storia locale con particolare riferimento alla storia del periodo sannitico. È autore del saggio “La Leonessa e il fenomeno luminoso nella grotta di Sant’Angelo” edito da Fioridizucca nel 2022.
Già sindaco di Caiazzo, dopo aver conseguito la maturità scientifica, rivolge il suo impegno politico alle battaglie del Partito Radicale, soprattutto nel campo della tutela dell’ambiente e in quello per una giustizia giusta. Nel 1980 viene eletto consigliere comunale a Caiazzo, città in cui vive, in rappresentanza della “nuova sinistra”. Nel 1982 aderisce alla Lega per l’Ambiente, promuovendo diverse iniziative per la tutela del fiume Volturno e per il recupero del patrimonio edilizio del centro storico di Caiazzo. Tra il 1987 e il 1994 è Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino. Nel 1994 viene eletto sindaco di Caiazzo con la lista civica “Rinascita Caiatina”. Rieletto nel 1998, si adopera per una crescita socio-economica della città; realizza un programma pluriennale, che viene selezionato anche da “Sviluppo Italia” SpA per la costituzione di un Laboratorio di sperimentazione per lo sviluppo locale. Presidente dell’Associazione “Città Paesaggio” dal 2003, è coordinatore del progetto “Per una Carta dei paesaggi dell’olio e dell’olivo”, realizzato d’intesa con l’Associazione nazionale “Città dell’Olio”. Nel 2007 aderisce a Slow Food, dedicandosi soprattutto alla salvaguardia delle piccole produzioni agricole. Ha pubblicato con le Edizioni 2000diciassette: La Memoria e L’Oblio, un saggio sull’eccidio di Caiazzo durante l’ultimo conflitto mondiale.
Giornalista Pubblicista. Esperto di Enologia, collabora a diversi siti web del settore. Collaboratore del blog lucianopignataro.it è responsabile dell’Ufficio Stampa del Sannio Consorzio Tutela Vini.
Dottore in Storia. Autore di un saggio storico, conseguente a ricerca d’archivio, sul suo Comune dal titolo: Faicchio 1920 – 1946 dall’avvento del Fascismo alla nascita della Repubblica, 2016.
Promotore culturale dell’area di Faicchio. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureato in Economia. È dirigente d’impresa a Milano nel settore delle borse valori e mercati finanziari. Ha scritto diversi articoli sulla stampa finanziaria nazionale, tra cui il Sole 24 Ore ed Investire. È appassionato di cultura locale, ha vinto il premio Prosa IX Premio letterario dell’Associazione Storica del Medio Volturno. Titolare delle strutture ricettive “Magie del Sannio” ha dato vita anche al “Piccolo Museo privato di Faicchio Magie del Sannio”.
Giornalista professionista. Scrittore di romanzi e direttore di diverse testate radio televisive. Fondatore del sito: Neifatti.it
Esperta di Comunicazione Istituzionale; in particolar modo di Social Media Policy e e di politiche agroalimentari legate all’economia di piccola scala per Slow Food, in Campania e Basilicata. Suoi contributi in ambito associativo sono legati a tradizioni e culture della terra e del territorio. Ha effettuato training in storiografia in Francia.
Infaticabile animatore culturale dell’area del Caiatino e del Casertano. Allievo del prof. Galasso. Fondatore di Gruppi culturali dediti alla divulgazione della storia del Territorio, attualmente responsabile di Procedimento Unità Operativa Biblioteca civica e Archivio Storico del Comune di Caiazzo.
Medico ed esperto di storia della gastronomia.
Medico di Emergenza territoriale residente in Puglianello. Ha collaborato all’opera Dieci Medici Raccontano.
Studioso della storia del Risorgimento e cultore del periodo Borbonico, ha recentemente collaborato con un suo scritto all’antologia biografica dedicata a Michele Ungaro. Ha in corso un saggio su Sanchez De Luna, un Vescovo del ‘700.
Medico specialista in oncologia e cure palliative è autore principalmente di pubblicazioni scientifiche di settore in lingua inglese ed italiana. È stato inoltre relatore
Sannita di origini e toscano d’adozione. Medico anestesista, ha coltivato con interesse e particolarmente studiato la “Terapia del dolore”. Di tale disciplina è stato per lunghi anni docente all’Università di Siena. Ha avuto anche esperienze di insegnamento all’estero (Bobigny Paris nord, Accademia Russa delle Scienze mediche, Accademia Lettone di Scienze odontoiatriche). Ufficiale medico dell’Esercito italiano, è appassionato di esoterismo, di cultura e tradizioni popolari. E’ autore di saggistica. Ha recentemente pubblicato saggio su “Massoneria, relazioni umane e comunicazione tecnologica” edito da Fioridizucca edizioni.
Dottore in Legge ed autore di ricerche di Storia Locale. Ha partecipato al progetto “Un museo a colori” avente il fine di far conoscere il museo di arte ceramica di Cerreto Sannita. Le mansioni svolte sono state quelle di guida museale e bibliotecaria, e redazione di progetti e lavori di gruppo con gli altri volontari. Ha scritto un saggio nella Antologia dedicata al bicentenario della nascita di Michele Ungaro, edita dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita.
Andrea Ciervo nato a Caserta il 12.10.1975. Presbitero dal 24 novembre 2012 già Laureato in Giurisprudenza alla Federico II, con una tesi di Diritto Ecclesiastico sui Risvolti dei Patti Lateranensi col prof. Mario Tedeschi…tirocinante poi presso Studio Notaro in via Mezzocannone di Napoli…consegue il Baccalaureato presso l’Aloysianum di Padova nel 2007 con una tesi sulla Religione in Immanuel Kant col prof. Secondo Bongiovanni. Si Laurea in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dell’ Italia Meridionale sezione san Tommaso nel 2012 sempre “Summa cum laude”
Dottore in Archeologia e Scienze Storiche, ha svolto diverse campagne di scavo alla necropoli del Cigno a Macchia Valfortore (CB), con l’Università degli studi di Napoli Federico II e alla necropoli di Crocifisso del tufo a Orvieto (TR), con il Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano e l’ Università dell’Arizona. È attuale vice Presidente della Pro Loco di Sant’Agata dei Goti (BN) dove svolge anche la funzione di OLP per il Servizio Civile Universale. È giornalista tirocinante presso la testata QuasiMezzogiorno. Sì è occupato di alcuni ambiti di archeologia della produzione del Sannio caudino. Attualmente s’interessa alle istituzioni sociali e militari del Medioevo. È vice Presidente dell’Istituto Storico Sannio Telesino.
Medico di Pronto Soccorso ed Emergenza Cultore di Storia Locale ha scritto il saggio: Telesia 1349 Peste e Terremoto edizioni duemiladicessette, 2016, Cartoline da Telese ed. Unione Filatelica Beneventana, 2009; Castelvenere Valdese insieme a P. Carlo Ed. Realtà Sannita, 2016; Officine Massoniche e Vendite Carbonare in Area Sannita insieme a F. Pace, edito dall’ASMV nel 2019. Ha scritto nell’Antologia sulla vita di Michele Ungaro edito dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita nel 2019.ha in corso di pubblicazione un libro di poesie. Dirige la collana di poesie della Casa Editrice FioriDiZucca. Presidente pro-tempore dell’Istituto Storico del Sannio Telesino. Premio Upupa 2017 e 2019 per gli studi di storia locale.