
Molta parte della storia di Ruggero II d’Altavilla (1095-1154) la conosciamo grazie ad un interessante manoscritto intitolato «Ystoria Rogerii Regis Siciliae Calabriae atque Apuliae». L’autore dell’opera si chiama Alessandro, così come egli si presenta ai lettori nel Prologo, mostrando notevole discrezione ed un pizzico di modestia. Dove si definisce: «Alexander telesini cenobii immeritus abbas».
Poco o nulla sappiamo di quest’autore, vissuto nella prima metà del XI sec. e, quindi, contemporaneo del re normanno e delle vicende che egli stesso racconta.
Monaco benedettino ed abate del monastero del Santo Salvatore, Alessandro viene solitamente ricordato con l’appellativo di “Alessandro di Telese”. Basterebbe già questa semplice denominazione a rendere fuorviante l’origine del personaggio, poiché induce a presupporre una sua origine telesina, cosa di cui non v’è alcuna certezza.
Per maggior precisione, infatti, il cronista di Ruggero andrebbe definito “Alessandro Telesino” – come egli stesso si dichiara nell’introduzione al manoscritto – giacché l’attributo Telesinus farebbe riferimento alla qualifica del prelato (abate del monastero telesino) e non già alle origini della sua famiglia.
Anche perché, com’è stato detto, non v’è alcuna evidenza certa riguardo all’origine telesina della sua stirpe, di cui si ignora il casato e qualsiasi altro riferimento genealogico.
Secondo alcuni sarebbe genericamente nativo dell’Italia meridionale, ma non vi sono ulteriori specificazioni. Altri, invece, sostengono avesse origini beneventane ma, anche in questo caso, non vi sono documenti a suffragio di tale ipotesi. A tale proposito F. Chalandon ritiene di poter escludere che egli fosse di origini meridionali.1 F. Chalandon, Histoire de la domination normande en Italie et en Sicilie, I, Paris, 1907, pp. XLVII-XLVIII.
Qualcun altro ancora lo ritiene addirittura di stirpe longobarda.
Taluni storici – evitando di citare le fonti da cui viene attinta la notizia – dichiarano testualmente: «Alessandro, nobile longobardo di Benevento, abate del monastero di San Salvatore Telesino, è solo il più noto dei teorici che nell’entourage di Re Ruggero contribuirono ad esaltarne la maestà regia…»2E. Cuozzo, L. Russo Mailler, Dalla Longobardia minore al Regno di Sicilia, Linee di storia del Mezzogiorno medievale, Napoli, p. 236..
Con ogni probabilità, coloro che propendono per le radici nobili e longobarde dell’abate, lo fanno essenzialmente per giustificare la straordinaria capacità culturale e la sua formidabile vena letteraria mostrata nelle opere che ci ha tramandato.
Alla fine, la maggioranza degli storici – in assenza di documentazioni inoppugnabili – si sono rassegnati ad accettare l’origine autoctona dell’abate solo ed esclusivamente in virtù del patronimico “telesinus”.3Cfr.: note di R. Matarazzo in Alessandro di Telese, Storia di Ruggero II (con testo a fronte), Arte Tipografica, Napoli, 2001, pag. XXXII.
E senza ulteriori motivazioni.
Quello delle origini non è l’unico mistero che avvolge la figura dell’abate telesino: è ignota anche la sua data di nascita.
Pare che Alessandro abbia avuto i natali agli inizi del XI sec. (orientativamente tra il 1050 e il 1080) e che, probabilmente, sarebbe divenuto abate del monastero di San Salvatore intorno al 1125, anno in cui la Valle Telesina venne sconvolta da un tremendo terremoto.4Un violento terremoto scosse il Sannio a partire dall’11 ottobre 1125 con una sequenza tellurica che durò venti giorni.
Prima di lui, il monastero di San Salvatore era stato diretto dall’abate Giovanni, discepolo di sant’Anselmo di Canterbury nel monastero di Bec-Hellouin, e che viene ricordato soprattutto per aver avuto il privilegio di aver accolto nell’estate del 1098 a San Salvatore l’importante teologo e filosofo aostano.5Cfr.: Rosay J. M., Dizionario cronologico dei Papi, Ed. Pan, Milano, 1990, pag. 182. Anche se, secondo Jannelli, Giovanni sarebbe morto il 19 giugno del 1125, lo stesso anno del terremoto. Quest’ultima affermazione, tuttavia, non è comunque sostenuta da alcuna base documentaria. Cfr.: G. Jannelli, Relazione intorno all’antico monastero benedettino di San Salvatore Telesino in Atti della Commissione conservatrice dei monumenti ed oggetti di antichità e delle belle arti della Provincia di Terra di Lavoro, tornata del 4 dicembre 1878, pag. 115.
Con l’abbandono di Giovanni, avvenuto nel 1099, (probabilmente perché fu promosso da Urbano II come vescovo di Tuscolo) si ha notizia di almeno un altro abate alla guida dell’abbazia, di nome Gervasio.6Cfr.: L.R. Cielo, L’abbaziale normanna di S. Salvatore de Telesia, ESI, Napoli, 1995, pag. 23.
Alessandro telesino, risulta a capo del cenobio telesino intorno al 1125.

Nonostante tutte le incertezze e i misteri che avvolgono le origini e la vita di questo abate, Alessandro viene unanimemente considerato l’abate più importante del monastero di San Salvatore. Sotto la sua guida la comunità monastica visse un periodo di prosperità e di straordinaria importanza religiosa.
Uomo di notevole cultura ed altrettanta abilità politica, l’abate Alessandro seppe intrecciare rapporti di particolare cordialità con principi e regnanti del tempo, facendo vivere al monastero anni di splendore e floridezza. Divenne confessore personale della principessa Matilde d’Altavilla, sorella del re normanno Ruggero II e moglie infelice di Rainulfo III Drengot-Quarrel, conte d’Alife.
La famiglia Drengot sembrerebbe essere legata alla comunità monastica fin dalle sue origini, essendo stato, quasi certamente, Roberto Drengot (1086-1115), padre di Rainulfo, il finanziatore per l’edificazione dell’abbazia.
Alessandro decise di scrivere il «De Rebus Gestis Rogerii Siciliae Regis» – una cronaca sugli anni convulsi della conquista del regno da parte di Ruggero – proprio su commissione di Matilde.
Composta di un Alloquium, un preambolo rivolto a Ruggero, di una Praefatio e di Capitula ripartiti in tre libri più un quarto libro che si chiude al quinto capitolo, l’opera appare incompiuta probabilmente per sopraggiunta morte improvvisa dell’autore.
Essa abbraccia un brevissimo arco cronologico: dal 1127 al 1135, cioè dall’anno in cui Ruggero conquista per diritto ereditario il Ducato di Puglia fino a quando vengono stroncate le ultime resistenze di alcuni irriducibili oppositori asserragliatisi nella fortezza di Napoli.
Le notizie ivi contenute appaiono di notevole valore storico, nonostante una scarsissima bibliografia. Esse provengono certamente dall’interno dell’estabilishment normanno e risultano finalizzate ad esaltare la figura del re normanno che si distingue, diversamente da tutti i malvagi e gli spergiuri, per l’estrema illuminatezza dei suoi gesti.7Cfr.: Aa.Vv., Società, potere e popolo nell’età di Ruggero II in Atti delle terze giornate normanno-sveve, Bari, 23-25 maggio 1977, Dedalo Edizioni, Bari, 1977.
Alessandro si dilunga molto sulla guerra combattuta da Ruggero contro i feudatari ribelli ed appare senz’altro encomiastica e partigiana. D’altronde il monastero di San Salvatore, nel corso degli anni, venne largamente beneficiato da Ruggero II con cospicue donazioni. Ciò valse ad Alessandro la definizione di “panegirista” di Ruggero.
La storia di Ruggero non fu l’unica opera redatta dall’abate Alessandro. Egli, tra il 1132 ed il 1134, su indicazione di Roberto, vescovo di Alife, scrisse un cenno storico sul pontefice Sisto I, contenente le notizie della traslazione presso la cattedrale Alife delle sue reliquie ed una interessante biografia del Pontefice.8Una parte delle spoglie mortali del santo pontefice vennero traslate anche nella città di Alatri (Fr), dove tuttora si tramanda il culto per questo papa.
L’opera, conosciuta più tardi come “Historia Allifana”, venne redatta durante il governo di Rainulfo d’Alife.9Sisto I, vescovo di Roma e pontefice dei primordi del cristianesimo, fu eletto tra il 117 e il 119. Viene tuttora venerato come patrono di Alife nella cui cattedrale si custodiscono le sue reliquie. Cfr.: A. Gambella, La documentazione esistente sulla Historia Allifana di Alessandro di Telese in Annuario dell’Associazione Storica del Medio Volturno,1998, Edizioni ASMV, Piedimonte Matese, 1999.
Considerando che egli abbia avuto i natali agli inizi del XII secolo (e precisamente tra il 1050 e il 1080) si potrebbe ipotizzare che egli sia vissuto per oltre una cinquantina d’anni, età piuttosto considerevole per l’epoca.10La maggior parte degli studiosi considera la morte dell’abate Alessandro sia sopraggiunta nel 1138. Altri nel 1140 o addirittura nel 1141. (N.d.A.).
Dunque è lecito supporre che Alessandro abbia avuto i natali agli inizi del XII secolo (e precisamente tra il 1050 e il 1080).
Stando così le cose sarebbe rimasto in carica per oltre trentacinque anni, durante i quali l’abbazia da lui condotta visse momenti di grande notorietà e di notevole importanza politica e religiosa. Per tale motivo la figura di Alessandro – monaco devoto, storico attento e smaliziato dell’epopea normanna, cronista appassionato e colto – acquisì con gli anni una rilevanza particolare nel panorama storiografico del Medioevo, soprattutto se si pensa che a quei tempi la maggior parte degli uomini dimostravano di essere pratici nel maneggiare la spada e non la penna.

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[1] F. Chalandon, Histoire de la domination normande en Italie et en Sicilie, I, Paris, 1907, pp. XLVII-XLVIII.
[2] E. Cuozzo, L. Russo Mailler, Dalla Longobardia minore al Regno di Sicilia, Linee di storia del Mezzogiorno medievale, Napoli, p. 236.
[3] Cfr.: note di R. Matarazzo in Alessandro di Telese, Storia di Ruggero II (con testo a fronte), Arte Tipografica, Napoli, 2001, pag. XXXII.
[4] Un violento terremoto scosse il Sannio a partire dall’11 ottobre 1125 con una sequenza tellurica che durò venti giorni.
[5] Cfr.: Rosay J. M., Dizionario cronologico dei Papi, Ed. Pan, Milano, 1990, pag. 182. Anche se, secondo Jannelli, Giovanni sarebbe morto il 19 giugno del 1125, lo stesso anno del terremoto. Quest’ultima affermazione, tuttavia, non è comunque sostenuta da alcuna base documentaria. Cfr.: G. Jannelli, Relazione intorno all’antico monastero benedettino di San Salvatore Telesino in Atti della Commissione conservatrice dei monumenti ed oggetti di antichità e delle belle arti della Provincia di Terra di Lavoro, tornata del 4 dicembre 1878, pag. 115.
[6] Cfr.: L.R. Cielo, L’abbaziale normanna di S. Salvatore de Telesia, ESI, Napoli, 1995, pag. 23.
[7] Cfr.: Aa.Vv., Società, potere e popolo nell’età di Ruggero II in Atti delle terze giornate normanno-sveve, Bari, 23-25 maggio 1977, Dedalo Edizioni, Bari, 1977.
[8] Una parte delle spoglie mortali del santo pontefice vennero traslate anche nella città di Alatri (Fr), dove tuttora si tramanda il culto per questo papa.
[9] Sisto I, vescovo di Roma e pontefice dei primordi del cristianesimo, fu eletto tra il 117 e il 119. Viene tuttora venerato come patrono di Alife nella cui cattedrale si custodiscono le sue reliquie. Cfr.: A. Gambella, La documentazione esistente sulla Historia Allifana di Alessandro di Telese in Annuario dell’Associazione Storica del Medio Volturno,1998, Edizioni ASMV, Piedimonte Matese, 1999.
[10] La maggior parte degli studiosi considera che la morte dell’abate Alessandro sia sopraggiunta nel 1138. Altri nel 1140 o addirittura nel 1141. (N.d.A.).
Antonella Selvaggio
Archeologa classica. Lavora presso l’Università del Salento.
Medico e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con riviste di carattere storico. Ha pubblicato una Vita di San Leucio, il libro: “Da Casale a Comune” e la Storia della Parrocchiale Santa Maria Assunta di San Salvatore Telesino. Ha partecipato all’Antologia “Dieci Medici Raccontano”, che ha ottenuto il “Premio Rufolo 2019”. Premio Olmo 2009 per il romanzo storico «L’ultima notte di Bedò», è anche autore di alcuni saggi sulla Storia della Medicina tra cui uno studio sulla Depressione dal titolo «Il potere misterioso della bile nera, breve storia della depressione da Ippocrate a Charlie Brown». Nel 2024 ha pubblicato “Fu la peste” e “Islam a Telesia” per ABE Editore Napoli. Fondatore e Direttore Editoriale della Casa Editrice Fioridizucca.


Laurea magistrale in Lettere. Docente a Prato. Ha approfondito gli eventi storici che portarono alla “Marcia della fame” del 1957 nei comuni del Valfortore sannita. Ha scritto il “Catasto Onciario della Terra di San Salvatore”.

Scrittore, poeta e divulgatore culturale. Medico di continuità assistenziale. Autore di diversi saggi storici e racconti. Ha partecipato all’antologia “Dieci Medici Raccontano”. Fondatore del Premio Nazionale Olmo che tutti gli anni si svolge in Raviscanina (Ce).
Dottore in Lettere. all’Università di Salerno, indirizzo “storico medievale”. Si è poi laureata in Scienze della Formazione primaria all’Ateneo di Campobasso. Studiosa della storia della sua città. Lettrice instancabile di autori italiani e stranieri, si occupa della formazione di piccoli lettori e poeti. È insegnante nella Scuola Primaria da quindici anni. Ha sperimentato innovative metodologie di approccio alla lettura utilizzando le nuove tecnologie che hanno portato alla pubblicazione di una ricerca dal titolo: TIC e DSA. Riflessioni ed esperienze sulle nuove frontiere della pedagogia speciale, Ed. EriksonLive. La storia locale e la ricerca accurata le ha permesso di pubblicare anche un Saggio in storia medievale sull’assetto urbano e riorganizzazione del territorio della Benevento nei sec. XI e XII. Animatore culturale, scrive poesie per fermare in foto-scritte, attimi di vita.
Lorenzo Piombo, medico psichiatra, dirigente del Dipartimento Salute Mentale della ASL di Benevento. Ricercatore e studioso di storia. Vive e opera a Morcone.
Avvocato. Patrocinante in Cassazione. Scrittore di Storia Locale. Opera a Guardia Sanframondi.
Architetto e docente. Appassionato cultore di Storia Locale in Cerreto Sannita, città in cui vive. Ha come campi di interesse gli insediamenti abitativi sanniti. Collabora con il Blog dell’Istituto Storico del Sannio di cui è socio fondatore. È autore del saggio “Cominium Ocritum e le forche caudine: una storia
Studioso del ‘700 napoletano e dell’epopea di Federico II ha approfondito in modo particolare le influenza arabe sull’architettura napoletana. Studioso di suffisso e di religioni orientali.
Medico del Lavoro. Regista teatrale. Giornalista pubblicista. Fondatore di “Byblos”, la biblioteca del Sannio. Scrittore e divulgatore della storia e dei personaggi del Sannio, ha pubblicato “A tavola nel Sannio”, una guida ai ristoranti della provincia di Benevento; “Dietro la Leggenda” (2016), una raccolta di racconti ispirati a fiabe e a leggende del Sannio. Nel 2017 ha pubblicato “Samnes”, un romanzo storico sull’epopea sannita. Ha curato la trascrizione del manoscritto e la stampa dei tre volumi delle “Memorie storiche di Cerreto Sannita per Arcidiacono Nicola Rotondi”. Nel 2019 ha pubblicato “Guida alla Valle Telesina e al Sannio”. Ha pubblicato “Il delitto del pozzo dei pazzi”, un medical-thriller ambientato nel primo ‘900 nell’ospedale degli Incurabili di Napoli. È autore della “Storia di Cerreto dalla preistoria alla seconda guerra mondiale (2022) e di “Fiabe e Favole in cerretese”, edito da Fioridizucca. (2023).
È nato e vive a Castelvenere. Già docente di materie letterarie nella scuola statale, ha pubblicato diverse raccolte di liriche, pagine di ricerca letteraria, studi relativi alla cultura popolare. È presente in antologie, dizionari bio-bibliografici e testi scolastici. Appassionato si storia e di tradizioni locali, è membro di associazioni culturali nazionali. I suoi versi hanno ricevuto giudizi positivi da parte della critica e in concorsi letterari si è classificato ai primi posti.
Architetto, libero professionista. Si occupa di progettazione architettonica, interior design e aspetti legati all’architettura del paesaggio. Dal 2021 è Consigliere dell’ordine degli Architetti della Provincia di Benevento. Ha partecipato a Mostre sul restauro architettonico e a numerose iniziative riguardanti la promozione territoriale.
Insegnante, vive a Caiazzo. È Presidente del’Associazione Storica del Caiatino.
Cultore di storia locale e delle tradizioni del suo paese. Autore del saggio “Notizie storiche ed urbanistiche di Cerreto antica” in cui ha ricostruito l’antico borgo distrutto dal terremoto del 1688.
Originario di Castelvenere. Già dipendente del Miur ora in pensione. Appassionato di Storia locale ed animatore di gruppi per la diffusione della lingua e delle tradizioni di Castelvenere.
Nato a Napoli e residente in Piedimonte Matese. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Napoli e successiva specializzazione in Chirurgia generale all’Università di Modena è stato aiuto chirurgo presso l’ospedale civile di Piedimonte Matese e, dal maggio 1990, primario del reparto di Pronto Soccorso. Attualmente è pensionato. Dal 1° giugno 1978 è socio corrispondente dell’Associazione Culturale Italo Ispanica “C. Colombo – Madrid”. Negli anni 1972-73, in collaborazione con altri, ha pubblicato alcuni articoli specialistici su riviste mediche. Cultore di storia e tradizioni locali ha pubblicato studi su vari Annuari e collane dell’Associazione Storica del Medio Volturno (sodalizio del quale oltre che socio è stato in passato anche componente del consiglio direttivo) ed in altre riviste e quotidiani regionali.
Musicista. Maestro di clarinetto ed orchestrale. Studioso di storia della filosofia e del ‘700 napoletano. Esperto simbolista e autore di testi esoterico/filosofici.
Nato a Telese Terme ma originario di Amorosi è stato allievo del filosofo Massimo Achille Bonfantini. Laureato in Semiotica e Filosofia del Linguaggio presso l’Università l’Orientale di Napoli. Dedica le sue ricerche prevalentemente allo studio della filosofia e della psicologia dell’inconscio, come dei nuovi percorsi conoscitivi applicati alle neuroscienze. Ha pubblicato Cento petali e una rosa. Semiosi di un romanzo storico (Natan, 2016), Filosofia hegeliana e religione. Osservazioni su Sebastiano Maturi (Natan, 2017) e, recentemente, il saggio dal titolo: Nel gioco di un’incerta reciprocità: Gregory Bateson e la teoria del “doppio legame” (Ediz. Del Faro, 2020).
Nato a Ponte, dove risiede. Dipendente del gruppo Ferrovie dello Stato. Cultore di storia locale con particolare attenzione al periodo medievale. Ha pubblicato “Ponte tra Cronaca e Storia”, “Domenico Ocone, quarant’anni di storia pontese…”, “Le Vie di Ponte tra Storia e Leggenda”. Collabora con varie associazioni culturali.
Farmacista. Dopo la laurea ha conseguito un master biennale e un corso di perfezionamento, approfondendo le conoscenze in ambito fitoterapico, micoterapico e nutraceutico, con la pubblicazione del lavoro di tesi sulla rivista di divulgazione scientifica di medicina naturale ‘Scienza Natura’ del Prof. Ivo Bianchi. Attivo nel sociale, è membro del Rotary Club Valle Telesina ed è amante dello sport e della natura. Innamorato del proprio territorio, ha iniziato a coltivare l’interesse per la storia locale.


Presidente dell’Associazione culturale “La Biblioteca del Sannio”, dottore di ricerca presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” con una tesi sulla metadatazione della cartografia storica. Giornalista e direttore di Canale Sassuolo. Già docente a contratto di Lingua e Cultura Spagnola e Global History, presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’ateneo vanvitelliano, è attualmente tutor di Storia Contemporanea e Storia dei Partiti e Movimenti politici.



Laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Dirigente amministrativa presso l’Università del Molise.
Dottore di ricerca in Ingegneria Elettronica ed informatica presso l’Università degli Studi di Napoli. Ha Svolto attività didattica presso l’Università Federico II. Vive a Telese.
Vive a Morcone. Presidente Italia Nostra Matese Alto Tammaro.
Maestro elementare, appassionato studioso e cultore di Storia Locale.
Biologo residente a Telese Terme. Cultore di storia locale con particolare riferimento alla storia del periodo sannitico. È autore del saggio “La Leonessa e il fenomeno luminoso nella grotta di Sant’Angelo” edito da Fioridizucca nel 2022.
Già sindaco di Caiazzo, dopo aver conseguito la maturità scientifica, rivolge il suo impegno politico alle battaglie del Partito Radicale, soprattutto nel campo della tutela dell’ambiente e in quello per una giustizia giusta. Nel 1980 viene eletto consigliere comunale a Caiazzo, città in cui vive, in rappresentanza della “nuova sinistra”. Nel 1982 aderisce alla Lega per l’Ambiente, promuovendo diverse iniziative per la tutela del fiume Volturno e per il recupero del patrimonio edilizio del centro storico di Caiazzo. Tra il 1987 e il 1994 è Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino. Nel 1994 viene eletto sindaco di Caiazzo con la lista civica “Rinascita Caiatina”. Rieletto nel 1998, si adopera per una crescita socio-economica della città; realizza un programma pluriennale, che viene selezionato anche da “Sviluppo Italia” SpA per la costituzione di un Laboratorio di sperimentazione per lo sviluppo locale. Presidente dell’Associazione “Città Paesaggio” dal 2003, è coordinatore del progetto “Per una Carta dei paesaggi dell’olio e dell’olivo”, realizzato d’intesa con l’Associazione nazionale “Città dell’Olio”. Nel 2007 aderisce a Slow Food, dedicandosi soprattutto alla salvaguardia delle piccole produzioni agricole. Ha pubblicato con le Edizioni 2000diciassette: La Memoria e L’Oblio, un saggio sull’eccidio di Caiazzo durante l’ultimo conflitto mondiale.
Giornalista Pubblicista. Esperto di Enologia, collabora a diversi siti web del settore. Collaboratore del blog lucianopignataro.it è responsabile dell’Ufficio Stampa del Sannio Consorzio Tutela Vini.
Dottore in Storia. Autore di un saggio storico, conseguente a ricerca d’archivio, sul suo Comune dal titolo: Faicchio 1920 – 1946 dall’avvento del Fascismo alla nascita della Repubblica, 2016.
Promotore culturale dell’area di Faicchio. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureato in Economia. È dirigente d’impresa a Milano nel settore delle borse valori e mercati finanziari. Ha scritto diversi articoli sulla stampa finanziaria nazionale, tra cui il Sole 24 Ore ed Investire. È appassionato di cultura locale, ha vinto il premio Prosa IX Premio letterario dell’Associazione Storica del Medio Volturno. Titolare delle strutture ricettive “Magie del Sannio” ha dato vita anche al “Piccolo Museo privato di Faicchio Magie del Sannio”.
Giornalista professionista. Scrittore di romanzi e direttore di diverse testate radio televisive. Fondatore del sito: Neifatti.it
Esperta di Comunicazione Istituzionale; in particolar modo di Social Media Policy e e di politiche agroalimentari legate all’economia di piccola scala per Slow Food, in Campania e Basilicata. Suoi contributi in ambito associativo sono legati a tradizioni e culture della terra e del territorio. Ha effettuato training in storiografia in Francia.
Infaticabile animatore culturale dell’area del Caiatino e del Casertano. Allievo del prof. Galasso. Fondatore di Gruppi culturali dediti alla divulgazione della storia del Territorio, attualmente responsabile di Procedimento Unità Operativa Biblioteca civica e Archivio Storico del Comune di Caiazzo.
Medico ed esperto di storia della gastronomia.
Medico di Emergenza territoriale residente in Puglianello. Ha collaborato all’opera Dieci Medici Raccontano.
Studioso della storia del Risorgimento e cultore del periodo Borbonico, ha recentemente collaborato con un suo scritto all’antologia biografica dedicata a Michele Ungaro. Ha in corso un saggio su Sanchez De Luna, un Vescovo del ‘700.
Medico specialista in oncologia e cure palliative è autore principalmente di pubblicazioni scientifiche di settore in lingua inglese ed italiana. È stato inoltre relatore
Sannita di origini e toscano d’adozione. Medico anestesista, ha coltivato con interesse e particolarmente studiato la “Terapia del dolore”. Di tale disciplina è stato per lunghi anni docente all’Università di Siena. Ha avuto anche esperienze di insegnamento all’estero (Bobigny Paris nord, Accademia Russa delle Scienze mediche, Accademia Lettone di Scienze odontoiatriche). Ufficiale medico dell’Esercito italiano, è appassionato di esoterismo, di cultura e tradizioni popolari. E’ autore di saggistica. Ha recentemente pubblicato saggio su “Massoneria, relazioni umane e comunicazione tecnologica” edito da Fioridizucca edizioni.
Dottore in Legge ed autore di ricerche di Storia Locale. Ha partecipato al progetto “Un museo a colori” avente il fine di far conoscere il museo di arte ceramica di Cerreto Sannita. Le mansioni svolte sono state quelle di guida museale e bibliotecaria, e redazione di progetti e lavori di gruppo con gli altri volontari. Ha scritto un saggio nella Antologia dedicata al bicentenario della nascita di Michele Ungaro, edita dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita.
Andrea Ciervo nato a Caserta il 12.10.1975. Presbitero dal 24 novembre 2012 già Laureato in Giurisprudenza alla Federico II, con una tesi di Diritto Ecclesiastico sui Risvolti dei Patti Lateranensi col prof. Mario Tedeschi…tirocinante poi presso Studio Notaro in via Mezzocannone di Napoli…consegue il Baccalaureato presso l’Aloysianum di Padova nel 2007 con una tesi sulla Religione in Immanuel Kant col prof. Secondo Bongiovanni. Si Laurea in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dell’ Italia Meridionale sezione san Tommaso nel 2012 sempre “Summa cum laude”
Dottore in Archeologia e Scienze Storiche, ha svolto diverse campagne di scavo alla necropoli del Cigno a Macchia Valfortore (CB), con l’Università degli studi di Napoli Federico II e alla necropoli di Crocifisso del tufo a Orvieto (TR), con il Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano e l’ Università dell’Arizona. È attuale vice Presidente della Pro Loco di Sant’Agata dei Goti (BN) dove svolge anche la funzione di OLP per il Servizio Civile Universale. È giornalista tirocinante presso la testata QuasiMezzogiorno. Sì è occupato di alcuni ambiti di archeologia della produzione del Sannio caudino. Attualmente s’interessa alle istituzioni sociali e militari del Medioevo. È vice Presidente dell’Istituto Storico Sannio Telesino.
Medico di Pronto Soccorso ed Emergenza Cultore di Storia Locale ha scritto il saggio: Telesia 1349 Peste e Terremoto edizioni duemiladicessette, 2016, Cartoline da Telese ed. Unione Filatelica Beneventana, 2009; Castelvenere Valdese insieme a P. Carlo Ed. Realtà Sannita, 2016; Officine Massoniche e Vendite Carbonare in Area Sannita insieme a F. Pace, edito dall’ASMV nel 2019. Ha scritto nell’Antologia sulla vita di Michele Ungaro edito dalla Società di Mutuo Soccorso di Cerreto Sannita nel 2019.ha in corso di pubblicazione un libro di poesie. Dirige la collana di poesie della Casa Editrice FioriDiZucca. Presidente pro-tempore dell’Istituto Storico del Sannio Telesino. Premio Upupa 2017 e 2019 per gli studi di storia locale.