
Sembra opportuno premettere che il rudere della torre edificata insieme al castello, nel Medioevo e sopra la roccia in località Sant’Angiolillo, a Pietraroia in provincia di Benevento, è stato, fino ai primi anni Settanta del secolo passato, l’ultimo, evidente testimone della locale vita civile, poi trasferita più a valle dal funesto terremoto del 1688. Al riguardo e in un precedente articolo, dopo aver accennato a casi nei quali la pietra e il marmo colorato hanno segnalato il paese montano nel toponimo, nell’architettura, nell’arte e nella scienza, avvalendomi di notizie e di immagini, in parte inedite, raccolte dal 1975 al ’79 e di recente, ho rilevato il modo in cui incisioni e sculture lapidee ricordano la carestia, la peste e il sisma del ‘600, tre nefasti e molto noti avvenimenti;1Cfr. R. Di Lello, Pietraroia. Pietre che parlano di sventure (Nota preliminare) in “Storia di Pietraroia”, Istituto Storico Sannio Telesino . it (11-11-2020)
A distanza di mesi, sono ritornato a Pietraroia e alle pietre e, via facendo, ho riletto quanto d’altro rinvenuto, ragion per cui, dal momento che pure qualcuno del paese mi ha incitato a proseguire nella esposizione,2N. B., con email del 16-11-2020, ore 22.26.riporterò, non per l’esperto è ovvio, restanti notizie e immagini di pietre che parlano di storia.

Seguirò nei limiti del possibile, come al solito, l’ordine cronologico e, al fine di rendermi più agevole il compito e non tediare il paziente lettore, dividerò l’argomento in due temi che atterranno, il primo, questo, all’aspetto civile e, il prossimo, Deo favente, a quello religioso. Adesso, all’inizio dello svolgimento, s’incontra la figura di un busto in pietra, scolpita e incorniciata, di cm. 40×60 ca., murata in un’abitazione di Via Aurora; la stupenda immagine presenta corona sul capo, acconciatura di capelli ed abito che fanno pensare a persona di rango elevato vissuta in tempi assai lontani.

A non molta distanza, sotto la grondaia di un’abitazione in Via Trieste, una composizione di tre elementi riporta due sculture simili su pietra, ciascuna raffigurante un volto fra raggi e, tra esse, la copia a rilievo di cinque fiori o frutti, in argilla; provengono è verosimile dalla Pietraroia medievale Rappresentano, forse, i volti di antiche divinità o il sole e la luna, rispettivamente, guardando a sinistra e a destra, il primo con tratti più marcati, il secondo alquanto delicato; non è inverosimile che, quantunque ornamentali, avessero, insieme al terzo elemento, un significato apotropaico a favore e a protezione della fertilità agreste.

Sculture vetuste stanno pure lontano dal paese, in località Métele; il toponimo deriverebbe dal latino singolare médelaossia rimedio, medicina, cura e perciò luogo di ricovero e terapia e, perché no?, lazzaretto nel corso di epidemie.3Cfr. R. Di Lello, Coronavirus Epidemie e singolari analogie, in “Storia della medicina”, Istituto Storico Sannio Telesino. it (05-5-2020). Un arco, con fregi identici a quelli dei sottostanti due stipiti, presenta al centro, una pietra di colore diverso collocatavi, non è improbabile, in un successiva occasione; in essa quattro righi incisi nel 1740, alludono, pare, nel(la) ben feli(ce) età del detto an(no) al regn(o) borbonico, a firma di D(on) Gio(vanni) Batti(sta) in Pie (traroia); da notare che il regno borbonico fu instaurato nel 1736, nel ‘40 la regina diede alla luce una figlia, re Carlo volle recarsi a Bari ed offrire, per gratitudine, nella basilica di San Nicola, un ostensorio d’argento4V. Gleijeses, La storia di Napoli, Napoli, Del Giglio, 1987, p. 663. e il santo era, da tempo, il considerato patrono di Pietraroia.

Sopra un ingresso attiguo, parte sacra di possibile luogo d’assistenza sanitaria in passato, stanno sculture lapidee che, dall’alto in basso, rappresentano: una piccola croce su tondo a lato d’un davanzale, un volto con collaretto e con un fiore ai due lati, forse con finalità scaramantica, una scritta in due righi, non chiara, ma attinente forse alla croce salvifica e la soglietta con croce tra due composizioni floreali.

Ancora in paese, stemmi lapidei, murati su facciate, rappresentano mediante scritte, figure e simboli, tra gli altri contrassegni riconosciuti di famiglie. Chiavi di volta e imposte elaborate, costruite ex novo o portate da luogo diverso e adattate sopra stipiti di ingressi, nella Pietraroia post terremoto 1688,5Ad esempio in Via IV Novembre ed in Via del Piave. Ref. N. Bello. anche se mute, par che indichino pregresse rinunce e privazioni a cagione del sisma, ma che si volle dar valore e significato alla vita da affrontare nelle nuove abitazioni.

E passiamo al secolo scorso. Dopo la prima guerra mondiale, una iniziativa dell’arciprete don Lorenzo De Carlo, parroco dal 1916 al ’62, portò, negli anni Venti, alla costruzione del monumento ai Caduti, in Piazza Vittoria; fu inaugurato il 24 luglio 1924 e l’anno dopo un singolare, cruento episodio ne segnò la storia; nel ’43 ebbe inizio la rovina e nel 1960 venne abbattuto.6Cfr. D. Falcigno, Storie di tutti i giorni, vecchi discorsi, Pietraroja, Pro Loco, 2007, pp. 3-4; Id., Don Lorenzo De Carlo un parroco di montagna, Comune di Pietraroja-Pro Loco Pietraroja, 2008, pp. 14-16. Per i particolari della solenne inaugurazione, cfr. l’opuscolo S.A., Ricordo dell’erezione ed inaugurazione del monumento ai Caduti diPietraroja, 26 Luglio 1924, Campobasso, Colitti, s.d., ma 1924, pp. 15-24. Il nuovo monumento è stato eretto nell’attigua località Giardinetti e inaugurato, con cerimonia solenne, nell’aprile del 2007.

Gli anni Trenta costituiscono periodo di notevole attinenza al tema, come dimostrano i testi di storia, le trasmissioni audiovisive e, per Pietraroia, anche i reperti seguenti. Ebbene, sulla lastra di cm. 18×37, parte della lapidea fontana pubblica in Via Trieste, angolo con Via Fontanelle, una frase, in cinque righi ognuno di mm. 40, rammenta che nell’ anno IX del fascismo il complesso venne donato al comune dai figli di Tommaso Venditto, nel 1930.

Sopra la fontana, tra la statua di San Pio e l’edicola della Madonna, all’inizio e a sinistra del tratto di strada che, in salita, mena all’ ingresso del paese, una lastra marmorea di cm 125×577Ref. G.C. Iamartino, email 16-12-2020., posta nel 1935, rammenta in otto righi l’enorme ingiustizia delle sanzioni adottate dalla Società delle Nazioni a carico dell’Italia, a causa della guerra del 1930-1935 contro l’Etiopia.8Cfr. pure D. Falcigno, Storia di tutti i giorni vecchi discorsi, Pro Loco Pietraroia-Comune Pietraroia, 2007, pp. 9-10.

Ho accennato, in principio, al marmo colorato di Pietraroia; di pregio e rinomato è stato pure quello bianco, come dimostra una vetusta cartolina illustrata, donatami con altre dall’erede del committente, la quale riproduce il panorama di Pietraroia, m.857s.m., un gruppo di giovanetti che crescono belli e forti a Pietraroia e, non poteva mancare, la meravigliosa cava del marmo bianco, esposto a Bruxelles, e premiato a Roma il 29 Aprile 1936.

E su lastra, è verosimile di quel marmo bianco, di cm. 85×150, murata e incorniciata con malta sulla facciata della chiesa parrocchiale, in alto, l’iscrizione di 21 righi rammenta che il 26 gennaio 1932 il principe Umberto di Savoia adorò in questo tempio il Re divino, che il 26 gennaio 1937, la luce illuminò elettricamente di Pietraroia le vie e le case, che nel 1937 l’arciprete Lorenzo De Carlo fece incidere e pose questa lapide; da notare che la foto n.1, d’epoca, la mostra al di sotto di un lampione elettrico, il primo, è probabile, in paese.

Trascorse quasi un quarto di secolo e una lastra fu posta sul deposito dell’acquedotto, in località Civita e ricorda ancora, in cinque righi, che l’ Acquedotto di Pietraroia venne finanziato dalla Cassa Per Il Mezzogiorno nel 1961.

Per concludere, a lato di quel citato breve tratto di strada che, in salita, conduce all’ingresso del paese, una lapide di marmo, incisa, ne segna il toponimo e induce chi vi giunge a conoscerne almeno qualcosa della storia. Singolare è che mentre la detta iscrizione è costituita anche da una J, altra in metallo, poco distante, sulla strada e quelle nelle immagini sopra riportate segnano, invece, una I; del nome e sulle varianti della vocale, comunque, già qualcosa s’è scritto.9Cfr. R. Di Lello, Santa Croce “in silva Sepini” e Pietraroja, in un contratto del 1274, in “Il Sannio quotidiano”, Benevento, Pagine Sannite, V, 22 ottobre (2000) p. 11. Id., Pietraro?a. Le vicende di un toponimo, in “La Voce del Titerno”, Cerreto Sannita, Comunità Montana del Titerno, II, 10 (2006) pp. 10-12.

Tanto, per quanto concerne l’argomento, allo stato dell’indagine e nella speranza che altri, esperto è ovvio, legga l’articolo, riveda le ipotesi e revisioni le eventuali inesattezze.
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[1] Cfr. R. Di Lello, Pietraroia. Pietre che parlano di sventure (Nota preliminare) in “Storia di Pietraroia”, Istituto Storico Sannio Telesino . it (11-11-2020)
[2] N. B., con email del 16-11-2020, ore 22.26.
[3] Cfr. R. Di Lello, Coronavirus Epidemie e singolari analogie, in “Storia della medicina”, Istituto Storico Sannio Telesino. it (05-5-2020).
[4] V. Gleijeses, La storia di Napoli, Napoli, Del Giglio, 1987, p. 663.
[5] Ad esempio in Via IV Novembre ed in Via del Piave. Ref. N. Bello.
[6] Cfr. D. Falcigno, Storie di tutti i giorni, vecchi discorsi, Pietraroja, Pro Loco, 2007, pp. 3-4; Id., Don Lorenzo De Carlo un parroco di montagna, Comune di Pietraroja-Pro Loco Pietraroja, 2008, pp. 14-16. Per i particolari della solenne inaugurazione, cfr. l’opuscolo S.A., Ricordo dell’erezione ed inaugurazione del monumento ai Caduti diPietraroja, 26 Luglio 1924, Campobasso, Colitti, s.d., ma 1924, pp. 15-24.
[7] Ref. G.C. Iamartino, email 16-12-2020.
[8] Cfr. pure D. Falcigno, Storia di tutti i giorni vecchi discorsi, Pro Loco Pietraroia-Comune Pietraroia, 2007, pp. 9-10.
[9] Cfr. R. Di Lello, Santa Croce “in silva Sepini” e Pietraroja, in un contratto del 1274, in “Il Sannio quotidiano”, Benevento, Pagine Sannite, V, 22 ottobre (2000) p. 11. Id., Pietraro?a. Le vicende di un toponimo, in “La Voce del Titerno”, Cerreto Sannita, Comunità Montana del Titerno, II, 10 (2006) pp. 10-12.
Antonella Selvaggio
Archeologa classica. Lavora presso l’Università del Salento.
Medico e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con riviste di carattere storico. Ha pubblicato una Vita di San Leucio, il libro: “Da Casale a Comune” e la Storia della Parrocchiale Santa Maria Assunta di San Salvatore Telesino. Ha partecipato all’Antologia “Dieci Medici Raccontano”, che ha ottenuto il “Premio Rufolo 2019”. Premio Olmo 2009 per il romanzo storico «L’ultima notte di Bedò», è anche autore di alcuni saggi sulla Storia della Medicina tra cui uno studio sulla Depressione dal titolo «Il potere misterioso della bile nera, breve storia della depressione da Ippocrate a Charlie Brown». Nel 2024 ha pubblicato “Fu la peste” e “Islam a Telesia” per ABE Editore Napoli. Fondatore e Direttore Editoriale della Casa Editrice Fioridizucca.


Laurea magistrale in Lettere. Docente a Prato. Ha approfondito gli eventi storici che portarono alla “Marcia della fame” del 1957 nei comuni del Valfortore sannita. Ha scritto il “Catasto Onciario della Terra di San Salvatore”.

Scrittore, poeta e divulgatore culturale. Medico di continuità assistenziale. Autore di diversi saggi storici e racconti. Ha partecipato all’antologia “Dieci Medici Raccontano”. Fondatore del Premio Nazionale Olmo che tutti gli anni si svolge in Raviscanina (Ce).
Dottore in Lettere. all’Università di Salerno, indirizzo “storico medievale”. Si è poi laureata in Scienze della Formazione primaria all’Ateneo di Campobasso. Studiosa della storia della sua città. Lettrice instancabile di autori italiani e stranieri, si occupa della formazione di piccoli lettori e poeti. È insegnante nella Scuola Primaria da quindici anni. Ha sperimentato innovative metodologie di approccio alla lettura utilizzando le nuove tecnologie che hanno portato alla pubblicazione di una ricerca dal titolo: TIC e DSA. Riflessioni ed esperienze sulle nuove frontiere della pedagogia speciale, Ed. EriksonLive. La storia locale e la ricerca accurata le ha permesso di pubblicare anche un Saggio in storia medievale sull’assetto urbano e riorganizzazione del territorio della Benevento nei sec. XI e XII. Animatore culturale, scrive poesie per fermare in foto-scritte, attimi di vita.
Lorenzo Piombo, medico psichiatra, dirigente del Dipartimento Salute Mentale della ASL di Benevento. Ricercatore e studioso di storia. Vive e opera a Morcone.
Avvocato. Patrocinante in Cassazione. Scrittore di Storia Locale. Opera a Guardia Sanframondi.
Architetto e docente. Appassionato cultore di Storia Locale in Cerreto Sannita, città in cui vive. Ha come campi di interesse gli insediamenti abitativi sanniti. Collabora con il Blog dell’Istituto Storico del Sannio di cui è socio fondatore. È autore del saggio “Cominium Ocritum e le forche caudine: una storia
Studioso del ‘700 napoletano e dell’epopea di Federico II ha approfondito in modo particolare le influenza arabe sull’architettura napoletana. Studioso di suffisso e di religioni orientali.
Medico del Lavoro. Regista teatrale. Giornalista pubblicista. Fondatore di “Byblos”, la biblioteca del Sannio. Scrittore e divulgatore della storia e dei personaggi del Sannio, ha pubblicato “A tavola nel Sannio”, una guida ai ristoranti della provincia di Benevento; “Dietro la Leggenda” (2016), una raccolta di racconti ispirati a fiabe e a leggende del Sannio. Nel 2017 ha pubblicato “Samnes”, un romanzo storico sull’epopea sannita. Ha curato la trascrizione del manoscritto e la stampa dei tre volumi delle “Memorie storiche di Cerreto Sannita per Arcidiacono Nicola Rotondi”. Nel 2019 ha pubblicato “Guida alla Valle Telesina e al Sannio”. Ha pubblicato “Il delitto del pozzo dei pazzi”, un medical-thriller ambientato nel primo ‘900 nell’ospedale degli Incurabili di Napoli. È autore della “Storia di Cerreto dalla preistoria alla seconda guerra mondiale (2022) e di “Fiabe e Favole in cerretese”, edito da Fioridizucca. (2023).
È nato e vive a Castelvenere. Già docente di materie letterarie nella scuola statale, ha pubblicato diverse raccolte di liriche, pagine di ricerca letteraria, studi relativi alla cultura popolare. È presente in antologie, dizionari bio-bibliografici e testi scolastici. Appassionato si storia e di tradizioni locali, è membro di associazioni culturali nazionali. I suoi versi hanno ricevuto giudizi positivi da parte della critica e in concorsi letterari si è classificato ai primi posti.
Architetto, libero professionista. Si occupa di progettazione architettonica, interior design e aspetti legati all’architettura del paesaggio. Dal 2021 è Consigliere dell’ordine degli Architetti della Provincia di Benevento. Ha partecipato a Mostre sul restauro architettonico e a numerose iniziative riguardanti la promozione territoriale.
Insegnante, vive a Caiazzo. È Presidente del’Associazione Storica del Caiatino.
Cultore di storia locale e delle tradizioni del suo paese. Autore del saggio “Notizie storiche ed urbanistiche di Cerreto antica” in cui ha ricostruito l’antico borgo distrutto dal terremoto del 1688.
Originario di Castelvenere. Già dipendente del Miur ora in pensione. Appassionato di Storia locale ed animatore di gruppi per la diffusione della lingua e delle tradizioni di Castelvenere.
Nato a Napoli e residente in Piedimonte Matese. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Napoli e successiva specializzazione in Chirurgia generale all’Università di Modena è stato aiuto chirurgo presso l’ospedale civile di Piedimonte Matese e, dal maggio 1990, primario del reparto di Pronto Soccorso. Attualmente è pensionato. Dal 1° giugno 1978 è socio corrispondente dell’Associazione Culturale Italo Ispanica “C. Colombo – Madrid”. Negli anni 1972-73, in collaborazione con altri, ha pubblicato alcuni articoli specialistici su riviste mediche. Cultore di storia e tradizioni locali ha pubblicato studi su vari Annuari e collane dell’Associazione Storica del Medio Volturno (sodalizio del quale oltre che socio è stato in passato anche componente del consiglio direttivo) ed in altre riviste e quotidiani regionali.
Musicista. Maestro di clarinetto ed orchestrale. Studioso di storia della filosofia e del ‘700 napoletano. Esperto simbolista e autore di testi esoterico/filosofici.
Nato a Telese Terme ma originario di Amorosi è stato allievo del filosofo Massimo Achille Bonfantini. Laureato in Semiotica e Filosofia del Linguaggio presso l’Università l’Orientale di Napoli. Dedica le sue ricerche prevalentemente allo studio della filosofia e della psicologia dell’inconscio, come dei nuovi percorsi conoscitivi applicati alle neuroscienze. Ha pubblicato Cento petali e una rosa. Semiosi di un romanzo storico (Natan, 2016), Filosofia hegeliana e religione. Osservazioni su Sebastiano Maturi (Natan, 2017) e, recentemente, il saggio dal titolo: Nel gioco di un’incerta reciprocità: Gregory Bateson e la teoria del “doppio legame” (Ediz. Del Faro, 2020).
Nato a Ponte, dove risiede. Dipendente del gruppo Ferrovie dello Stato. Cultore di storia locale con particolare attenzione al periodo medievale. Ha pubblicato “Ponte tra Cronaca e Storia”, “Domenico Ocone, quarant’anni di storia pontese…”, “Le Vie di Ponte tra Storia e Leggenda”. Collabora con varie associazioni culturali.
Farmacista. Dopo la laurea ha conseguito un master biennale e un corso di perfezionamento, approfondendo le conoscenze in ambito fitoterapico, micoterapico e nutraceutico, con la pubblicazione del lavoro di tesi sulla rivista di divulgazione scientifica di medicina naturale ‘Scienza Natura’ del Prof. Ivo Bianchi. Attivo nel sociale, è membro del Rotary Club Valle Telesina ed è amante dello sport e della natura. Innamorato del proprio territorio, ha iniziato a coltivare l’interesse per la storia locale.


Presidente dell’Associazione culturale “La Biblioteca del Sannio”, dottore di ricerca presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” con una tesi sulla metadatazione della cartografia storica. Giornalista e direttore di Canale Sassuolo. Già docente a contratto di Lingua e Cultura Spagnola e Global History, presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’ateneo vanvitelliano, è attualmente tutor di Storia Contemporanea e Storia dei Partiti e Movimenti politici.



Laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Dirigente amministrativa presso l’Università del Molise.
Dottore di ricerca in Ingegneria Elettronica ed informatica presso l’Università degli Studi di Napoli. Ha Svolto attività didattica presso l’Università Federico II. Vive a Telese.
Vive a Morcone. Presidente Italia Nostra Matese Alto Tammaro.
Maestro elementare, appassionato studioso e cultore di Storia Locale.
Biologo residente a Telese Terme. Cultore di storia locale con particolare riferimento alla storia del periodo sannitico. È autore del saggio “La Leonessa e il fenomeno luminoso nella grotta di Sant’Angelo” edito da Fioridizucca nel 2022.
Già sindaco di Caiazzo, dopo aver conseguito la maturità scientifica, rivolge il suo impegno politico alle battaglie del Partito Radicale, soprattutto nel campo della tutela dell’ambiente e in quello per una giustizia giusta. Nel 1980 viene eletto consigliere comunale a Caiazzo, città in cui vive, in rappresentanza della “nuova sinistra”. Nel 1982 aderisce alla Lega per l’Ambiente, promuovendo diverse iniziative per la tutela del fiume Volturno e per il recupero del patrimonio edilizio del centro storico di Caiazzo. Tra il 1987 e il 1994 è Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino. Nel 1994 viene eletto sindaco di Caiazzo con la lista civica “Rinascita Caiatina”. Rieletto nel 1998, si adopera per una crescita socio-economica della città; realizza un programma pluriennale, che viene selezionato anche da “Sviluppo Italia” SpA per la costituzione di un Laboratorio di sperimentazione per lo sviluppo locale. Presidente dell’Associazione “Città Paesaggio” dal 2003, è coordinatore del progetto “Per una Carta dei paesaggi dell’olio e dell’olivo”, realizzato d’intesa con l’Associazione nazionale “Città dell’Olio”. Nel 2007 aderisce a Slow Food, dedicandosi soprattutto alla salvaguardia delle piccole produzioni agricole. Ha pubblicato con le Edizioni 2000diciassette: La Memoria e L’Oblio, un saggio sull’eccidio di Caiazzo durante l’ultimo conflitto mondiale.
Giornalista Pubblicista. Esperto di Enologia, collabora a diversi siti web del settore. Collaboratore del blog lucianopignataro.it è responsabile dell’Ufficio Stampa del Sannio Consorzio Tutela Vini.
Dottore in Storia. Autore di un saggio storico, conseguente a ricerca d’archivio, sul suo Comune dal titolo: Faicchio 1920 – 1946 dall’avvento del Fascismo alla nascita della Repubblica, 2016.
Promotore culturale dell’area di Faicchio. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureato in Economia. È dirigente d’impresa a Milano nel settore delle borse valori e mercati finanziari. Ha scritto diversi articoli sulla stampa finanziaria nazionale, tra cui il Sole 24 Ore ed Investire. È appassionato di cultura locale, ha vinto il premio Prosa IX Premio letterario dell’Associazione Storica del Medio Volturno. Titolare delle strutture ricettive “Magie del Sannio” ha dato vita anche al “Piccolo Museo privato di Faicchio Magie del Sannio”.
Giornalista professionista. Scrittore di romanzi e direttore di diverse testate radio televisive. Fondatore del sito: Neifatti.it
Esperta di Comunicazione Istituzionale; in particolar modo di Social Media Policy e e di politiche agroalimentari legate all’economia di piccola scala per Slow Food, in Campania e Basilicata. Suoi contributi in ambito associativo sono legati a tradizioni e culture della terra e del territorio. Ha effettuato training in storiografia in Francia.
Infaticabile animatore culturale dell’area del Caiatino e del Casertano. Allievo del prof. Galasso. Fondatore di Gruppi culturali dediti alla divulgazione della storia del Territorio, attualmente responsabile di Procedimento Unità Operativa Biblioteca civica e Archivio Storico del Comune di Caiazzo.
Medico ed esperto di storia della gastronomia.
Medico di Emergenza territoriale residente in Puglianello. Ha collaborato all’opera Dieci Medici Raccontano.
Studioso della storia del Risorgimento e cultore del periodo Borbonico, ha recentemente collaborato con un suo scritto all’antologia biografica dedicata a Michele Ungaro. Ha in corso un saggio su Sanchez De Luna, un Vescovo del ‘700.
Medico specialista in oncologia e cure palliative è autore principalmente di pubblicazioni scientifiche di settore in lingua inglese ed italiana. È stato inoltre relatore
Sannita di origini e toscano d’adozione. Medico anestesista, ha coltivato con interesse e particolarmente studiato la “Terapia del dolore”. Di tale disciplina è stato per lunghi anni docente all’Università di Siena. Ha avuto anche esperienze di insegnamento all’estero (Bobigny Paris nord, Accademia Russa delle Scienze mediche, Accademia Lettone di Scienze odontoiatriche). Ufficiale medico dell’Esercito italiano, è appassionato di esoterismo, di cultura e tradizioni popolari. E’ autore di saggistica. Ha recentemente pubblicato saggio su “Massoneria, relazioni umane e comunicazione tecnologica” edito da Fioridizucca edizioni.
Dottore in Legge ed autore di ricerche di Storia Locale. Ha partecipato al progetto “Un museo a colori” avente il fine di far conoscere il museo di arte ceramica di Cerreto Sannita. Le mansioni svolte sono state quelle di guida museale e bibliotecaria, e redazione di progetti e lavori di gruppo con gli altri volontari. Ha scritto un saggio nella Antologia dedicata al bicentenario della nascita di Michele Ungaro, edita dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita.
Andrea Ciervo nato a Caserta il 12.10.1975. Presbitero dal 24 novembre 2012 già Laureato in Giurisprudenza alla Federico II, con una tesi di Diritto Ecclesiastico sui Risvolti dei Patti Lateranensi col prof. Mario Tedeschi…tirocinante poi presso Studio Notaro in via Mezzocannone di Napoli…consegue il Baccalaureato presso l’Aloysianum di Padova nel 2007 con una tesi sulla Religione in Immanuel Kant col prof. Secondo Bongiovanni. Si Laurea in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dell’ Italia Meridionale sezione san Tommaso nel 2012 sempre “Summa cum laude”
Dottore in Archeologia e Scienze Storiche, ha svolto diverse campagne di scavo alla necropoli del Cigno a Macchia Valfortore (CB), con l’Università degli studi di Napoli Federico II e alla necropoli di Crocifisso del tufo a Orvieto (TR), con il Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano e l’ Università dell’Arizona. È attuale vice Presidente della Pro Loco di Sant’Agata dei Goti (BN) dove svolge anche la funzione di OLP per il Servizio Civile Universale. È giornalista tirocinante presso la testata QuasiMezzogiorno. Sì è occupato di alcuni ambiti di archeologia della produzione del Sannio caudino. Attualmente s’interessa alle istituzioni sociali e militari del Medioevo. È vice Presidente dell’Istituto Storico Sannio Telesino.
Medico di Pronto Soccorso ed Emergenza Cultore di Storia Locale ha scritto il saggio: Telesia 1349 Peste e Terremoto edizioni duemiladicessette, 2016, Cartoline da Telese ed. Unione Filatelica Beneventana, 2009; Castelvenere Valdese insieme a P. Carlo Ed. Realtà Sannita, 2016; Officine Massoniche e Vendite Carbonare in Area Sannita insieme a F. Pace, edito dall’ASMV nel 2019. Ha scritto nell’Antologia sulla vita di Michele Ungaro edito dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita nel 2019.ha in corso di pubblicazione un libro di poesie. Dirige la collana di poesie della Casa Editrice FioriDiZucca. Presidente pro-tempore dell’Istituto Storico del Sannio Telesino. Premio Upupa 2017 e 2019 per gli studi di storia locale.